L’asse Russia-Cina possiede cibo, energia, tecnologia e la maggior parte delle risorse chiave del mondo. La storia insegna che questi elementi decidono i vincitori nelle guerre
Mentre l’Occidente comincia a rendersi conto che, mentre si ritiene che le sanzioni siano capaci di mettere in ginocchio i paesi, la realtà è che ciò non si è mai verificato (per esempio Cuba, Corea del Nord, Iran). E, nel caso della Russia, si può dire che questo semplicemente non accadrà.
Il Team Biden non ne ha ancora afferrato appieno i motivi. Un motivo è che hanno scelto proprio l’economia sbagliata da cercare di far crollare con le sanzioni (la Russia ha linee di rifornimento estere minime e materie prime di valore in quantità). Perfino i collaboratori dello staff di Biden non hanno mai compreso tutte le conseguenze della mossa di jujitsu monetario con cui Putin ha legato il rublo all’oro, e il rublo all’energia.
Trattano il jujitsu monetario di Putin con condiscendenza, come fosse solo l’ennesimo tentativo di colpire lo status “inespugnabile” di valuta di riserva del dollaro. Così scelgono di ignorarlo assumendo che se solo gli europei facessero meno docce calde [in inglese], indossassero più maglioni di lana, rinunciassero all’energia russa e “stessero dalla parte dell’Ucraina”, il collasso economico finalmente si materializzerebbe. Alleluia!
L’altra ragione per cui l’Occidente equivoca il potenziale strategico delle sanzioni è che la guerra di russi e cinesi all’egemonia occidentale è equiparata da quei popoli ad una guerra esistenziale. Per loro, non si tratta solo di fare meno docce calde (come per gli europei), si tratta della loro stessa sopravvivenza – e di conseguenza la loro soglia del dolore è molto, molto più alta di quella dell’Occidente. L’Occidente non si sbarazzerà dei suoi sfidanti in maniera così ridicolamente facile.
In fondo, l’asse Russia-Cina possiede cibo, energia, tecnologia e la maggior parte delle risorse chiave del mondo. La storia insegna che in guerra sono questi gli elementi che determinano chi vince.
Il problema strategico, però, è duplice: In primo luogo, la finestra per un piano ‘B’ di de-escalation attraverso un accordo politico in Ucraina si è chiusa. Ora è tutto o niente (a meno che Washington non si pieghi). E in secondo luogo, seppure in un contesto leggermente diverso, sia l’Europa che il Team Biden hanno scelto di portare la posta in gioco alle stelle.
Ha preso piede la convinzione che se Putin dovesse “vincere”, la visione liberale europea affronterebbe l’umiliazione e il disprezzo. E, nel sistema Obama-Clinton-Stato Profondo, è inimmaginabile che Putin e la Russia, ancora considerata da molti americani come l’artefice del Russiagate, possano prevalere.
La soluzione logica di questo rompicapo è inesorabile: l’escalation.
Per Biden, i cui indici di gradimento continuano a sprofondare, alle elezioni di novembre si profila il disastro. Tra gli addetti ai lavori statunitensi l’opinione comune è che i democratici sono destinati a perdere 60-80 seggi al Congresso, e una piccola manciata (4 o 5 seggi) anche al Senato. Se questo dovesse accadere, non sarebbe solo un’umiliazione personale, ma segnerebbe per i Democratici la paralisi dell’amministrazione fino al termine teorico del mandato di Biden [fine 2024].
L’unica via d’uscita possibile da questo cataclisma in arrivo sarebbe che Biden tirasse fuori un coniglio dal “cappello” dell’Ucraina (che, per lo meno, distragga dall’impennata dell’inflazione). I neoconservatori e lo Stato Profondo (ma non il Pentagono) sono tutti a favore. L’industria delle armi naturalmente è andata a nozze [in inglese] con l’operazione di riciclaggio di armi in Ucraina da parte di Biden (con enormi ‘perdite’ che trovano il modo di svanire nel ‘nero’ [in inglese]). Sono in molti a Washington a trarre profitto da questo spreco ben finanziato.
