Il 21 agosto Russia e Repubblica Centroafricana hanno firmato un accordo di cooperazione militare. Il Ministro della Difesa russo Sergey Shoygu e la sua controparte centroafricana Noelle Koyara si sono incontrati a margine del forum sulla Difesa “Army 2018”, che si svolge fuori Mosca, e hanno finalizzato l’accordo. Secondo il capo della Difesa russo, il Centroafrica “è un partner promettente nel continente africano”. Il documento riguarda la fornitura di armi e la formazione del personale. Gli ufficiali centroafricani frequenteranno corsi di addestramento presso accademie e college militari in Russia. Quest’anno la Russia ha già inviato armi leggere, lanciarazzi e cannoni antiaerei per due battaglioni, e ha istruttori militari e civili già presenti sul territorio per attività di addestramento del personale.

A metà dicembre, le Nazioni Unite hanno accordato una esenzione alla Russia [in inglese] in deroga all’embargo sulle armi per la Repubblica Centroafricana, aprendo la strada alla consegna di armi a questo paese devastato dalla guerra, ancora impegnato in un conflitto interno [in inglese]. L’embargo terminerà il 31 gennaio 2019.

L’ONU classifica [in inglese] la Repubblica Centroafricana come il paese meno sviluppato al mondo, malgrado le sue riserve minerarie. 14.000 caschi blu delle Nazioni Unite sono presenti all’interno dei suoi confini ma il governo, guidato dal Presidente Faustin-Archange Touadera, ritiene che tale operazione sia inefficace e ha fatto più affidamento sull’aiuto della Russia.

Questo accordo fa parte di questa tendenza. L’influenza della Russia in quest’area sta crescendo. La Repubblica Democratica del Congo ha recentemente deciso di ripristinare l’accordo [in inglese] del 1999 per la cooperazione militare con la Russia. In aprile il Mozambico ha concordato di aprire i suoi porti alle navi militari russe. Recentemente è stato riferito che il Niger è interessato [in inglese] a comprare le armi da fuoco, compresi i lanciagranate, e gli elicotteri russi.

Russia e Guinea stanno lavorando su un accordo militare, che includere il libero accesso delle navi militari russe ai porti del paese, addestramento e altri temi in merito alla sicurezza. La Russia esporta gli elicotteri Mil Mi-8/17 e Mi-24/35 ad Angola, Mali, Nigeria, Sudan, Uganda e Ruanda.

La Federazione Russa ha una partnership militare con il Camerun, la Repubblica Democratica del Congo, Nigeria, Kenya, Burkina Faso, Uganda, Sud Sudan, Mozambico e Angola. Nel 2017 il Presidente del Sudan Omar al-Bashir ha chiesto [in inglese] alla Russia di proteggere il suo paese “dalle aggressioni degli Stati Uniti”. Complessivamente, la Russia è responsabile del 30% di tutte le forniture militari della regione.

La cooperazione militare va avanti di pari passo a quelle in altre aree. In marzo il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov è stato impegnato in un tour africano di cinque giorni ed è andato in Namibia, Zimbabwe, Angola, Mozambico ed Etiopia. Con Angola e Mozambico ha firmato accordi commerciali e ha anche rafforzato i rapporti diplomatici con il nuovo governo dello Zimbabwe.

Delle compagnie russe stanno esplorando il giacimento di platino di Darwendale, uno dei più grandi del mondo. La russa Alrosa è presente in Angola, paese ricco di diamanti. Mosca e Luanda sono impegnate in colloqui per una collaborazione nella produzione di idrocarburi. Lo scorso ottobre la Russia ha firmato un accordo da 20 miliardi [in inglese] per costruire due impianti nucleari in Nigeria. Recentemente ha stabilito una relazione specifica con il Ruanda [in inglese] per riconnettere la Russia con la comunità dell’Africa orientale.

Negli ultimi dieci anni Benin, Etiopia, Guinea, Mozambico, Tanzania e Zambia, tra gli altri, hanno beneficiato della cancellazione del debito da parte della Russia. La Russia sta lavorando con le compagnie di estrazione di Zimbabwe e Guinea, e collabora anche a un impianto nucleare con il Sudan.

La Russia e l’Unione Africana sono attualmente impegnate nella definizione di un accordo quadro di collaborazione. Mosca può offrire la sua capacità di crescita per dare aiuto alle operazioni di peacekeeping e alla formazione di personale dell’Unione Africana, oltre a condividere i dati di intelligence sul terrorismo straniero con la banca dati internazionale africana. La Federazione Russa contribuisce alle operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite nel Sahara occidentale, Repubblica Democratico del Congo, Costa d’Avorio, Etiopia, Eritrea, Liberia, Sudan e Sud Sudan.

La Russia ha presentato gli affari con i paesi africani nell’edizione 2018 del Forum economico internazionale di San Pietroburgo. E’ previsto che ospiterà un forum Russia-Africa nel 2019. Secondo il Ministro degli Esteri Sergey Lavrov [in inglese], nel forum sarà presentata una road map globale e strategica per una maggiore cooperazione economica e una vasta gamma di possibilità di investimento, in aggiunta a delle modalità efficaci per indirizzare i temi di sicurezza regionale e per migliorare la diplomazia pubblica in Africa.

Cresce anche la relazione tra la Russia e la Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale.

Gli stati della regione stanno cercando di diversificare le loro relazioni internazionali. Mosca li sta aiutando per raggiungere questo obiettivo, perché gode della reputazione di partner affidabile e pragmatico, capace di valutare le questioni regionali sia a livello diplomatico che militare. Mantiene buone relazioni con tutti nella regione, rendendo la Russia la scelta giusta quando c’è bisogno di un partner per operazioni di peacekeeping. La crescente influenza della Russia nell’Africa sub-sahariana fa parte di un disegno più ampio, poiché il suo prestigio è cresciuto immensamente nel Medio Oriente e in Nord Africa.

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Articolo di Alex Gorka pubblicato su Strategic Culture  il 22 agosto 2018
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per SakerItalia.it

[le note in questo formato sono del traduttore]

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