Oggi è il primo anniversario dell’accordo stretto fra Yanukovich e la “opposizione” con la garanzia dei ministri degli esteri della Polonia, Radosław Sikorski, della Francia, Laurent Fabius e della Germania, Frank-Walter Steinmeier. Come tutti noi sappiamo, l’accordo si risolse nel ritiro delle forze di sicurezza dal centro città di Kiev, seguito immediatamente da una insurrezione armata che spodestò il governo. Prevedibilmente, Polonia, Francia e Germania non fecero obiezioni. Io non riassumerò tutti gli eventi accaduti da quel giorno infame, ma credo sia importante vedere cosa è cambiato in un anno. Credo anche che abbia senso confrontare quello che prevedevo potesse succedere con quello veramente accaduto, semplicemente per vedere se una persona senza nessun accesso a dati riservati e usando le sole “fonti aperte” per la sua analisi, avrebbe potuto prevedere ciò che è accaduto o se tutto ciò è stata una enorme e totalmente imprevedibile sorpresa.

Quindi passiamo alle mie previsioni, in ordine cronologico.

30 novembre 2013: in “La porte dell’Inferno si stanno aprendo per l’Ucraina“.

Gli ucraini orientali, apparentemente “pro-russi”

Essi non hanno nessuna visione, nessuna ideologia, nessun obiettivo futuro identificabile. Tutto quello che offrono è un messaggio che, stringi stringi, dice “non abbiamo altra scelta che di venderci ai ricchi russi invece che ai poveri europei” o “tutto quello che otterremmo dall’Europa sono parole, invece la Russia offre soldi”. Vero, ma sempre estremamente poco trascinante, come minimo.

Il futuro di Yanukovich

Comincio ad aver paura che tutto ciò si svilupperà in una crisi vera e molto pericolosa per la Russia. Innanzitutto, assumo che gli euroburocrati ed i nazionalisti ucraini finiranno per prevalere, e che Yanukovich o finirà per ritornare sui suoi passi cambiando la sua decisione o perderà il potere. In un modo o nell’altro, gli euroburocrati ed i nazionalisti ucraini finiranno, credo, per prevalere. Ci saranno altre manifestazioni gioiose a Kiev con fuochi artificiali e celebrazioni, ed un sacco di manate sulle spalle e dammi-cinque a Bruxelles, ed allora i cancelli dell’Inferno saranno veramente aperti per l’Ucraina.

I veri rischi per la Russia

Essere risucchiata nell’inevitabile caos e violenza che infiammerà l’intera Ucraina, penisola della Crimea compresa; fermare o, almeno, gestire in sicurezza un probabile flusso di rifugiati alla ricerca di salvezza fisica ed economica in Russia; proteggere l’economia russa dalle conseguenze del collasso della economia ucraina. La Russia dovrà fare tutto ciò mentre tiene le mani fuori dallo sviluppo della crisi in Ucraina perché è assolutamente certo che gli euroburocrati ed i nazionalisti ucraini darebbero la colpa di tutto alla Russia. La miglior cosa che la Russia potrebbe fare in questa situazione sarebbe quella di lasciare gli ucraini alla loro scazzottata privata ed attendere che l’una o l’altra fazione prevalga prima di tentare, con molta cautela, di introdurre alcune “sonde” di basso livello politico per scoprire se, al di là del confine, c’è qualcuno tornato in sé, capace e pronto a cominciare seriamente la ricostruzione dell’Ucraina e della sua inevitabile associazione con la Russia ed il resto dell’Unione Euroasiatica. Finché questo non avviene, la Russia deve starne fuori, il più a lungo possibile.

Sarajevo sul Dniepr

Per adesso, tutti i segni puntano ad una Ucraina incamminata sulla “strada bosniaca”, e ad un peggioramento delle cose.
È difficile da dirsi, ma ho l’impressione che quando le autorità locali nella Ucraina sudorientale minacciano di non accettare nessun cambio di regime a Kiev, probabilmente vogliono proprio dire questo. Ciò mi ricorda molto i ripetuti avvertimenti dei serbobosniaci sul fatto che non avrebbero accettato di vivere in uno stato islamico retto da un fanatico rabbioso come Itzebegovich. A quel tempo, e proprio come oggi, nessuno prese sul serio questi avvertimenti e tutti noi sappiamo come è andata a finire. La grossa differenza fra Bosnia ed Ucraina è innanzitutto quella delle dimensioni: la Bosnia ha una area di 51.129 chilometri quadrati ed una popolazione di 3.791.622 persone, mentre l’Ucraina ha una area di 603.700 chilometri quadrati ed una popolazione di 44.854.065 persone. Questa è una differenza enorme, che fa di un intervento militare straniero diretto una impresa molto più complicata.

E la Russia in tutto questo?

Posso solo ripetere che la Russia dovrebbe stare fuori da tutto quel che accade in Ucraina. Il governo russo si deve preparare all’ingresso di rifugiati ed i militari russi devono essere messi in allerta per evitare ogni provocazione o violenze sul confine. Un’obiettivo speciale della Russia dovrebbe essere quello di usare ogni mezzo possibile al fine di evitare ogni violenza nella penisola di Crimea per la presenza della flotta del Mar Nero a Sebastopoli, la quale, come la 14-esima armata di Transnistria, potrebbe avere la sola scelta di essere coinvolta, visto il gran numero di membri con famiglie residenti nella repubblica. Se, Dio non voglia, i nazionalisti cercassero di conquistare militarmente la penisola della Crimea o Sebastopoli, non vedo come la flotta del Mar Nero possa rimanere neutrale, è semplicemente impossibile e questa è la ragione per cui quella situazione deve essere evitata ad ogni costo.

26 gennaio 2014: in “L’ultima mossa di Yanukovich rende inevitable la divisione dell’Ucraina“.

La divisione dell’Ucraina è inevitabile

Questo, ovviamente, non è stato riportato dalla stampa occidentale, ma l’Ucraina orientale adesso sta ribollendo di azioni politiche. Per farla breve, la gente nella Ucraina sudorientale non ha nessun desiderio di essere governata da personaggi come Iatseniuk, Klichko o Tiagnibok. Infatti, molte assemblee locali, compreso il parlamente della Crimea, hanno adottato risoluzioni richiedendo al Presidente il ripristino di legge ed ordine, ed avvertendo che non sarà accettato nessun “cambio di regime” a Kiev.

1 marzo 2014: “Obama ha appena reso le cose molto, molto peggiori in Ucraina. Adesso la Russia è pronta per la guerra

La Russia è pronta per la guerra

Qualcosa di assolutamente grande è appena successo in Russia: il Consiglio della Federazione russo, equivalente al Senato statunitense, ha approvato alla UNANIMITA’ una risoluzione che consente a Putin di usare le Forze Armate russe in Ucraina, qualcosa che la Duma aveva richiesto precedentemente. Prima della votazione, i senatori russi hanno detto che Obama ha minacciato la Russia, insultato la gente russa e hanno chiesto il richiamo dell’ambasciatore russo negli USA. Io non ho mai visto in Russia un tale livello di indignazione e perfino di rabbia. Spero e prego che Obama ed i suoi consulenti si fermino e riflettano con cura ai loro prossimi passi, perché non sbagliatevi: LA RUSSIA È PRONTA PER LA GUERRA.

23 aprile 2014: “Il piano statunitense per l’Ucraina, una ipotesi

Gli Stati Uniti cercheranno di obbligare la Russia all’intervento in Ucraina

La Ucraina orientale è persa, senza rimedio. Perciò la junta di Kiev deve scegliere una delle seguenti opzioni:

a) Lasciare che la Ucraina orientale si stacchi attraverso un referendum e non fare niente al riguardo.
b) Lasciare che la Ucraina orientale si stacchi ma solo dopo un po’ di violenza.
c) Lasciare che la Ucraina orientale si stacchi a seguito di un intervento militare russo.

