Noi – userò il plurale maiestatis – in Naked Capitalism, siamo da tempo consapevoli che l’analisi e la copertura mediatica delle tattiche e della strategia della Russia in Ucraina, quelle non dettate direttamente qui negli Stati Uniti dagli organi di sicurezza dello stato, sono una piramide rovesciata che poggia su un punto molto stretto: un minuscolo gruppo di dissidenti disposti ad esternare pubblicamente le loro opinioni. Questi dissidenti – Mercouris, Military Summary, Martynov, Moon of Alabama, Lira, New Atlas e Ritter [filmati e siti in inglese], tra gli altri – hanno tutti entrate di varia natura, sono stati emarginati in un modo o nell’altro e la loro analisi si basa, a sua volta, su un punto ancora più ristretto: account Telegram e fonti russe/ucraine che non sono disponibili per noi. Ma ora abbiamo le prove che i dissidenti non sono soli e, parallelamente alla loro, si stanno svolgendo altre analisi.
È stato con un senso di sollievo e stupore che, sulla mia lista, mi è saltato all’occhio il seguente tweet indignato:
Non ci si può più fidare del Corpo dei Marines sulle riviste accademiche. Tolgo agli ufficiali dei Marines il privilegio di poter scrivere qualsiasi cosa non siano questioni militari. Ha fallito come istituzione ed io, per quanto mi riguarda, lo riporto all’ovile nella Marina.
(Non sto includendo il tweet vero e proprio perché contiene immagini leggibili dell’intero articolo che sto per esemplificare, che penso vadano oltre l’uso corretto, ma qui [in inglese] c’è un collegamento al tweet, che purtroppo non è nell’Internet Archive. )
Uhm, mi sono detto. “L’invasione russa dell’Ucraina”. In una cosa chiamata “Marine Corps Gazette” (MCG) [la Gazzetta del Corpo dei Marines]. Farei meglio a cercarlo, ho pensato. In prima battuta, ho incontrato la barriera a pagamento della MCG. Una ricerca sull’autore, “Marinus”, non ha prodotto nulla di utile. Successivamente, ho cercato il sottotitolo:
Quattro risultati, uno in giapponese e tre in russo. Non molto promettente! Così ho fatto un altro salto all’articolo [in russo] in Aftershock (il quarto nell’elenco dei risultati), un aggregatore in lingua russa, e ho letto la sfilza dei commenti, dove ho trovato una citazione in inglese dall’articolo, che mi ha fornito una stringa su cui cercare (“Il più importante di questi è il risultato dellaver evitato danni collaterali”), dandomi qualche speranza di poter trovare una versione integrale dell’articolo. Ecco i risultati:
Due da Reddit (del 12 agosto) e il noto articolo su Aftershock (del 9 agosto). L’articolo [in inglese] di Reddit non include una versione del testo completa, ma include un lettore simile a un eBook in cui è possibile fare clic su ciascuna delle quattro pagine, oltre a una discussione [in inglese] non molto illuminante.
Quindi, torniamo indietro e chiediamoci cosa sia la Marine Corps Gazette. Da Small Wars Journal si apprende [in inglese]:
La Marine Corps Gazette è una rivista professionale per i marines statunitensi fondata nel 1916 presso la base del Corpo dei Marines a Quantico per i membri del Corpo dei Marines degli Stati Uniti. Iniziata dall’allora colonnello John A. Lejeune come veicolo per lanciare la Marine Corps Association (MCA), la rivista è conosciuta come “The Professional Journal of US Marines”. Oggi la MCA continua a pubblicare la Gazzetta….
E la Marine Corps Association (MCA) è definita [in inglese] così:
La Marine Corps Association (spesso abbreviata MCA) è l’organizzazione professionale per i membri del Corpo dei Marines degli Stati Uniti e gli amici del Corpo.
La Marine Corps Association, la Marine Corps University Foundation e la Marine Corps Historical Foundation, tuttavia, sono uniche in quanto sono organizzate ed esistono allo scopo principale di sostenere i programmi in corso del Corpo dei Marine attivo. Per ottemperare efficacemente ai loro scopi, le loro attività devono sostenere ed essere svolte con la guida e la cooperazione della leadership attiva del Corpo dei Marines.
Nel 2015, la Marine Corps Association contava 66.000 membri e ha speso oltre $ 1.000.000 a sostegno dei marines. La Marine Corps Association assegna ogni anno una serie di premi di scrittura professionale ai marines in servizio.
Quindi la MCG non è una pubblicazione trascurabile, e la MCA non è un’istituzione trascurabile [in inglese] (sebbene sia letteralmente [in inglese] un’Organizzazione Non Governativa).
Oggi è il 14 di agosto. L’articolo di “Marinus” nel numero di agosto di MCG è disponibile, al più tardi, dal 29 luglio, il primo risultato della fonte giapponese. La seconda citazione appare il 9 agosto, in un aggregatore in lingua russa. La terza appare il 12 agosto su Reddit. Sono passate due settimane e i media, collettivamente, hanno una famelica lacuna di notizie. Allora, dov’è la copertura del Times? Dov’è il Washington Post? Dov’è la Foreign Policy? Dov’è Foreign Relations? Dov’è l’Atlantic? Dov’è il Council on Foreign Relations? Dov’è l’Institute for the Study of War? Dov’è, più lontano, la Defense One? La Drive? Sono tutti silenziosi. Eppure quello che abbiamo, come mostra la citazione nel titolo di questo post, è una rottura significativa dall’ortodossia sulle capacità dell’Ucraina e della Russia in generale, nella rivista professionale del Corpo dei Marines degli Stati Uniti. Strano, molto strano!
Il resto di questo post sarà molto semplice. Farò un uso corretto delle immagini dei fogli di testo e non necessariamente in ordine. (Un lettore entusiasta, non io, ha sottolineato molto). La maggior parte, se non tutti, dei punti sollevati da “Marinus” risulteranno familiari ai lettori, sia dai post di Yves che dai commenti. Non ho intenzione di dare alcun consiglio, per ragioni che presumo siano ovvie dato l’attuale clima di opinione. Le persone possono, ovviamente, scegliere di fare i propri voli pindarici nei commenti (meglio se con i collegamenti). Incoraggio anche i lettori a commentare la sostanza del pezzo!
Quindi iniziamo.
* * *
In primo luogo, la prevenzione del danno collaterale:

Il programma russo di incursioni con i missili guidati, condotto in parallelo con le tre campagne terrestri, ha creato un certo numero di effetti morali favorevoli allo sforzo bellico russo, il più importante dei quali deriva dall’aver evitato i danni collaterali, ottenuto non solo della straordinaria precisione delle armi usate ma anche della scelta giudiziosa dei bersagli. Così, i nemici della Russia hanno trovato difficoltà a caratterizzare le incursioni contro depositi di carburante o di armi, localizzati per loro natura lontano dai posti in cui vivono e lavorano i civili, come qualcosa di diverso da attacchi alle installazioni militari.
In secondo luogo, il trattamento relativamente delicato del sistema ferroviario:

Allo stesso modo, gli sforzi russi per interrompere il traffico lungo il sistema ferroviario ucraino avrebbero potuto includere attacchi contro le stazioni elettriche che forniscono sia le comunità civili che i treni. Tali attacchi, tuttavia, avrebbero provocato molte vittime fra la gente al lavoro in quegli impianti così come tante sofferenze nei posti privati di corrente. Invece, i russi hanno scelto di indirizzare i loro missili contro le sottostazioni di trazione, quei trasformatori di corrente, in posizioni remote, che convertono l’elettricità della griglia generale nelle forme usate per muovere i treni.
Sono sempre rimasto un po’ perplesso da tutte le affermazioni sulla brutalità russa – al di là della brutalità della guerra stessa – dato che i treni sono ancora in funzione, la rete elettrica è ancora accesa, Internet funziona e c’è acqua potabile. Molto diverso, diciamo, da Fallujah [in inglese]. (Certo, i russi vogliono integrare la centrale elettrica di Zaporizhzhia nella propria rete, ma ciò è coerente con la loro politica di rendere i risultati più stringenti man mano che la guerra va avanti.)
Terzo, l’artiglieria è davvero “il re delle battaglie”[1]:
Nell’est, tuttavia, i russi hanno condotto bombardamenti che, in termini di durata e intensità, rivaleggiano con quelli delle grandi battaglie di artiglieria delle guerre del XX secolo. Resi possibile dalle linee di rifornimento corte, sicure e straordinariamente ridondanti, questi bombardamenti servivano a tre scopi. Per primo, hanno confinato le truppe ucraine nelle loro fortificazioni, privandole della capacità di fare alcunché non sia rimanere bloccate sul posto. Per secondo, hanno inflitto un gran numero di vittime, sia dirette che causate dagli effetti psicologici della prigionia, impotenza e vicinanza ad un gran numero di esplosioni sconvolgenti. Per terzo, quando eseguiti per un periodo sufficiente, spesso misurato in settimane, il bombardamento di una data fortificazione ha portato invariabilmente o al ritiro dei difensori o alla loro resa.
Possiamo un po’ renderci conto della scala dei bombardamenti russi nell’Ucraina orientale mettendo a confronto la lotta per la città di Popasna (18 marzo-7 maggio 2022) con la battaglia di Iwo Jima (19 febbraio-26 marzo 1945). A Iwo Jima, i marines americani combatterono per cinque settimane per annientare i difensori di un territorio di venti chilometri quadrati abilmente fortificato. A Popasna, gli artiglieri russi hanno bombardato i sistemi di trincee costruiti sui crinali e nei burroni di un’area simile per otto settimane prima che la dirigenza ucraina decidesse di ritirare le proprie forze dalla cittadina.
La conquista di un complesso di immobili, a sua volta, contribuisce alla creazione degli accerchiamenti che i russi chiamano “calderoni” (kotly). Come molti altri nella teoria militare russa, questo concetto è fondato su un’idea ripresa dalla tradizione tedesca della guerra di manovra: il “il calderone di battaglia” (Schlachtkessel). Tuttavia, mentre i tedeschi cercavano di approfittare dei loro calderoni prima possibile, i calderoni russi possono essere rapidi o lenti, e inevitabili in apparenza. In realtà, le offensive sovietiche della Seconda Guerra Mondiale, come quella che portò alla distruzione della Sesta Armata a Stalingrado, fecero largo uso dei calderoni di entrambi i tipi.
Liberi dal desiderio di creare calderoni prima possibile, i combattenti russi nell’Ucraina orientale non avevano bisogno di tenere alcun tratto particolare di territorio. Perciò, quando un determinato attacco ucraino li affrontava, spesso i russi ritiravano i loro carri armati e la loro fanteria dal territorio conteso. In questo modo riducevano il pericolo per le proprie truppe e creavano situazioni, seppur brevi, in cui gli attaccanti ucraini erano sottoposti alle cannonate e ai missili russi senza il beneficio di un riparo. Per dirla in altre parole, i russi vedevano tali “ulteriori bombardamenti” non solo come un uso accettabile di munizioni ma anche come opportunità di infliggere ulteriori perdite al nemico mentre erano occupati con il “cospicuo consumo” delle munizioni di artiglieria.
Nella primavera del 1917, le forze tedesche dislocate sul fronte occidentale usarono tattiche analoghe per creare situazioni in cui le truppe francesi in avanzamento lungo la discesa dalla parte posteriore di un crinale da poco conquistato si trovavano all’aperto sotto il fuoco di artiglieria e mitragliatrici. L’effetto di questa esperienza sul morale francese fu tale da portare i fanti della cinquantesima divisione francese ad atti di “indisciplina collettiva”, il cui motto era “noi manteniamo le posizioni, ma ci rifiutiamo di attaccare”. (Nel maggio del 2022, numerosi video sono apparsi in Internet in cui alcune persone che affermavano di essere soldati ucraini al fronte nella regione del Donbass, spiegavano che, mentre erano pronti a difendere le loro posizioni, avevano deciso di disobbedire a qualsiasi ordine che comandasse loro di avanzare).
(Scusate la pessima unione..).
In quarto luogo, l’attacco a Kiev era davvero una “finta” (o “incursione”, come la definisce “Marinus”).
Nei primi giorni del dibattito sulla guerra di manovra, i “manovratori” presentavano la loro filosofia preferita come l’opposto logico alla “guerra di attrito/potenza di fuoco”. In effetti, nel 2013 al più tardi, gli autori anonimi delle “Lettere degli Attritonisti” usavano questa dicotomia come schema per la loro critica delle pratiche contrarie allo spirito della guerra di manovra. Nella campagna russa in Ucraina, tuttavia, un insieme di operazioni costituito per lo più da manovre era di complemento a un altro composto soprattutto da cannonate.
Un modo per risolvere questo paradosso apparente è di caratterizzare le incursioni nelle prime cinque settimane di guerra come una grande finta che, mentre ha portato poche distruzioni dirette al nemico, ha reso possibile il successivo attrito sulle forze armate ucraine. In particolare, la minaccia posta dalle incursioni ha ritardato il movimento delle forze ucraine verso il teatro principale della guerra finché i russi non avessero dispiegato le unità di artiglieria, resa sicura la rete dei trasporti e accumulato le riserve di munizioni necessarie ad alimentare una lunga serie di grandi bombardamenti. Questo ritardo ha anche assicurato che, quando gli ucraini dispiegassero nel Donbass altre formazioni, il movimento di tali forze, e i rifornimenti necessari a sostenerle sarebbe stato più difficile per la rovina portata sulla rete ferroviaria dai missili guidati a lunga gittata dei russi. In altre parole, i russi hanno condotto una breve campagna di manovra nel nord allo scopo di impostare una lunga, e in fondo più importante, campagna di attrito nell’est.
“Marinus” conclude:
tutto questo non è altro che rivoluzionario. Se nuove o vecchie, tuttavia, gli sforzi di queste componenti sono stati condotti in un modo che dimostra un profondo apprezzamento di tutti e tre i reami in cui sono combattute le guerre. Cioè i russi raramente si scordano che, oltre ad essere una lotta fisica, la guerra è anche una competizione mentale e una discussione morale.
L’invasione russa in Ucraina potrebbe segnare l’inizio di una nuova guerra fredda, una “lunga lotta crepuscolare” analoga a quella finita più di trent’anni fa con la caduta dell’Impero Sovietico. Se questo è il caso, allora affronteremo un avversario che, mentre trae molto valore dalla tradizione militare sovietica, si è liberato sia dalla brutalità inerente all’eredità di Lenin sia i paraocchi imposti dal marxismo. Peggio ancora, potremmo dove combattere con i discepoli di John R. Boyd.
John Boyd[2], eh? Cavoli. Proprio il tipo di alleato di cui abbiamo bisogno contro la Cina. Ah bene, comunque….
* * *
Mi chiedo chi sia “Marinus”. Probabilmente un altro colonnello o tenente colonnello che non poteva, o non sopportava, di leccare sederi per diventare uno dei generali perdenti (Iraq, Afghanistan) del Pentagono. Vi incoraggio a leggere l’intero pezzo, cosa che potete fare sia sul tweet originale che su Reddit. Contiene un argomento più sofisticato sulla dottrina russa di quello che ho potuto includere qui.
NOTE
[1] Beccatevi questo, ragazzi.
[2] Altro [in inglese] su John Boyd da, scusate, Wikipedia.
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Articolo di Lambert Strether pubblicato su Naked Capitalism il 14 agosto 2022
Traduzione in italiano di Fabio_san per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
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La redazione di SakerItalia ribadisce il suo impegno nella lotta anti-mainstream e la sua volontà di animare il dibattito storico e politico. Questa che leggerete è l’opinione dell’autore; se desiderate rivolgere domande o critiche purtroppo questo è il posto sbagliato per formularle. L’autore è raggiungibile sul link dell’originale presente in calce.
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I valori cristiani tradizionali uniti alle più sofisticate tecniche militari. E a noi volete deindustrializzarci? Con cosa li combatterete, cari padroni del vapore?
con le armi e GLN che ci venderanno gli yankee, naturalmente
https://vk.com/video-133441491_456264260
Il primo Congresso Internazionale Antifascista inizia i suoi lavori nel Patriot Convention and Exhibition Center
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https://it.topwar.ru/200585-v-rossii-pristupil-k-rabote-pervyj-mezhdunarodnyj-antifashistskij-kongress.html
Il primo Congresso Internazionale Antifascista ha iniziato i suoi lavori in Russia
Uno degli obiettivi dell’evento è quello di promuovere storico la verità sul ruolo decisivo del popolo sovietico nella sconfitta del fascismo nella seconda guerra mondiale. È anche progettato per contrastare la diffusione della propaganda neonazista in questo momento.
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Ora la Russia deve combattere il nazismo non solo sul fronte ideologico, ma anche sradicarlo con la forza nel corso di un’operazione militare speciale in Ucraina. Kiev non solo resiste disperatamente, ma attacca anche Donbass, Crimea e altre regioni di confine russe con razzi, proiettili e droni. Ciò significa che la Russia non ha il diritto di fermarsi prima della completa sconfitta del regime di Kiev, altrimenti continuerà a essere fonte di pericolo.
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Naturalmente, tutte le persone normali vogliono la pace, ma affinché venga, è necessario ottenere la vittoria e un equo processo contro i criminali di guerra.
