Alle volte un caso sembra non reggersi in piedi perché non si trova la “pistola fumante”(nessuna prova diretta ed evidente di cospirazioni, atti illeciti o intenti criminosi), ma poi, quando si analizzano tutti gli indizi, ci si fa poi un quadro della situazione coerente ed assolutamente chiaro. E così è stato con l’amministrazione Obama nei confronti della Russia: mentre fingeva di avere un atteggiamento ostile, essa ha fatto tutto il possibile per portare avanti i progetti della Russia. E, anche se è sempre possibile asserire che tutti i fallimenti di Obama derivano esclusivamente dalla sua incompetenza, ad un certo punto questa conclusione comincia a sembrare strana: com’è mai possibile che sia stato così bravo… ad essere incompetente? Forse ha proprio usato la sua incompetenza come una diversione per mascherare il suo vero obbiettivo, che è sempre stato quello di sostenere la Russia, minimizzando allo stesso tempo il ruolo degli Stati Uniti nella politica mondiale. Analizziamo da questo punto di vista le iniziative più importanti di Obama in politica estera.
Forse il più grande successo dei suoi otto anni (di mandato) è stato la distruzione della Libia. Con il falso pretesto di un intervento umanitario, quella che una volta era la nazione più ricca e stabile di tutto il Nord Africa è stata ridotta ad un cumulo di macerie, rifugio per terroristi islamici e punto di transito per i migranti economici che affluiscono nell’Unione Europea. Questo ha avuto l’effetto di spingere Russia e Cina l’una verso l’altra, facendo sì che iniziassero a votare insieme, come un unico blocco, contro gli Stati Uniti al Consiglio di Sicurezza dell’ONU. In un colpo solo, Obama ha gettato le fondamenta della sua attività di agente russo: gli Stati Uniti non saranno più in grado di promuovere la loro agenda politica in questo importantissimo consesso internazionale.
In seguito, Obama ha diretto l’abbattimento in Ucraina di un governo legittimamente eletto ed il successivo insediamento di un regime fantoccio, pilotato dagli Americani. Quando poi la Crimea ha votato per la riunificazione con la Russia, Obama ha imposto sanzioni alla Federazione Russa. Potrebbe sembrare che queste mosse fossero state studiate per danneggiare la Russia, ma, diamo un’occhiata ai risultati piuttosto che alle intenzioni. Primo, la Russia ha ripreso il controllo di una regione importante e strategica. Secondo, le sanzioni e le contro-sanzioni hanno permesso alla Russia di concentrarsi sulla sostituzione delle importazioni, sviluppando così l’economia interna. Tutto questo si è concretizzato sopratutto nell’agricoltura e la Russia ora incassa più dall’esportazione di generi alimentari che da quella degli armamenti. Terzo, la rescissione dei legami economici con l’Ucraina ha permesso alla Russia di eliminare il suo maggiore antagonista economico. Quarto, più di un milione di Ucraini hanno deciso di trasferirsi in Russia, temporaneamente o definitivamente, contribuendo all’incremento demografico della Russia e mettendole a disposizione un bacino di forza lavoro qualificata e di madrelingua russa. (La maggior parte degli Ucraini sono praticamente indistinguibili dal resto della popolazione russa). Quinto, se prima l’Ucraina era in una posizione tale da poter estorcere concessioni alla Russia, giocando degli scherzi ai metanodotti che dalla Russia portano il gas all’Unione Europea, adesso la Russia ha campo libero, e la cosa si vede negli accordi per (la costruzione) di nuovi gasdotti con la Turchia e la Germania. In effetti, la Russia, dallo stallo ucraino, si è presa tutti i vantaggi, mentre gli Stati Uniti si sono ritrovati con un subordinato sgradevole ed imbarazzante.
La “conquista” successiva di Obama è stata quella di portare, con la massima accuratezza, il conflitto siriano in un vicolo cieco. (Alcuni insistono a chiamarlo guerra civile, anche se praticamente laggiù tutti i combattimenti si sono svolti fra la nazione siriana, nella sua interezza, e mercenari pagati da stati esteri). Per raggiungere questo obbiettivo, Obama ha impiegato tutta una serie di tattiche. Ha contemporaneamente sostenuto, armato, addestrato e combattuto diverse formazioni terroristiche, prendendosi gioco della normale metodica americana sull’uso del “terrorismo per interposta persona”. Ha lanciato accuse ridicole sul fatto che il governo siriano avesse fatto uso di armi chimiche contro la sua stessa popolazione, cosa che, da una parte ha immediatamente ricordato a tutti le simili, false accuse sulle armi di distruzione di massa di Saddam, e, dall’altra, ha permesso alla Russia di acquistare un ruolo legittimo nella risoluzione del conflitto siriano. Ha fatto infinite la promessa di separare l’“opposizione moderata” dai terroristi inveterati, ma non è mai riuscito a farlo, dando perciò alla Russia tutte le opportunità per occuparsi della questione a modo suo. Ha negoziato diversi cessate il fuoco, ma li ha violati tutti quanti.
Ci sono stati comunque anche altri risultati. Parlando in continuazione di una inesistente “minaccia russa”, e facendo dell’allarmismo sulla“aggressione russa” e sulla“invasione russa” (di cui non è mai esistita nessuna prova), e tenendo delle inutili esercitazioni militari nell’Europa Orientale, sopratutto in quelle nullità geopolitiche dei Paesei Baltici, Obama è riuscito a togliere alla NATO ogni residuo di legalità, se mai ne avesse avuto uno, trasformandola in una barzelletta che non fa ridere.
Ma forse il più significativo dei servizi di Obama a favore della nazione russa è stato quello di favorire l’elezione di Donald Trump. C’è riuscito dando tutto il suo sostegno alla comicamente incapace e corrotta Hillary Clinton. Costei ha speso il doppio di Trump, ma, evidentemente, nessuna somma al mondo avrebbe potuto comprarle la presidenza. In seguito agli sforzi indefessi di Obama, gli Stati Uniti avranno ora un presidente amichevole verso la Russia, ansioso di fare accordi con la Russia, ma che dovrà farlo negoziando da una posizione significativamente più debole.
Come sto dicendo ormai da dieci anni, il fatto che gli Stati Uniti debbano cedere la loro posizione dominante è una conclusione scontata. Ma è stato certamente utile avere un Obama che ha accelerato i tempi, ed ora toccherà a Donald Trump finire il lavoro. Dal momento che il contributo di Obama è stato particolarmente utile alla Russia, propongo che venga insignito con l’Ordine dell’Amicizia della Federazione Russa, che farà il paio con il suo Premio Nobel per la Pace.
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Articolo di Dmitry Orlov pubblicato da Club Orlov il 20 dicembre 2016
Tradotto in italiano da Mario per Sakeritalia.it
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