L’opzione “a” è chiaramente la peggiore. L’opzione “b” è così-così, ma l’opzione “c” è molto carina. Pensateci: questa opzione fa sembrare che la Russia abbia invaso la Ucraina orientale e che la gente di quei posti non abbia avuto voce in capitolo. Il resto della Ucraina si stringerebbe attorno alla bandiera, il disastro economico potrebbe essere attribuito alla Russia e le elezioni presidenziali del 25 maggio potrebbero essere cancellate per la “minaccia” russa. Non solo questo, ma una guerra, non importa quanto idiota, è il pretesto *perfetto* per introdurre la legge marziale da utilizzarsi nella repressione di Settore Destro o di chiunque esprima pareri non graditi alla junta. È un vecchio trucco: scatenate una guerra e la gente si stringerà attorno al regime correntemente al potere. Create il panico e le persone dimenticheranno gli argomenti reali.

Per quanto riguarda gli USA, essi già sanno che la Ucraina orientale è persa. Con la Crimea e l’Ucraina orientale andate, l’Ucraina ha esattamente il valore di *zero* per l’Impero. Allora perché non usarla semplicemente come un mezzo per ricreare una nuova Guerra Fredda, qualcosa di molto più sensuale della Guerra Globale al Terrorismo o la ormai vecchia Guerra alla Droga? Dopo tutto, se la Russia è obbligata ad intervenire militarmente, la NATO dovrà mandare rinforzi per “proteggere” Paesi come la Polonia o la Lituania, giusto nel caso che Putin decida di invadere l’intera Europa.

In sostanza, i fenomeni al potere a Kiev e gli USA *sanno* che la Ucraina orientale è persa per loro, e lo scopo dell’attacco imminente non è quello di “vincere” contro i ribelli di lingua russa o, ancor meno, di “vincere” contro i militari russi, lo scopo è quello di scatenare abbastanza violenza da costringere la Russia all’intervento. In altre parole, visto che l’Est è comunque perso, è preferibile perderlo per la “invasione delle orde russe” piuttosto che perderlo a causa della popolazione civile del posto.

Perciò lo scopo del prossimo attacco non sarà quello di vincere, ma quello di perdere. Una cosa alla portata delle forze armate ucraine.

Questo piano può essere scompaginato da due cose:

1) I militari ucraini potrebbero rifiutarsi di obbedire a questi ordini così chiaramente criminali, e diventare il bersaglio delle forze armate russe dovrebbe aiutare qualche ufficiale a compiere la giusta scelta “puramente morale”.
2) La resistenza locale potrebbe essere forte abbastanza da prolungare così tanto l’operazione militare da inchiodarla.

Idealmente, una combinazione di entrambe.

Riassumendo:

1. Yanukovich sarà deposto. Fatto.
2. Il Donbass si solleverà. Fatto.
3. L’Ucraina sarà divisa. Fatto.
4. Scoppierà una guerra civile. Fatto.
5. Gli Stati Uniti cercheranno di tirare dentro la Russia. Fatto.
6. La Russia proteggerà la Crimea. Fatto.
7. La Russia si chiamerà fuori dal Donbass. Fatto.
8. La Russia dovrà gestire i rifugiati. Fatto.
9. Gli Stati Uniti e la NATO non interverranno come in Bosnia. Fatto.
10. L’economia ucraina collasserà. Fatto.

C’è un punto su cui ho sbagliato: la gente di Novorussia. Li vedevo come molto passivi, interessati solo ad essere pagati, in hrivnas o rubli poco importa, e con poca identità nazionale russa. Qui ho sbagliato alla grande, ma in mia difesa potrei dire che l’identità russa della gente del Donbass è stata risvegliata dal grande assalto militare delle forze armate ucraine e dalle politiche chiaramente russofobiche e neonaziste della junta. Ma, a parte le motivazioni dei novorussi, prevedevo una sollevazione nel Donbass, e questa c’è stata. In verità, risulta che le mie previsioni giuste siano state 10 su 10.

Qui il punto non è di autocongratularsi (avrei preferito che certe mie più pessimistiche previsioni si fossero dimostrate sbagliate) ma di dimostrare che chiunque armato di:
a) una conoscenza di base della Russia e dell’Ucraina
b) accesso alle informazioni disponibili a tutti
c) buon senso comune
avrebbe potuto fare tutte queste previsioni.

Tuttavia, ci sono eventi di cui ho completamente fallito la previsione, come la incredibile incapacità delle forze armate ucraine di completare qualsiasi cosa. Per esempio, scrivevo:

 

1 luglio 2014, in “Novorussia – Spera per il meglio, preparati al peggio, accontentati di qualsiasi cosa intermedia

Il peggio che può accadere è che parecchi difensori novorussi siano uccisi, che le città di Slaviansk, Kramatorsk, Krasnyi Liman ed altre siano praticamente distrutte e che la maggior parte dei loro abitanti sia uccisa, che la strada fra Donetsk e Lugansk sia interrotta dagli ucraini e che le forze ucraine entrino profondamente nelle due città.
Qui devo essere onesto, c’è una certa possibilità che tutto questo possa accadere nelle prossime 24 ore.
Se questo accadrà, mi piacerebbe ricordare a tutti che un conto è entrare in una città, tutt’altra questione è prenderne il controllo. Pensate a Beirut, pensate a Grozny, pensate a Baghdad, pensate a Fallujah, pensate a Gaza, pensate a Bint Jbeil. Perfino se Poroshenko annunciasse la “caduta” di Donetsk e Lugansk, questa sarebbe una affermazione vuota al pari della “missione compiuta” di Dubya. Quello che veramente accadrebbe sarebbe un cambio nel modo di guerreggiare. Non solo ci sarebbe questo cambio, ma il nuovo ambiente urbano negherebbe il grande vantaggio in aviazione, artiglieria e armatura degli ucraini. Quindi, se queste città “cadessero”, per favore non disperatevi.
Spero che i novorussi siano capaci di resistere all’attacco degli ucraini, ma so anche che, in base a tutti i resoconti, la capacità di fuoco messa in campo dalla junta è veramente grande; stiamo parlando di un attacco massiccio e senza pietà con tutto ciò che può essere dispiegato dalla junta e dobbiamo accettare la possibilità di una ritirata delle forze di difesa novorusse profondamente dentro le città o perfino di una loro discesa in clandestinità. Mentre è sicuramente eroico, non è affatto intelligente rimanere all’aperto quando il tuo nemico usa lanciamissili Smerch o Uragan contro di voi o perfino contro gli edifici in cui siete.Durante la prima guerra cecena, i ceceni si sono ritirati profondamente dentro Grozny senza preoccuparsi di difendere la periferia, in parte perché gli edifici nel centro della città erano molto più resistenti delle fragili case dei sobborghi. Io non ho mai studiato la disposizione delle città di Donetsk e Lugansk, ma se esse sono tipiche del modo in cui ai sovietici piaceva di costruire, allora ha senso ritirarsi nel centro cittadino e lasciar perdere i sobborghi.
La prima opzione difensiva  è permettere agli ucraini di entrare nei sobborghi e poi tagliarne le linee di rifornimento, accerchiarli e attaccarli. Se questo funziona, grandioso! Ma se gli ucraini ripuliscono il territorio con bordate massicce e sostenute, spianandosi la strada di ingresso, allora diventa necessario passare al “piano B” e ritirarsi più profondamente nelle città. Se l’avanzata degli ucraini avviene su più direttrici ed è troppo veloce, o se, per qualsiasi ragione, la difesa dei centri cittadini non è preparata adeguatamente, allora il “piano C” è più o meno quello di scendere in clandestinità e passare ad una attiva difesa mobile centrata su brevi ma intense imboscate seguite da rapide ritirate.

