Nel mondo in cui viviamo, nella corsa per guadagnare il controllo delle risorse naturali chiave che sfruttiamo, e per modellare l’ordine politico mondiale del 21° secolo, ci sono molte aree dell’Africa in cui Cina e Russia hanno interessi che si sovrappongono. Circa il 50-52% delle risorse naturali della Terra si trovano in Russia e in Africa, ciò significa che la Russia ed i paesi nel continente africano tendono ad avere una prospettiva condivisa alla domanda su come l’economia globale debba essere organizzata. Secondo le cifre degli esperti, l’Africa possiede circa il 30% delle riserve minerarie rimanenti, ed è dove avviene l’83% della produzione mondiale di platino , il 40% della produzione di oro, 47% del cobalto, 43% del palladio e 42% del cromo.

Durante la Guerra Fredda, l’Africa è stata una delle principali arene dove URSS e Stati Uniti hanno lottato per espandere le proprie sfere di influenza. C’è stata una tendenza più forte verso Mosca nel continente africano, poiché molti africani vedevano la Russia come un amico e un alleato naturale. La Russia non ha mai colonizzato nessuna parte dell’Africa, e ha giocato un ruolo unico nel preparare la scena per liberare e assistere gli stati africani indipendenti nel processo di decolonizzazione, dopo la Seconda Guerra Mondiale. E’ stato grazie all’iniziativa di Mosca e al suo supporto politico che le Nazioni Unite hanno adottato la propria storica Dichiarazione dell’Assemblea Generale sull’Indipendenza delle Nazioni e Popoli Coloniali nel 1960. L’URSS fornì assistenza completa, compreso l’appoggio militare per i movimenti di liberazione nazionale dei paesi Africani, e per aiutare i governi neo-insediati a difendere la propria sovranità.

Durante gli anni post coloniali, sul continente africano l’Unione Sovietica ha costruito oltre 400 impianti industriali, 100 imprese agricole, 140 istituti d’istruzione, e formato oltre 100.000 specialisti.
Questo ha dato un contributo molto significativo al PIL dei singoli paesi africani, specialmente se si considera che erano aziende e specialisti che hanno formato la spina dorsale del moderno settore produttivo in molti stati.

Dopo il collasso dell’URSS, la Russia ha temporaneamente perso di vista l’Africa nella propria politica estera. Tuttavia, alla luce degli eventi che si sono sviluppati negli anni recenti, è chiaro che i paesi Africani non si sono dimenticati dell’appoggio che l’URSS ha fornito alla propria lotta per conquistare l’indipendenza, e questo è di grande utilità per la Russia nell’attuare la propria attuale politica estera verso l’Africa.

Ci sono attualmente 35 ambasciate russe in Africa, e 33 ambasciate africane a Mosca. Lo scambio commerciale russo con i paesi africani è aumentato di 17 volte rispetto a quello di 15 anni fa, e ha raggiunto i 18,5 miliardi di dollari. Fino al 30% di questi scambi con l’Africa riguarda il settore agricolo. Si stanno sviluppando collaborazioni in aree dove la Russia ha un vantaggio competitivo, come l’energia nucleare. Per esempio, sono iniziati i lavori per costruire la più grande centrale nucleare dell’Egitto, e sono stati siglati accordi con 11 paesi africani per un uso pacifico dell’energia nucleare. Oltre il 40% dell’export russo di armamenti è diretto all’Africa. La Russia e i paesi africani cooperano sempre più in campo scientifico e ingegneristico in un numero crescente di campi, e si stanno attuando progetti per creare centri di ricerca condivisi.

Allo stesso tempo, la politica estera della Federazione Russa ha effettivamente concentrato una modesta attenzione all’Africa negli ultimi due decenni. La Russia non occupa più un ruolo centrale nel fornire i complessi macchinari necessari alla costruzione di grandi impianti industriali ed energetici. Il numero di studenti che viaggiano in Russia per ricevere un’istruzione di terzo livello è calato significativamente: un totale di 15 mila studenti provenienti dall’Africa sono iscritti in università russe, 4 mila dei quali godono di borse di studio fornite dal bilancio federale Russo.

In contrasto, i paesi Occidentali non solo hanno considerevolmente rinforzato la propria presenza in Africa, ma anche la Cina è entrata in scena. La Cina è divenuta il primo partner commerciale africano nel 2009, superando gli Stati Uniti. Oggi, lo scambio commerciale della Cina in Africa supera i 200 miliardi di dollari. Altri paesi come l’India, i paesi scandinavi e i paesi produttori di petrolio del Golfo hanno avuto un considerevole successo lavorando con paesi Africani.

In questo contesto, la domanda di come la Russia possa tornare in Africa è un interesse di grande attualità. Ovviamente non può esserci un ritorno al periodo Sovietico, l’influenza che i Sovietici hanno avuto non può essere ripetuta o copiata. La Russia è un paese differente con un sistema politico completamente differente e un’economia di mercato. Anche l’Africa è cambiata, e ha fatto un grande balzo in avanti nei recenti decenni. I paesi Africani adesso hanno altri bisogni, e vorrebbero ricevere un’assistenza diversa dai paesi stranieri, inclusa la Russia.

Questo è il perché la Russia intende evidenziare le sfide che sta fronteggiando il continente Africano, e cercare soluzioni durante il mandato russo alla Presidenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel settembre di quest’anno. Il Ministro degli Esteri Russo Sergej Lavrov ha confermato questa intenzione a fine agosto, durante una conferenza stampa comune con il suo omologo angolano Manuel Domingo Augusto. Il Ministro degli Esteri Russo ha inoltre enfatizzato che “la cooperazione tra i paesi Africani e i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa) è un aspetto importante delle moderne relazioni internazionali”. Siamo d’accordo nel continuare l’esperienza che è iniziata nel 2018, quando i rappresentati delle principali organizzazioni sub-regionali africane hanno partecipato al summit BRICS”, ha aggiunto Lavrov.

Il primo Forum Economico Russia-Africa, che si terrà a Sochi il 23 e 24 ottobre 2019, sarà un passo strategicamente importante verso la creazione delle condizioni ottimali per sviluppare gli scambi, le relazioni economiche e le collaborazioni negli affari tra la Russia e i paesi africani. I capi di Stato di quasi ogni paese africano hanno confermato la propria intenzione di partecipare al forum. Vi parteciperanno circa 3000 uomini d’affari africani, e faciliterà un conferenza inter-parlamentare, un incontro degli azionisti di Afreximbank, un dialogo d’affari Russo-Africano, un forum digitale. Il Presidente Russo Vladimir Putin e il Presidente Egiziano Abdel Fattah el Sisi, che nel 2019 è il Presidente dell’Unione Africana, sono attesi a guidare il Forum.

Summit e Forum Economico Russia-Africa non sono solo gesti simbolici verso l’Africa. Daranno un’opportunità reale ai leader russi e africani per mettere in atto collaborazioni economiche sostenibili e mutualmente benefiche, modi di diversificare le aree dove possono cooperare. Da un punto di vista economico, la Russia si prepara a svelare grandi piani per infrastrutture, come la costruzione di strade trans-africane e ferrovie che connetterebbero la costa del Mar Rosso con l’Africa Occidentale. L’Africa ha cercato di coltivare piani simili per lungo tempo, ma non è stata in grado di portarli avanti a causa di significativi ostacoli finanziari e politici.

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Articolo di  Valery Kulikov pubblicato su New Eastern Outlook il 9 settembre 2019
Traduzione in italiano a cura di Eros Zagaglia per Saker Italia

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