L’amministrazione Trump ha finalmente nominato un sottosegretario del Dipartimento di Stato per la politica in Africa. Tibor Nagy, il nuovo assistente del Segretario di Stato, eredita un caos, causato dall’atteggiamento imperialista americano e dalla dominazione del grande business, che non porterà niente di buono agli africani. Mentre l’America e il mondo sono impegnati con il sovraccarico di informazioni, i legislatori americani stanno per conquistare l’Africa prima dei cinesi.
Tutto proteso a spingere una cosa chiamata Corporazione Finanziaria per lo Sviluppo Internazionale (IDFC), Nagy ha detto al Senato degli Stati Uniti quello che tutti volevano sentire, quando ha portato all’assemblea la legge bipartisan “Migliore Utilizzazione degli Investimenti Rivolti allo Sviluppo” (BUILD [in inglese]) che ora è in discussione. Sono finiti i tempi in cui i sotterfugi da gentiluomini erano un’arte: i burocrati degli Stati Uniti e i politici di carriera ormai parlano schietto, nell’odierna età dell’arroganza e dell’eccezionalità. Nagy sta già suonando la tromba a Trump, aspro nella sua scarna retorica, e profetizza che l’aiuto allo sviluppo per l’Africa sarà orientato a fornire opportunità alle imprese statunitensi. Non è uno scherzo, il nuovo incaricato se n’è uscito dicendo proprio questo.
Un senatore, il democratico Chris Coons del Delaware, non ha fatto mistero delle intenzioni strategiche del BUILD, quando ha detto alla commissione per le relazioni estere che l’IDFC “avrebbe dato forma agli sforzi per controbilanciare la crescente influenza economica della Cina nel continente”. Coons, che è tra i promotori del disegno di legge, sembrava un mercante di bazar al Senato. L’ex repubblicano, che alcuni dicono sia più amorale di Dick Cheney, è intransigente come Lindsey Graham o John McCain quando è in gioco la politica degli Stati Uniti. Le sue opinioni sulle guerre per procura in Ucraina [in inglese] e in Siria sono praticamente omicide, ma questo non sorprende dal momento che Coons risponde alla lobby israeliana AIPAC. Ma torniamo a Nagy e al piano per l’Africa.
Questo [in inglese] disegno di legge essenzialmente autorizza l’Agenzia Statunitense per lo Sviluppo Internazionale (USAID), che tutti sanno operare sotto controllo della CIA, a trovare fondi e a potenziare l’IDFC per finanziare l’egemonia statunitense e il suo nuovo colonialismo in Africa. L’atto prevede che la fonte delle risorse sia la Corporazione per gli Investimenti Privati Oltremare (OPIC), un tessuto connettivo imprenditoriale che comprende il governo degli Stati Uniti, società come Total, e iniziative come Power Africa. L’intero procedimento è solo una copertura per aiutare i grandi capitali a trarre vantaggio da settori quali petrolio, gas, geotermia, energia idroelettrica, eolica o solare, e biomassa, nonché da investimenti infrastrutturali. La missione di Tibor Nagy sarà quella di attuare gli effetti principali e collaterali del BUILD. Per capire bene questo rinnovato impegno in Africa e il ruolo di Nagy, dobbiamo solo guardare a chi è a favore e a chi è contro il BUILD.
Cercando tra i sostenitori del BUILD, emerge in maniera evidente il gruppo di esperti del Centro per lo Sviluppo Globale (CGD) di Washington. Il CGD è una delle ONG più influenti operanti in Africa ed è il braccio operativo dei banchieri centrali occidentali. L’economista ex capo della Banca Mondiale e segretario al Tesoro di Bill Clinton, Lawrence Summers, è stato a capo di questo gruppo dal 2014. Potrei demolire Summers solo per il potenziale volume finanziario da lui bruciato, ma il suo patrocinio e ruolo nella legge Gramm-Leach-Bliley, che ha portato alla catastrofe finanziaria del 2007-2008, è sufficiente a provare che il CGD non ha nulla di buono in serbo per l’Africa. Ed ecco [in inglese] che il CGD sostiene il BUILD.
Non molti dei lettori di New Eastern Outlook saranno sorpresi di trovare il Brookings Institute in cima alla lista di sostenitori di questo nuovo imperialismo africano. “Costruire una solida istituzione finanziaria per lo sviluppo degli Stati Uniti”, detto [in inglese] dal socio esperto George Ingram, suona come se fosse stato scritto dal miliardario degli hedge fund George Soros la sera, prima di andare a letto. Ingram è anche socio del CGD, presidente del pensatoio della Coalizione della Leadership Globale Statunitense (USGLC), della Fondazione Eurasia e del Consiglio Esecutivo sulla Diplomazia, solo per citarne alcuni. Leggendo che la missione obbiettivo dell’USGLC è descritta come supporto ad “un approccio intelligente alla potenza, atto ad elevare la diplomazia, lo sviluppo e la difesa al fine di costruire un mondo migliore e più sicuro”, sovviene che lo scopo del supporto di Ingram per BUILD rimane un po’ ambiguo. Ingram è un caso interessante, ma andiamo avanti.
