Il colpo di stato in Ucraina, che l’occidente chiama vergognosamente “il trasferimento dei poteri” e la “opposizione” vittoriosa chiama “la rivoluzione della dignità” è avvenuto più di un anno fa. Non è passato quindi molto tempo ma tutto quel tempo è stato riempito fino all’orlo con torrenti di informazioni orribili. Il territorio dell’Ucraina non ha conosciuto così tanto sangue, violenza, sofferenza e morte fino dal momento della sua liberazione dai fascisti nel corso della Grande Guerra Patriottica.

Sullo sfondo di tutto ciò, i liberali russi ed i giornalisti ucraini continuano a recitare lo stesso mantra: non c’è fascismo in Ucraina ed il nuovo governo è del tutto legittimo e non assomiglia affatto ad una junta.

Negare l’evidenza è uno dei segni caratteristici del liberalismo. Tutte le riforme liberali, siano esse in Ucraina, Russia o qualsiasi altra nazione, sono una chiara prova di questo. Esse sono portate avanti per la “prosperità” e per lo “sviluppo” ma finiscono con il calo dello standard di vita e la chiusura di negozi, mentre intanto i liberali continuano ad affermare che tutto va bene e gira come dovrebbe. Allo stesso modo, oggi è negato il carattere fascista dello stato proprio al di là dei nostri confini, che è stato creato con l’aiuto attivo degli Stati Uniti dopo un colpo di stato a Kiev.

Cos’è il fascismo, quali sono le sue caratteristiche principali? È una dittatura instaurata per mantenere al potere una sola forza politica, che fa sempre affidamento sulla coercizione, chiude sempre ogni discussione e controlla completamente lo spazio informativo. Nello stesso tempo, i fascisti isolano velocemente i loro oppositori. Per prima cosa, li rimuovono dalla politica pubblica e poi li racchiudono letteralmente nei campi di concentramento e nelle prigioni. Questa è esattamente la stessa storia seguita dai nazisti di Hitler, dalle camice nere di Mussolini e perfino dai falangisti di Franco. In Germania, prima fu messo fuori legge il Partito Comunista, poi tutti gli altri meno il Partito Nazista, ed infine, subito dopo, furono introdotte le leggi razziste di Norimberga. In Italia, una decina di anni prima fu creato il Ministero della Stampa e della Propaganda, guidato da Dino Alfieri, che iniziò a chiudere i media di opposizione. Solo un membro del sindacato fascista, l’unione dei giornalisti con la tessera del Partito, poteva diventare direttore di un giornale, ed altre restrizioni furono introdotte all’esercizio della professione da parte di cittadini indesiderati. In Spagna, un sacco di persone furono spedite in carcere e circa 200.000 spagnoli furono giustiziati.

Metodi identici furono usati per combattere il dissenso dalle junte dell’America Latina, a cominciare da Pinochet per finire con le sue controparti in Argentina, Paraguay e San Salvador. Arresti, Torture e sparizioni. Squadre della morte che eliminano gli indesiderabili. Chiusura di giornali, prigioni sovraffollate, lo stile dei golpisti nelle munte latinoamericane ricorda sorprendentemente lo stile dei regimi fascisti dell’Europa. Ciò è dovuto alla tempestiva fuga in America Latina dei criminali nazisti dopo la loro sconfitta in guerra. Ed anche in Nord America, cioè negli Stati Uniti e Canada, in cui, dopo la Seconda Guerra Mondiale, gli anglosassoni dettero rifugio a tanti ex banderisti. Mentre vlasovisti e cosacchi furono consegnati all’Unione Sovietica, tutti gli uomini non russi delle SS furono accuratamente salvati. Alcuni furono mandati oltremare, altri, come i lituani, a Londra.