Perché stiamo vedendo una tale euforia per uno schema di escalation apparentemente così sconsiderato? Beh, gli strateghi suggeriscono che se la leadership repubblicana diventasse bi-partisan sull’escalation – diventando complice di “più guerra”, per così dire – potrebbe rivelarsi possibile arginare le perdite democratiche alle elezioni di metà mandato e attutire l’attacco della campagna [elettorale] dell’opposizione incentrata sulla malgestione dell’economia.
Fino a che punto Biden potrebbe spingersi con questa escalation? Beh, la spesa folle in armi è una cosa scontata (un altro spreco), e le Forze Speciali sono già in teatro [d’operazioni], pronte ad accendere la miccia a qualsiasi escalation; inoltre, la tanto discussa no-fly zone sembra avere l’ulteriore vantaggio di godere del sostegno europeo, in particolare nel Regno Unito, tra i baltici (naturalmente) e anche dai “Verdi” tedeschi. (Allarme spoiler! In primo luogo, naturalmente, per attuare qualsiasi no-fly zone, sarebbe necessario controllare lo spazio aereo – che la Russia già domina esercitandovi una copertura elettronico-magnetica completa).
Basterebbe? Voci tetre consigliano di no. Vogliono ‘scarponi sul terreno’. Parlano persino di armi nucleari tattiche. Sostengono che Biden non ha nulla da perdere “facendo le cose in grande”, specialmente se il GOP [“Grand Old Party”, il Partito Repubblicano negli Stati Uniti] si persuade a diventarne complice. Addirittura, insistono, potrebbe perfino salvarlo dall’ignominia. Dagli ambienti militari statunitensi c’è già chi fa notare che la fornitura di armi non ‘ribalterà’ le sorti della guerra. Va evitato a tutti i costi di arrivare a novembre con una ‘guerra persa’.
È realistico un tale consenso a favore dell’escalation? Beh, sì, è possibile. Ricordiamo che Hillary (Clinton) è stata l’alchimista che ha fuso l’ala neoconservatrice degli anni ‘80 con i neoliberali degli anni ‘90 per creare un’ampio fronte interventista che potesse soddisfare tutti i gusti: gli europei potevano immaginarsi per la prima volta di esercitare un potere economico importante a livello globale, mentre i neoconservatori hanno resuscitato la loro insistenza sull’intervento militare forte [in inglese] come requisito per mantenere l’ordine basato sulle regole. Questi ultimi sono euforici per il fatto che la guerra finanziaria sta fallendo.
Dal punto di vista dei neoconservatori, questo rimette l’azione militare saldamente sul tavolo e con un nuovo “fronte” aperto: i neoconservatori oggi, precisamente stanno mettendo in discussione la premessa che uno scambio nucleare con la Russia deve essere evitato a tutti i costi. E, partendo da questo abbandono del divieto di azioni che potrebbero innescare uno scambio nucleare, sostengono che circoscrivere il conflitto ucraino su tale base è inutile e un errore strategico – affermando che, a loro avviso, è improbabile che Putin ricorra alle armi nucleari.
Come può questa sovrastruttura di élite interventista neoconservatrice-liberale esercitare una tale influenza quando la più ampia classe politica americana è stata storicamente “contro la guerra”? Beh, i neoconservatori sono l’archetipo del camaleonte. Amati dall’industria bellica, presenza regolare e rumorosa sui network televisivi, entrano ed escono dalle stanze del potere, con i “falchi verso la Cina” che si annidano nei corridoi di Trump, mentre i “falchi verso la Russia” sono migrati a popolare il Dipartimento di Stato di Biden.
L’escalation è già “cosa fatta”? Potrebbe esserci ancora un iconoclasta a guastare la festa: il signor Trump! – attraverso il suo atto simbolico di appoggiare J.D. Vance alle primarie del GOP al Senato in Ohio, contro i desideri [in inglese] della dirigenza del GOP.
Vance è uno (tra i tanti) rappresentanti della tradizione populista americana in cerca di una carica nel prossimo Congresso. Ma la sua rilevanza qui deriva dal fatto che ha messo in discussione la corsa all’escalation in Ucraina. Molti altri aspiranti contendenti populisti nel nuovo gruppo di senatori interessanti e senatori in pectore del GOP hanno già ceduto alle pressioni della vecchia dirigenza del loro partito affinché approvino la guerra. (Altri sprechi di denaro).
Il GOP è diviso sull’Ucraina al suo livello rappresentativo più alto, ma la base popolare è tradizionalmente scettica sulle guerre all’estero. Con questo appoggio politico, Trump sta spingendo il GOP ad opporsi all’escalation in Ucraina. Ross Douthat sul NY Times conferma [in inglese] che l’appoggio a Vance è connesso da vicino alle fonti della popolarità di Trump nel 2016, quando egli sfruttò il sentimento contro la guerra tra i deplorevoli [le classi meno abbienti], la cui attenzione è più rivolta al benessere del proprio paese.
Poco dopo l’appoggio, Trump ha rilasciato [in inglese] una dichiarazione:
“Non ha senso che la Russia e l’Ucraina non si siedano ad un tavolo ed elaborino un qualche tipo di accordo. Se non lo fanno presto, non ci sarà altro che morte, distruzione e carneficina. Questa è una guerra che non sarebbe mai dovuta accadere, ma che è avvenuta lo stesso. La soluzione non potrà mai essere buona come lo sarebbe stata prima che si iniziasse a sparare, ma una soluzione c’è, e dovrebbe essere trovata ora, non dopo, quando tutti saranno MORTI”, ha detto Trump.
Trump sta effettivamente piantando un cuneo nella possibile linea di faglia chiave per le prossime elezioni (anche se alcuni solóni del GOP – molti dei quali finanziati dal complesso militare industriale (MIC) – favoriscono un coinvolgimento militare più robusto).
Anche Trump ha sempre l’istinto di mirare alla giugulare dell’avversario: Biden può essere molto attratto dalle ragioni a favore dell’escalation, ma è noto per essere sensibile al pensiero delle bare dei soldati che, tornando a casa negli Stati Uniti prima di novembre, diventino la sua eredità. Da qui l’esagerazione di Trump che prima o poi, tutti in Ucraina “saranno MORTI!”.
Di nuovo, il timore tra i democratici che capiscono di cose militari è che il ponte aereo che porta armi occidentali ai confini dell’Ucraina non cambierà il corso della guerra, e che la Russia prevarrà, anche se la NATO dovesse intervenire direttamente. O, detto in altre parole, si verificherà l’”impensabile” [in inglese]: l’Occidente perderà contro la Russia. Essi sostengono che il Team Biden ha poca scelta: meglio scommettere sull’escalation che rischiare di perdere tutto con una debacle in Ucraina (soprattutto dopo l’Afghanistan).
Sottrarsi all’escalation presenta una tale sfida alla psiche missionaria americana della leadership globale che lo slancio per essa potrebbe non essere superato solo attraverso l’innata cautela di Biden. Il Washington Post già riporta che “l’amministrazione Biden sta alzando le spalle ai nuovi avvertimenti russi contro la fornitura di armi più avanzate e nuovo addestramento alle forze ucraine – in quello che sembra essere un rischio calcolato che Mosca non inasprirà la guerra”.
Le élite dell’Unione Europea, al contrario, non sono soltanto persuase (Ungheria e una fazione in Germania, a parte) dalla logica dell’escalation, ne sono francamente intossicate. Alla conferenza di Monaco a febbraio, era come se i leader dell’Unione Europea si fossero impegnati a superarsi l’un l’altro nell’entusiasmo per la guerra: Josep Borrell ha riconfermato il suo impegno per una soluzione militare in Ucraina: “Sì, normalmente le guerre sono state vinte o perse sul campo di battaglia”, ha detto al suo arrivo per una riunione dei ministri degli esteri dell’Unione Europea in Lussemburgo, quando gli è stato chiesto di commentare la sua precedente dichiarazione che “questa guerra sarà vinta sul campo di battaglia”.
La loro euforia è incentrata sulla convinzione che l’Unione Europea – per la prima volta – sta esercitando il suo potere economico in modo globalmente significativo, e, allo stesso tempo, sta permettendo e armando una guerra per procura contro la Russia (immaginando l’Unione Europea come un vero impero carolingio, effettivamente vincente sul campo di battaglia!).
L’euforia delle élite dell’Unione Europea – così completamente dissociate dalle identità nazionali e dagli interessi locali, e fedeli piuttosto a una visione cosmopolita in cui uomini e donne di rilievo fanno rete all’infinito tra loro e si crogiolano nell’approvazione dei loro pari – sta aprendo una profonda polarizzazione all’interno delle loro stesse società.
Il disagio nasce tra coloro che non considerano il patriottismo, o lo scetticismo verso la russofobia di oggi, come per forza di cose “fuori luogo”. Sono preoccupati che le élite dell’Unione Europea, limitate nella loro percezione, con il sostegno alle sanzioni alla Russia e allo scontro tra la NATO e una potenza nucleare, porteranno un disastro in Europa.
Le euro-élite si sentono di aver lanciato una crociata, avendo investito troppo nella carica emotiva e nell’euforia della “causa” Ucraina per prendere anche solo in considerazione un piano “B”.
E anche se un piano ‘B’ dovesse essere considerato, l’Unione Europea è perfino più priva di retromarcia degli Stati Uniti. Lo zeitgeist di Bruxelles è fissato nel cemento. Strutturalmente, l’Unione Europea è incapace di auto-riformarsi o di cambiare radicalmente rotta, e l’Europa in senso ampio ora manca dei ‘vasi’ attraverso i quali si può attuare ogni cambiamento politico decisivo.
Tenetevi forte, gente!
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Articolo di Alastair Crooke pubblicato su Strategic Culture Foundation il 25 aprile 2022
Traduzione in italiano di Confab per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
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Un contributo che arricchisce la conoscenza delle nascoste, ma violente e intense, convulsioni interne agli USA.
Una società divisa che nel 2024 subirà uno scossone forse finale.
Se il Signore vorrà, sarò sul divano a godermi lo spettacolo.
Una no-fly zone esiste già – in potenza – in Ucraina. Per le forze aeree ucraine, i fatti , è altamente rischioso volare.
Sarà effettivo solo quando non si troverà più carburante per aerei negli aeroporti ucraini.
In un Sistema centrato su finanza e m.i.c.i.m.a.t.t.inevitabule.che.si.trovi.il.carburante.per.certe.escalatilns.
” Il presidente della Duma: confiscare aziende dei Paesi non amici
La Russia dovrebbe rispondere in maniera simmetrica al congelamento dei beni russi da parte di «nazioni non amiche», confiscando i loro beni che si trovano in Russia, ovvero le aziende: lo afferma su Twitter il presidente della Duma (parlamento) russa, Vyacheslav Volodin. «È giusto rispecchiare le misure verso quelle aziende in Russia i cui proprietari vengono da paesi non amici dove misure simili sono state adottate: confiscando quelle proprietà», scrive.!
NO! Dovevano e dovrebbero essere confiscate solo le aziende che hanno abbandonato o che intendono abbandonare la russia!! E’ da stupidi alienarsi le simpatie di quelle poche aziende che non si sono dimostrate disposte a seguire i folli dettami dei governi criminali nazisti occidentali
“Non possiamo piegarci ad un bullo!”
Nancy Pelosi mentre stringe la mano a *elensky…
Ma vi rendete conto cosa significa questo linguaggio violentissimo, sprezzante verso quelle merde subumane di negri che osano pretendere di essere uguali esseri umani come Loro Bianchi?
Si considerano semidei, sovrumani che decidono come il dott. Mengele con un cenno della mano chi a dx e chi a sx, ossia per chi scendeva dai vagoni, chi al campo a poter vivere ma come schiavo e chi subito sui camion verso le camere a gas dove dopo 1 ora già era tutto finito.
Non si puó essere cristiani cattolici e omettere il giudizio su dove sia il Bene e chi sia in esso, e dove sia il Male e chi sia in esso.
Gesú era buono ma non un buonista, pacifico ma non un pacifista, paziente e mite
ma non uno sciocco romantico sentimentale liberalborghesuccio lettore di Repubblica, ma invece finanche in Croce giudice duro e discriminatorio perché discriminava fra il Bene e il Male, fra il Buon ladrone e il Malvagio ladrone.
America?
Non un fiore, non una lacrima, non una prece. Non merita.
Без Америки, Мира для Всех Народов Мира!🇷🇺🇷🇺🇷🇺
intanto le previsioni dei costi dell’energia e delle materie prime in genere sono pessime per le famiglie e le aziende €U in genere e italiane in particolare: costi in crescita fino al 2024!! oltre alle carenze dovute a governi incapaci di programmare che ci porteranno salti di corrente elettrica di gas e di acqua ,scarsità di generi alimentari e inflazione a 2 cifre.
tenetevi forte pensionati,stipendiati e salariati italiani
sempre che zio Vlad non disponga diversamente e ci vaporizzi con una nuke bomb ben assestata…(come sarebbe nel suo diritto!) Prima di noi però un bel sarmat carico sulla City of London,direttamente sulla Testa della Bestia
A meta’ degli anni settanta un’ economista di scuola trozkista analizzando la non convertibilita’ in oro del dollaro si interrogava sul percorso dell’ egemonia monetaria usa. da ingenuo marxista leggeva l’ imperialismo monetario. la descrizione dell’ imperialismo aveva gia’ una lettura esauriente nel sovietismo nascente che rinuncio’ di fatto ad esserlo uscendo dalla guerra e abbandonando territori. Nel prosieguo degli anni in continuazione la crisi del capitalismo veniva sbandierata da marxisti e non ed anche da qualcuno del soviet supremo dell’ urss( mi sembra anche nikita krusciov) . Ora l’ imperialismo ha preso interamente la sua versione ” suprema” di essere una necessita’ fatale su basi etniche, culturali ( fino al transumanesimo). Io sono convinto che il debito accumulato dagli usa al momento buono, se non dovesse andare troppo bene la guerra atlantica contro la russia, sara’ non rimborsato tipo l’ espropriazione fatta ai russi,solo che i titoli di proprieta’ multimazionali rimarranno tali ed avremo quindi il perfezionamento di quella che per il momento non e’ ancora una colonizzazione . Insomma io sul traballare degli usa ho i miei dubbi. Piuttosto la partita e’ sul ritorno alla struttura medievale che comprenderebbe il mondo atlantico e di contro l’ impostazione putin/xijinping. Gli usa sostengono che il mondo arretrato e’ il russo e l’ importante e’ tenerlo tale in una lunga dissanguante e impoverente guerra. Nel piccolo di questo blog sara’ molto necessario avere notizie sul procedere della guerra, piu’ che variazioni sul tema, perche’ si devono avere informazioni di un procedere vittorioso in quella che gli atlantici hanno sbrigativamente portato in terza fase mentre noi non capiamo ancora se siamo nella seconda. Per il saker in licenza malattia: tra un po’ firma per uscire, i combattenti sono tutti utili!
^! ++
Mi associo alla richiesta di un’informazione puntuale e quanto più possibile precisa sugli avanzamenti della SMO.
Il detto che “Il potere corrompe, il potere assoluto corrompe ancor di più” non è mai stato così attuale! Cosa si può dire delle nostre “cosidette” elitè se non che sono totalmente staccate dalla realtà? Speranza che vaneggia di una quarta dose di vaccino ( https://www.youtube.com/watch?v=j-6B5aGdf0U ) nel mentre la rabbia sociale aumenta! Prima o poi la corda si spezzerà e nessun dio del WEF od altri riuscirà a placare la rabbia!
