Il periodo dal 9 all’11 settembre 2022 passerà alla storia come un periodo di grande importanza nella guerra russo-ucraina. Entrambe le parti belligeranti hanno superato soglie molto importanti, che nel complesso suggeriscono che la guerra sta entrando in una nuova fase. Il 9 e il 10, l’Ucraina ha ottenuto il primo successo concreto della guerra, riconquistando tutto il territorio controllato dai russi nell’Oblast di Kharkov a ovest del fiume Oskil, compresa la sponda occidentale di Kupyansk e il nodo di transito di Izyum.
Nel frattempo, Vladimir Putin ha convocato una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza Nazionale, che ha accelerato l’escalation russa all’11, quando le infrastrutture ucraine sono state finalmente attaccate, facendo precipitare gran parte del paese nell’oscurità.
Sembra chiaro che la guerra stia entrando in una nuova fase, e sembra molto probabile che entrambe le parti cercheranno di intraprendere un’azione decisiva nel prossimo futuro. Per ora, cerchiamo di analizzare gli sviluppi dell’ultima settimana e di capire dove si sta dirigendo la guerra.
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La controffensiva di Kharkov
A rischio di sembrare molto pedante, la controffensiva ucraina nell’oblast orientale di Kharkov è un’eccellente dimostrazione delle difficoltà di valutazione delle operazioni militari. Tutti concordano sulla geografia di base di ciò che è accaduto: L’Ucraina ha liberato dalle forze russe tutto ciò che si trova a ovest del fiume Oskil. Nessuno, però, è d’accordo sul significato di quest’operazione. Ho visto proporre tutte le seguenti interpretazioni, e si noti che le persone hanno raggiunto queste conclusioni partendo dallo stesso insieme di dati:
- La Russia ha attirato l’Ucraina in una trappola e presto contrattaccherà.
- La Russia si è volontariamente ritirata da Kharkov per dare priorità ad altri fronti.
- La Russia ha attirato gli ucraini per colpirli con l’artiglieria.
- La Russia ha subìto un enorme errore d’intelligence e non ha visto o risposto all’offensiva dell’Ucraina.
- La Russia ha subìto una sconfitta in battaglia ed è stata costretta a ritirarsi.
Facciamo un’autopsia metodica, e vediamo cosa ne viene fuori.
Per prima cosa vogliamo notare che la disparità di forze su questo fronte era assolutamente risibile. L’Ucraina ha messo insieme un gruppo d’attacco di almeno cinque brigate complete, e ha puntato su una linea di contatto priva di truppe regolari russe. Le difese russe in prima linea nella regione erano presidiate dalle milizie alleate del Donbass e dalla Guardie Nazionale. Sembra che a Izyum ci fosse un solitario Gruppo Tattico di Battaglione (BTG), ma poco altro.
È innegabile, anche per gli ucraini che festeggiano l’avanzata, che l’oblast di Kharkov sia stato quasi completamente svuotato delle truppe russe, lasciando poco più di una forza di sorveglianza. Da ciò derivano due cose importanti. In primo luogo, il gruppo d’urto ucraino stava avanzando nella maggior parte dei luoghi contro una resistenza davvero inesistente. In secondo luogo, cosa più preoccupante per l’Ucraina, le unità di bassa qualità lasciate indietro a scopo di schermatura sono state in grado di opporre una buona resistenza agli ucraini – gli uomini di Rosgvardiya a Balakleia hanno resistito tenacemente per diversi giorni prima di essere evacuati attraverso un corridoio.
Nella mia precedente analisi [in inglese], condotta mentre la controffensiva ucraina stava appena iniziando a svilupparsi, notavo due cose importanti sulla conformazione del campo di battaglia.
- Sostenevo che l’Ucraina non sarebbe stata in grado di spingersi oltre l’Oskil e di sfruttare adeguatamente la propria offensiva.
- Notavo che l’Ucraina stava compiendo rapidi progressi contro porzioni di fronte scarsamente presidiate e svuotate, e che la Russia si era impegnata molto poco nella battaglia.
