Se ne parla molto e spesso, ma vale la pena di affermarlo ad alta voce e senza lasciarsi condizionare dal potere costituito: le autorità ucraine appoggiano le azioni dello Stato Islamico per ragioni politiche. Bisogna anche notare che l’appoggio non è solo di tipo morale.

Iniziamo dall’aspetto meno appariscente del problema. Incolpando altri dei propri peccati, anche di fronte al compattarsi dell’opinione pubblica mondiale contro ISIL, il presidente ucraino Petro Poroshenko insiste con la stessa filastrocca: “La Russia ci ha aggredito, la Crimea è nostra”. Comprendendo di non poter contribuire in nessun modo alla lotta mondiale contro il terrorismo, fa l’opposto e da una mano ai terroristi. Pjotr Aleksjeevich in una recente intervista per la stampa italiana prova a rigirare il discorso nella direzione del “potrebbe darsi che non siano poi così cattivi, dato che la Russia gli sta facendo la guerra”. In questo si nasconde la sottile allusione: ISIL e l’Ucraina  sono dalla stessa parte della barricata, contro la Russia.

Penso che il marasma salti all’occhio da se.

Più avanti esamineremo la situazione avvalendoci dell’aiuto indiretto delle agenzie d’informazione. Il noto scandalo della pubblicazione delle foto e di altri dati dei piloti russi è un ammiccamento rivolto ai terroristi islamici, non certo alla comunità mondiale che questi ultimi hanno profondamente turbato.

Tale diffusione di dati è originata dalle risorse del Ministero dell’ Informazione, le quali sono sostenute sia dal Presidente del paese, che da molte persone bene in vista, come il famoso squinternato dell’MVD (Ministero dell’Interno n.d.t.), il deputato della Rada Suprema Anton Gherashenko.

Adesso passiamo a parlare di cose concrete. Nelle fila di ISIL si battono ex-cittadini dell’ex-SSSR, su questo non ci sono dubbi.

Ma qual è il motivo  per cui essi utilizzano l’Ucraina come base di trasferimento? Semplice. Essi trovano un importante punto di appoggio presso i livelli più ufficiali della società ucraina: l’esercito. Il battaglione Dgiokhar Dudaev, che ufficialmente combatte contro le milizie del Donbass, funziona da divulgatore dell’ideale terrorista. Questo battaglione è assai utile come unità guerriera per le autorità ucraine.

E che dire del fatto che, come avvicendamento, senza farsi notare, i soldati di questo battaglione si dirigono dal Donbass in Siria ed Iraq e viceversa, e che da là arrivano, per rimettersi in forma, i membri di ISIL? Allora chi è che ha interesse in questo scambio? Questi da molto tempo non li conta più nessuno, mentre i rari tentativi da parte di seguaci di ISIL di portarsi in Ucraina vengono enfatizzati in modo appariscente come lotta al terrorismo stesso.

Inoltre a tali persone viene ufficialmente conferita la cittadinanza ucraina. Immaginatevi che bazza. Per ora nei luoghi degli attacchi terroristici trovano i documenti di cittadini siriani, ma se ad un tratto incominciassero a spuntar fuori passaporti ucraini con foto di fisionomie barbute? Non è escluso che le autorità ucraine si affretteranno ad affermare che si tratta di provocazioni degli onnipotenti servizi segreti russi.

La situazione è ignominiosa. Ai membri di ISIL, ricercati dalle polizie di tutto il mondo civile, un mese di partecipazione alla guerra  contro le milizie del Donbass dà la possibilità di legalizzarsi in un paese che è quasi europeo.

Se pensate che eventi estremamente circoscritti possano in ogni caso accadere da sè, senza una precisa regia e senza una accurata sorveglianza, allora vi sbagliate di grosso.

Trovandosi in una condizione di continua corsa contro il tempo, le autorità ucraine si appigliano a qualunque forma di sostegno. L’unica ragione per cui esse non trovano la loro giusta punizione giocando con la dinamite sotto le insegne del profeta è la necessità, per determinati circoli, di mantenere uno stato di tensione in una determinata regione.

Questo già fa nascere sospetti di un patrocinio assai più serio di quello del re della cioccolata di un paese del terzo mondo, per il terrorismo mondiale.

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Articolo di Anton Klimov pubblicato su Norvorus.info il 19 novembre 2015

Tradotto in italiano a cura di Pueno e Maria Italiani  per Sakeritalia.it

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