Uno scambio di ruoli portato dal Russiagate è che i liberali, usualmente i più scettici nei confronti delle agenzie di controspionaggio statunitensi (specialmente delle loro affermazioni prive di prove) ora mettono in dubbio il patriottismo di quegli americani che insistono sul fatto che la comunità di quelle agenzie debba fornire le prove a sostegno delle pericolose affermazioni su di un “hacking” russo delle email democratiche, specialmente quando alcuni veterani esperti del governo americano dicono che se i russi fossero effettivamente colpevoli i dati sarebbero facilmente disponibili.

Uno di questi esperti è William Binney, un ex funzionario della National Security Agency di alto livello che, dopo il pensionamento del 2001, ha puntato il dito sulla straordinaria estensione dei programmi di sorveglianza di quella agenzia. Le sue aspre critiche alla NSA durante l’amministrazione di George W. Bush lo hanno reso oggetto di indagini da parte dell’FBI che si sono risolte in un raid nella propria casa nel 2007.

Ancor prima delle rivelazioni di Edward Snowden sulla NSA, Binney rivelò pubblicamente che la NSA aveva accesso ai documenti di fatturazione nazionali e internazionali delle compagnie di telecomunicazioni, e che dall’11 Settembre l’agenzia ha intercettato circa 15-20 trilioni di comunicazioni. Snowden ha detto: “Ho un enorme rispetto per Binney, che ha fatto tutto il possibile seguendo le regole”.

Logo della National Security Agency

Ho parlato con Binney il 28 dicembre del Russiagate e di una serie di argomenti aventi a che fare con lo spionaggio e con l’espansione dello stato di sicurezza nazionale in America.

Dennis Bernstein: Vorrei che iniziassi raccontandoci un po’ della tua formazione alla NSA e di come ci sei arrivato.

William Binney: sono stato nell’esercito degli Stati Uniti dal 1965 al 1969. Mi hanno messo nell’Agenzia di Sicurezza dell’Esercito, una affiliata della NSA. A loro piaceva il lavoro che stavo facendo e mi hanno assegnato un progetto prioritario nel 1970. Sono stato nella NSA per 32 anni, principalmente lavorando contro Unione Sovietica e Patto di Varsavia. Stavo risolvendo quelli che venivano definiti “puzzle magici”, e l’NSA veniva a volte indicata come il “Puzzle Palace”. Dovevo risolvere i sistemi di codice e lavorare su sistemi informativi e su database per essere in condizione di prevedere in anticipo “intenzioni e capacità di avversari o di potenziali avversari”.

Bernstein: Ad un certo punto hai avuto problemi con i tuoi supervisori. Cos’hai capito e hai provato a dire alle persone che ti hanno fatto fuori con i tuoi superiori?

Binney: Nel 1998-1999, la “questione digitale” è stata sostanzialmente risolta. Questo fatto creò un problema nei piani alti perché al momento stavano facendo pressioni sul Congresso per 3,8 miliardi di dollari per continuare a lavorare su ciò che avevamo già risolto e realizzato. Quella lobby fu avviata nel 1989 per un programma separato chiamato Trailblazer, che fallì miseramente nel 2005-2006. Dovemmo informare il Congresso su come stavamo progredendo e le mie informazioni andarono contro gli sforzi del centro per ottenere maggiori finanziamenti. Così questo causò un problema interno.

Abbiamo appreso da alcuni membri del nostro staff al Congresso che molte delle aziende che stavano ottenendo contratti dalla NSA erano lobby di un gruppo contro il nostro programma al Congresso. Questo è il complesso militare-industriale in azione. Quella lobby era sostenuta dalla direzione della NSA che mirava solo a ricevere più denaro per poter costruire un impero più grande.

Ma Dick Cheney, che era dietro tutto questo, lo voleva perché era cresciuto sotto Nixon e questi voleva sempre sapere cosa pensavano e cosa facevano i suoi nemici politici. Questo tipo di approccio all’acquisizione massiccia di ogni cosa è stato possibile dopo aver rimosso certi segmenti del nostro software, e loro l’hanno poi usato contro l’intero mondo digitale. Cheney voleva sapere chi erano i suoi nemici politici e voleva ottenere aggiornamenti su di loro in qualsiasi momento.

