Alcuni mi chiedono perché leggo il New York Times e altri organi di propaganda prevalentemente “occidentali”. Una ragione ovvia è quella di “conoscere il proprio nemico”, per scoprire cosa la propaganda vuole farci credere. Un’altra è quella di trovare le perle che danno un quadro reale di una situazione e che spesso s’insinuano nei servizi, anche se di solito molto al di sotto dei titoli.

Oggi c’è un articolo [in inglese] sulle unità militari ucraine che si scambiano armi tra loro.

Un’economia ombra in prima linea: Le unità ucraine si scambiano carri armati e artiglieria.

 

All’interno della 93° Brigata meccanizzata, Zmei non era solo un sergente di basso livello. Era l’uomo di riferimento della brigata per un sistema di baratto in tempo di guerra tra le forze ucraine. Prevalente lungo la linea del fronte, lo scambio funziona come una sorta di economia sommersa, dicono i soldati, in cui le unità acquistano armi o attrezzature e le scambiano con forniture di cui hanno urgente bisogno.

La maggior parte dei baratti riguarda oggetti catturati alle truppe russe. I soldati ucraini li chiamano “trofei”.

Sì, certo, le unità ucraine catturano così tante armi dai russi che c’è un vivace scambio di queste. Tuttavia, leggete oltre i primi 25 paragrafi di questa propaganda commerciale eroica per avere un quadro della situazione reale e dell’umore in prima linea:

Alex sta aspettando le sue riparazioni. A maggio, durante un pattugliamento, è stato colpito alla gamba destra. Il proiettile gli ha frantumato il femore.

Insieme con altri soldati ucraini era impegnato in una pattuglia di ricognizione nella zona grigia – l’area tra le linee del fronte russo e ucraino – quando è stato colpito. La missione aveva due obiettivi: individuare le posizioni russe e trovare attrezzature abbandonate.

 

“Stiamo perdendo carri armati”, ha detto Alex. “Se questa guerra andrà per le lunghe, prima o poi non avremo più attrezzature sovietiche e altri carri armati sovietici, quindi dovremo passare a qualcos’altro”.

 

Vicino al suo quartier generale sotterraneo, non lontano dalla linea del fronte, il comandante del battaglione di Alex, Bogdan, ha descritto la gravità della situazione della sua unità. Il suono dell’artiglieria in entrata e in uscita riecheggiava nei campi circostanti.

 

“Stiamo combattendo con tutto ciò che abbiamo catturato al nemico”, ha detto Bogdan, notando che l’80% delle sue scorte attuali è costituito da attrezzature russe catturate.

 

“La situazione non è migliore negli altri battaglioni”, ha aggiunto.

 

L’unità di Bogdan, composta di circa 700 soldati, era arrivata per sostituire le forze ucraine logorate dalle perdite e dall’equipaggiamento. Ora, dopo sei mesi in cui ha agito come un “pompiere” correndo da un punto caldo del fronte all’altro, le sue truppe stavano affrontando un destino simile.

 

“Stiamo perdendo molti uomini”, ha detto Bogdan. “Non possiamo far fronte alla loro artiglieria. Questo e gli attacchi aerei sono un grosso problema”.

 

Alla domanda sulle armi sofisticate fornite dall’Occidente, che secondo i funzionari governativi faranno la differenza, Bogdan ha risposto che nella sua brigata “nessuno ha attrezzature straniere”, aggiungendo: “Abbiamo molte domande su dove vadano a finire”.

La “controffensiva [in inglese] verso Kherson è costata agli ucraini molto equipaggiamento. Almeno alcuni dei cinquanta carri armati perduti che si possono vedere in vari video [in inglese] erano T-72 polacchi con ottica termica. Altri video [in francese] mostrano i rottami di veicoli blindati da trasporto M-113, apparentemente provenienti dai Paesi Bassi. (Quei bidoni di alluminio vecchi di sessant’anni offrono ben poca protezione e avrebbero dovuto essere ritirati decenni fa).

Quindi almeno una parte dell’equipaggiamento “occidentale” consegnato arriva in prima linea. Il suo destino lì, però, è già determinato.

Ma dove finisca TUTTO il materiale “occidentale” e TUTTO il denaro è davvero una grande domanda.

Qualche settimana fa la CBS ha mostrato un servizio video secondo cui solo il 30% delle attrezzature militari “occidentali” che arrivano in Ucraina raggiunge effettivamente il fronte. Il resto è venduto a chiunque sia disposto a pagarlo. Dopo che il regime di Zelenski ha protestato contro il servizio, la CBS ha ritirato [in inglese] il video per “aggiornarlo” con nuove informazioni:

Lunedì la CBS ha scritto su Twitter di aver rimosso un video di promozione del documentario che includeva una citazione vecchia di mesi in cui si diceva che la maggior parte degli aiuti non arrivava in prima linea in Ucraina.

Ha detto che stava aggiornando il documentario, intitolato “Armare l’Ucraina”, con “nuove informazioni” sulla consegna degli aiuti militari all’Ucraina.

 

Tra il materiale rimosso c’era una citazione del fondatore dell’organizzazione no-profit filo-ucraina Blue-Yellow, Jonas Ohman, che alla fine di aprile aveva detto che solo il 30% circa degli aiuti stava raggiungendo le linee del fronte in Ucraina.

 

La CBS ha detto che “da allora, Ohman dice che la consegna è migliorata”. Ha inoltre sottolineato che gli Stati Uniti hanno inviato un funzionario – il generale di brigata Garrick M. Harmon – a Kiev proprio per monitorare l’uso degli aiuti militari.

La CBS ha anche aggiornato un articolo [in inglese] che accompagnava il servizio video originale. Ora ha una nota editoriale allegata che dice:

Nota dell’editore: Questo articolo è stato aggiornato per riflettere i cambiamenti avvenuti dopo le riprese del documentario di CBS Reports “Armare l’Ucraina”, e anche il documentario è stato aggiornato. Jonas Ohman afferma che la consegna è migliorata significativamente dopo le riprese con la CBS a fine aprile. Il governo ucraino fa notare che l’addetto alla difesa degli Stati Uniti, il generale di brigata Garrick M. Harmon, è arrivato a Kiev nell’agosto 2022 per il controllo e il monitoraggio degli armamenti.

Il video estratto riassume le informazioni e i fatti raccolti nei mesi precedenti. L’aggiornamento è stato pubblicato il 7 agosto.  L’addetto alla difesa è arrivato a Kiev all’inizio di agosto, pochi giorni prima dell’aggiornamento. Se è anche solo possibile scoprire dove le armi entrano ed escono dall’Ucraina, gli ci vorranno mesi per capirlo. Il suo arrivo è quindi del tutto irrilevante per il rapporto originale. L’originale modificato ora dice:

Jonas Ohman è fondatore e amministratore delegato di Blue-Yellow, un’organizzazione, con sede in Lituania, che ha incontrato e fornito alle unità di prima linea aiuti militari non letali in Ucraina fin dall’inizio del conflitto con i separatisti sostenuti dalla Russia nel 2014. Ad aprile, ha stimato che solo il “30-40%” delle forniture che attraversavano il confine raggiungeva la destinazione finale. Da allora, però, la situazione è migliorata in modo significativo e una quantità molto maggiore arriva a destinazione.

Che vuol dire se il tasso di perdita del 70-60%, che in precedenza NON raggiungeva la destinazione finale, è ora significativamente diminuito? Ora è il 45% o il 50% di tutte le consegne che fluiscono verso il luogo in cui non dovrebbero finire?

Come mai il comandante del battaglione Bogdan non ha visto nessuno dei rifornimenti stranieri?

Tutte quelle migliaia di Stingers, Javelin e altre armi trasportabili  sono di enorme interesse per vari attori nefasti. Le armi che scompaiono in Ucraina per andare da qualche parte, molto probabilmente raggiungeranno luoghi in cui potranno e saranno utilizzate contro forze o interessi “occidentali”.

Coloro che sostengono i trasferimenti di armi, diranno che la perdita di una parte di esse non ha importanza nel quadro generale. Ditelo a coloro che ne moriranno.

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 Articolo di Bernhard pubblicato su Moon Of Alabama il 31agosto 2022
Traduzione in italiano di Fabio_san per SakerItalia

[le note in questo formato sono del traduttore]

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