E’ piuttosto interessante osservare quanti commentatori stiano completamente mal interpretando le rivolte razziali in corso, o le paragonino a quelle avvenute in precedenza nella storia degli Stati Uniti. Dicendo a se stessi che questi ultimi disordini siano “proprio simili” o “non così gravi” come le precedenti proteste razziali americane, io immagino che tentino di rassicurarsi, rimanendo con l’illusione che ciò che sta succedendo ora abbia una portata limitata e/o temporanea. Ma non è così.

No, non è “proprio simile” al passato

Oh certamente, la storia americana è piena di violenza razziale (da entrambe le parti), dagli albori degli Stati Uniti come società schiavista fino all’infinità di linciaggi (che si sono svolti al Nord tanto quanto al Sud, chi è interessato dovrebbe leggere il libro di Philip Dray “At the Hands of Persons Unknown: The Lynching of Black America[“Per mano di sconosciuti: il linciaggio dell’America nera”]) al sanguinoso “Massacro di Tulsa” in cui ci sono stati anche bombardamenti aerei sui quartieri neri! E se hanno ragione coloro che fanno notare che ci sono state molte rivolte razziali in passato, gli stessi stanno dimenticando essenzialmente il fatto fondamentale che le attuali “rivolte razziali” non sono “solo” rivolte razziali, ma il risultato di un fenomeno molto più complesso e composito. La prova migliore di questa nuova natura delle rivolte dal punto di vista qualitativo, è che queste si sono diffuse come un incendio non solo negli Stati Uniti ma anche in Europa e in Oceania (leggete qui e qui [tutti i link in inglese]). Anche alcuni Giapponesi si sono uniti [in inglese] a questo fenomeno decisamente gaijin [straniero]!

Quindi, che cosa sta succedendo qui?

A meno che non si ipotizzi che Danesi, Belgi e Neozelandesi siano stati personalmente vittime di poliziotti razzisti americani, dobbiamo ammettere che ciò che in tutto il mondo ha scatenato questo sfogo di proteste non è un trauma vissuto in prima persona ma solo un’esposizione indiretta ad una narrativa molto specifica diffusa con una quasi totale uniformità da parte dei media mainstream sionisti. Io chiamo questa narrativa “Nero è Bello[in inglese].

Il funesto dogma ideologico di “Nero è Bello”

Il movimento “Nero è Bello” è nato negli Stati Uniti nel 1960, e da allora è diventato parte integrante della doxa occidentale, un dogma ideologico che non poteva essere contestato senza ricevere immediatamente un’accusa di “razzismo”. Contemporaneamente, si stava sviluppando un altro dogma ideologico, quello che afferma che “tutte le razze sono uguali”, ma senza mai però definire di fatto il termine “razza” e il termine “uguale”. E’ interessante notare che le teorie di “nero è bello” e di “tutte le razze sono uguali” non sono mai state dimostrate ma solo proclamate, e che anche ogni insistenza sul fatto che queste teorie debbano essere sostanziate di fatto, comporta un’immediata accusa di “razzismo”.

Il mio scopo di oggi non è valutare i meriti (o la mancanza di questi) di tale narrativa. Ma ciò che voglio sottolineare è questo: ogni narrativa che non può essere oggetto di contestazione o di discussione senza essere immediatamente bollati come “razzisti”, è una narrativa estremamente intollerante. Ed è ovviamente una narrativa che teme ogni esame di evidenza empirica. Tuttavia, coloro che altrimenti denunciano i “media che mentono” o dicono cose tipo “io non ci credo a meno che il governo non lo neghi” o “come fai a sapere quando un politico mente? Quando muove le labbra”, sembrano essere più che disposti ad accettare acriticamente questi dogmi ideologici.

Inoltre, uno dei principi chiave di ogni onesta ricerca dei veri valori morali è quello di essere ugualmente applicabile a tutto (se non lo è, allora, è per definizione ipocrisia). Eppure, provate solo a dire qualcosa del tipo “Bianco è Bello” o, per dire, provate a sostenere l’idea di una “Associazione Nazionale per il progresso dei Bianchi” oppure ad indossare una maglietta con su scritto “Le vite dei Bianchi contano”, e sarete istantaneamente bollati come razzisti. Perché? Perché, lungi dal promuovere una reale “uguaglianza”, la moderna ideologia liberale predica realmente la superiorità nera, uno status speciale per i Neri che non può essere simmetricamente garantita ai Bianchi (o a chiunque altro). Inoltre, dal momento che la maggior parte delle persone è d’accordo che “quella bellezza è negli occhi di chi guarda”, possiamo concludere immediatamente che la tesi “Nero è Bello” è davvero un’opinione, non un dato di fatto. Si presume che debba implicare il diritto all’opinione che “Nero non è bello”, no? Ahahah, buona fortuna! Di nuovo: questo è un chiaro caso di pregiudizio/ipocrisia e, soprattutto, di rifiuto categorico di ogni opinione di dissenso. Infine, che cosa poi significa in questo caso il termine “nero”? Si applica solo ai Neri americani e sub-sahariani (apparentemente è così) o anche, per dire, a Etiopi, Somali, Tamil o anche agli aborigeni australiani? Si applica anche ai Greci e ai Siciliani con la pelle scura? Ancora una volta, vediamo che la categoria “nero” è totalmente priva di significato (come la categoria “bianco” o “giallo”, comunque!).

[Inciso: coloro che mi hanno letto in passato sanno che non accetto neanche il concetto di “razza”, che, secondo me, è del tutto non-scientifico. Detesto anche il cosiddetto “nazionalismo bianco” di Alt-Rights & Co., che considero come una forma di razzismo piuttosto primitivo (che qui ho definito al punto 4), addirittura un’imbiancata dell’ideologia nazista che viene “spinta” dal Deep State (per dettagli sull’argomento, potete leggere il mio articolo a questo link). Tuttavia, a seguito del mio precedente articolo sul tema, ci sono ancora dei cretini che mi accusano di “razzismo”, e cos’altro se no. Penso a queste persone come a dei “cervelli pachinko” (va bene anche “cervelli payazzo”): prendono ogni idea che incontrano come una “palla ideologica” e presumono che deve immediatamente entrare in una sola di un set molto limitato di categorie. Per loro, il semplice fatto di dire, per esempio, “la tesi sull’uguaglianza razziale non è stata mai propriamente definita, tanto meno provata” può solo significare una cosa: la persona che lo dice è un razzista. Punto. Non c’è un’altra opzione. Ciò che a loro ovviamente manca è poter pensare che una persona che non accetta neanche il concetto di “razza”, possa non essere un “razzista”. Ma a chi importano di queste finezze logiche, no? Segnalare le virtù è molto, molto più importante dei fatti o della logica, almeno per questi cervelli pachinko].

Credo fermamente che i media occidentali, soprattutto quelli americani (Hollywood/Amazon/Neflix/ecc. [tutti i link in inglese]) abbiano letteralmente fatto il lavaggio del cervello a molta della gioventù con un basso livello di istruzione (e uso un eufemismo!) con una strana forma di adorazione nero-qualcosa, una certezza tipo-culto che ogni cosa nera meriti una felice standing ovation. Da qui, l’improvvisa apparizione di cowboy neri, celti e vichinghi neri [tutti i link in inglese] e addirittura cavalieri neri della Tavola Rotonda che, sembra, fossero anche neri.  C’è anche un nuovo termine creato per questo tipo di “creativa riscrittura della storia”: casting senza pregiudizi razziali [in inglese]. Sto aspettando con impazienza la prima apparizione di una nera Neraneve (invece di Biancaneve).

L’Impero è odiato universalmente e non solo per il suo (molto reale) razzismo

Tutto questo sarebbe piuttosto innocuo e persino comico se non fosse per “l’altra faccia della medaglia ideologica”: l’Impero anglosionista ha perso totalmente e ampiamente ogni tipo di autorità morale e politica, sia negli Stati Uniti che in Europa (così come nei Paesi 5-eyes [in inglese] e nelle altre colonie americane come la Germania e il Giappone). In passato, l’Impero anglosionista era cattivo proprio come lo è oggi, ma almeno aveva i mezzi per fornire un alto livello di benessere materiale ai suoi cittadini; ora invece che l’Impero sta crollando e vivendo una grande crisi economica, sempre più persone stanno rivolgendo la loro rabbia contro il loro stesso governo o, forse ancora più precisamente, contro le oscenamente ricche classi al potere che hanno un controllo totale della scena politica americana e/o europea.

Ricordate cosa scriveva George Orwell nel suo capolavoro 1984? “Se vuoi un’immagine del futuro, immagina uno stivale che calpesta un volto umano, per sempre”. Io credo che molte persone, nere e bianche, abbiano provato qualcosa del genere quando hanno visto lo spaventoso video del lento omicidio di George Floyd per mano di una banda di chiaramente stupidi poliziotti bianchi. Sì, l’immagine in sè non mostra lo stivale di Orwell, ma il modo con cui quel poliziotto schiacciava il suo ginocchio sul collo di Floyd, ha mandato lo stesso messaggio che dice “la resistenza è inutile, vi schiacceremo”. E molte persone alienate ed emarginate (nere e bianche) hanno sentito un profondo senso di indignazione e anche di rabbia, da cui l’esplosione delle rivolte in tutto il mondo.

Quindi da qui dove andiamo?