Bernstein: La tua competenza era sull’Unione Sovietica e quindi devi sapere molto sulle intercettazioni. Credi che la Russia abbia violato e indebolito le nostre ultime elezioni? Trump può ringraziare la Russia per il risultato?

Binney: Noi di Veteran Intelligence Professionals for Sanity (VIPS) abbiamo pubblicato un articolo su questo a luglio. Prima di tutto, se qualche dato è andato da qualche parte nel mondo della fibra ottica, l’NSA lo saprebbe. All’interno degli Stati Uniti, la NSA ha oltre cento punti di rilevazione sulle linee in fibra e acquisisce qualunque cosa. Mark Klein ne ha parlato presso la AT&T di San Francisco.

Questo non è rivolto agli stranieri, tale controllo è dedicato ai cittadini statunitensi. Se avessero voluto occuparsi di  stati esteri, tutto quello che avrebbero dovuto fare sarebbe stato di controllare i cavi transatlantici nel punto in cui entrano sulla costa degli Stati Uniti. Ma loro non sono in quel punto, sono distribuiti tra la popolazione degli Stati Uniti.

Bernstein: Quindi se i russi stavano in effetti controllando il quartier generale dei democratici, la NSA ne sarebbe stata assolutamente a conoscenza.

Binney: Sì, e avrebbero anche tracciato i percorsi su dove sono andati a finire i dati specificamente, se in Russia o altrove. Se vi ricordate, circa tre o quattro anni fa, i cinesi si infiltrarono da qualche parte negli Stati Uniti e il nostro governo annunciò e confermò che erano i cinesi a farlo, e ciò proveniva da una specifica struttura militare di Shanghai. La NSA aveva questi programmi di tracciamento a centinaia, negli Stati Uniti e in tutto il mondo.

Gli altri dati che sono stati rivelati da Guccifer 2.0, un download dal DNC, sono stati una farsa. Era un download e non un trasferimento attraverso il web. Il web non può gestire una velocità così alta. Non avrebbe potuto attraversare l’Atlantico a quella velocità così alta. Dovresti avere linee dedicate ad alta capacità per poterlo fare. Loro stanno giocando con noi, non ci sono qui prove fattuali per sostenere qualsiasi accusa di hacking.

Bernstein: Quindi questa è stata una fuga di notizie da parte di qualcuno al quartier generale democratico?

Binney: Non sappiamo per certo neanche questo. Tutto quello che sappiamo è che si trattava di un download locale. Probabilmente potremmo attribuirlo ad un dispositivo USB che è stato trasferito fisicamente.

Bernstein: Diamo una occhiata a questo dall’altra parte. Gli Stati Uniti hanno mai tentato di violare e indebolire le operazioni russe con questi mezzi e modalità?

Binney: Oh, certamente. Lo facciamo tanto quanto chiunque altro. In Ucraina, ad esempio, abbiamo sponsorizzato il cambio di regime. Quando qualcuno che era filo-sovietico fu eletto presidente, abbiamo orchestrato un colpo di Stato per mettere il nostro uomo al potere.

Quindi abbiamo invitato l’Ucraina nella NATO. Uno degli accordi stipulati con i russi quando l’Unione Sovietica si disgregò fu che l’Ucraina avrebbe dato loro le sue armi nucleari da gestire, e che non avremmo spostato la NATO più a est verso la Russia. Penso che abbiamo fatto un grosso errore quando chiedemmo all’Ucraina di aderire alla NATO. Avrebbero dovuto chiedere anche alla Russia di unirsi, rendendo il tutto molto inclusivo. Se trattate le persone come avversari, questi si comporteranno di conseguenza.

Bernstein: Gli Stati Uniti si sono immischiati nelle elezioni russe che hanno portato Eltsin al potere?

Binney: Credo che l’abbiano fatto. Cerchiamo di sfruttare il nostro potere e influenzare le elezioni in tutto il mondo.

Bernstein: Cosa ha fatto il tuo gruppo, Veteran Intelligence Professionals for Sanity, e quale è stata la risposta del governo degli Stati Uniti?

