Allo scopo di diminuire la dipendenza energetica da Mosca, il governo golpista di Kiev ha resuscitato un contratto con una compagnia americana per la fornitura di combustibile alle centrali atomiche ucraine. L’uso delle barre di combustibile americane era stato vietato nel 2012 a causa di una pericolosa incompatibilità.

La competizione per l’approvvigionamento di combustibile nucleare all’Ucraina fra l’azienda russa TVEL e l’americana Westinghouse ha avuto uno sviluppo imprevisto quando nell’aprile 2012, subito dopo il colpo di stato, Kiev ha firmato un nuovo contratto con l’azienda americana leader nel campo della produzione di combustibile atomico, la Westinghouse Electric Company, invece che con l’azienda russa TVEL, che aveva fornito per anni le barre di combustibile all’Ucraina.

Le quattro centrali atomiche ucraine hanno un ruolo molto importante nella produzione di energia a livello nazionale. I 15 reattori della nazione producono almeno il 50% (oltre 13 Megawatt) di tutta la corrente elettrica generata in Ucraina. Tutto il combustibile atomico per i reattori ucraini ( per un valore di centinaia di milioni di dollari l’anno) è stato prodotto in Russia, nazione che si occupa anche dello smaltimento delle scorie radioattive ucraine.

Inoltre, l’azienda statale russa Rosatom sta attualmente costruendo in Ucraina un impianto per la fabbricazione di combustibile nucleare, dove verranno assemblate le barre di combustibile, utilizzando uranio arricchito in Russia.

In tutto e per tutto ciò che riguarda le problematiche dell’energia atomica, l’Ucraina ha sempre fatto affidamento sulla Russia, ma in questo stato di cose l’Occidente si è intromesso con la forza.

Per oltre un decennio la Westinghouse Electric Company ha cercato di “alleggerire” la dipendenza energetica dalla Russia delle nazioni dell’ex blocco sovietico, cercando di entrare nel mercato dell’Europa Orientale. A questo scopo l’azienda si è avvalsa anche di appoggi politici. Nel 2012, l’allora Segretario di Stato Americano Hillary Clinton, aveva fatto pressioni sui leaders della Repubblica Ceca perchè scegliessero, come principale fornitore di combustibile nucleare, l’americana Westinghouse al posto di aziende russe, cosa che avrebbe creato migliaia di nuovi posti di lavoro negli Stati Uniti.

Di fatto, la Westinghouse ha già fornito combustibile nucleare all’Energoatom, l’azienda ucraina che gestisce gli impianti atomici. Nel 2005, sei gruppi sperimentali di barre, adattate per l’uso in reattori di costruzione sovietica, furono testate , insieme a barre russe, in un reattore di una centrale nel sud dell’Ucraina.

Sebbene i tecnici non fossero affatto convinti dei risultati di questa prova preliminare, il governo dell’allora presidente Viktor Yushchenko firmò nel 2008 un accordo con la Westinghouse per la fornitura di barre di combustibile, nonostante il fatto che il combustibile americano fosse significativamente più caro e anche differente dal punto di vista tecnico: le barre russe sono a sezione esagonale, mentre quelle di produzione americana hanno la sezione quadrata.

Questa volta, in tre reattori della stessa centrale dell’Ucraina del sud fu caricata una partita di 42 gruppi di elementi, per un normale ciclo produttivo della durata di tre anni.

Quando nel 2012 venne il momento di sostituire i fasci di barre, i tecnici ucraini si accorsero che gli elementi della Westinghouse si erano deformati durante l’uso e rimanevano incastrati nel nocciolo.

L’Energoatom accusò allora la Westinghouse di aver prodotto elementi scadenti, mentre l’azienda americana disse che erano stati i tecnici ucraini ad installarli in modo non corretto.

Dopo l’incidente, in Ucraina venne proibito l’uso del combustibile nucleare americano, le barre di combustibile vennero rimandate al produttore “per essere messe a posto”, e vennero fatti venire esperti russi per aiutare nella riparazione delle installazioni ex-sovietiche. Si stima che Energoatom perse circa 175 milioni di dollari.

Gli stessi problemi con il combustibile preparato dalla Westinghouse si ebbero in altre centrali nucleari di costruzione sovietica: quella di Krsko in Slovenia, a Loviisa in Finlandia e a Temelin nella Repubblica Ceca. Tutte queste nazioni scelsero poi di ripristinare l’uso dei gruppi di elementi di provata sicurezza fabbricati dall’azienda russa TVEL.

Ora l’Ucraina sembra pronta a cadere per la seconda volta nella stessa trappola. Il regime golpista di Kiev ha rinnovato l’accordo sul combustibile nucleare del 2008 fino al 2020, allo scopo di rimpiazzare il 25% del combustibile di origine russa, con l’opzione di “aumentare ancora questa percentuale, se necessario”, come riportato nell’aprile scorso (2014) dall’Associated Press, tutto questo al solo scopo di “diversificare” le forniture.

Le autorità provvisoriamente al potere a Kiev possono non avere familiarità con le tecnologie connesse all’utilizzo dell’energia atomica, ma sicuramente devono avere un’idea delle conseguenze di una tragedia simile a quella di Chernobyl.

Quello che è accaduto nel 2012 a Zaporozhskaya, poteva anche finire come a  Chernobyl , perchè ritrovarsi con un gruppo di elementi bloccati e inestraibili significa una potenziale perdita di controllo sul processo di fissione che avviene all’interno del reattore.

Le nuove autorità di Kiev, sostenute da Washington, fanno però di tutto per tagliare i vincoli economici dell’Ucraina con la Russia e così, passare dal combustibile nucleare russo a quello americano può sembrare una bella idea al governo di Arseny Yatseniuk, nonostante l’incidente del 2012.

Inoltre Washington non ritirerà le barre di combustibile una volta esaurite, così l’Ucraina sarà costretta a spendere altri soldi del suo budget per allestire dei siti di stoccaggio per le scorie nucleari. La Westinghouse potrebbe inoltre mirare a qualcosa di molto più appetitoso.

Questa mossa della Westinghouse serve in realtà non solo ad assicurarsi un contratto per la fornitura di combustibile, che andrà avanti per molti anni, ma pone anche le premesse per la costruzione nell’Ucraina dell’est di un impianto per la produzione del combustibile stesso. Questo è più importante e questo è quello che cercano di fare.” Questo è quanto ha dichiarato a RT John Large, un analista nucleare indipendente di Londra.

Gli esperti concordano tutti nel dire che le centrali atomiche sono impianti che non dovrebbero subire drastici cambiamenti.

Un reattore nucleare richiede una struttura operativa coerente. Il nocciolo di un reattore è la cosa potenzialmente più pericolosa per gli esseri umani e l’ambiente. Tutti i reattori differiscono fra loro anche nei piccoli dettagli e incominciare a trafficarci sopra non porta a nulla di buono”, ha dichiarato a RT Evgeny Akimov dell’Unione Internazionale Veterani dell’Energia Nucleare.

E se qualcosa dovesse andare storto, Kiev si ritroverebbe da sola a gestirne le conseguenze.

Per quanto ne so, la Westinghouse firma contratti in cui la compagnia dichiara di non assumersi responsabilità di sorta, per cui tutti gli oneri saranno a carico dell’Ucraina” ha detto Rafael Arutyunyan, esperto di sicurezza nucleare e professore all’Istituto di Fisica e Tecnologia di Mosca.

Con Chernobyl e Fukushima come esempi, si comprende come l’energia nucleare sia una forza da trattare con grande cautela. Nonostante questo, le mosse di Kiev sembrano essere dettate più dalla politica che da una valutazione dei rischi, anche quando le conseguenze potrebbero interessare non solo l’Ucraina ma tutto il continente europeo.

Quando nel 1986 ci fu la tragedia di Chernobyl, fu per pura coincidenza che i venti in Ucraina, che di solito spirano verso l’Europa, cambiassero direzione, spingendo il fallout radioattivo verso la Russia e la Bielorussia.

In questa situazione iperpoliticizzata, i leaders delle capitali europee farebbero meglio ad informarsi prima sulla direzione da cui arriva il vento.

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Articolo apparso su Russia Today il 19 Maggio 2014
Traduzione in italiano a cura di Mario per Sakeritalia.it

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