Oggi in Ucraina vediamo lo stesso quadro. Esiste là un sistema multipartitico ma è solo una foglia di fico. Nei fatti, non c’è nessuna opposizione. Non esistono media che riflettano un punto di vista alternativo. Con le scuse più banali, uomini armati attaccano gli uffici di quei giornali e canali televisivi che osano mostrare l’inchiesta o il programma sbagliato. Vengono attaccate, con la scusa del “lustrismo”, quelle persone che per una qualsiasi ragione si sono messe nei guai con i fascisti, e che subiscono bullismo e percosse, ed ultimamente anche omicidi. L’arresto dei dissidenti avviene con la scusa della detenzione di ”fiancheggiatori dei terroristi”, ma ciò non cambia il significato di quello che è successo. Vale la pena di ricordare che anche nella Germania nazista tutto avvenne “seguendo strettamente la legge” e, a questo fine, fu adottata una legge il 28 febbraio 1933: fu chiamata “Per la protezione del Popolo e dello Stato”. Poi, sulla base di questa, ulteriori leggi furono adottate e certi articoli della costituzione furono sospesi. A questo seguirono i cosiddetti “arresti preventivi”,  gente arrestata senza una specifica accusa e spedita nei campi di concentramento. Perché? Per il pericolo che rappresentavano per il popolo e per lo stato. Un pericolo potenziale! Un comunista, un ebreo, un socialdemocratico, qualcuno semplicemente insoddisfatto del nuovo ordine, un giornalista con un diverso punto di vista. Lo sottolineo ancora una volta: nel Terzo Reich TUTTA la repressione avvenne seguendo STRETTAMENTE la legge. Per prima cosa adottarono una legge, poi la usarono per generare  la totale illegalità. Per questa ragione, quando vi dicono che la Rada ha adottato una legge sulla cui base arrestare,  abbattere e chiudere, rendetevi solo conto da quali metodi stanno prendendo l’esempio nella Ucraina odierna.

Lo scopo principale di ogni junta fascista è quello di impedire alle persone l’accesso alle informazioni alternative, alla verità. La verità è rovinosa per il fascismo. In ognuna delle sue incarnazioni. È per questo che prima ruppero le braccia al poeta e cantante cileno Victor Jara e poi lo uccisero.
Vale la pena notare che nella storia europea, non c’è niente di simile alla violenza che si è scatenata in Ucraina in questo periodo, ma ci sono analogie con la storia delle dittature latinoamericane. I fascisti in Europa non uccidevano giornalisti e oppositori politici nei cortili e nelle scale condominiali. Prima si preoccupavano di isolarli e poi procedevano l’eliminazione. Nella Spagna di Franco, dopo la vittoria arrestarono e giustiziarono coloro che avevano combattuto per la Repubblica. In America Latina, le esecuzioni pubbliche di dissidenti erano uno spettacolo molto frequente.

L’obiettivo è l’intimidazione. Chiudere l’accesso alla verità, bloccarlo.

Purtroppo, le giunte fasciste e le dittature non conoscono mezzi diversi dalla violenza. Costruiti sul culto della forza, la creazione di una immagine di un nemico e la lotta contro di esso, i regimi fascisti sono sempre aggressivi, e sempre pronti all’esportazione della violenza al di là dei propri confini.

Non esiste uno scenario differente. Nel 1937 Hitler aveva già costruito uno stato ariano in Germania, rimuovendo in vari modo coloro che venivano indicati come nemici (ebrei e comunisti) dalla vita pubblica. Non di meno nel 1938 il Führer iniziò l’espansione all’estero verso Austria, Cecoslovacchia, Polonia (1939).

Mussolini era esattamente la stessa cosa, l’Italia invase prima l’Abissina (1935) e poi l’Albania (1939).

I fascisti di oggi non sono differenti. Hanno bisogno della guerra e la loro espansione è diretta sempre verso l’estero.

Ma prima i fascisti DEVONO sottomettere totalmente il loro paese. Devono controllarne completamente il territorio e la circolazione delle informazioni. Dopo procedono oltre, al di là dei confini.

Non è una coincidenza che il sito web ucraino “Il Pacificatore”, noto per seguire una serie di omicidi, contiene una lista formata non solo da ucraini indesiderati dal punto di vista dei fascisti, ma anche da cittadini stranieri.

Lo scrittore e giornalista Oles Buzina, che è stato assassinato a Kiev, era su quella lista, così come il deputato della Rada Oleg Kalashnikov, anche lui ammazzato.

Ci troviamo di fronte a una situazione in cui una risorsa, connessa a un uomo di nome Gerashenko, assistente di Arsen Avakov, ministro degli affari interni, non è altro che un elenco di persone, che loro hanno iniziato a uccidere. Incidentalmente ci sono anche cittadini russi in quella lista. Ci potete trovare anche il mio nome.

Ciò che è curioso, e oserei dire caratteristico è che questo sito web si trova sulla homepage della NATO.

Mi sembra che il ministro degli esteri russo e altri organi dello stato potrebbero porre una serie di domande su quest’argomento, la creazione in altri paesi di una lista di cittadini russi sottoposti a una minaccia di questo genere, è una cosa che non dovrebbe restare sotto silenzio.

Per coloro che non vedono fascisti in Ucraina.

Nella Germania nazista, quelli i cui diritti vennero prima ridotti e che in seguito furono distrutti, erano chiamati Ebrei. Chi ha attualmente il potere in Ucraina emargina i Russi, chiamandoli “colorados e separatisti”. Il metodo è lo stesso, cambiano solo i termini. Il significato non cambia. Tutti i genocidi nella storia sono iniziati con termini che separavano “loro” da “noi”. Prima l’attacco è verbale. Poi si comincia a uccidere…

1.     SERGEI ANATOLEVICH SUKHOBOK assassinato la notte tra il 12 e il 13 aprile a Kiev.

Il giornalista Sergei Sukhobob è stato ucciso in Ucraina la notte tra il 12 e il 13 aprile 2015. Così è stato riferito dal sito internet “Obkom”, di cui era cofondatore. Oltre al suo lavoro in “Obkom” Sergei Sukhobok scriveva anche articoli per la rivista online “ProUA”, anche questa fondata da lui. Sergei aveva iniziato la sua carriera di giornalista nel 1998 nell’organo di stampa “Business Donbass”. L’omicidio è stato commesso a Kiev. Fino ad oggi non si conoscono i dettagli dell’assassinio di Sergei Sukhobok. La versione principale: l’omicidio era collegato alla sua attività professionale.

2.     OLEG IVANOVICH KALASHNIKOV colpito all’ingresso della sua casa a Kiev.

Il deputato della quinta assemblea della Verkhovnaya Rada del Partito delle Regioni, Oleg Kalashnikov, è stato ucciso la sera del 15 aprile 2015. Il politico era salito all’ottavo piano della sua casa nel quartiere Podolsk di Kiev ed è stato ucciso, riferisce Lenta.ru. Sua moglie, accorsa al rumore degli spari, ha chiamato la polizia. Il ministero ucraino degli affari interni ha aperto un’indagine criminale per “omicidio premeditato”.

Oleg Kalashnikov era un oppositore di Maidan ed era uno degli organizzatori dell’Anti-Maidan al parco Marinsky a Kiev nell’inverno 2013-2014.
La vittima aveva riferito pubblicamente che estremisti di destra lo avevano minacciato di omicidio. Ecco la trascrizione delle affermazioni di Kalashnikov, pubblicate un mese fa sulla sua pagina Facebook:

“Il terrore senza precedenti scatenato di questi tempi dalla JUNTA contro ogni tipo di dissenso in Ucraina, è divenuto la realtà di tutti i giorni.

Ho ritrovato per caso una mia esibizione in un programma del canale televisivo “Kiev”, del lontano dicembre 2013… Era il giorno in cui furono erette le prime barricate nei quartieri governativi della capitale, e io e i miei colleghi dovemmo quasi colpire alle spalle i nostri oppositori per entrare nello studio in via Kreschchatyk. Pensando di andare in onda dopo la dimostrazione “Preservare l’Ucraina” nel parco Marinisky, io decisi di andare contro la consuetudine dei candidati deputati, e semplicemente condivisi con la gente di Kiev ciò che erano i miei pensieri e i miei avvertimenti, i quali già da allora riempivano il mio cuore di tormenti.

Non voglio apparire come il profeta nella sua stessa terra, ma tutti i miei avvertimenti del dicembre 2013 si sono realizzati nel 2015… Così, in passato, ho scoperto di avere una qualche qualità preveggente, la quale purtroppo non fu in grado di prevenire una GUERRA FRATRICIDA nella mia patria sofferente…

Ormai è più di un anno che sono a Kiev, che è DOMINATA DALL’ODIO… La JUNTA non solo ha dato via libera a una sanguinosa guerra tra fratelli, ma ha avviato la distruzione di tutti quelli che hanno punti di vista differenti. Una serie di “suicidi” ingiustificati di persone forti e coraggiose, miei amici e colleghi del partito, è interpretata dal regime come l’ineluttabilità della punizione. Il NAZISMO è divenuto essenzialmente RELIGIONE DI STATO, e i suoi simpatizzanti credono nella loro impunità, mentre cancellano dalla faccia della terra le città e i paesi della loro nazione, eliminando la loro pacifica popolazione, nel processo che astutamente sfoggia le categorie dei SUPERUOMINI… Stritolare una bambina di otto anni sotto i cingoli di un veicolo militare in un paesino tranquillo – e questo non è un crimine di guerra? Spudorate razzie contro cittadini pacifici, saccheggi, violenze e minacce di usare armi contro chi protesta, e tutto questo non è una conseguenza del COLPO DI STATO ANTICOSTITUZIONALE e della PRESA DI POTERE ARMATA nella mia amata terra natia, l’Ucraina?

Non cerco scuse e ammetto le mie colpe, così come le colpe di milioni di persone che hanno aspettato in silenzio, sperando che questo non li avrebbe colpiti, che li avrebbe lasciati stare e niente avrebbe cambiato il loro stato di cittadinanza…

E’ giunta l’ora per ogni cittadino ucraino sano di mente di pensare a che tipo di paese vogliamo dare in eredità ai nostri figli e nipoti…

Oggi appare ovvio e assolutamente chiaro che solo preservare la propria identità basandosi sulle CONQUISTE del nostro popolo durante gli anni della GRANDE GUERRA PATRIOTTICA, ci permetterà di mondare la nostra terra benedetta dalla sporcizia.

PS: La costante pressione psicologica e la brutale prepotenza di quest’anno, durante l’occupazione, non mi ha stravolto e non ha mutato la mia mentalità… I NAZISTI DELL’ULTIMA ORA non possono intimidire me – UN FIGLIO DI VETERANI – con le loro minacce di distruzione fisica…

Io credo nella nostra Vittoria sulla peste marrone! Io credo che salveremo l’Ucraina!

SERVIAMO LA NOSTRA PATRIA, INSIEME!”

 

3.     ASSASSINIO DELLA GIORNALISTA OLGA MOROZ

Il 15 marzo 2015, Olga Moroz, capo editore del quotidiano “Netishensky Vestnik”, è stata trovata morta a casa sua. Olga Moroz è stata trovata morta, con una frattura dell’osso occipitale e un edema cerebrale. Nessuno ha avuto contatti con la Moroz dal 14 marzo. Sua sorella Anna ha detto di aver trovato il corpo della donna, nudo, su un divano in camera da letto. Il suo telefono, il suo taccuino e le sue chiavi erano scomparse dall’appartamento.

Una “epidemia” di suicidi fra i deputati regionalista. Nessuno crede che SI SIANO UCCISI DA SOLI! Solo fra il 25 febbraio e il 12 marzo, quattro deputati del Partito delle Regioni hanno messo fine alle loro vite con le loro stesse mani. Sergei Walter si è impiccato, Mikhail Chechetov è saltato da una finestra, Stanislav Melnik e Aleksandr Peklushenko si sono sparati. Procedimenti penali erano stati avviati contro tutti i deputati delle Regioni, con l’eccezione di Melnik.

4.     IL “SUICIDIO” DI SERGEI WALTER

Il primo è stato Sergei Walter, 57 anni, che era stato temporaneamente sospeso dal suo lavoro di sindaco di Melitopol, nell’area di Zaporizhia, ormai da due anni. Il 25 febbraio Walter si è impiccato a casa sua, sulle scale che portano al garage. Sua moglie ha trovato il corpo. I medici che si sono recati sulla scena non sono stati in grado di aiutarlo. Il sindaco era morto, i dottori si sono limitati a confermare la sua morte. Sergei Walter ha lasciato due figli, un maschio e una femmina.

Nello stesso giorno, avrebbero dovuto avviare il suo processo. I residenti della sua città sono convinti che Walter si sia suicidato a causa dei procedimenti penali che stavano andando avanti da due anni. Il sindaco aveva tredici accuse a carico, dall’estorsione alla creazione di una gang criminale. Il suo avvocato insiste, dicendo che Walter aveva intenzione di combattere fino alla fine e che era sereno, nonostante non dormisse la notte e prendesse sedativi e pillole per il cuore.

COINCIDENZA?

5.     IL “SUICIDIO” DI ALEKSANDR BORDUG

Un giorno dopo la “morte” di Walter, Aleksandr Bordug, vice capo della polizia di Melitopol, è stato trovato morto. I media ucraini hanno detto che le morti potrebbero essere collegate. L’avvocato di Sergei Walter, Sergei Kolomyets ha informato il quotidiano “Segodnya” che Walter era l’ex capo di Alexander Bordug. “Lo conoscevo bene. Il suo nome non è connesso agli scandali avvenuti nella città, ma Bordug era coinvolto nelle operazione di mantenimento dell’ordine durante le dimostrazioni, ed era sempre al centro dell’attenzione. Aveva dei nemici? Penso di sì. I cittadini filorussi e i sostenitori di Svoboda si recavano insieme nel suo ufficio ed egli tentava di mediare fra i due. Questo è ciò che stava facendo negli ultimi tempi” ha detto Kolomyets.

6.     IL “SUICIDIO” DI MIKHAIL CHECHETOV

Letteralmente solo un paio di giorni dopo, il 28 febbraio, l’ex deputato regionalista Mikhail Chechetov si è suicidato. Si è buttato dalla finestra del suo appartamento al 17° piano del palazzo al n° 2 di via Aleksandra Mishugi, verso l’una di notte. Sua moglie si è svegliata mezz’ora dopo ed ha cercato suo marito trovando solo la finestra aperta e le sue pantofole.

Il deputato popolare Anton Gerashenko afferma che, in base all’interrogatorio di sua moglie e di altre persone che l’avevano incontrato il giorno prima, egli era in uno stato di profonda depressione, dovuto all’inizio del procedimento penale contro di lui per sospetto abuso d’ufficio ai tempi delle elezioni anticipate del 16 gennaio 2014.

7.     STANISLAV MELNIK “SI È SPARATO”

Il 9 marzo, nel villaggio di Ukrainska, nella regione di Obukhov dell’area di Kiev, Stanislav Melnik, collega di Chechetov e 53enne deputato del Partito delle Regioni, è morto. Aveva lavorato nella V, VI e VII legislatura della Rada (2006-2007, 2007-2012, 2012-2014). Melnik si è sparato in fronte con un fucile da caccia intestato a suo nome. Era stato direttore della fabbrica di birra “Sarmat” dal 1999 al 2005. Ha commesso suicidio nel suo appartamento di un palazzo a più piani, da solo. Sua moglie ha scoperto il corpo quando è tornata a casa.

8.     ANCHE ALEKSANDR PEKLUSHENKO “SI È SPARATO”

Un altro rappresentante del Partito delle Regioni è stato trovato morto il 12 marzo. A Zaporizhia, l’ex capo dell’amministrazione regionale e deputato regionalista Aleksandr Peklushenko si è tolto la vita. Si è sparato nella sua casa del villaggio di Solnechny. Gli investigatori non hanno ancora trovato nessuna lettera d’addio nella casa. Tuttavia la versione ufficiosa rimane il suicidio. Due giorni prima della tragedia, il 10 marzo, il caso dell’ex governatore è arrivato davanti alla corte distrettuale di Kirovsky, nella città di Kirovograd, in cui è iniziato l’esame dei documenti del processo a suo carico. Già in settembre era stato accusato di aver organizzato disordini di massa e questa era la seconda udienza con l’interrogatorio dei testimoni. Peklushenko era presente e, durante l’udienza, aveva perfino posto loro delle domande, come una fonte delle forze dell’ordine ha riferito alla “KP”.