Binney: Abbiamo discusso di privacy e di sicurezza con l’Unione Europea e con un certo numero di parlamenti europei. Recentemente la corte suprema austriaca ha stabilito che l’intero sistema di acquisizione di massa era incostituzionale. Tutti, tranne i conservatori del Parlamento austriaco, hanno votato quel disegno di legge, rendendo l’Austria il primo paese a fare la cosa giusta.

Una videata dal materiale trapelato dall’ex appaltatore della NSA Edward Snowden al Washington Post, che mostra cosa succede quando un analista della NSA “mette in pratica” il sistema PRISM per ottenere informazioni su un nuovo obiettivo di sorveglianza.

Bernstein: Il tuo obiettivo è difendere la privacy delle persone e il loro diritto a comunicare in privato?

Binney: Sì, per difendere la privacy ma anche per difendere la Costituzione. In questo momento, il nostro governo sta violando il primo, il quarto e il quinto emendamento in molti modi. Mueller l’ha fatto, Comey l’ha fatto, sono tutti coinvolti nella violazione della Costituzione.

Negli anni ’90, l’idea era quella di rendere efficaci i nostri analisti in modo che potessero vedere le minacce prima che accadessero e di allertare le persone agendo in modo da salvare delle vite. Quello che succede ora è che le persone escono e uccidono qualcuno e poi la NSA e l’FBI vanno in missione forense. Il controspionaggio dovrebbe dirti in anticipo quando succederà un crimine in modo che tu possa fare qualcosa per evitarlo. Hanno perso quella prospettiva.

Bernstein: Ora hanno accesso a ciascuna delle nostre conversazioni elettroniche, giusto? La mente umana ha difficoltà ad immaginare come si possa contenere, gestire e studiare tutte quelle informazioni.

Binney: Fondamentalmente, è realizzabile perché la maggior parte dell’elaborazione viene eseguita dalle macchine in modo che l’uomo non ne sia gravato.

Bernstein: Sembra che ci sia un nuovo maccartismo sull’inchiesta del Russiagate. Sembra che sia un tentativo di giustificare l’idea che la Clinton abbia perso perché i Russi ne hanno minato l’elezione.

Binney: Non ho visto nessuna prova da parte di nessuno, inclusa la comunità dei servizi segreti. Se guardate al rapporto Intelligence Community Assessment (ICA), viene affermato sulla prima pagina che “Abbiamo molti sospetti che i russi abbiano fatto questo”. Ma quando si arriva alla fine del rapporto, sostanzialmente viene affermato che “il nostro giudizio non implica che si abbia le prove per sostenerlo”.

Bernstein: Inizialmente fu annunciato che diciassette agenzie di controspionaggio avevano trovato prove convincenti del fatto che i russi avessero violato le nostre elezioni. Stai dicendo che in realtà furono selezionati individui solo da tre agenzie. Nelle rivelazioni degli agenti dell’FBI c’è qualcosa su azioni per impedire a Trump di diventare presidente?

Binney: Certamente sembra che la direzione sia quella, cioè era tutto un complotto. È un periodo triste della nostra storia, vedere il governo lavorare dall’interno contro se stesso.

Bernstein: Mi sembra di capire che tu non sia un grande sostenitore di Trump.

Binney: Beh, ho votato per lui. Non potevo votare per una guerrafondaia come la Clinton. Voleva vedere i nostri aerei abbattere aerei russi in Siria. Ha sostenuto la destabilizzazione della Libia, per  liberarsi di Assad in Siria, è stata una forte sostenitrice della guerra in Iraq.

Bernstein: Quali preoccupazioni hai per quanto riguarda l’indagine sul Russiagate e le tattiche da maccartismo che vengono impiegate?

Binney: In definitiva, la mia preoccupazione principale è che potrebbe portare ad una guerra reale con la Russia. Non dovremmo assolutamente andare in questa direzione. Dobbiamo uscire da tutte queste guerre. Sono anche preoccupato per quello che stiamo facendo alla nostra democrazia. Stiamo calpestando i principi fondamentali contenuti nella Costituzione. L’unico modo per invertire tutto ciò è quello di iniziare a denunciare le persone che partecipano e gestiscono queste attività chiaramente incostituzionali.

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Articolo di Dennis J. Bernstein pubblicato su New Eastern Outlook il 15 dicembre 2017

Traduzione in italiano di Pappagone per SakerItalia

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