Il monopolio anglo-europeo dell’Africa, vista come mucca da mungere, potrebbe presto finire. Fino a quel giorno, tuttavia, gli africani dovranno sopportare le interminabili distorsioni della verità, oltre a dover guardare la loro eredità evaporare come un miraggio sulle sabbie del Sahara. Ho coperto molte volte la disinformazione sul neo-colonialismo, ma oggi provo a smontare, riga per riga, l’ultima campagna russofobica sul ruolo di Putin nei confronti delle nazioni africane.
Il professor Theo Neethling, dell’Università del Free State, ha recentemente pubblicato una storia intitolata “La Russia sta espandendo la sua influenza strategica in Africa”, che riesuma la secolare russofobia sopita dal crollo dell’Unione Sovietica.
La strategia [in inglese], se così posso chiamarla, fa perno una volta di più sulla teoria che propone Vladimir Putin come neo-stalinista, un uomo ossessionato dal ripristino del potere e della gloria che furono appannaggio dell’Unione Sovietica. A partire dall’introduzione, il buon professore catechizza i suoi lettori (studenti). Ecco cosa dice Neethling sul nuovo “Soviet Supremo” e di seguito le mie “Traduzioni”.
Neethling: “Molto è stato detto per analizzare il ruolo e il profilo della Cina in Africa in relazione alle sue attività nel continente. Meno dibattuta è la penetrazione e la profondità della presenza della Russia in Africa“.
Traduzione: Se hai capito che la Cina è temibile, devi temere ancor di più la Russia di Putin. Essa si sta “diffondendo” come una piaga nell’antico continente (ovviamente non ci sono note sugli investimenti francesi, nè sulla CIA, sull’USAID e sulle insurrezioni organizzate del Dipartimento di Stato in corso).
Dopo aver preparato il suo pubblico con una breve lezione di storia sulle armi inviate dall’Unione Sovietica alle nazioni africane durante la Guerra Fredda, il professore esce con il suo vero messaggio, quindi:
Neethling: “Più di un quarto di secolo dopo, il presidente russo Vladimir Putin sembra avere nuove ambizioni sull’Africa. Questo è in linea con il suo desiderio di riportare la Russia alla condizione di grande potenza”.
Traduzione: Neething e i suoi benefattori globalisti preferirebbero collocare la Russia al posto che, secondo loro, le spetta nella storia cioè quello di una sterminata provincia piena di risorse naturali, sotto il controllo delle élite bancarie anglo-europee. In breve, Neethling e quelli della sua sorta pensano che la Russia sia un “merdaio di paese”, come li ha definiti Trump, e che non dovrebbe avere alcuna influenza internazionale.
Il geniale professore continua a descrivere le mosse geopolitiche della Russia come se si trattasse di Hitler che sta disegnando un percorso attraverso il mondo contrassegnato da grandi svastiche sulla mappa strategica. Mi pare di vedere all’interno della testa di Neethling, una bolla con un Putin malvagio che si frega le mani osservando la mappa dell’Africa che passa sotto il suo controllo.
Neethling: “Come per Pechino, i metodi di scambio e investimento in Africa di Mosca non ottemperano alle normative di attori come il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. La Russia sta gradualmente aumentando la sua influenza in Africa attraverso investimenti strategici in energia e minerali”.
Traduzione: come osano? I divini banchieri del FMI e della Banca Mondiale si occupano di angelici investimenti, e quei fastidiosi russi [in inglese] e cinesi oserebbero investire in minerali africani [in inglese]! Diamo un’occhiata a chi ha davvero investito di più nella mungitura, fino all’esaurimento, dell’Africa?
Neethling: “Il fatto che 620 milioni di persone in Africa non abbiano accesso all’elettricità, fornisce all’industria nucleare russa un mercato potenziale. Diverse compagnie russe, come Gazprom, Lukoil, Rostec e Rosatom sono attive in Africa. La maggior parte delle attività si svolgono in Algeria, Angola, Egitto, Nigeria e Uganda”.
Traduzione: Maledizione a quelle aziende russe che investono nel campo energetico in Africa? Vogliamo che Total, BP ed Exxon siano le uniche società a fare profitti in Africa.
Lasciatemi dire questo, la principale ragione per cui molti africani sono affamati, al freddo, senza acqua e vivono in estrema povertà è perché i nuovi imperialisti continuano a succhiarne la vita. La Cina e la Russia non hanno ancora avuto la possibilità di capitalizzare gli investimenti effettuati su quello che era (ed è) il continente più abusato del nostro pianeta. Con il pretesto di azioni filantropiche, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e le stesse potenze coloniali che hanno violentano l’Africa per duecento anni continuano a saccheggiare le ricchezze di questi popoli: è ora di dire le cose come stanno.
Il professore continua a poi a descrivere gli accordi militari bilaterali e le vendite di armi, dando una connotazione negativa e minacciosa a qualsiasi iniziativa della Russia o della Cina in Africa. Ora possiamo arrivare alla ragione di questa storia da paura.
Neethling: “Sia la Russia che la Cina sono desiderose di svolgere un ruolo futuro in Africa. La differenza tra queste due grandi potenze è che la Cina fa parte dell’economia regionale asiatica. Si prevede che questa economia supererà quella del Nord America e dell’Europa messe insieme, in termini di potere globale – di PIL, di popolazione, spese militari e investimenti tecnologici”.
Serve tradurre?
Come nota finale, il professor Theo Neethling è un membro della facoltà e un ricercatore senior di scienza militare (Accademia militare [in inglese]) dell’Università di Stellenbosch (Città del Capo).
A suo dire, il professore sembra sostenere l’ideologia di quegli africani che vogliono gestire la propria sicurezza ed il proprio progresso, e non si allineano troppo con l’ONU, la Russia, la Cina o la NATO. Malauguratamente, con questo pezzo, gettando una luce negativa sull’influenza di Russia e Cina sull’Africa , egli si è completamente dimenticato della plurisecolare opera di distruzione anglo-europea di questi popoli.
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Articolo di Phil Butler apparso su New Eastern Outlook il 10 febbraio 2019
Traduzione in italiano di Hajduk per SakerItalia
[le note in questo formato sono del traduttore]
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