Quello che è realmente accaduto mi ha preso alla sprovvista: inizialmente le forze ucraine sono effettivamente avanzate, ma presto si sono ritrovate impantanate e gradualmente accerchiate dai novorussi. Infatti, sia durante l’offensiva estiva della junta che durante quella invernale, i novorussi sono riusciti a schiacciare le forze ucraine perfino in terreno aperto: steppe, colline, campi e foreste. L’altra cosa incredibile accaduta è che per la prima volta in 200 anni ci sono stati più morti fra i combattenti ucraini che fra i civili. Fonti di informazione tedesche stimano il numero di vittime di questa guerra intorno a 50.000. Per me, è una stima che ha senso. Questo tipo di risultati e queste stime possono essere spiegati solo da una grande, addirittura immensa, differenza di capacità di combattimento fra le forze della junta e i novorussi. Poco impressionato come ero dal comportamento dei novorussi in febbraio-marzo, non sono riuscito ad immaginare che questa gente pacifica e piuttosto passiva potessero trasformarsi in combattenti formidabili che avrebbero sconfitto così decisamente una forza, almeno sulla carta, di gran lunga superiore, e non una ma ben due volte. Perfino alla fine di ottobre non sono riuscito a prevedere la quasi immediata sconfitta della offensiva invernale della junta. Ho scritto:

24 ottobre 2014, in “A cosa potrebbe assomigliare la prossima offensiva della junta contro Novorussia?

Quello che stanno preparando gli ucraini è piuttosto ovvio. Sceglieranno alcune direttrici di attacco lungo le quali rilasceranno un massiccio bombardamento di artiglieria. Questa preparazione servirà alla spinta delle unità corazzate ucraine, e questa volta possiamo aspettarci che la fanteria difenda i suoi carri armati e non l’opposto. Gli ucraini non si spingeranno profondamente in Donetsk o Lugansk, ma piuttosto cercheranno, ancora una volta, di isolare e accerchiare Donetsk con un attacco a tenaglia, per poi negoziare una qualche forma di quasi-resa con i novorussi. Al massimo, gli ucraini cercheranno di entrare in qualche sobborgo importante. Non mi aspetto molto movimento attorno Lugansk, Donetsk è di gran lunga più esposta. Adesso, se ho ragione e questo è quello che accadrà, allora per piacere comprendete e ricordate questo: la corretta risposta novorussa a questo piano è quella di iniziare a ritirarsi. Per i novorussi, non c’è nessun senso di appostarsi e combattere in posizioni coperte densamente dagli attacchi dell’artiglieria ucraina. Durante il primo attacco ucraino, rimasi costernato di vedere chiaramente quante persone non comprendono l’importanza delle ritirate nella guerra. I “patrioti dell’urrà” in particolare erano adamantini nel vedere la ritirata iniziale novorussa come un chiaro segno che “Putin ha tradito la Novorussia”; quando poi le forze armate novorusse hanno lanciato una lunga e brillante controffensiva, questi “patrioti dell’urrà” sono caduti nel silenzio finché Mosca ha fermato la conquista di Mariupol, al che hanno ripreso con i loro mantra. Il fatto è che ritirarsi di fronte ad una forza superiore è la cosa logica da fare, specialmente se hai avuto il tempo di preparare due o anche tre strati di difesa. Pur non sapendolo come fatto accertato, questo è quello che mi aspetterei che i novorussi avessero fatto durante tutto il cessate il fuoco: preparare una ben nascosta e stratificata difesa. Una volta che le forze armate della junta riprendono l’attacco, le mie speranze ed attese sono che la Novorussia si ritiri con cura, tirandosi dietro il nemico e poi iniziare a degradarlo. In particolare, spero che i russi abbiano consegnato finalmente alcune, molto necessarie, armi guidate anticarro, attraverso il voentorg.

Mi sono completamente sbagliato. Non soltanto i novorussi hanno fermato l’offensiva della junta più o meno lungo le linee di contatto, ma sono anche andati alla controffensiva, con la quale hanno conquistato l’aeroporto di Donetsk ,pesantemente fortificato, e l’intero calderone di Debaltsevo. Dire che sono estremamente impressionato è poco.

Gli analisti militari tendono sempre ad essere molto cauti e supporre il caso peggiore, e questo è come dovrebbe essere quando ci sono in ballo delle vite umane, ma non riesco a spiegarmi il mio completo fallimento a prevedere i successi novorussi solo con una qualche inclinazione professionale. Quel che è successo è che ho interpretato la mentalità novorussa in modo totalmente errato supponendo che la loro iniziale passività fosse un indice della loro scarsa capacità di combattimento. Una supposizione fondamentalmente imperfetta ed errata.