Entrambe le affermazioni erano corrette. Tuttavia, ammetto liberamente di averne tratto una conclusione sbagliata. Ritenevo che l’avanzata delle forze ucraine sarebbe culminata al fiume Oskil, lasciandole vulnerabili ad un contrattacco russo portato dalle riserve in arrivo. Ora sembra abbastanza chiaro che questo non è corretto, e che le riserve russe in arrivo avevano il compito di stabilizzare la difesa sull’Oskil, non di lanciare un contrattacco.
Non si è trattato di una trappola operativa da parte della Russia, ma nemmeno di una vittoria in battaglia per l’Ucraina, per il semplice motivo che non c’è stata affatto una battaglia. La Russia aveva già sgombrato queste posizioni e ha ritirato le rimanenti forze di sorveglianza molto rapidamente. L’Ucraina ha coperto molto terreno, ma non è stata in grado di distruggere alcuna unità russa, perché in realtà non ce n’erano.
Sarebbe sciocco cercare di dissuadere gli ucraini dal loro entusiasmo in questo momento. Onore al merito: sono riusciti a mettere insieme un gruppo d’assalto di buone dimensioni, a puntare su una parte debole del fronte, e a riguadagnare un bel po’ di terreno. Considerando l’abissale mancanza di successi per l’Ucraina in questa guerra, stanno giustamente cercando di ricavarne fino in fondo un po’ di morale e di propaganda.
Tuttavia, non credo che le perdite territoriali a Kharkov cambino in alcun modo il risultato finale della guerra. La Russia ha sgombrato questo fronte e ha ceduto terreno, ma è stata in grado di strapazzare le forze ucraine mentre avanzavano, con l’artiglieria e gli attacchi aerei incessanti. I canali ucraini riferiscono ampiamente di ospedali stracolmi. Il Ministero della Difesa russo ha rivendicato 4.000 morti e 8.000 feriti per l’Ucraina durante l’avanzata – credo che sia un dato elevato, ma anche se riduciamo i numeri alla metà (lasciandoci con 6.000 vittime in totale, ragionevoli considerando la quantità di ordigni scaricati dalla Russia) è molto chiaro che i rapporti di perdita in quest’operazione sono stati nettamente a sfavore dell’Ucraina, come sempre.
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Lo slancio
Come avevo previsto nel mio ultimo articolo, l’Ucraina non è stata finora in grado di sfruttare la propria offensiva raggiungendo la profondità operativa. Non è stata in grado di proiettare forze oltre il fiume Oskil. Con l’avanzata verso est arrivata saldamente al culmine, stanno cercando di mantenere il loro slancio, o almeno la sua parvenza.
Il successo dell’avanzata ucraina nell’oblast di Kharkov è stato incrementato con un’esplosione di falsificazioni e propaganda, volta a simulare un cambiamento totale dello slancio strategico. Ciò include le falsificazioni riguardanti la politica interna russa, come gli appelli inventati per l’impeachment di Putin, e la disinformazione sul campo di battaglia, come le affermazioni secondo cui l’esercito ucraino avrebbe violato i confini della LNR o preso d’assalto la città di Donetsk. Sono stati fatti circolare anche video fuori contesto (il più popolare mostra un deposito di veicoli russi in Crimea) per dimostrare che i russi avevano abbandonato centinaia di veicoli a Izyum.
La falsificazione non è importante. L’Ucraina, tuttavia, cercherà anche di mantenere lo slancio sul campo di battaglia, appoggiando l’operazione di Kharkov con ulteriori controffensive. Continuano i tentativi, senza successo, di attraversare in forze il fiume Donets per assaltare Lyman. Continuano anche gli attacchi in direzione di Kherson, facendo pochi progressi e subendo molte perdite.
