Mercoledì 29 marzo, l’Alta Corte di Londra ha preso una decisione curiosa sulla controversia russo-ucraina riguardante un credito di tre miliardi di dollari concesso da Mosca nel dicembre 2013 al governo Yanukovych. Penso che questa decisione potrebbe entrare nei libri di testo dei cavilli legali come esempio di come si può evitare una responsabilità politica.

Il 16 febbraio 2016 la Società The Law Debenture Trust Corp. (che si fece da garante per l’emissione degli Eurobond ucraini per tre miliardi di dollari) ha istituito una causa presso l’Alta Corte di Londra nei confronti dell’Ucraina, rappresentando gli interessi della Russia. In precedenza, nel 2015, l’Ucraina aveva rifiutato il pagamento del debito, riconoscendo il default degli Eurobond il 21 dicembre 2015.

Da quel momento, agli esperti interessava non tanto se la Russia avrebbe avuto i suoi tre miliardi, quanto il modo in cui l’Alta Corte di Londra sarebbe venuta fuori da questa situazione. In precedenza, il Fondo monetario internazionale se l’era cavata bene: prima di riconoscere il debito ucraino come sovrano, il 17 dicembre del 2015 (Kiev insisteva sulla sua natura commerciale), l’FMI aveva cambiato le proprie regole l’8 dicembre, permettendosi così di finanziare paesi con un debito sovrano.

Il presidente ucraino Piotr Poroshenko e il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde durante la conferenza stampa a Kiev a settembre del 2015

D’altronde, per l’Ucraina ciò non è stato molto di aiuto, perché da allora il Fondo ha concesso a Kiev solo un miliardo di dollari, nel settembre 2016. Così facendo, il Fondo monetario internazionale ha dato un sostegno politico a Kiev (cioè in teoria il prestito era possibile) e, soprattutto, non ha speso molto (l’Ucraina contava di ricevere nel 2016 circa 12 miliardi di dollari).

Per l’Alta Corte di Londra la situazione era più difficile. Doveva prendere una decisione concreta e, in questo caso, l’Ucraina rifiutava di pagare il debito con motivazioni puramente politiche.

Le autorità ucraine hanno dichiarato che erano pronte a restituire il denaro, ma solo dopo che la Russia avesse restituito la Crimea e compensato le perdite di guerra dell’Ucraina.

La posizione di Kiev è piuttosto singolare. L’Ucraina ufficialmente non è in guerra. Le autorità negano anche l’esistenza di un conflitto civile. La pretesa della compensazione delle perdite significa che l’Alta Corte di Londra dovrebbe riconoscere ufficialmente la Russia come parte in una guerra che non esiste. La richiesta ucraina comprende anche il riconoscimento della Crimea come territorio annesso, anche se questa non è una prerogativa della corte di Londra, ma del Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

I partecipanti ai festeggiamenti per la Primavera di Crimea

Di fatto, l’Ucraina ha cercato di trasformare la causa sui tre miliardi di dollari nella legittimazione giuridica delle proprie pretese politiche nei confronti della Russia. I tribunali, in particolare nel Regno Unito, sono indipendenti; tuttavia, i giudici stessi non possono essere indipendenti dalle loro preferenze politiche e, come tutte le altre persone, sono influenzati dalla propaganda. Dal punto di vista dominante dell’opinione pubblica, la sentenza dell’Alta Corte di Londra dovrebbe essere a favore dell’Ucraina. Tuttavia, ciò avrebbe distrutto la sua credibilità come arbitro indipendente e avrebbe minato l’intero sistema finanziario europeo e mondiale. Sappiamo bene che oggi ogni Stato può incolpare chiunque di aggressione informatica, ibrida, di attacchi di hacker ecc, ecc. Se un tribunale prende in considerazione argomentazioni politiche, non è più garantito nessun credito al mondo. Basterà dare la colpa di uno dei molti tipi di aggressione latente a chi presta, e ottenere l’appoggio di uno o più membri influenti della comunità internazionale.

Qualsiasi decisione giudiziaria, dal punto di vista degli interessi del Regno Unito, non era soddisfacente. Ma i giudici hanno trovato una via d’uscita.