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È anche importante impedire che i germi dell’ideologia neonazista germinino nella società russa. Dopotutto, l’esempio ucraino mostra chiaramente a cosa può portare.
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https://www.farodiroma.it/politica-nazista-shoigu-condanna-lidea-di-vietare-a-tutti-i-cittadini-russi-di-entrare-nei-paesi-ue/
“Politica nazista”: Shoigu condanna l’idea di vietare a tutti i cittadini russi di entrare nei Paesi Ue
https://www.youtube.com/watch?v=lVCoPEvoO8A
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Aggiornamento dai fronti ucraini del 19 8 2022 sugli eventi di ieri sera e di oggi, con le mappe e i commenti.
di Stefano ORSI
https://www.youtube.com/watch?v=qSl-qhJ-Sss
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video molto chiaro e ricco di informazioni notevoli
dell’esperto di geopolitica e questioni militari Manlio Dinucci, giornalista, geografo e saggista già direttore esecutivo per l’Italia della International Physicians for the Prevention of Nuclear War, associazione vincitrice del Nobel per la pace nel 1985
1. Articolo molto utile:
A. Per la comprensione tecnica di tattica e strategia;
B. Perchè manifesta la montante coscienza critica anche in USA.
2. Ho letto il vs. Telegram sul drone a Sebastapoli…
Che dire?
Che il nuovo comandante riporti efficienza.
…ma I Russi devono assumere maggiore cinismo.
Una frase mi ha colpito… dove sono i cannoni antidrone che esponiamo nelle ferie… e che vengono esportati?
forse, nel senso che non bisogna escluderlo, anche nella struttura delle forze armate e di Sicurezza esiste una fronda interna che agisce su più livelli e luoghi: nelle posizioni delle linee di comando e sul fronte.
Rammento che Napoleone Bonaparte nelle sue memorie sosteneva che a Waterloo perse perché un suo generale che doveva intervenire ad una certa ora ,eluse un comando del comandante in capo semplicemente arrivando in ritardo suo campo, quando ormai gli inglesi di concerto con i prussiani di Bluker l’avevano spuntata.
Mi sembra che potrebbe esserci un caso sotterraneo dello stesso tipo ,tanti ritardi generano e creeranno un clima di sfiducia al fronte e nel popolo e questo dev’essere assolutamente impedito con decisione spietata.
Stalin e quelli duri della sua cerchia avevano idee più chiare come condurre la guerra ma avevano alle spalle l’esperienza della rivoluzione e la guerriglia della controrivoluzione degli eserciti bianchi finanziati dalle potenze occidentali che non ce la fecero perché inseriti l’esercirò rosso organizzato da Troskij che era un duro ,intelligente, e spietato e dopo la vittoria venne fatto fuori da Stalin perché gli dava ombra.
Giusto.
Purtroppo la “mezza guerra” diviene una agonia.
Insisto nel lasciare al buio e senza elettricità per TV, telefoni, radio, internet, metro…
Solo così la popolazione prenderebbe coscienza che c’è una guerra persa.
Sempre il malumore viene rivolto allora non verso il “nemico” ma verso i propri pazzi governanti!
Nell’articolo c’è qiel nel proverbio russo…
Il frigorifero (vuoto) vince sempre sul televisore che grida propaganda che nessuno ascolta più!
Esempio Fascismo dopo il bombardamento di Roma nel Giigno 43, un mese prima del 25 Luglio.
Ora come allora, il Regime al potere nello Stivale è sostenuto sia dal monarca del Quirinale sia dalla Borghesia finta progressista e da quel magma sociale informe ottenuto dopo decenni di politiche sociali riformiste dal partito egemone.
Il regime sembra ancora solido perché,a differenza di quello del Ventennio, è sostenuto dal potere militare della Nato e dal potere politico-economico USA .
Sperano di sfangarla, perché hanno cooptato anche la finta opposizione.
Tuttavia,l’avversario non è più un’ideologia comunista ma un popolo che non vuole essere assorbito e schiavizzato dalla ideologia globalista liberista.
L’Italia,forse non poteva scegliere ma poteva almeno astenersi da inviare armamenti che faranno e fanno vittime russe che dovranno essere scambiate in base ai valori morali dei rispettivi popoli.
L’Italia coloniale che grida al fascismo di casa e inveisce contro il presidente russo è semplicemente
la depravazione della politica che mente a se stessa.