Lo sviluppo più importante, tuttavia, è la voce di un secondo gruppo d’assalto ucraino, assemblato a Zaporozhye. Si tratta di un’area in cui la geografia permetterebbe all’Ucraina di ottenere un vantaggio operativo. Un successo verso Melitopol o Mariupol comprometterebbe il ponte terrestre verso la Crimea, e minaccerebbe di sgretolare l’intera posizione della Russia a sud.
A differenza di Kharkov, tuttavia, questa non è una porzione di fronte svuotata. Il 3° Corpo russo di recente formazione è concentrato a sud, e di recente sono stati avvistati convogli russi in movimento attraverso la regione di Mariupol. L’Ucraina potrebbe benissimo tentare un’altra operazione offensiva in questa direzione ma, data la forza del raggruppamento russo, qui i risultati saranno più simili a Kherson che a Kharkov.
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Sovranità
Durante i primi mesi di guerra, ho sostenuto su Twitter che le offensive di massa sono difficili, e che l’Ucraina non avesse ancora dimostrato la capacità necessaria per organizzare un’operazione superiore al livello di brigata. Tutte le azioni di attacco che abbiamo visto dall’Ucraina fin dall’inizio hanno assunto la forma di iniziative prese da singoli comandanti di brigata, o più spesso di singoli battaglioni.
Ebbene, ecco che l’Ucraina è riuscita a schierare almeno due (Kherson, Kharkov) e forse tre (Zaporozhye) gruppi d’urto multi-brigata e a lanciare operazioni coordinate. Questo è stato possibile perché l’Ucraina è uno pseudo-stato, che viene rifornito, finanziato e sempre più gestito dalla NATO. Le agenzie occidentali non fanno a meno di vantarsene: la Gran Bretagna si è identificata come responsabile della pianificazione e dell’organizzazione dell’operazione di Kherson, mentre gli Stati Uniti rivendicano il merito del più riuscito attacco di Kharkov.
È difficile sopravvalutare la misura in cui l’Ucraina rimanga in piedi soltanto con l’aiuto dell’Occidente. I soldati ucraini sono addestrati da ufficiali della NATO, armati con armi della NATO, accompagnati sul campo da soldati della NATO volontari stranieri, e lo pseudo-stato ucraino è tenuto in piedi da iniezioni di denaro provenienti dall’Occidente. I video dal fronte di Kharkov abbondano [in inglese] di soldati che parlano inglese e di armi straniere.
Il punto non è solo sottolineare, ancora una volta, che l’Ucraina è uno stato fallito, un cadavere a cui viene data l’illusione della vita da attori esterni che ne muovono le membra. Il punto è che la Russia lo capisce, e comprende correttamente di essere in una scontro di civiltà con l’Occidente. A tal fine, si deve comprendere come sia in corso un’escalation russa e riflettere sul suo significato.
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Escalation e mobilitazione
A questo punto, l’idea che la Russia debba mobilitarsi è diventata un vecchio e stanco meme, per gentile concessione dello squilibrato Igor Strelkov. È certamente vero che la Russia debba intensificare la sua azione, ma passare direttamente alla mobilitazione (mettere l’economia sul piede di guerra e chiamare i soldati di leva) sarebbe un grave errore. La Russia ha altri modi migliori per intensificare l’azione. La recente avanzata ucraina a Kharkov è un segnale evidente per aumentare il dispiegamento di forze, e i colpi ucraini contro obiettivi al di là del confine russo non fanno che aumentare la pressione per togliere i guanti.
Innanzitutto, vorrei commentare il motivo per cui sono contrario alla mobilitazione. Una delle dimensioni più importanti di questa guerra è il fronte economico. L’Europa è stata portata sull’orlo del baratro dalla crisi energetica. Il Wall Street Journal ha dato il via [in inglese, solo per abbonati] a quella che ritengo essere la descrizione più azzeccata della crisi, avvertendo di una “nuova era di deindustrializzazione in Europa”.
Una mobilitazione completa sarebbe molto costosa per l’economia russa, mettendo a rischio il vantaggio che attualmente detiene nel confronto economico con l’Europa. Questo, a mio avviso, è il motivo principale per cui il governo russo si è affrettato oggi a smentire le voci di una mobilitazione. Ci sono altri passi nella scala dell’escalation prima di passare alla guerra totale.