Ancor prima…

9.     Il 26 gennaio 2015, Nikolai Sergienko “si è sparato”

La TSN ha riferito sul suicidio dell’ex funzionario citando le proprie fonti. Come notato nel rapporto, il fatto della morte di Sergienko è stato confermato dalle forze dell’ordine. Sergienko era stato nominato nel 2010 ed il suo incarico era appoggiato dall’allora Primo Ministro dell’Ucraina Nikolai Azarov. Sergienko aveva 57 anni. Dopo la laurea in ingegneria all’Istituto dei Trasporti Ferroviari, ha iniziato a lavorare come direttore del deposito delle locomotive, facendo poi carriera fino a diventare nel 2001 capo del maggiore dipartimento della fabbrica di locomotive “Ukrzaliznytsya”. Più tardi ha guidato le Ferrovie Dnieper. Dal 2006 al 2008 è stato vice direttore della Ukrzaliznytsya, poi capo delle Ferrovie Donetzk, e, dall’aprile 2010 in poi, primo vice direttore della Ukrzaliznytsya. È stato licenziato, dopo il colpo di stato, con un relativo ordine del gabinetto dei ministri nell’aprile 2014. Era conosciuto come un sostenitore di Yanukovich.

10.     Aleksei Kolesnik si è impiccato.

Aleksei Kolesnik, ex presidente del Consiglio Regionale di Kharkhov e deputato popolare alla prima convocazione, si è impiccato il 29 gennaio 2015. Anch’egli era un sostenitore di Yanukovich.

11.     Aleksandr Vladimirovich Kuchinsky è stato accoltellato.

Il 29 novembre 2014 Aleksandr Kuchinsky, giornalista, capo editore di “Kriminal-Express”, un giornale di Donetzk, autore del libro “Cronache della malavita di Donetzk” e di “Antologia del Contratto per Uccidere”, è stato accoltellato insieme alla moglie. Era conosciuto per le sue pubblicazioni sui legami fra il mondo criminale con quello affaristico. I corpi di Kuchinsky e della sua sposa sono stati trovati con ferite multiple da armi da taglio nella loro casa di campagna nel villaggio di Bogoroditchnoya vicino a Slavyansk.

12.     Valentina Semenyuk-Samsonenko “si è sparata”

La ex capo del fondo immobiliare dello stato ucraino, Valentina Semenyuk-Samsonenko, è stata trovata morta il 27 agosto 2014 dentro la sua casa nel villaggio di Chaika vicino Kiev, con un colpo di fucile alla testa. Prima di ciò, Valentina Semenyuk era stata attaccata nel centro di Kiev da persone non identificate in tute mimetiche e maschere. Secondo le parole della stessa Semenyuk, dopo una azione vicino all’amministrazione presidenziale, lei cadde e poi fu attaccata nella sua auto. Per gli investigatori, lei si è suicidata. La sera del 27 agosto 2014, Valentina Semenyuk prese il fucile del genero dalla cassaforte, si mise in ginocchio, pose il retro del fucile sul pavimento, si sistemò la canna contro la fronte e premette il grilletto con la sua mano. Tuttavia, quelli che conoscevano Valentina Petrovna trovano difficile credere che ella possa essersi suicidata. Inoltre, Semenyuk era una devota credente che, per principio, non avrebbe neanche considerato di “evadere” un problema in tale modo, dicono i parenti della deceduta. Infine, numerosi scettici puntualizzano che questo non è assolutamente un modo tipico di una donna per finire la propria vita.

La tredicesima vittima è stata Oles Buzina…

Tredici assassinii e “suicidi” negli ultimo otto mesi…

Undici dei quali avvenuti negli ultimi tre mesi…

Se questi non sono fascismo ed una junta, allora cosa lo sono?

 

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Articolo di Nikolai Starikov apparso su TheSaker.is il 28 aprile 2015


Traduzione dal russo di KA per TheSaker.is


Traduzione in italiano di Fabio_San, Mario B., Paola per SakerItalia.it

 

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