Donald Trump è un uomo dalle mille parole, ma la settimana scorsa, ha pronunciato la frase più importante della sua carriera politica.

Ha dichiarato che:

“Se stiamo ad ascoltare Hillary Clinton ci ritroviamo con la Terza Guerra Mondiale”, ha detto il Sig. Trump. “Tu non stai più combattendo contro la Siria, stai combattendo contro la Siria, la Russia e l’Iran, giusto?”

Finalmente ci siamo arrivati, ha detto quello che milioni di persone in tutto il mondo, dentro di loro, sanno essere vero, ma il fatto che le abbia pronunciate uno dei principali candidati alle presidenziali americane la dice lunga (sulla loro importanza). Nell’universo parallelo dei media mainstream occidentali sono degne di nota le citazioni sboccate di Trump, antecedenti al suo ingresso in politica. Ma per quelli che vivono nell'(altro) universo parallelo, dove la gente sa di essere vicina alla guerra come non mai dal 1962, quello che sarà molto più difficile da dimenticare è l’ammonimento di Trump sull’impazienza di Hillary Clinton di combattere contemporaneamente contro Russia, Iran, Siria e magari alche altri.

Molte persone si sono lamentate del fatto che la retorica dell’attuale campagna per le presidenziali americane è scesa in basso come non mai prima d’ora. Per molti aspetti questo è vero, ma, nonostante tutta la sgradevole retorica, c’è stata anche un’apertura alla libertà di parola, dal momento che entrambi i candidati hanno capito di poter dire quello che veramente pensano.

Per questo motivo ora sappiamo che, per Hillary Clinton, la colpa di tutti i suoi guai personali, dei mali dell’America e del mondo intero è di Putin. Per Trump, Hillary Clinton dovrebbe finire in galera per la sua sfacciata corruzione, e un voto a suo favore è a dir poco un referendum per l’approvazione della Terza Guerra Mondiale. Questa è comunque roba forte per gli standard di qualunque nazione, figuriamoci poi per l’America, dove i dibattiti politici hanno spesso toni soffusi e sono estremamente referenziali, anche secondo i canoni del mondo occidentale.

Come ho già detto prima, Trump è il candidato della pace, qualcosa che agli ultimi elettori sia del Partito Repubblicano che di quello Democratico può sembrare una maledizione, se paragonato all’andamento della storia recente. Ma i Repubblicani hanno una lunga trazione di non-interventismo pacifico. Quello a cui in politica interna ci si riferisce (spesso con sufficienza) quando si dice: “L’America prima di tutto”, dovrebbe essere tradotto, in un dialetto più internazionale, con “la pace prima di tutto”.

L’ho già detto prima in televisione e ora lo metterò per iscritto. A meno che le elezioni siano ancora più truccate di quello che penso, e francamente credo che saranno abbastanza truccate, Donald Trump vincerà. In America c’è un grosso movimento popolare di persone così stanche della guerra, così stufe della globalizzazione, nauseate fino alla morte dal lessico orwelliano della classe politica, che, tutti quelli che avevano voltato le spalle alla politica, vengono ora rimessi in gioco da Donald Trump.

Le persone che vengono ignorate dai sondaggi pre-elettorali (non che si possa fare affidamento su molti di essi, comunque), gli emarginati, la gente normale, tutti quelli che hanno storie diverse, sentono qualcosa. In un certo senso è un po’ come il voto sul Brexit, che nessun esperto, nessun bookmaker e nessun uomo politico si aspettava. Per contro, nonostante tutte le assurdità che circondano le elezioni americane, è in gioco qualcosa di estremamente importante: la sopravvivenza stessa del mondo.

Il desiderio di Hillary Clinton è quello di affogare il mondo nel sangue e di riempirsi le tasche di oro. Se vince, l’unica speranza che potrebbe avere il mondo è che le teste pensanti a Washington finiscano alla fine con l’avere la meglio. Le probabilità che ciò accada, vista la presenza di persone come Ashton Carter, non sono affatto favorevoli.

Donald Trump promette il contrario. Promette di star lontano da una guerra mondiale e, come bonus, potrebbe anche allearsi con la Russia nella lotta al terrorismo islamico.

Quelli che voteranno per Hillary perché intendono esprimere un voto di protesta avranno le mani macchiate di tutto il sangue che lei intende versare. Che siano maledetti per questo. Chiunque abbia una coscienza deve votare per Trump. Certo, capisco che Jill Stein sia una donna a posto e che Gary Johnson, nonostante tutta la sua idiozia, non sia un guerrafondaio. Ma l’unica, vera scelta è fra la Clinton e Trump.

Prima dell’inizio della Guerra Mondiale del 1914, Lord Edward Gray disse: “Le lampade si sono spente in tutta l’Europa, in tutta la nostra vita non le vedremo più riaccendersi”. Se Hillary Clinton vince, mettete al posto di “Europa” la parola “mondo” e avrete un’idea di quello che sta per arrivare.

*****
Articolo di Adam Garrie pubblicato da TheDuran il 27 Ottobre 1016
Tradotto in Italiano da Mario per SakerItalia.it

Condivisione: