“La Guerra è la salute dello Stato” ha scritto il critico sociale Randolph Bourne in un saggio divenuto ormai un classico su come l’America è entrata nella prima guerra mondiale: “Attiva automaticamente nella società un irresistibile tendenza all’ uniformazione, alla cooperazione entusiastica con il governo, alla coercizione nei confronti degli individui e delle minoranze che sfuggono alle logiche del gregge. Altri valori come la creatività, la conoscenza, la ragione, la bellezza, il miglioramento della vita, sono istantaneamente e unanimemente sacrificati, e le categorie portanti che si ergono a difensori dello Stato sono costrette non solo a rinunciare a questi valori, ma a farsi agenti della costrizione nei confronti di tutti gli altri associati”.
La guerra induce nella massa una spirale psicotica che la trasporta in una realtà fittizia. Questo processo può essere alimentato da due stimoli propagandistici: la psicosi del nemico interno (nel caso ucraino: le spie russe, i “vatniki”, i “koloradi”) e la psicosi del nemico esterno (l’onnipresente Putin). Il terrore del nemico innesta la paranoia di guerra, e solo grazie a questa psicosi le classi dirigenti riescono ad ottenere l’adesione e la complicità attiva delle masse al proprio sistema di potere.

Come disinnescare questi circoli viziosi? Un metodo potrebbe essere la satira, una satira che possa svelare determinati meccanismi propagandistici che alimentano la paranoia. Questo video umoristico rappresenta senz’altro un buon campione del tipo di mossa culturale che potrebbe sciogliere le spirale della contrapposizione.

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