In poche parole, le cose non miglioreranno. Né gli Stati Uniti (come ospite dell’Impero) né l’Impero in sé (che è un parassita che vive fuori dagli Stati Uniti) sono in condizione di riformarsi. Questo treno è partito tanto tempo fa (e sembra che l’80% degli Americani sia d’accordo [in inglese] con questo). Fin quando all’Impero (pensato come “Occidente”) era ancora rimasta una qualche credibilità, poteva almeno far finta di essere disposto a correggere molti innegabili errori senza auto-sovvertirsi durante il processo. Dopo tutto, il modo migliore per controllare una potenziale e pericolosa opposizione è infiltrarla e poi reindirizzarla verso una direzione sicura (che è fondamentalmente il ruolo principale dato all’ala di Sinistra del Partito Democratico e ai suoi leader finti rivoluzionari come Bernie Sanders e Tulsi Gabbard, una valvola di sicurezza glorificata). Inoltre, l’intero movimento Black Lives Matter – essendo razzista e violento – ha esattamente zero potenziale per riformare, anche parzialmente, la società occidentale (l’abolizione dei dipartimenti di polizia non è qualificante). Questo non significa, comunque, che non possa contribuire in maniera rilevante al crollo finale dell’Impero. Dopo tutto, ciò che vediamo oggi è che tutti i simboli del potere di questa società (politici, poliziotti, aziende, leader religiosi, ecc.) si “stanno inginocchiando” di fronte a ciò che ogni società sana di mente riconoscerebbe immediatamente come un caso da manuale di sommossa [in inglese] criminale. E quando un politico osa appellarsi ad un pieno ripristino della legge e dell’ordine, viene denigrato insieme all’editore che osa pubblicarlo [in inglese].  In altre parole:

L’Impero si sta inginocchiando

Non è dissimile da quanto è successo all’Unione Sovietica a fine anni ’80, quando in pratica l’intera élite al potere sentiva di aver perso ogni volontà di fronteggiare l’opposizione, e quando divenne trendy colpire ogni cosa sovietica (molte delle quali lo meritavano, ma non tutte!). Quelle circostanze portarono, primo, al crollo della società russa nel 1993. L’Unione Sovietica, proprio come gli Stati Uniti, era nata da un bagno di sangue, e per decenni i leader sovietici avevano potuto usare le loro forze di polizia e di sicurezza, e persino militari, per schiacciare ogni dissenso, come successo nel massacro di Novocherkassk nel 1962. Eppure, nel 1991 e nel 1993 anche le forze speciali del KGB si rifiutarono di intraprendere qualsiasi azione contro i dimostranti. Perché? Perché nel 1990 l’Impero Sovietico era completamente “inginocchiato” davanti a (un completamente fantasticato e inesistente) Occidente, proprio come oggi l’Occidente si “sta inginocchiando” davanti a (una completamente fantasticata e inesistente tipo Wakanda) Africa. Considerando i mali che l’Occidente ha causato in generale nel continente africano e, in particolare, nell’Africa sub-sahariana, ora c’è una qualche giustizia karmica in atto ma sarà di scarsa consolazione per tutte le persone (indipendentemente dalla razza) che ora stanno soffrendo per il caos criminale delle folle ispirate dal movimento Black Lives Matter (o per la violenza delle forze di polizia coinvolte!).

Cosa possono fare le persone per bene?

Bene, per prima cosa non dobbiamo scegliere tra razzismo bianco o nero. Di fatto, oggi l’unica posizione logica (e morale) è rifiutare qualsiasi forma di razzismo, soprattutto quello anti-Bianco promosso da Hollywood (e, aggiungerei, anti-famiglia, anti-maschio e anti-cristiano) e quello pro-Nero. E, fondamentalmente, dobbiamo rifiutare il razzismo anti-Bianco non perché esista una “razza bianca” ma perché l’attuale ideologia anti-razzista è altrettanto oppressiva e intollerante dell’ideologia razzista anti-Nero (e non solo!) dei tempi d’oro dell’Impero occidentale. Il nemico del mio nemico NON è sempre mio amico, e tra suprematisti bianchi e suprematisti neri, l’unica scelta corretta dal punto di vista morale è rifiutare categoricamente tutte le forme di suprematismo, anche e specialmente quella che sembra essere promossa da coloro che ci opprimo: le (multietniche) oppressive classi al potere dell’Impero.

Quindi, lasciamo che i leader dell’Impero si inginocchino, se vogliono: lasciamo che mostrino la loro codardia e la loro ipocrisia.

Noi non dobbiamo. Sì, richiede molto più coraggio parlare contro i dogmi ideologici predominanti piuttosto che scimmiottare docilmente la narrativa ufficiale. Questo è il prezzo da pagare per una libertà vera e interiore.

Il Saker

*****

Articolo del Saker pubblicato su The Saker il 10 giugno 2020
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per Saker Italia.

[I commenti in questo formato sono del traduttore]


La redazione di Saker Italia ribadisce il suo impegno nella lotta anti-mainstream e la sua volontà di animare il dibattito storico e politico. Questa che leggerete è l’opinione dell’autore; se desiderate rivolgere domande o critiche purtroppo questo è il posto sbagliato per formularle. L’autore è raggiungibile sul link dell’originale presente in calce.

L’opinione dell’autore non è necessariamente la nostra. Tuttavia qualsiasi commento indecente che non riguardi l’articolo ma l’autore, sarà moderato, come dalle regole in vigore su questo sito.

Condivisione: