I giovani educatori estendono lo sciopero nel bel mezzo di un conflitto con le regioni un tempo controllate dai britannici

In tutto lo stato dell’Africa occidentale gli insegnanti sono in sciopero e protestano contro il mancato pagamento degli stipendi.

Gli educatori più giovani che hanno iniziato a lavorare negli ultimi sette anni affermano di non aver mai ricevuto lo stipendio.

Una riunione speciale convocata dagli alti funzionari governativi alla fine di marzo ha deciso di istituire un gruppo di lavoro per affrontare la questione. Tuttavia, gli educatori non saranno soddisfatti fino a quando non riceveranno l’intera retribuzione per i loro servizi.

Il 29 marzo una riunione tra funzionari di governo e rappresentanti del sindacato degli insegnanti ha prodotto un comunicato congiunto. I ministri presenti hanno deciso di muoversi il più rapidamente possibile per risolvere i problemi.

Secondo il comunicato diffuso al termine dei colloqui, l’ufficio del Primo Ministro ha detto:

“Dopo discussioni franche e fruttuose che hanno contribuito a indagare sulla situazione attuale, i partecipanti hanno concordato sui seguenti punti: (1). Il pagamento rapido e integrale di tutti gli insegnanti interessati a partire dal mese di aprile 2017; (2) la creazione di una piattaforma consultiva che riunisca i rappresentanti delle amministrazioni coinvolte nell’elaborazione dei casi di pagamento degli insegnanti e di quelli dei membri del “Collettivo degli Insegnanti Indignati del Camerun” per: (i) determinare con precisione il numero degli insegnanti effettivamente interessati; (ii) proporre soluzioni durevoli alla tardiva elaborazione dei casi osservata; (iii) elaborare un piano per la liquidazione degli arretrati dovuti ai docenti interessati; e (iv) definire i mezzi per determinare rapidamente le spettanze e altri bonus”.

Questi problemi legati al lavoro, che hanno avuto inizio nelle due province del paese un tempo amministrate dagli Inglesi, si sono ora diffusi nelle otto aree di lingua francese. Una marcia e un raduno nella capitale Yaoundé il 28 marzo, davanti al ministero delle Finanze, ha coinvolto centinaia di insegnanti delle scuole primarie e secondarie, molti dei quali portavano cartelli che dicevano “niente paga, niente lavoro”.

Proprio il giorno prima, il 27 marzo, gli insegnanti hanno rifiutato di accondiscendere alle sollecitazioni del governo di porre fine allo sciopero. Il direttore delle risorse umane del Ministero della Pubblica Istruzione Secondaria, Moussa Djafarou, ha detto ai media che circa 11.000 fascicoli personali autenticati degli educatori sono stati compilati e trasmessi al Ministero delle Finanze per l’elaborazione.

I rapporti indicano che fino a circa 20.000 insegnanti non ricevono il pagamento degli stipendi, su un totale di circa 80.000 educatori. Le persone colpite sembrano essere quelle che si sono laureate e hanno iniziato la professione nel corso degli ultimi sette anni.

Gli insegnanti che protestano attribuiscono la loro situazione al disordine amministrativo. Dicono ripetutamente che i Ministeri dell’Istruzione e delle Finanze non sono riusciti a svolgere le loro funzioni.

Rogers Kiven, un maestro 27enne, si è recato a Yaoundé da Mokolo, situata al confine con la Nigeria. Kiven è stato citato in un articolo di Voice of America, dove aveva detto di non aver ricevuto una singola busta paga da quando aveva iniziato la sua carriera quattro anni fa.

Il giovane insegnante ha sottolineato che:

“Abbiamo scoperto che due, tre, quattro anni dopo la nostra assunzione non avevamo ancora [ricevuto] un franco. Abbiamo comunicato [con] il nostro ministro e lui ha comunicato col suo collega della finanza. Da queste comunicazioni, siamo stati in grado di dedurre che i nostri soldi li aveva il Ministro delle Finanze. Fino a quando non verremo pagati, non abbiamo intenzione di lasciare questo posto”. (VOA, 28 marzo)

Un altro insegnante, il 30enne Zudom Calvin, ha osservato che questa non è la prima volta che i funzionari governativi hanno promesso di pagare gli arretrati dei loro stipendi. Calvin ha detto:

“Ci chiedono di compilare i documenti, e anche quando lo facciamo, a volte questi si perdono. Perciò non vogliamo che il sistema vada avanti così. Lui [il Ministro delle Finanze] ci deve pagare”. (VOA)

Le Origini Coloniali dell’Irrisolta Questione Nazionale in Camerun

La situazione degli insegnanti del Camerun è emersa per la prima volta nel contesto dei problemi delle aree che in precedenza erano dominate dall’imperialismo britannico. Dopo l’indipendenza nel 1960 le divisioni promosse dalla spartizione del paese tra la Francia e l’Inghilterra nel 1919 non sono mai state completamente risolte. Anche se ufficialmente il Camerun non è un cosiddetto “stato francofono”, coloro che risiedono nelle ex regioni coloniali britanniche del nord-ovest e del sud-ovest affermano che i loro diritti vengono sistematicamente violati nei settori legali ed educativi.

Per sei mesi i disordini si sono diffusi nelle zone di lingua inglese. Gli avvocati hanno scioperato lamentando l’imposizione di giudici amministrativi di lingua francese nelle loro aule dei tribunali, rendendo il loro lavoro quasi impossibile. Questo malcontento si è diffuso nel sistema scolastico, innescando uno sciopero tra gli educatori negli ultimi mesi del 2016.