1. Belgogrod. Colpita sede del ministero difesa + 7 case di abitazioni civili.
2. A Kursk crolla un ponte ferroviario… si scopre che è stato un sabotaggio.
Da altre notizie di incendi vari e strani si evince che c’è una rete forse di Russi stessi antiPutin commista con immigrati, ben dotata di esplosivi, esperta nell’usarli, in grado di scegliere pochi obiettivi…
Se vogliamo veder del buono in questo è che ciò è una sveglia per le Autorità che come al solito in Russia, diventano reattive e si organizzano se stimolate.
—,questi attacchi ,che sono atti di guerra o di terrorismo ,sono la firma di coloro che la stanno dirigendo a ovest e che hanno, nella loro strategia di destabilizzare i territori ,della Fed.Ru., prossimi al confine nella convinzione che queste azioni indeboliscono l’autorità del Presidente che, secondo le loro aspettative lo farebbero cadere.
A mio avviso il comandante in capo sa benissimo che durante una guerra ogni Stato che si rispetti attiva una sorveglianza strettissima su personaggi che hanno un seguito politico ,anche se minimo, e che per scoraggiare altre azioni banditesche deve attuare un protocollo di comportamento di sorveglianza che attesti all’esistenza e sicurezza della federazione russa.
C’è la firma di chi o coloro che hanno attaccato obiettivi di valore in due cittadine entro il confine dei Variaghi dell’est? Non gli si deve mandare a dire che ci sarà una risposta né simmetrica né asimmetrica né geometrica: si deve fare anche fuori dal confine ,verso ovest, e poi si saprà cosa è successo.
232 T72 polacchi consegnato a Ucraina…+ materiale bellico vario…
https://www.kp.ru/online/news/4730767/
una montagna di acciaio,
consegnata come,
per via telematica su una pennetta usb?
Purtroppo, in guerra occorre essere cattivi, …i Russi lo capiranno?
No, niente rivendicazioni. Terrorismo anonimo.
Spero di leggere nei prox giorni di primi arresti!
L’umorismo di Lavrov!🇷🇺 Porrca trota, che situazione!
https://youtu.be/x359OA0hOmc
…Lavrov peró si dimentica del naso…
E l’Italia scende sempre più verso il totalitarismo ( https://www.maurizioblondet.it/la-corte-costituzionale-rendera-coatto-il-vax/ )! Bè, è ora che essi scoprano i frutti che essi hanno seminato! Prima o poi scoppierà una guerra civile! Anche in Francia prima o poi si arriverà alla resa dei conti! Per quanto riguarda l’Ucraina: e dopo che hanno ricevuto quelli armamenti che fanno? Non possono farli arrivare nel fronte perchè verrebbero distrutti lungo il tragitto, la logistica delle forze armate è lunga e complessa e mancano le retrovie, il loro esercito è semi-distrutto e i mercenari lentamente si stanno arrendendo. Cosa possono fare?
gli armamenti?
li venderanno al mercato nero
A mio avviso la Nato sta costruendo il “Caso Umanitario”; farà passare in Assemblea o in consiglio di sicurezza una mozione di condanna per la Russia su questa base entrerà con gli scarponi per salvare la popolazione, poi per difenderla poi per respingere l’Invasore.
il zelensky che appare ammutolito è sempre pericoloso:
https://www.huffingtonpost.it/esteri/2022/05/01/news/ponte_crimea_zelensky-9302149/
Zelensky vuole abbattere il ponte di Crimea: simbolo della potenza di Mosca, da lì passano armi e scorte di grano
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o sarà il suggerimento di oggi della Nancy Pelosi?
se la Nato/Ucraina riuscissero a distruggere anche solo una campata ,del ponte di Crimea, possiamo prevedere che reazione verrebbe da parte della Russia! Risposta simmetrica,antagonista o che cosa?
Intanto le brutte notizie circolano : gli ucraini si sono fatti più baldanzosi e pericolosi con i suoi due più recenti attacchi di sabotaggio in Russia.(Belgorod e Kursk).
Qui si deve assolutamente verificare se ci sia qualche elemento inquinante nel sistema di sicurezza interna e anche dell’esercito della Russia.
MI attendo novità ed epurazioni in breve arco di tempo.