È interessante notare che James M. Roberts e Brett Schaefer della Heritage Foundation esprimono un dissenso esplicativo sul valore del BUILD. Con “esplicativo” intendo in realtà rivelatore. Prima di tutto, gli studiosi del gruppo di esperti ci dicono che la riorganizzazione, sostenuta da Trump, della Corporazione per gli Investimenti Privati Oltremare (OPIC) non è altro che il potenziamento di una rigorosa leva finanziaria per grandi affaristi. Naturalmente, non è questo quello che i soci di queste iniziative intendono rivelare, ma se presumibilmente tutti gli aiuti di matrice governativa all’Africa sono a fini strategici, allora è lecito sospettare del BUILD. Vediamo come i due dell’Heritage ci rivelano di come il BUILD sia solo una messa in pratica di interessi strategici contro la Cina:
Inoltre, la legge BUILD non richiederà alcuna azione specifica di contrasto agli investimenti e all’influenza cinesi, e questa è la ragione principale per cui l’amministrazione Trump e i conservatori dovrebbero considerare di dare il loro sostegno alla legge.
Indovino se dico che i cervelli degli esperti credono che i normali cittadini non si documentano sui loro grandi progetti? Sempre più frequentemente scopriamo che questi aristocratici re filosofi si sostituiscono al popolo americano ed ai suoi interessi. Dio solo sa cosa stanno progettando in segreto. Ma andiamo avanti.
James Jay Carafano è il direttore del Centro Studi di Politica Estera “Douglas e Sarah Allison” e vicedirettore dell’Istituto di Studi Internazionali “Kathryn e Shelby Cullom Davis” presso L’Heritage Foundation. Le sue idee sul BUILD cancellano le mie speranze sul fatto che l’ Heritage Foundation voglia sopprimere le idee imperialiste degli Stati Uniti. Viene fuori invece che l’Heritage non è contro il BUILD, bensì vogliono solo che il nuovo ente aiuti ancora di più le grandi aziende. Vogliono prendere controllo dell’Africa prima che lo faccia la Cina! Le recenti dichiarazioni di Carafano al giornale politico The Hill dicono cosa il BUILD farà e non farà e chiariscono in cosa consiste l’aiuto degli Stati Uniti all’ Africa:
Ma esso ignora altre priorità, come tagliare i budget, sostenere gli affari degli Stati Uniti o fornire un mandato esplicito per contrastare i concorrenti dell’America (in particolare la Cina).
Se il cittadino americano medio avesse avuto il tempo di informarsi, sarebbe rimasto sconvolto da ciò che gli imbroglioni di Washington stanno facendo. Il triste spettacolo è presentato come un dibattito bipartisan sui giornali delle grandi corporazioni, ma in realtà Trump e i legislatori sono fianco a fianco per aiutare le élite monetarie ad ottenere altro denaro elitario con una nave pirata mascherata da aiuto umanitario.
Il Piano per la Sicurezza Nazionale di Trump (NSS) ha sorprendentemente elevato la Cina e la Russia al primo posto come principali minacce alla sicurezza globale degli Stati Uniti, ed ha automaticamente spostato il terrorismo internazionale al secondo posto tra le nostre più grandi paure. E la cooperazione della Russia con lo Zambia e il Sud Africa nel campo nucleare ha fatto correre brividi di paura nelle sale dell’egemonia statunitense. A partire dalla recente rivelazione che fu una soffiata della CIA a portare all’ormai leggendario arresto di Nelson Mandela, fino al più blando sospetto che la nostra politica lavora per l’avidità delle compagnie statunitensi, i nostri modi di fare sono altrettanto cattivi, se non peggiori, degli atti palesi che hanno causato le guerre mondiali. Dopo tutto, qual è la differenza tra invasione materiale ed il sovvertimento con furto? Io dico che la prima è innanzitutto più onesta. Attraverso questa legge si vedono al lavoro le élite nella preparazione di maggiori investimenti col supporto dei certificati del Tesoro.
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Articolo di Phil Butler apparso su New Eastern Outlook il 26 agosto 2018
Traduzione in italiano di Pier Luigi S. per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
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