Si dice già che la Russia stia pianificando di cambiare la denominazione formale della guerra, da “Operazione Militare Speciale”. Anche se questo potrebbe significare una dichiarazione di guerra formale, credo che sia improbabile. Piuttosto, la Russia probabilmente darà all’operazione in Ucraina la stessa designazione delle sue operazioni in Siria, allentando le regole d’ingaggio e iniziando a colpire seriamente le risorse ucraine.
Ne abbiamo avuto un assaggio ieri sera, quando la Russia ha spazzato via più della metà della produzione di energia elettrica dell’Ucraina con pochi missili. Ci sono molti altri obiettivi che possono essere presi di mira: altri nodi della rete elettrica, impianti di pompaggio e filtraggio dell’acqua e posti di comando di alto livello. C’è almeno una certa probabilità che la Russia inizi a colpire le strutture di comando con il personale della NATO al loro interno. La negabilità plausibile funziona in entrambi i sensi; poiché la NATO non è ufficialmente presente in Ucraina, solo “volontari”, colpire il suo personale non è un atto apertamente aggressivo.
La Russia ha anche molti modi per incrementare il suo dispiegamento di forze in Ucraina, prima di una piena mobilitazione. Ha un bacino di soldati a contratto smobilitati che può richiamare, così come un bacino di riservisti che può raccogliere con una mobilitazione parziale.
La linea russa si sta irrigidendo. Nelle ultime ventiquattr’ore il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che non ci sono “prospettive di negoziati” con l’Ucraina, e Putin ha detto: “Le forze ostili ci stanno prendendo di mira, e dobbiamo prendere l’iniziativa per riuscire ad affrontarle”. Medvedev si è spinto ancora più in là: “Un certo Zelenskyy ha detto che non intende dialogare con chi lancia ultimatum. Gli attuali ‘ultimatum’ sono un riscaldamento per i bambini, un’anteprima delle richieste che verranno fatte in futuro. Lui le conosce: la resa totale del regime di Kiev alle condizioni della Russia”.
Se credete che il governo russo sia assolutamente incompetente e doppiogiochista, sentitevi liberi di considerare come spacconate le dichiarazioni come questa. Ma visto il colpo d’avvertimento lanciato ieri contro la produzione di energia elettrica ucraina, la mia sensazione è che la Russia si stia preparando a un’escalation d’intensità superiore, che l’Ucraina non può raggiungere con le sue risorse interne. L’unico altro attore sulla scala dell’escalation sono gli Stati Uniti.
Si prospettano tempi bui per l’Ucraina, e forse anche per gli americani sull’altro fronte di questa guerra.
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L’altro fronte meridionale
Siria e Ucraina sono due fronti della stessa guerra. Questo è molto importante da capire. In Siria, gli Stati Uniti hanno cercato di distruggere il più importante alleato mediorientale della Russia e di creare un Pattumistan di caos per risucchiare le risorse russe; in Ucraina, la NATO ha armato uno stato kamikaze da scagliare contro il confine occidentale della Russia. Nella mente russa, queste guerre sono inestricabilmente legate.
Dopo la controffensiva di Kharkov, ho il forte sospetto che la Russia cercherà un modo per colpire gli Stati Uniti, senza superare le linee rosse che potrebbero portare ad un confronto più diretto. La Siria è il luogo in cui questo potrebbe accadere. Gli Stati Uniti mantengono diverse basi illegali sul territorio siriano, che la Russia potrebbe colpire utilizzando i suoi alleati siriani, proprio come gli Stati Uniti stanno facendo con l’Ucraina. La Russia sta ultimando [in inglese] l’addestramento di una nuova divisione aerotrasportata siriana. Con la copertura aerea russa, sarebbe possibile un attacco ad una delle basi americane in Siria – gli Stati Uniti sarebbero costretti a scegliere tra abbattere gli aerei russi e flirtare con la guerra nucleare, o accettare umilmente la perdita di una base illegale sulla quale hanno lavorato duramente per nasconderla ai propri cittadini. Data l’assoluta mancanza di entusiasmo del pubblico americano per un’altra guerra in Medio Oriente, sembra che gli Stati Uniti dovrebbero semplicemente accettare la perdita.