Tutto il moderno Camerun e gli altri territori limitrofi, tra i quali il Togo, vennero inizialmente colonizzati dalla Germania il 5 luglio 1884, addirittura prima della Conferenza di Berlino del 1884-85 sull’Africa occidentale, nella quale gli stati imperialisti si divisero il continente in base alla propria situazione economica e agli interessi politici. Le autorità coloniali tedesche introdussero un sistema di lavoro forzato utilizzato per costruire le ferrovie in tutto il paese.

La Germania mantenne le colonie in Africa sudoccidentale, in Africa orientale nel Tanganica, e in Africa occidentale, dove decine di migliaia di africani vennero sottoposti a politiche genocide tramite lavoro forzato, pestaggi sistematici e fame. Questi atti brutali causarono anche morti diffuse in Camerun e Togo.

Una descrizione del carattere della repressione coloniale tedesca dice:

Jesko von Puttkamer, uno dei governatori della colonia, fu il maggiore responsabile di questa brutalità in Camerun. Egli descrisse il popolo Duala del Camerun come “la marmaglia più pigra, falsa e ignobile sul quale il sole abbia mai brillato, e sarebbe stato certamente meglio se, durante la conquista del paese nel 1884, fosse stata perlomeno cacciata da esso, se non sterminata”. Sotto il suo governatorato (1895-1906) gli indigeni venivano brutalmente fustigati, le proprietà confiscate, i villaggi bruciati, i nativi assassinati, i capi imprigionati, e il lavoro era forzato e non pagato. Queste erano alcune delle lamentele dei capi indigeni contro von Puttkamer. Il governo tedesco, però, trovò queste accuse indegne di indagine. Fu solo grazie agli sforzi di una coalizione di missionari e grandi aziende che von Puttkamer venne sostituito come Governatore”. (Articolo di Bill Johnson pubblicato su www.creation.com/African-holocaust, 28 novembre 2013)

Durante la Prima Guerra Mondiale, gli Inglesi invasero il Camerun tedesco, prendendo il controllo del territorio. La sconfitta della Germania nella prima guerra imperialista pose fine al suo progetto coloniale in Africa, consegnando la gente del Togo e del Camerun al dominio britannico e francese.

La Lotta per l’Indipendenza e il Trionfo del Neocolonialismo

Nel dicembre del 1956, l’Unione dei Popoli del Camerun (UPC), un movimento di liberazione nazionale rivoluzionario antimperialista, lanciò una lotta armata contro la Francia per ottenere l’indipendenza. L’UPC chiedeva l’unificazione delle regioni del paese dominate da Francesi e Britannici. Le autorità coloniali francesi soppressero il movimento di liberazione causando la morte di decine di migliaia di Africani.

In seguito Ruben Um Nyobé, il Segretario Generale dell’UPC, venne ucciso in combattimento il 13 settembre 1958. Félix-Roland Moumié, presidente dell’UPC, venne avvelenato a Ginevra, in Svizzera, nell’ottobre del 1960, dai servizi segreti francesi.

I quadri dell’UPC continuarono la lotta armata fino all’arresto nell’agosto del 1970 di Ernest Ouandié, che fu giustiziato sei mesi più tardi, il 15 gennaio 1971. Un altro leader dell’UPC, Osendé Afana, venne ucciso nel sud-est il 15 marzo 1966.

Il primo presidente del Camerun post-coloniale, Ahmadou Ahidjo, collaborò con gli imperialisti francesi contro l’UPC, e vinse in favore dell’imperialismo. Ahidjo governò il paese dal momento dell’indipendenza, nel gennaio 1960, fino al 1982, quando rinunciò volontariamente all’incarico. Il suo Primo Ministro, Paul Biya, prese il controllo e presto si scontrò con i sostenitori di Ahidjo. L’ex presidente andò in esilio nel 1983 e non tornò nel paese. Il governo Biya lo accusò di un tentativo fallito di golpe militare nell’aprile del 1984.

Le divisioni tra le regioni del paese dominate dagli Inglesi e dai Francesi sono state ufficialmente risolte al momento dell’indipendenza nel luglio 1961, in occasione della Conferenza di Foumban. Ahidjo divenne il primo presidente del Camerun francese e i referendum successivi divisero lo stato tra la Nigeria e il Camerun. Le aree del nord a maggioranza Musulmana vennero federate con la Nigeria, un’ex colonia britannica. Le aree occidentali controllate dalla Gran Bretagna vennero incorporate nell’odierno Camerun.

Biya è rimasto in carica per trentacinque anni. Ci sono state numerose elezioni a partire dal 1980, nelle quali Biya è riuscito a mantenere il controllo attraverso il suo partito di governo, il Movimento Democratico del Popolo Camerunense (CPDM). Il partito ha la maggioranza nel ramo legislativo del governo.

Il paese è stato sottoposto anche a minacce da parte del gruppo islamico Boko Haram, di base nella vicina Nigeria. In un recente video il leader di Boko Haram ha minacciato di assassinare Biya.

Questi sviluppi in Camerun testeranno senza dubbio la forza e la vitalità dello stato, tra le richieste da alcuni leader delle regioni di lingua inglese di separarsi da Yaoundé. Ciononostante, l’ulteriore balcanizzazione dell’Africa, un prodotto del dominio imperialista del 19° secolo, non può fornire una soluzione alle questioni irrisolte di nazionalità e lingua.

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Articolo di Abayomi Azikiwe pubblicato su Global Research il 4 marzo 2017.

Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

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