Devo dire che sono stupito da quante persone di Sinistra pensino, a quanto sembra, che gli attuali disordini negli Stati Uniti siano una ribellione spontanea contro la violenza della polizia, il razzismo sistemico e la storia della persecuzione e dello sfruttamento dei Neri, degli Indiani, ecc. La violenza, i saccheggi e le sommosse vengono o giustificati in quanto risultato di un qualche tipo di giusta collera o condannati a causa degli “infiltrati”. Nel mio precedente articolo avevo provato a spiegare come i Democratici e i media americani tentino di strumentalizzare queste rivolte e di usarle contro la rielezione di Trump. Ho integrato l’articolo con una foto ben inscenata dei Democratici americani che “si inginocchiano” in segno di solidarietà (come se ai leader del Partito Democratico gliene fregasse qualcosa dei Neri e dei poveri americani!).
Ciò di cui non ho parlato è del come il mondo economico americano (e anche multinazionale) abbia appoggiato queste rivolte a spada tratta. Qui di seguito qualche esempio:
Youtube:
Amazon, Bank of America & Sephora:
E non solo negli Stati Uniti. Guardate Adidas cosa è arrivata a fare in Germania:
E, infine, la mia personale super-preferita:
Jamie Dimon e la JP Morgan Chase Bank
Chi di noi pensava che il mondo economico fosse tutto incentrato sul denaro, che la “cultura” economica avesse tutti i sintomi di una grave psicopatologia [in inglese] e che ai miliardari non gliene fregasse nulla dei poveri e degli oppressi, ora ne è più consapevole: li pensavamo come quel’ 1% di cattivi, e si scopre che sono persone gentili e di alti valori, che si preoccupano dell’ingiustizia e della libertà e che si sentono veramente male, molto male, per tutte le ingiustizie fatte ai Neri!
Ci credete davvero?
Io sicuramente no.
Questi non sono negozi a conduzione familiare in cui etica e gentilezza esistono ancora. Queste sono proprio le aziende che traggono vantaggio da ogni disuguaglianza, ingiustizia, violenza e da tutte le guerre imperialiste di aggressione, e sarebbe davvero da “Alice nel Paese delle Meraviglie” pensare che a queste aziende e ai loro amministratori delegati sia spuntata improvvisamente una coscienza (esattamente lo stesso si applica, ovviamente, alla leadership del Partito Democratico).
Torniamo al punto fondamentale: alle aziende interessa il denaro, è un’ovvietà. Sì, qualche volta le aziende tentano di mostrare una “faccia umana”, ma non è più di un trucco di marketing per fidelizzare i clienti. Ora, non ci credo neanche per un secondo che le mega-aziende elencate prima pensino di fare più soldi sostenendo le rivolte, almeno non in maniera diretta. Non credo neanche che queste aziende stiano cercando di fingere di avere una coscienza perché hanno paura del boicottaggio dei consumatori neri (cosa vera a Tuskegee alla fine degli anni ’50 [in inglese] ma non oggi, se non altro per la portata completamente diversa delle proteste).
Quindi, se non sono i soldi, che cosa c’è in ballo qui?
Il potere.
In particolare, lo Stato Profondo americano (una grande fazione all’interno di quello Stato Profondo) vuole chiaramente sbarazzarsi di Trump (e non per le ragioni corrette, che sono molte).
Ci sono molti segnali che indicano che Trump stia persino perdendo il controllo dell’Esecutivo, tra questi il Segretario di Stato Esper che contraddice Trump [in inglese] su quello che è un tema chiave (ripristinare legge e ordine) e l’Ambasciatore americano presso la Corea del Sud che esprime sostegno al movimento Black Lives Matter [in inglese] (io considero queste azioni da parte di alti ufficiali contro il loro Comandante in Capo al limite dell’alto tradimento). Inutile dire che i neo-liberali latenti pro Democratici [in inglese] hanno immediatamente cominciato a sognare – e a chiedere – una rivolta militare contro Trump.
Ultimo, ma non meno importante, ora abbiamo una “zona franca” a Seattle, la famosa Zona Autonoma di Capitol Hill detta “CHAZ” [Capitol Hill Autonomous Zone] cioè “CHOP” [“costoletta”, gioco di parole] in cui, tra le altre “curiosità”, ai Bianchi viene detto di dare 10 dollari ad ogni persona di colore [in inglese]. Ciò significa che fin quando non vengono ripristinati legge e ordine in ciò che ora è il CHAZ, gli Stati Uniti hanno perso la loro sovranità su una parte delle proprie città. E’ un “occhio nero” per qualsiasi presidente americano che, dopo tutto, è il capo dell’Esecutivo di governo e il Comandane in Capo di un esercito che si suppone (solo in teoria, ovviamente) difenda gli Stati Uniti contro tutti i nemici.
Che cosa hanno in comune tutti questi sviluppi?
Sono progettati per far vedere che Trump ha perso il controllo del Paese, e che ora tutte le persone buone e per bene sono unite contro di lui.
Questo piano comporta molti e gravi problemi.
Per prima cosa, è completamente illegale. Ciò che è cominciato come una tipica rivolta razziale, si sta apertamente trasformando in una sedizione.
Il secondo maggior problema di questo piano è che fa affidamento su ciò che definisco una “coalizione di minoranza” per raggiungere il suo scopo, ignorando quindi la maggioranza della volontà delle persone. Gli si potrebbe ritorcere contro, specialmente se il caos e la violenza continuano a diffondersi.
C’è poi il tema “Golem/Frankenstein”: è molto più facile appiccare un incendio che contenerlo o spegnerlo. Nancy Pelosi potrebbe essere abbastanza stupida da pensare che lei e la sua banda possano controllare quelli come Raz Simone [in inglese] ma la storia insegna che, quando lo Stato abdica al suo monopolio sulla violenza, ne consegue l’anarchia.
Tra parentesi, è importante notare che, almeno finora, Trump non ha abboccato all’amo e non ha usato le forze federali per ripristinare legge e ordine a Seattle, Atlanta o altrove.
Deve rendersi conto che liberare il cosiddetto CHAZ potrebbe provocare un bagno di sangue (sembra che nel CHAZ ci siano molte armi) e che i Democratici stanno sognando di poterlo incolpare di un bagno di sangue. La strategia di Trump, almeno finora, sembra voler lasciare che l’illegalità vada avanti e darne la colpa ai Democratici.
Anche se la strategia di Trump ha senso, è anche intrinsecamente molto pericolosa perché, se lo Stato non riesce ad imporre di nuovo la legge e l’ordine, allora tutti i tipi di “volontari” potrebbero decidere di provare a (letteralmente) sparare. Leggete questo titolo: “I Bikers for Trump [I motociclisti per Trump] organizzano di riprendere Seattle il 4 luglio” [in inglese]. Che questi biker stiano realmente o meno per riprendere il controllo di CHAZ, anche il fatto che si stiano preparando a farlo, dimostra – ancora una volta – che lo Stato ha perso il suo monopolio sulla violenza.
Infine, questa strategia per rimuovere Trump attraverso metodi illegali e anarchia, potrebbe dare un grande contributo alla disgregazione degli Stati Uniti, se non di diritto, almeno di fatto. Come?
Per prima cosa, gli Stati Uniti sono un grande Paese, non solo in termini di dimensione geografica ma anche in termini socio-economici e culturali. Alcuni Stati americani hanno una grande popolazione di colore, altri molto di meno. Ma per lo più guardano tutti gli stessi media di informazione. Il che significa che quando ci sono delle rivolte razziali a, diciamo, Los Angeles o Baltimora, le persone che vivono in Stati come Montana e Dakota sentono che è il loro Paese a essere minacciato. Casualmente (o no?), capita che questi Stati a maggioranza bianca hanno gran parte della popolazione come i famosi “deplorevoli” di Hillary. Alcuni liberali li chiamano “Stati cavalcavia”. Capita anche che i civili che vivono in questi Stati possiedano un gran numero di armi da fuoco e sappiamo come usarle.
Lo stesso vale per diversi posti in qualsiasi altro Stato. Prendete la California, per esempio, da molti vista come molto liberale e progressista. Bene, può essere vero per molte città californiane ma, appena entrate nella California rurale, la cultura predominante cambia piuttosto decisamente. La stessa dicotomia urbano-rurale esiste anche in molti altri Stati, inclusa la Florida.
Il rischio ora è il seguente: alcune parti degli Stati Uniti possono crollare e diventare zone di totale illegalità, mentre altre “serreranno i ranghi” e prenderanno tutte le misure necessarie per proteggere se stesse e il loro stile di vita.
Questo non significa che gli Stati Uniti, come Paese, si spezzerà in vari Stati conseguenti. Potrebbe succedere solo molto più avanti nel tempo; significa però che diverse aree del Paese potrebbero cominciare ad affrontare la crisi in maniera autonoma, e anche eventualmente in violazione palese delle leggi americane. Quando accade, tipicamente povertà e violenza aumentano bruscamente. Ci sono già notizie di episodi di “polizia privata” [in inglese] nel New Mexico (interessante notare che in questo caso le autorità hanno inviato i poliziotti).
