– Marco Bordoni –
Mentre il mondo ha gli occhi rivolti alla Siria, in Ucraina succedono cosette interessanti. All’ombra della Pecherskaja Lavra la lotta politica ruota attorno alla figura di Viktor Shokin, Procuratore Generale, insediato il 10 febbraio scorso da Poroshenko con i voti favorevoli dei deputati dello stesso Poroshenko, di “Nostra Ucraina” (partito del Primo Ministro Yatzenjuk) e del “Blocco delle Opposizioni”, erede politico del vecchio Partito delle Regioni.
La natura politica della nomina è emersa dopo l’estate, e precisamente il 17 settembre quando Viktor Shokin ha ordinato l’arresto del deputato Igor Mosychuk, vice comandante del battaglione Azov, già sostenitore di Svoboda, ora esponente per il Partito Radicale di Oleg Lyashko, sulla base di una accusa di corruzione. L’arresto (convalidato dalla Rada che ha concesso l’autorizzazione a procedere con 266 voti favorevoli) confermato (consumatasi con l’ “assalto al parlamento” del 31 agosto) fra le forze che gravitano attorno a Poroshenko (“Blocco Poroshenko” e “Blocco “Nostra Ucraina”, con un appoggio parlamentare episodico del “Blocco di Opposizione”) e le forze ultra nazionaliste, galiziane e radicali (Autoaiuto, Radicali, Patria, Svoboda).
Ma Shokin non si è fermato lì: infatti l’arresto di Mosychyk (e la sua recente decisione di collaborare con gli inquirenti) hanno allargato l’intervento delle indagini che, abilmente indirizzate dal Procuratore, coinvolgono diverse figure di secondo piano vicine a nemici del Presidente.
Il pezzo più grosso fra quelli colpiti sin ora è Gennady Korban, uomo dell’oligarca di Dnepropetrovsk Igor Kolomoyskij, messo da questo alla guida del proprio partito personale Unione Ucraina dei Patrioti “Ukrop” ed arrestato dai Servizi di Sicurezza il 31 ottobre con l’accusa di costituzione di banda criminale, saccheggio e sequestro di persona in relazione ai traffici illegali con il Donbass. Da allora (e sono passati 4 giorni) di lui si sono perse le tracce: nel frattempo gruppuscoli organizzati da Kolomoyskij e dai nazionalisti hanno preso a manifestare fuori dalla residenza presidenziale per chiedere il rilascio del loro beniamino, mentre una petizione parlamentare per chiedere la destituzione del Procuratore Shokin ha raccolto 120 sottoscrizioni. Tutto questi significa una cosa: Poroshenko ha aperto la seconda fase della guerra contro Kolomoyskij.
Il “colpo” contro Korban sta coinvolgendo anche Konstantin Grishin, nome di battaglia Semen Semenchenko (“eroe” del battaglione Donbass) coinvolto, a quanto pare, nella costruzione di un sistema di taglieggiamento degli agricoltori ucraini che si sarebbe risolto nel furto di oltre 2.500 tonnellate di cereali e nell’imposizione di un pizzo particolarmente gravoso.
A questo punto gli Americani (che, lo ricordiamo, sono, o meglio si credono, i veri padroni dell’Ucraina) sono entrati in allarme e si chiedono che cosa stia succedendo. Anche perché non solo i deputati di Poroshenko, che in pubblico continua le sue tirate iper nazionaliste, di fatto hanno formato una nuova maggioranza parlamentare con (orrore !) il Blocco di Opposizione votato dalle zone russofone. Non solo il Procuratore di Poroshenko sta picchiando duro sulle frange neofasciste amorevolmente allevate oltre oceano. Non solo in molti distretti amministrativi la formazione del Presidente e quella degli oligarchi del sud est hanno presentato liste comuni alle elezioni del 25 ottobre (non a caso la maggior parte dei politici delle due formazioni vengono dal disciolto Partito delle Regioni). Non solo Poroshenko parla tanto di guerra ma poi, in pratica, sta smobilitando il dispositivo militare dal sud est. Ma (cosa più inquietante di tutte, dal punto di vista di Washington) si parla di contatti fra lo stesso Presidente e due potenti oligarchi russofoni del sud est, Rinat Akhmetov e Viktor Pinchuk.
In sostanza, dopo gli sconvolgimenti di Maidan, si stanno riformando le alleanze centro – periferia incentrate sui rapporti fra un pugno di oligarchi che avevano dominato la politica ucraina sin dal tempo dell’indipendenza. L’unica cosa che è cambiata è la forza relativa delle componenti in campo.
Non è passato molto tempo e Washington ha iniziato a inviare messaggi sempre più allarmati, chiedendo la testa di Shokin. Si legga questa girandola di dichiarazioni:
“Invece di sostenere le riforme e di lavorare per lo sradicamento della corruzione, i funzionari corrotti della Procura Generale dell’Ucraina peggiorano le cose, minando la riforma apertamente ed aggressivamente” Ambasciatore a Kiev Geoffry Pyatt, 24 settembre;
“L’ufficio del Procuratore dovrebbe servire ai cittadini per indagare con successo, portare alla logica restituzione dei beni sottratti e combattere la corruzione anche nei ranghi della Procura Generale” Victoria Nuland, 16 ottobre;
“E’ uno scandalo assoluto. Poroshenko non capisce quanto Shokin, come Procuratore Generale danneggi la reputazione dell’occidente” John Herbst, ex ambasciatore in Ucraina, 24 ottobre. Herbst ha anche detto che ritiene che Poroshenko dimissionerà Shokin molto presto, anche se non ha informazioni dirette.
Sottoposto a queste formidabili pressioni il 1 novembre Poroshenko ha accennato alla possibilità di dimissionare Shokin entro la fine del mese, ma già nei giorni successivi la presidenza faceva sapere che il Procuratore era troppo utile nella lotta contro la corruzione per potere essere silurato.
Davanti ai nostri occhi la stasi operativa nel sud est scongela il fronte di “solidarietà nazionale” creatosi durante la guerra e i vari potentati economici e politici si riposizionano nel mutato contesto. Russia e Stati Uniti cercano di governare queste dinamiche a proprio vantaggio. I potenti Ucraini di sfruttare Russia e Stati Uniti nel proprio interesse. Il popolo, smarrito, aspetta di conoscere la propria sorte. Intanto, a Donetsk, si risente il tuono dei cannoni, segno che tutto può ancora andare storto.
Gli americani avevano scommesso forte su Poroshenko, ma ora vedono con quanta disinvoltura il Presidente Ucraino sbriga le pratiche di normalizzazione politica liquidando i manutengoli che avevano fatto il lavoro sporco a Maidan e si inquietano. I proclami infuocati ed antirussi dell’Ucraino non bastano a rassicurarli. Continuano quindi a soffiare sul fuoco (inviando altre armi ed altri addestratori) pronti a rompere il giocattolo se finisse nelle mani sbagliate. I Russi sperano di ricostruire un baricentro politico nel paese intorno ad alcuni potentati regionali e di stemperare le passioni avviando un lungo processo di integrazione del Donbass nel resto dell’Ucraina, processo che dovrebbe nel medio termine sbilanciare gli equilibri a favore di Mosca e consegnare gran parte del paese alla sua sfera di influenza.
Le correnti sotterranee del paese si stanno muovendo con crescente velocità. Verificare la sorte del procuratore Viktor Shokin sarà un ottimo parametro per capire in quale direzione.
Beh, onestamente mi pare un po’ tardi ormai per pensare ad un reintegro del Donbass sotto una più ampia gestione unitaria o federale dell’Ucraina, questo indipendentemente dai lenti cambiamenti in positivo (“miglioramento” mi pare un eufemismo anche se in fondo si tratta pur sempre di cambiamenti in positivo) che, a leggere l’articolo sembra stiano avvenendo sottotraccia, ovvero nei meandri di quella fogna a cielo aperto degnamente rappresentata da tutta quella pletora di oligarchi filo occidentali o filo russi spesso pienamente interscambiabili …
Una svolta di questo tipo al limite potrebbe andar bene alla Russia (nel lungo periodo) ma dubito che, dopo due anni e passa di guerra potrebbe essere cosi tranquillamente accettata dalla popolazione del Donbass, sopratutto pensando a tutte le sofferenze, le stragi, i bombardamenti indiscriminati, le migliaia di morti e feriti che sono stati costretti a patire ..