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Aspettative di Big Serge:
- Intensificazione degli attacchi russi alle infrastrutture e ai centri di comando ucraini.
- Aumento del dispiegamento delle forze russe senza una mobilitazione completa.
- Intensificazione degli sforzi russi per riconquistare il territorio della DNR.
- Possibile escalation in Siria, probabilmente sotto forma di attacchi dell’esercito siriano alle basi statunitensi.
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Articolo di Big Serge pubblicato su Big Serge Thoughts il 12 settembre 2022
Traduzione in italiano di Fabio_san per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
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L’articolo è ben ragionato e interessante.
Non credo che la Russia si prenderà da risolvere un altro problema rischiando di disperdere le sue forze anche in Siria dove penso e credo che cercherà, se può , di non cadere in provocazioni Nato/Usa mche avverranno anche là.
Si consideri inoltre che gli USA/Nato e i loro agenti nei vari governi ,stanno lavorando nella propaganda isterica di attribuire alla Russia tutte le privazioni che i popoli europei stanno subendo e dovranno subire a causa della politica espansiva Nato/USA , verso oriente in danno alla Russia.
Questo mese di settembre ,penso, non vedrà altri grandi scontri importanti ma si vedranno attività propedeutiche per l’autunno alle porte e per l’inverno che sarà decisivo in Europa per esplorare l’umore e la volontà delle nazioni europee di suicidarsi per far durare l’impero USA e la propria servitù a favore degli anglosassoni.
Per ora, sono passati 5 giorni, niente di tutto questo. In compenso in concomitanza con la riunione dello sco a Samarcanda che sanciva l’ingresso della Iran è scoppiato un bel casino nel Caucaso e in Asia centrale ma guarda te le coincidenze. Truppe turche mobilitate truppe iraniane idem e americani impegnati a sobillare ( soprattutto l’Armenia). È vero che l’immagine di Putin ,zi e modi che si stringono la mano calorosamente la mano è un immagine da incubo per usa e l’Occidente collettivo ma certo capire la reale profondità dei legami e molto difficile e fare comprendere a tutti , grandi e piccoli, le opportunità non è facile in un mondo in cui capibanda politici foraggiati dai dollari usa e dalle ONG occidentali. Francamente qualcuno di questi arruffapopolo professionisti dovrebbero iniziare ad avere strani incidenti. Il monito di zi’ è stato eloquente sui rischi sempre presenti di rivoluzioni colorate.
Per tornare all’Ucraina mi pare checché se ne pensi che la situazione tattica sia molto migliorata per gli ucraini. Continuano a tenere inchiodati gli alleati nel donbass si sono liberati della parte nord della tenaglia rendendo estremamente più solida la linea slaviansk kramatorsk. Oltretutto la linea dell’oskol non pare per niente solida a giudicare dalle notizie che arrivano e li metti a rischio la LPR.A cherson nonostante le perdite ,che evidentemente vengono facilmente assorbite, sono continuamente all’offensiva con i russi costretti ad operazioni come la distruzione di dighe per rallentare il continuo flusso di uomini e mezzi che attraversa l’ingulett e che ne l’artiglieria ne la carente aviazione riescono a contenere. Su zaporizhe abbiamo raggruppamenti di forze enormi consentirti dall’efficienza svizzera di una rete ferroviaria praticamente mai messa in discussione che sposta rapidamente intere brigate. Inutile dire che tali raggruppamenti avvengono nella più completa impunità da parte dell’aviazione e dell’artiglieria russa così come a karkhov tutti vedevano dove si concentravano le forze ucraine ma nessuno ha pensato bene di colpirle e di deteriorarne le capacità.spero che esista davvero questo corpo di armata i precedenti non depongono molto bene. Putin lavrov shoigu ostentano calma e tranquillità ma si sa questi sono sfingi.