Nel suo fondamentale articolo “Razza e crimine in America” [in inglese] (un “must” assoluto da leggere per chiunque voglia capire che cosa sta succedendo oggi), Ron Unz fa un’osservazione molto interessante:
“Il fatto empirico è che la presenza o assenza di un gran numero di Ispanici e di Asiatici in un dato Stato sembra non avere praticamente alcun impatto sui modelli di voto dei Bianchi. Nel contempo, esiste una forte relazione tra la percentuale di popolazione nera di uno Stato e la probabilità che i Bianchi locali siano a favore dei Repubblicani”.
In altre parole, più è numerosa la minoranza nera e più è probabile che i Bianchi votino Repubblicano. Certamente, si può obiettare dicendo che questi Bianchi sono tutti razzisti, ma non è di aiuto, perché pone la domanda sul perché i Bianchi non diventino razzisti quando convivono con Ispanici e Asiatici, ma lo diventano quando convivono con i Neri. La spiegazione nell’articolo di Ron è: “I tassi di crimini urbani locali in America sembrano essere quasi interamente spiegati dalla distribuzione razziale nel luogo” (potete consultare le tabelle dell’articolo di Ron con i dati a supporto di questa conclusione).
Questo crea un mix potenzialmente molto esplosivo, specialmente in un periodo in cui gli agenti di polizia ora rischiano un’ammonizione, una degradazione, un licenziamento o persino delle accuse per “uso eccessivo della forza” contro ogni sospetto di colore (sì, i poliziotti americani spesso usano una forza eccessiva, ma la soluzione non è paralizzare la polizia, per timore che i civili si sentano in dovere di difendersi).
[Inciso: come ho detto molte volte, io non credo che il termine “razza” abbia un fondamento scientifico e neanche i concetti come “nero” e “bianco”. Questo non significa che non abbiano un significato politico, soprattutto in un Paese ossessionato dalle questioni razziali (sì, si può essere ossessionati da cose inesistenti). Negli Stati Uniti la maggior parte delle persone si auto-identifica con un colore, quindi per loro questa cosa è molto reale. Per esempio, i dati utilizzati nell’articolo di Ron Unz si basano su questi concetti intesi dal punto di vista sociologico e non biologico, e questa è l’unica ragione per cui li uso anch’io, sebbene, lo ammetto, con una certa riluttanza].
Conclusione: questa non è affatto una rivoluzione popolare
E’ innegabile che una gran parte delle classi governanti americane abbiano deciso di sostenere il movimento BLM e le rivolte che sostiene. Inoltre, queste classi governanti hanno strumentalizzato queste rivolte in un chiaro tentativo di impedire la rielezione di Trump a novembre [in inglese]. E proprio come i Repubblicani stanno distruggendo l’Impero anglosionista sulla scena internazionale, così i Democratici stanno distruggendo gli Stati Uniti dall’interno. Lungi dall’essere un vero movimento di protesta popolare, il movimento BLM è uno strumento nelle mani di una fazione dello Stato Profondo americano contro l’altra fazione. Molti canditati/nominati di Trump stanno vedendo i segnali negativi, e stanno tradendo il loro capo per cambiare parte e abbandonare ciò che vedono come una barca che sta affondando.
La mia sensazione personale è che Trump sia troppo debole e troppo codardo per combattere i suoi nemici politici (se avesse un po’ di spina dorsale, si sarebbe visto all’epoca in cui Trump ha tradito Flynn, solo un mese dopo la sua elezione alla presidenza). La storia, comunque, insegna che un vuoto politico non può durare a lungo. In Russia il caos è durato da febbraio a novembre del 1917, quando i Bolscevichi (che erano un partito relativamente piccolo) hanno con facilità preso il potere e, dopo una sanguinosa guerra civile, hanno ripristinato la loro versione di legge e ordine. Io ancora non vedo una guerra civile in atto negli Stati Uniti, ma un qualche colpo di Stato è, a mio parere, una possibilità molto reale. E’ vero soprattutto considerando che gran parte dei Democratici non accetterà mai la rielezione di Trump, mentre gran parte dei Repubblicani non accetterà mai la presidenza di Biden. Questo è un caso di “non è il mio presidente” che si ritorce potentemente contro i suoi creatori.
Quelli di noi che vivono negli Stati Uniti è meglio che si preparino ad un anno molto pericoloso e difficile!
Il Saker
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Articolo del Saker pubblicato su The Saker il 16 giugno 2020
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per Saker Italia.
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articolo ricco, suggestivo, complesso.
