Sì, il nome di Tulsi Gabbard non si trova nell’elenco dei membri del Congresso che hanno votato “no” alla risoluzione che condanna la campagna di boicottaggio, disinvestimenti e sanzioni (BDS) contro Israele. Questo è l’elenco completo riportato da The Forward [in inglese]: Earl Blumenauer (Democratico dell’Oregon), Andre Carson (Democratico dell’Indiana), Debbie Dingell (Democratica del Michigan), Jesus “Chuy” Garcia (Democratico dell’Illinois), Raul Grijalva (Democratico dell’Arizona), Pramila Jayapal (Democratica del Washington), Barbara Lee (Democratica della California), Thomas Massie (Repubblicano del Kentucky), Betty McCollum (Democratica del Minnesota), Gwen Moore (Democratica del Wisconsin), Alexandria Ocasio-Cortez (Democratica del New York), Ilhan Omar (Democratica del Minnesota), Chellie Pingree (Democratica del Maine), Mark Pocan (Democratico del Wisconsin), Bobby Rush (Democratico dell’Illinois), Rashida Tlaib (Democratica del Michigan) e Bonnie Watson Coleman (Democratica del New Jersey).

Grazie, cosiddetti “media americani liberi e indipendenti”!
A dire il vero, la Lobby israeliana ha fatto un lavoro superbo, concentrando ciò che resta della mente di coloro che si espongono alla propaganda dei media sionisti corporativi su finti problemi senza senso, come chi è nella cosiddetta “squadra” (le Repubblicane Ilhan Omar, Ayanna Pressley, Alexandria Ocasio-Cortez e Rashida Tlaib), sul presunto antisemitismo di Ilhan Omar [in inglese] (che c’è di nuovo?), e sulla geniale idea di Trump di mandarla a “casa” (solo per poi ritirare tutto – nel tipico stile di Trump). Di conseguenza, una parte importante del Primo Emendamento è stata ora eliminata.
Noto anche con interesse che questi 17 democratici dimostrano che il partito più filo-sionista è quello Repubblicano, non quello Democratico. Onoro il coraggio di Thomas Massie (Repubblicano del Kentucky)!
Ci sono stati molti altri segni che hanno dimostrato che, nonostante tutte le sue reali qualità e la sua probabile sincerità, Tulsi Gabbard non osa dire chi è davvero al potere. Ecco un ottimo esempio di ciò:

Tutte le risoluzioni alle quali Tulsi Gabbard ha votato sì: HR 356 – Per investigare sulle interferenze russe nelle elezioni americane del 2016; HR 955 – Per autorizzare l’assistenza e il sostegno alle forze armate ucraine; H RES 184 – Per chiedere un’indagine sulle comunicazioni fra Trump e la sua squadra e la Russia; H RES 351 – Per condannare le violenze in Cecenia; HR 4278 – Per condannare l’annessione della Crimea da parte della Russia; HR 3364 – La risoluzione sulle sanzioni alla Russia del 2017; H RES 499 – Per ordinare alla Russia di rimuovere le forze armate dalla Crimea; HR 4152 – Per sostenere la sovranità, l’integrità, la democrazia e l’integrità economica dell’Ucraina.
Concordo con lo slogan che ha scelto: la prediletta del Cremlino? Ripensateci!
Un mio saggio amico ha scritto questo sul perché la Gabbard ha dovuto cedere:
Ti ho detto che è una politica concentrata su un singolo problema, quello delle guerre senza fine. Tutto il resto è Realpolitik, e niente è più reale dei Sionisti che controllano la politica e la legislazione di Washington. Non avrebbe alcuna speranza di sopravvivere al prossimo round di leggi. Renderanno qualsiasi cosa sia “anti-Israele” equivalente ad “antisemita” e lo faranno diventare un crimine come in Francia. Ha alti ideali su un unico problema. È un grande problema, ma non puoi contare sul fatto che un politico sia un nobile guerriero. Dimentica chiunque faccia sempre la cosa giusta. Lei brilla riguardo un solo problema. Se fosse stata davvero saggia o intelligente, si sarebbe astenuta. Quindi, lei non è nessuno dei due.
Ancora una volta, posso solo essere d’accordo con lui.
La mia conclusione personale in tutto ciò è che questa è l’ennesima forte indicazione che il sistema politico americano è assolutamente non riformabile. Inoltre, qualsiasi sistema politico che non può adattarsi alle nuove realtà e alle riforme stesse è semplicemente condannato ad un crollo improvviso, catastrofico (e spesso violento).
Detto questo, la Gabbard è ancora l’unica candidato in corsa che vuole legalizzare la cannabis (almeno per quanto ne so), vuole riformare quello che è giustamente chiamato il sistema dei “Gulag americani” e sostiene il Medicare For All. Penso ancora che sia molto simpatica e probabilmente sincera, ma di sicuro non ha quello che serve per affrontare quello che è di gran lunga il peggior problema degli Stati Uniti: sono solo una colonia sottomessa e senza voce dell’ultimo stato apertamente razzista sul pianeta, e questo è un problema morale. Questo è il tipo di problema con cui non è possibile scendere a compromessi, almeno per una persona onesta. La Gabbard ha scelto di scendere a compromessi, e questo la rende inutile per coloro che vogliono liberare gli Stati Uniti e ripristinare pienamente la loro completa sovranità.
Che peccato.
Il Saker
*****
Pubblicato su The Saker.is il 24 luglio 2019.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
Off topic:
Scorrendo la prima pagina del sito (quella coi bottoni bianchi che diventano neri una volta selezionati) quando si arriva al terzo articolo “sfatare le voci su un cedimento russo ad Israele” lo scorrimento si blocca ed è impossibile selezionare un altro articolo.
Direi che piuttosto che mitizzare l’influenza dei quasi onnipotenti “hackers russi” sarebbe il caso di porre più attenzione all’evidente ingerenza degli hackers israeliani.
[Nota della Redazione: grazie per la segnalazione, crediamo sia un problema del tema di WordPress che non aggiorna più dopo un paio di secondi, ricaricando la pagina si riesce ad accedere nuovamente agli articoli precedenti]