Nella decisione resa pubblica il 29 marzo, la corte ha dato ragione formalmente alla parte russa, dopo aver respinto tutte le argomentazioni ucraine. Inoltre, i giudici avevano accettato di esaminare la causa con procedura d’urgenza, senza dibattito delle parti: di fatto, questa decisione avrebbe segnato le sorti del processo. Inoltre, dal momento che le argomentazioni della parte ucraina sono state dichiarate giuridicamente irrilevanti, e altre scuse per non pagare il debito l’Ucraina non ne aveva, in teoria la Russia poteva cominciare immediatamente la procedura di riscossione del debito. Tuttavia, secondo le dichiarazioni del Ministro delle Finanze ucraino, la corte ha riservato all’Ucraina il diritto di appello, nonché su richiesta di Kiev ha congelato tutte le procedure possibili per il recupero del debito. Il ricorso contro la decisione dell’Alta Corte di Londra deve essere presentato alla Corte Suprema del Regno Unito. Questa corte è stata creata in tempi relativamente recenti, nel 2005, e ha ricevuto tutti i poteri giudiziari della Camera dei Lord e dell’ufficio Privy Council. Oggi è la più alta corte d’appello di Gran Bretagna in tutti i casi civili e la maggior parte dei casi penali (a eccezione della Scozia). La Corte ha anche poteri limitati in ambito costituzionale: può riconoscere come illegali le norme di legge.

Tutti i giudici della Corte Suprema sono nominati a vita dalla regina, ma devono presentare le dimissioni al raggiungimento dei 70 anni d’età. Il mandato di cinque giudici su un totale di 11 scade nel 2018. Altri tre giudici devono andare in pensione nel 2020. Quindi ora le maggiori forze politiche stanno cominciando a fare pressioni sulle nomine degli otto seggi alla Corte Suprema. La presa di posizione dei giudici attuali può influenzare i risultati di questa attività di lobby. Così, l’Alta Corte di Londra ha abilmente evitato qualsiasi responsabilità politica. Da una parte, ha chiaramente dimostrato la sua intenzione di prendere una decisione a favore della Russia, senza distrazioni da demagogia politica. D’altra parte, il giudice ha passato la palla ai colleghi superiori. Se il governo di Sua Maestà avrà bisogno di spingere per una soluzione politica, allora cercherà un accordo con i giudici della Corte Suprema. Se questa Corte soddisfa l’appello dell’Ucraina, l’Alta Corte di Londra dovrà prendere in considerazione il caso anche dal punto di vista di politica internazionale. E’ al di là della sua competenza, ma la responsabilità è della corte più alta. Se il ricorso non avrà successo, allora la decisione è già nota: l’Ucraina perderà la causa.

Con tutto questo, pochi sono interessati ai tre miliardi. Tutti capiscono benissimo che Kiev non pagherà niente a nessuno (e non solo alla Russia), per il solo fatto che ha nulla da poter dare. Secondo le stesse autorità ucraine, negli ultimi tre anni essi hanno ricevuto in prestito circa 20 miliardi di dollari, e ne hanno pagato circa 20 di debito estero (di cui circa 10 miliardi come prestiti dell’FMI). L’Ucraina non possiede praticamente beni immobili all’estero che possano essere pignorati. Le ambasciate e i consolati godono dell’immunità diplomatica. Anche le società controllate dallo Stato sono formalmente società per azioni. E la confisca delle loro proprietà può essere contestata dagli azionisti privati. In generale, l’Ucraina praticamente non possiede nulla. Pertanto, viene posta in primo piano la componente politica del caso. Mi azzardo a supporre che il trucco dell’Alta Corte di Londra, con una sentenza che prevede un appello, oltre al desiderio di sottrarsi alla responsabilità della decisione e passarla ai colleghi superiori, è causata dal fatto che, secondo le parti russa e ucraina, il procedimento di appello durerà dai 3 ai 12 mesi. L’Ucraina ora è in uno stato tale che gli esperti stanno discutendo solo se scomparirà prima dell’estate o resisterà ancora fino all’autunno.

Non è da escludere che i giudici stiano cercando di mantenere il processo fino a quel felice momento in cui esso perderà di senso per la scomparsa di una delle parti.

*****
Articolo di Rostislav Ishchenko, analista di “Russia Today”
Traduzione dal Russo a cura di Elena per SakerItalia.it

Condivisione: