L’Ucraina è uno stato vassallo degli Stati Uniti. L‘elezione di aprile di Volodymyr Zelenskyj, che è entrato in carica il 20 maggio come presidente, non ha cambiato nulla.

Servendo a discrezione del padrone americano, la sua scelta è obbedire o mettersi al riparo. Il destino del presidente deposto Viktor Janukovych ha mostrato il prezzo della disobbedienza.

Giovedì, un comunicato del Servizio di Sicurezza ucraino (SBU) ha dichiarato quanto segue:

L’SBU “e la procura militare hanno fermato la petroliera russa Neyma, che ha bloccato le navi ucraine nello Stretto di Kerch”, aggiungendo:

“Un’indagine preliminare ha chiarito che le guardie di frontiera russe dell’FSB avevano compiuto un atto di aggressione armata contro le navi da guerra ucraine Nikopol e Berdyansk e il rimorchiatore Yany Kapu nello Stretto di Kerch per ordine diretto di alti funzionari dell’FSB”.

Ecco cosa è accaduto il 25 novembre 2018 secondo il Servizio di Sicurezza Federale della Russia (FSB):

“Tre navi ucraine hanno violato il confine di Stato della Russia”, fatto seguito da un’altra irruzione marittima “nelle acque territoriali della Russia”.

“Non hanno risposto alle legittime richieste delle navi e dei battelli della Guardia di Frontiera dell’FSB russo che le scortavano affinché si fermassero immediatamente, e hanno eseguito manovre pericolose”.

“Per costringere le navi da guerra ucraine a fermarsi sono state utilizzate le armi”. Le navi e i loro membri dell’equipaggio sono state sequestrati e incarcerati. “Tre militari feriti delle forze armate ucraine hanno ricevuto assistenza medica”.

“Prima di prendere decisioni così pericolose e irresponsabili, il (regime di) Kiev avrebbe dovuto pensare alle possibili conseguenze delle sue azioni”.

Il Cremlino ha avviato un’indagine criminale sull’incidente. Ha rivelato “prove inconfutabili della messinscena della provocazione”.

Kiev sa quali sono le procedure di navigazione adeguate per il passaggio attraverso le acque territoriali russe, compreso il Canale Kerch-Yenikale.

Il regime di Poroshenko installato dagli Stati Uniti, dopo aver seguito in precedenza la procedura di passaggio corretta, lo scorso novembre ha commesso una provocazione inaccettabile – o perlomeno con il via libera dalla Casa Bianca, o seguendo i suoi ordini.

Il viceministro degli Esteri russo Grigorij Karasin ha definito l’incidente premeditato.

L’azione di Kiev ha violato gli articoli 19 e 21 della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare (UNCLOS), entrando nelle acque territoriali russe senza permesso, non rispondendo alle legittime richieste russe, e conducendo manovre pericolose.

In base ad un trattato del 2003, la Russia e l’Ucraina godono dei diritti di libertà di navigazione nello Stretto di Kerch, a condizione che vengano seguite regole definite attraverso la stretta via navigabile.

È necessario richiedere e ricevere il permesso di navigare attraverso lo stretto. Kiev ha agito in modo extragiudiziale, secondo Mosca.

Lo Stretto di Kerch separa la Repubblica di Crimea dalla terraferma russa. Le forze del Servizio di Sicurezza Federale russo sono responsabili del mantenimento dell’ordine lungo le frontiere terrestri e marittime del paese.

Kiev ha agito in modo extragiudiziale, un fatto indiscutibile, alla Russia è stata data ingiustamente la colpa delle sue azioni.

Nessuna prova suggerisce che Mosca ostruisca o interferisca in altro modo con le navi straniere che navigano attraverso lo Stretto di Kerch nel o dal Mar d’Azov – a condizione che vengano rispettate le disposizioni UNCLOS e i requisiti bilaterali di navigazione tra Russia e Ucraina.

Due dozzine di marinai ucraini sono stati presi in custodia, dove rimangono per aver eseguito una violazione provocatoria del diritto marittimo.

Kiev ora ha sequestrato illegalmente una nave russa. Giovedì, la Tass ha riferito che un membro dell’equipaggio arrestato “sta tornando a casa, ma la nave rimarrà in Ucraina”, citando un portavoce dell’ambasciata russa in Ucraina.

La Tass ha anche spiegato che l’SBU ucraino “ha bloccato la petroliera russa Nika Spirit nel porto di Izmail, sostenendo che si tratta della petroliera Neyma che ha bloccato il movimento delle navi ucraine durante l’incidente dello Stretto di Kerch dello scorso novembre”.

RT ha dichiarato che l’SBU ucraino “ha perquisito la nave (russa), sequestrato i suoi registri e i diari delle comunicazioni e ha interrogato l’equipaggio”.

Il Ministero degli Esteri russo ha denunciato l’azione di Kiev, dicendo “se i russi sono stati presi in ostaggio, questa si qualificherà come una grave violazione del diritto internazionale e ci saranno conseguenze immediate”, aggiungendo:

“Stiamo stabilendo le circostanze dell’incidente al fine di attuare misure adeguate”.

Il Presidente della Commissione per gli Affari Esteri del Consiglio Federale della Camera alta Vladimir Dzhabarov ha definito l’azione di Kiev “assolutamente illegale”, aggiungendo:

“Questo certamente non promuove l’avvio dei negoziati russo-ucraini. Se Kiev vuole migliorare ulteriormente le nostre relazioni, dovrebbe immediatamente liberare la nave cisterna”.

Finora, Zelenskyj è stato ostile alla Russia come il suo predecessore Poroshenko. Continua l’aggressione contro il Donbass, usando anche armi terroristiche vietate.

Secondo Fort Russ, un “proiettile al fosforo bianco” è atterrato nel giardino di un residente del Donbass, spiegando “è sopravvissuto solo per miracolo ed è riuscito a spegnere l’incendio”.

“Frammenti di fosforo che ha portato via dal giardino stanno ancora bruciando da giorni”. Quest’arma terroristica brucia la pelle fino all’osso al contatto, l’acqua non è in grado di spegnerla.

Separatamente, i rappresentanti del partito Servo del Popolo di Zelenskyj hanno superato gli aspiranti concorrenti nelle elezioni parlamentari del 21 luglio.

I risultati sono stati i seguenti: Servo del Popolo (43%), Piattaforma d’Opposizione – Per la Vita (12%), Solidarietà Europea (8,5%), Patria (7,5%) e Holos (6%).

Il partito di Zelenskyj avrà il controllo del parlamento alleandosi con Holos e i candidati indipendenti, secondo Evgenij Balickij, vicecapo di Blocco d’Opposizione.

Zelenskyj ha dato la priorità alla fine della guerra nel Donbass. Come presidente, continua ciò che è in corso dalla primavera 2014.

Non c’è fine, in prospettiva, perché i sostenitori del regime di Trump vogliono che continui.

Le azioni di Zelenskyj finora mostrano che dà il benvenuto e obbedisce agli ordini delle autorità superiori statunitensi. Non un buon segno per il futuro.

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Articolo di Stephen Lendman pubblicato sul suo sito il 26 luglio 2019.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

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