Forse disperatamente autoillusorio per non voler ammettere l’amara constatazione della scomparsa della necessaria coscienza dell’Unità costituzionale.. che non esiste più.
Ricordo la Legge di Platone e poi implementata da Carl Schmitt sulla fine dei Regimi… sempre confermata dai fatti e mai smentita in 25 secoli!
Ogni riga meriterebbe pagine di commenti!
Essenzialmente:
1. sedizione mascherata, indotta, ipocrita.
Spiego l’ultimo aggettivo: si butta giù la statua di Cristoforo Colombo perché “razzista”… ma non quella del razzista, stragista e sterminatore di indifesi civili Colonnello Custer a Monroe…quando 2 giorni dopo la fine del 7° Battaglione di Custer , la cavalleria di soccorso raggiunse la collina, e venne individuato il suo corpo, particolarmente dura fu la reazione del capitano Benteen, il più anziano degli ufficiali del 7º che davanti al corpo del suo comandante esclamò: «è qui che Dio lo maledica! Finalmente non combatterà più!».
2. Trump è il Nemico da sconfigegre anche con metodi non democratici….
3. Guerra civile non è… ma quando un generale dichiara pubblicamente di vergognarsi di essersi fatto fotografare col suo Comandante in Capo e non riceve alcuna critica… allora cosè se non l’anticipo di ciò a cui i Democrats sono già sin d’ora disposti ad arrivare pur di conservare il Regime?
4. Una profezia dice che le stelle cadranno una ad una in una miriade di conflitti fra gli Stati che lascerànno il mondo spettatore sgomento.
5. Sì Trump non ha il fegato di affrontare gli avversari che andrebbero combattuti anche sul piano culturale, cosa impossibile a chi sa scrivere qualcosa solo sulla tastiera di Tweet… eppure, Mr. Saker, ho lìimpressione che al suo articolo manchi ancora un paragrafo breve alla fine per completarlo.
A. Trump può vincere!
La classe media è contro il Deep State e le Banche etc. ma è innanzi tutto sempre simpatica verso l’uomo solitario, proprio perché eroico martire solitario della piccola gente skifata dai tanti attacchi sleali ricevuti. il Giusto e il rappresentante forse ingenuo del Bene… l’eroe soitario e abbandonato da tutti gli amici vili e opportunisti ma che ha ancora la forza e il coraggio di avanzare pur ferito e con una sola pistola in mano al centro dellla strada del villaggio con 10 fucili puntati su di lui dai bandidos nascosti sopra il saloon….
B. …e se la Guerra Civile scoppiasse proprio per il senso di rivolta e di skifo profondo di fronte ad un Biden vincente ma in modo così platealmente scorretto e, e farlocco?
Masse armate che assaltano Langley e danno alle fiamme la sede della CIA non è più fantascienza.
Saker ha colto nel profondo la questione dei disordini negli Stati USA fomentati dal denaro dellèÉlite che vogliono politiche estere e sociali alternative a quelle fin qui adottate, con tanta fatica da Trump; tuttavia eviterei di usare il termine razza e i derivati(razziale, razzista).
IL problema americano nasce dal non avere più un progetto di Società credibile,( i sogni lasciamoli ai diversamente intelligenti), da realizzare.
Sto seguendo la lotta interna negli USA da quando la Hillary è entrata in competizione contro il Trump considerato(dai democratici) un retrogrado e culturalmente inadatto a governare uno Stato egemone nel mondo occidentale.
La dinamica mi rammenta le avvisaglie alla guerra civile che nel mondo della Repubblica Romana Senatoriale ebbe come protagonisti Cesare e Pompeo, ma i motivi non erano nei personaggi ma nella classe senatoria che comprendeva che il loro tempo era finito da quando Cesare aveva realizzato la sua politica estera
Cosa manca a Trump per essere un emulo di Cesare?
Due cose: a) la fedeltà delle forze armate che non ha saputo epurare dei suoi capi che avevano un progetto opposto a quello del Presidente;
b) la cultura ed una filosofia politica che richiede anni di noviziato ed applicazione che Trump non ebbe e non poteva avere, considerato che il suo ambiente sociale e culturale era ed è proiettato per altri progetti.
Si pone la seconda questione: chi è il Pompeo dei democratici? Non può essere Biden che ha scolpita, nei suoi tratti somatici, la corruzione dei costumi che produce risultati di brevi periodo poi segue l’umiliazione del fallimento politico.
Per finire, non ci sarà nessuna guerra civile in USA perché gli americani si sono effeminati nelle questioni del terzo e quarto sesso e non saprebbero soffrire per vincere. Le loro vittorie le dovranno vedere nei video di Hollywood.