– Vittorio Nicola Rangeloni * –

Dopo oltre un anno dall’inizio dei conflitti nella città di Pervomaysk, parecchie famiglie vivono tutt’ora sotto terra nei rifugi di epoca sovietica. Siamo stati nel rifugio di una vecchia fabbrica della città, ed abbiamo incontrato bambini, anziani e famiglie che da un mese ed un anno non hanno altra soluzione che vivere in condizioni assurde.  Non è facile trovare lo scantinato per chi non ne conosce la posizione, infatti per accedervi occorre inoltrarsi tra la boscaglia, nella zona della vecchia fabbrica nella periferia della città. Il rifugio, accessibile da una scalinata che dal boschetto si cala nel sottosuolo, può ospitare fino a 200 persone.

La città – che si trova sula linea del fronte – è una delle più colpite della Repubblica di Lugansk. Qui i punitori ucraini hanno condotto attacchi aerei ed attacchi di artiglieria di ogni tipo. La maggior parte degli edifici porta i segni della guerra in modo irreversibile. Le persone non hanno alternative: o vivono nei rifugi sotterranei e negli scantinati, o rischiano di morire nelle proprie case.

Riportiamo anche la trascrizione tradotta del servizio:

Questo è il rifugio sotterraneo della città di Pervomaysk. Dall’anno scorso, dal mese di agosto, qui sotto vivono 50 persone. Capita che durante gli attacchi più intensi le persone che arrivano a trovare rifugio siano duecento. In ogni caso vivono bambini, famiglie, che hanno perso le case e tutto quello che avevano. Da un anno vivono in queste condizioni.

Signora: La nostra casa e’ completamente bombardata, palazzina 13 del quartiere “40 anni dalla Vittoria”. Abbiamo paura, cosi’ come i bambini.. ce ne sono 12, arrivano tutti qui. C’e’ Natasha che ha il nipote malato, che ha bisogno di aria perche’ soffoca. Ora sono a casa, ma appena iniziano a bombardare, corrono subito qua, con 4 bambini, qui trovano riparo.. Mal di testa dal nulla, il cuore fa male. Prima non sapevo nemmeno cosa fosse il cuore, ora inizia a colpire e basta.. dal centro, sale tutto, inizi a tremare, singhiozzare, le gambe e le braccia tremano..e basta.

Vittorio Nicola Rangoloni [V]: Da quanto tempo vi trovate qui?

Bambina [Ba]: Un anno ed un mese.

V: Un anno ed un mese? Ed uscite per strada?

Ba: Si, qui vicino.

V: Ovviamente non andate lontano…

Ba: Si, abbiamo paura. Oggi ad esempio siamo usciti a fare un giro, e da quella parte hanno iniziato a sparare violentemente – sparavano su di noi – e siamo tornati subito qui.

V: Succede tutti i giorni?

Ba: Si, ogni giorno.

V: Che passatempi avete?

Ba: La televisione.

V: Avete qualche programma preferito?

Ba: Ci sono solo due canali…

V: Quanti bambini siete a vivere qui?

Ba: 12.

V: Il bimbo piu’ piccolo quanti anni ha?

Ba: Il più piccolo? Piccola… Ha due anni.

V: E tutti vivete in queste condizioni.. Siete 12 bimbi, ed in generale invece, quanti siete qua?

Ba: Persone? Circa 200.

V: 200 persone?

B.: Si, specialmente la sera quando si riuniscono tutti.

Bambino [Bo]: In realtà 200 sono i posti letto, mentre ora che comunque sparano meno, arrivano sulle 60 persone. Quando invece sparano di più si arriva anche a 100.

Ba: Si, 100, tante persone…

V: Voi studiate anche qui?

Ba: Si, andavamo a scuola .

Bo: Alla decima (scuola), qui abbiamo le persone con cui fare i compiti, coi genitori, abbiamo due insegnanti

V: Arrivano qui?

Ba: Si, ci aiutano.

V: Vivono anche loro qui?

Ba: Si, anche.

V: Sapete se la vostra scuola è distrutta?

Ba: La prima scuola si, è distrutta.

V: Come avete organizzato gli spazi? Non so, avete una cucina, avete…

Bo: Si, eccola qui.

Ba: Ecco anche in quella stanza e’ uguale, in quest’altra anche…

V: Avete anche il posto dove studiare?

Ba: Si, la decima scuola. Ci andiamo ogni tanto, quando sparano non ci andiamo. Solitamente andiamo là quando c’è più silenzio.. Anche in chiesa andiamo.

Bo: Si, andiamo in chiesa.

Ba: E’ tipo una scuola della chiesa.

V: Però avete paura ad uscire anche ad andare in chiesa?

Bo: Si, c’è stata una volta in cui stavamo entrando a pregare, quando ci bombardavano.

V: Cosa pensate di quelle persone, che arrivano qua dalle alter città dell’Ucraina e sparano sulla popolazione civile, come può essere cosi? Cosa pensate?

Ba: Io non so.

V: Non può essere cosi, non può.

Ba: A dire il vero tutto questo ci ha stancati.

V: Avete amici che ad esempio sono andati via, magari anche dall’ altra parte?

Ba: Ci sono.

V: Si?

Ba: E non pochi… Ma a dire la verità, dall’ altra parte non è andato nessuno.. Sono andati o in Russia, od a Lugansk e basta.

V: Resistete ragazzi, resistete!

Reporter, LNR Today Italia

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