come evolverà l’implosione de facto della CSTO ? L’armenia chiede aiuto, e tutti si girano dall’altra parte …
Se ho ben capito, si ipotizza che il pugle russo – finora rispettoso delle regole, sportiivissimo, determinato a non cagionare danni gravissimi – non si toglierà i guantoni, colpendo a pugni nudi, ma li bagnerà per colpi più duri, oppure vi metterà dentro qualcosa per fare più male.
Mi sembra un’ipotesi plausibile, e anche quella di colpire indirettamente, con forze locali, i bastardi usa nelle loro basi di occupazione in Siria.
Direi che potrebbe finalemnte mettere in azione, contro i nazi-ukrainofoni, i bombardieri strategici di alta quota, colpendo duro e fregandosene delle “perdite civili” dei nazi-ukrainofoni, soprattutto nella parte nord-ovest dell’ukraina, dove i nazi-mercenari dominano.
Cari saluti
–penso che i vostri/nostri commenti abbiano ,in Russia, una stessa immagine:
Temo che i dirigenti ,che hanno la responsabilità di avere iniziato l’azione ,abbiano timore di doverla ultimare ,con tutte le sue conseguenze.
In questa faccenda entrano in gioco anche i megafoni occidentali delle minacce giornaliere che stanno avendo un certo successo perché condizionano fortemente i comportamenti di chi agisce e subisce le ferite e gli orrori sul campo di battaglia ; ma non solo ,avviene anche dietro il confine in Russia e penso anche in Bielorussia.
Putin ed i suoi dirigenti politici e militari sembrano non capire che indugiare significa incoraggiare il Nemico a colpire sempre più avanti;
non ci vorrà molto vedere stanziarsi delle forze militari Nato/Usa nei dintorni di Belgorod per il balzo su Mosca.
Bisogna che i Russi non siano convinti che la Storia si ripeta sempre vittoriosamente perché il Nemico qualche volta vince soprattutto se vede il fronte avverso diviso al proprio interno ,cosa che sta avvenendo e si è visto nella SCO recente.
Ogni indugio può condannare Putin a perdere il favore del popolo( ci vuole un attimo dopo il prossimo rovescio ,che non si potrà più camuffare ,come ripiegamento tattico ,che sarà smentito dalle rovine sul terreno.).
Riguardo allo SCO, diciamoci la verità ,a dispetto delle fotografie e video che non possono nascondere una realtà ; un poker di quei Paesi stavano scontrandosi nei pressi dei loro confini con il sultano turco che ne incoraggiava lo sviluppo.
Putin si deve svegliare ,la partita con il Turco l’ha finora persa in politica estera.
Si rinchiuda a riccio e si prepari come i Greci antichi alle Termoppili.
li, 17/9/22
Una piccola considerazione su erdogan. È vero che erdogan è il protettore dell’Azerbaigian ma l’Armenia ha dietro Iran e Russia. Li c’è anche un problema interno all’armenia con gli americani.che la fomentano. Di certo ne erdogan ne Putin ne raiso vogliono scontrarsi. Erdogan ha troppo bisogno di Russia e Cina per affrontare i suoi gravi problemi economici in attesa delle elezioni presidenziali. Le guerre costano anche a lui e uno che gioca su troppi tavoli alla fine rischia di non giocare su nessuno e questo erdogan lo.sa. È chiaro che chi ha interesse ad iniziare una guerra nel Caucaso per aprire un altro fronte con la Russia sono gli stessi che hanno creato le premesse della guerra in ucraina e la sostengono senza se e senza ma. Basti vedere le pressioni sulla Georgia perché si riprenda manu militari Ossezia e abchasia. E in questa vicenda il governo armeno non è una mammoletta ,anzi. Chissà perché oggi in Armenia c’è Nancy Pelosi?