Politicamente sarebbe una cosa totalmente inaccettabile !
Io credo che arrivati a questo punto il popolo del Donbass potrebbe accettare solo 2 soluzioni
1 – Secesssione e ricongiungimento con la Russia (modello Crimea)
Oppure:
2 – Totale Indipendenza, indipendentemente da quale governo siederà a Kiev oggi o domani
Con eventualmente una terza (anche se assai improbabile):
– De-oligarchizzare e de-fascistizzare radicalmente l’intera Ucraina e creare un governo federale veramente attento ai bisogni politici, storici, culturali e sopratutto economici dell’intero popolo Ucraino.
– Seria riconciliazione nazionale e persecuzione penale dei responsabili di Maidan
Questa terza ipotesi, forse la migliore, temo non potrà mai essere raggiunta tramite meri mezzi politici ma al limite solo tramite un prolungamento della guerra, in linea generale tramite l’allargamento del fronte delle attuali Repubbliche Popolari dalle loro posizioni attuali fino a … Leopoli !
… o comunque fin dove si potrà “politicamente” arrivare.
Ma non serve un esperto per capire che è una prospettiva abbastanza infattibile però e forse anche poco desiderabile per molti altri aspetti ..
Detto questo, ovvio ogni piccolo passo, anche piccolo di Kiev verso la decenza è sicuramente apprezzabile, vedremo come proseguirà …
A proposito del procuratore Viktor Shokin, nella giornata di Lunedi ignoti hanno tentato di assassinarlo sparando alle finestre del suo ufficio …
https://www.kyivpost.com/content/ukraine/bbc-ukraine-prosecutor-viktor-shokin-targeted-by-sniper-401282.html
da questo resoconto traggo informazioni indirette che gli USA,dopo aver “costretto” la Russia ad intervenire in Siria,ora stanno minando la sicurezza dei russi sul loro confine con l’Ukraina e a sud sui confini delle repubbliche ex URSS.
Insomma il fronte del limes fra occidente e Oriente si è allungato e costringe Putin e l’élite politica e militare ad impiegare più risorse e,contestualmente, a correre più pericoli contro la guerriglia e gli attentati che gli USA stanno gestendo ai danni della Russia.
Il fatto che gli USA abbiano dichiarato che(casualmente ma forse proprio No) un loro satellite ha potuto vedere cosa è successo all’aereo russo ,significa che avevano posizionato il loro satellite in modo da assicurarsi che avrebbero potuto vedere esplodere in volo airbus 321 russo sul Sinai dove casualmente operano i loro terroristi moderati e non moderati.
Ora la Russia dovrà guardarsi intorno e vedere come inibire altri attentati sui suoi interessi e popolazioni.
Gli USA dovranno mettere in conto insieme ai loro protetti che ogni azione implica una reazione.
@ Giuseppe Luciano Ferrero: ” Il fatto che gli USA abbiano dichiarato che(casualmente ma forse proprio No) un loro satellite ha potuto vedere cosa è successo all’aereo russo ,significa che avevano posizionato il loro satellite in modo da assicurarsi che avrebbero potuto vedere esplodere in volo airbus 321… Gli USA dovranno mettere in conto insieme ai loro protetti che ogni azione implica una reazione.. ”
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Infatti, le tue ipotesi sembrano le uniche verosimili. Ormai Putin ha già accertato la verità ma, a livello mediatico, sia la Russia che l’Egitto hanno interesse a smorzare questa vigliaccata ai danni di innocenti civili russi. Una prima reazione sembra già essere in atto e, probabilmente, ce ne saranno altre… Ria Novosti 5 novembre – Mosca: ” L’ Interstate Aviation Committee (IAC) nella Federazione russa ha sospeso il certificato di omologazione per i velivoli del Boeing 737.. ” in attesa di maggiori controlli sulla sicurezza dei velivoli della Casa produttrice Usa…E’ già arrivata la risposta indiretta del Cremlino ai padroni del Mondo nonché finanziatori di Isis ? Sembra proprio di sì…
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http://ria.ru/world/20151105/1314440920.html