Nonostante ciò, sono riuscito a prevedere la maggior parte degli eventi e così avrebbero potuto fare tutti gli analisti, consulenti, specialisti di area, ecc. che lavorano per i governi coinvolti nella crisi e scommetto che l’hanno fatto. Ma i politici o non li hanno ascoltati o volevano proprio quei risultati.

Il fatto vergognoso e completamente disgustoso è che tutto quel che è successo era completamente prevedibile. Infatti, Putin, Lavrov e molti altri funzionari russi *hanno* cercato di dire a tutti che il popolo ucraino stava allegramente ballando un valzer sull’orlo del precipizio, ma nessuno aveva voglia di ascoltare. Invece, i politici occidentali hanno dato la colpa ai russi per ogni cosa, il che è proprio la cosa più ipocrita ed intellettualmente disonesta che avessero potuto fare.

In un anno un paese intero è stato distrutto, decine di migliaia di persone uccise, e milioni sono rimasti senza niente, nemmeno la speranza: L’Ucraina è adesso uno stato fallito, avendo percorso tutti e “cinque stadi del collasso” di Dmitri Orlov. Kiev è nelle mani di un regime di idioti, nazisti e incompetenti, e la sola loro alternativa sembra perfino peggiore.

Non sbagliatevi, se il Donbass è probabilmente salvo da ogni attacco futuro della junta, i rischi per il resto della superstite Ucraina sono ancora enormi ed un bagno di sangue ancora maggiore può capitare prossimamente.

lyachko3

Il prossimo presidente dell’Ucraina?

Quello che è evidente è che Poroshenko è un “uscente”: questo buffone triste prometteva la pace al popolo ucraino ed invece gli ha dato un bagno di sangue lungo un anno culminato in una sconfitta strategica costata agli ucraini circa metà delle loro forze capaci di combattimento. La sola cosa che mantiene Poroshenko al potere è ora il sostegno politico degli USA e il riconoscimento politico da parte della UE e della Russia. Ma al resto degli idioti al potere non frega niente di UE o Russia e prevedo che  cercheranno di espellerlo alla prima occasione. Quando guardo alla lista di idioti che potrebbero succedere a Poroshenko, mi viene un crampo allo stomaco: se Poroshenko era una prostituta politica, senza spina dorsale, un imbecille incompetente, almeno non era clinicamente folle. La maggior parte dei suoi probabili successori lo sono. E per quanto riguarda Yatseniuk o Turchinov, personalmente penso che siano posseduti dal demonio il che è ancor peggio di essere clinicamente folle.

 

Concludendo, aggiungerò soltanto che anche se credo che gli orrori dell’anno appena trascorso fossero completamente evitabili,  quelli del prossimo anno non lo saranno: L’Ucraina è caduta nel burrone e si sta ora dirigendo verso lo stesso futuro della Libia, un’altra “storia di successo” occidentale. Spero di sbagliarmi e di aver dimenticato qualcosa di cruciale, ma personalmente non vedo nessun modo di fermare l’implosione della superstite Ucraina ed il mio consiglio a chiunque vivi ancora là è quello di scappare finché c’è tempo.

Nel frattempo, a Mosca c’è stata una dimostrazione “anti-Maidan” prevista per 10.000 persone. Si sono presentati in 35.000-50.000 per dire “noi non dimentichiamo, noi non perdoniamo” e “nessun Maidan in Russia”. Questo movimento anti-Maidan, formatosi recentemente, ha un brillante futuro politico perché dopo aver assistito agli orrori proprio al di là del confine ed aver accettato quasi un milione di rifugiati dall’Ucraina, la maggior parte dei russi non vogliono aver niente a che fare con un evento simile al Maidan in Russia. Considerando questo insieme alla popolarità di Putin, ancora sopra l’80% nonostante le sanzioni occidentali, ci si può render conto che la Russia è al riparo dal tipo di eventi capitati a Kiev un anno fa.

Il virus che ha ucciso l’Ucraina agirà come vaccino per la Russia.

The Saker

Condivisione: