L’Occidente sta marcendo!
Forse… Ma senti che buon odore…
Barzelletta dell’era sovietica
La parola “catastrofe” ha diversi significati, ma il concetto originale greco è quello di un “cambiamento improvviso” (in greco katastrophē “ribaltamento, svolta improvvisa” da kata “giù” + strofe “girare”). Per quanto riguarda la parola “superpotenza,” anch’essa ha diverse definizioni possibili, ma la mia preferita è questa: “superpotenza è un termine usato per descrivere uno stato con una posizione dominante, caratterizzato dalla sua estesa capacità di esercitare influenza o proiettare la sua potenza su scala globale. Questo viene ottenuto attraverso una combinazione di forza economica, militare, tecnologica e culturale, nonché tramite l’influenza diplomatica e del soft power. Tradizionalmente, le superpotenze sono preminenti fra le grandi potenze”, questa: “una nazione estremamente potente, specialmente una in grado di influenzare gli eventi internazionali e gli atti e le politiche delle nazioni meno potenti,” o questa: “un organo di governo internazionale capace di imporre la propria volontà su quella degli stati più potenti.”
Ho già parlato del visibilissimo declino degli Stati Uniti e del suo impero in molti dei miei articoli, quindi non mi ripeterò, se non per dire che la “capacità di esercitare influenza ed imporre la propria volontà” è probabilmente il criterio migliore per misurare l’entità della caduta degli Stati Uniti da quando Trump è salito al potere (il processo era già stato avviato da Bush e da Obama, ma ha sicuramente accelerato con Donald). Quello che vorrei fare è usare una metafora per rivisitare il concetto di catastrofe.
Se si posiziona un oggetto in mezzo ad un tavolo e poi lo si spinge fino al bordo, ci vorrà una certa quantità di energia, che possiamo chiamare “E1”. Poi, se il bordo del tavolo è liscio e vogliamo spingere l’oggetto oltre il bordo, basterà una quantità di energia molto più piccola, che possiamo chiamare “E2”. E, nella maggior parte dei casi (se il tavolo è abbastanza grande), si scoprirà anche che E1 è molto più grande di E2, ma che E2, per il fatto di essere avvenuta dopo E1, ha innescato un evento molto più drammatico: invece di planare dolcemente oltre il tavolo, l’oggetto cade di colpo e va in pezzi. Questa caduta improvvisa può anche essere definita una “catastrofe“. Questo è un qualcosa capita anche nella storia, prendete l’esempio dell’Unione Sovietica.
Alcuni lettori potrebbero ricordare come Alexander Solženicyn abbia ripetutamente dichiarato negli anni ’80 di essere sicuro che il regime sovietico sarebbe crollato e che sarebbe potuto ritornare in Russia. Naturalmente, era stato ridicolizzato in modo caustico da tutti gli “specialisti” e da tutti gli “esperti”. Del resto, perché qualcuno avrebbe dovuto ascoltare un eccentrico esiliato russo con idee politicamente sospette (si parlava di di “monarchismo” e di “antisemitismo”) quando l’Unione Sovietica era un’immensa superpotenza, armata fino ai denti, con un enorme servizio di sicurezza, con alleati politici e sostenitori in tutto il mondo? Non solo, ma tutti gli specialisti e gli esperti “rispettabili” erano unanimi nel ritenere che, anche se il regime sovietico soffriva di diversi problemi, era ben lungi dal collasso. L’idea che la NATO avrebbe presto sostituito l’esercito sovietico non solo nell’Europa Orientale, ma anche in una parte della stessa Unione Sovietica era assolutamente impensabile. Eppure è successo, e tutto molto, molto velocemente. Direi che l’Unione Sovietica è completamente crollata in meno di 4 anni: dal 1990 al 1993. Come e perché questo sia accaduto va oltre lo scopo di questo articolo, ma ciò che è innegabile è che nel 1989 l’Unione Sovietica era ancora un’entità all’apparenza potente, mentre, alla fine del 1993, era praticamente sparita (fatta a pezzi dalla stessa nomenklatura che l’aveva governata). Perché quasi tutti non l’hanno previsto?
Perché un’analisi avvelenata dall’ideologia porta al compiacimento intellettuale, all’incapacità di immaginare e, di solito, all’incapacità quasi totale di prendere in considerazione i possibili esiti, anche se in via ipotetica. Ecco perché quasi tutti gli “specialisti sovietici” si erano sbagliati (il KGB, al contrario, aveva previsto questo risultato e aveva avvertito il Politburo, ma i gerontocrati sovietici erano ideologicamente paralizzati ed erano sia incapaci che, spesso, contrari a prendere qualsiasi misura preventiva). Il regime massonico di Kerenskij in Russia nel 1917, la monarchia in Iran o il regime dell’apartheid in Sud Africa sono crollati molto in fretta, una volta messo in posizione e fatto partire il meccanismo di autodistruzione.
Potete pensare al “meccanismo di autodistruzione del regime” come alla nostra fase E1 nella metafora di cui sopra. Per quanto riguarda E2, potete immaginarla come un qualsiasi piccolo evento che inneschi il rapido e finale collasso, apparentemente con grande facilità e un minimo dispendio di energia.
A questo punto, è importante spiegare come è esattamente un “collasso finale”. Alcune persone pensano erroneamente che una società o una nazione collassata sia un mondo alla Mad Max. Non è così. L’Ucraina è uno stato fallito già da diversi anni, ma esiste ancora sulle carte geografiche. La gente ci vive, ci lavora, la maggior parte di essa ha ancora l’elettricità (anche se non 24 ore al giorno e 7 giorni su 7), esiste un governo e, almeno ufficialmente, la legge e l’ordine vengono mantenuti.
Questo tipo di società fallita può andare avanti per anni, forse per decenni, ma è comunque in uno stato di collasso, poiché ha attraversato tutte le 5 fasi del collasso, così come sono state descritte da Dmitrij Orlov nel suo libro “I Cinque Stadi del Collasso: Cassetta degli attrezzi per i Sopravvissuti” [in inglese], dove l’autore definisce le seguenti 5 fasi del collasso:
• Fase 1: collasso finanziario. Viene persa la fede nell’“affari come al solito”.
• Fase 2: collasso commerciale. Si perde la fede nel “ci penserà il mercato”.
• Fase 3: collasso politico. Va perduta la fede nel “il governo si prenderà cura di te”.
• Fase 4: collasso sociale. Viene persa la fede nel “la tua gente si prenderà cura di te”.
• Fase 5: collasso culturale. Si perde la fede nella “bontà dell’umanità”.
Avendo visitato di persona l’Argentina negli anni ’70 e ’80 e visto la Russia all’inizio degli anni ’90, posso attestare che una società può collassare completamente, mantenendo al contempo molte delle caratteristiche esterne di una società normale ancora funzionante. A differenza del Titanic, la maggior parte dei regimi collassati non affondano completamente. Rimangono mezzi affondati e mezzi a galla, magari con un’orchestra che suona ancora musica allegra. E nelle cabine più costose del ponte superiore, l’élite riesce ancora a mantenere uno stile di vita piuttosto lussuoso. Ma, per la maggior parte dei passeggeri, un simile collasso vuol dire povertà, insicurezza, instabilità politica e un’enorme perdita di benessere. Inoltre, in termini di movimento, una nave mezza affondata non è affatto una nave.
Ecco la cosa più importante: finché gli altoparlanti della nave continuano ad annunciare bel tempo e brunch a buffet, e finché la maggior parte dei passeggeri rimangono nelle loro cabine a guardare la TV invece di guardare fuori dagli oblò, l’illusione della normalità può essere mantenuta per un tempo abbastanza lungo, anche dopo un collasso. Durante la fase E1 delineata sopra, la maggior parte dei passeggeri verrà tenuta nella totale ignoranza (non sia mai che insorgano o protestino) e solo quando E2 colpirà (in modo totalmente inaspettato per la maggior parte di essi) la realtà alla fine distruggerà l’ignoranza e le illusioni dei passeggeri col cervello lavato.

Obama è stato davvero l’inizio della fine
Ho vissuto negli Stati Uniti dal 1986 al 1991 e dal 2002 fino ad oggi e non ho alcun dubbio che il paese abbia subito un *enorme* declino negli ultimi decenni. In realtà, direi che gli Stati Uniti hanno vissuto in condizioni E1 almeno da Bush in poi e che questo processo ha accelerato drasticamente con Obama e con Trump. Credo che abbiamo raggiunto il momento E2 “bordo del tavolo” nel 2018 e che da ora in poi anche un incidente relativamente piccolo potrebbe risultare in un capovolgimento improvviso (cioè una “catastrofe”). Ma ho deciso di verificare la situazione con l’indiscusso specialista in questo problema e così ho mandato una mail a Dmitrij Orlov e gli ho posto la seguente domanda:
Nel tuo recente articolo “L’Anno in cui il Pianeta si Capovolse” [in inglese] dipingi un quadro devastante dello stato dell’Impero:
È già sicuro dichiarare che il piano di Trump per Rendere di Nuovo Grande l’America (MAGA) è un fallimento. Dietro le statistiche ottimistiche sulla crescita economica americana rimane il fatto odioso che esse sono il risultato di un’esenzione fiscale concessa alle società transnazionali per incoraggiarle a rimpatriare i loro profitti. Non solo non le ha aiutate (le loro azioni stanno perdendo molto valore), ma si è rivelata un disastro per il governo degli Stati Uniti, così come per il sistema economico nel suo insieme.
Le entrate fiscali sono diminuite. Il deficit nel bilancio per il 2018 supera i 779 miliardi di dollari. Nel frattempo, le guerre commerciali dichiarate da Trump hanno fatto crescere il deficit commerciale del 17% rispetto all’anno precedente. I piani per rimpatriare la produzione industriale dai paesi con un basso costo della manodopera rimangono vaghi, perché mancano totalmente i tre elementi chiave che la Cina ha avuto a disposizione mentre si industrializzava (energia a basso costo, manodopera a basso costo e bassi costi di gestione). Il debito pubblico è già oltre il ragionevole e la sua crescita continua ad accelerare, con solo il pagamento degli interessi sul debito che dovrebbe superare il mezzo triliardo di dollari l’anno entro un decennio. Questa traiettoria non promette nulla di buono per l’esistenza stessa degli Stati Uniti. Nessuno, negli Stati Uniti o altrove, ha il potere di cambiare questa traiettoria in modo significativo. Le mosse di Trump al riguardo potrebbero aver fatto precipitare gli eventi più velocemente di quanto avrebbero fatto altrimenti, nel senso che potrebbero aver aiutato a convincere il mondo che gli Stati Uniti sono egoisti, inoffensivi, assolutamente autodistruttivi e generalmente inaffidabili come partner. Alla fine, non importa chi sia il Presidente degli Stati Uniti – la situazione non cambia. Tra quelli a cui il Presidente degli Stati Uniti è riuscito a far più male vi sono i suoi alleati europei. I suoi attacchi alle esportazioni energetiche russe verso l’Europa, alle case automobilistiche europee e agli scambi commerciali europei con l’Iran hanno provocato una gran quantità di danni, sia politici che economici, senza che venissero compensati da benefici reali o almeno percepiti. Nel frattempo, mentre l’ordine mondiale globalista, che una larga parte della popolazione europea sembra pronta a considerare un fallimento, inizia a sgretolarsi, l’Unione Europea sta diventando rapidamente ingovernabile, con i partiti politici governativi incapaci di formare coalizioni con nuovi arrivati sempre più populisti. È troppo presto per dire che l’UE ha fallito, ma sembra già sicuro predire che entro un decennio essa cesserà di essere un attore internazionale serio. Sebbene la qualità disastrosa e gli errori rovinosi della dirigenza dell’Unione Europea meritino gran parte delle colpe, parte di esse dovrebbero essere attribuite al comportamento erratico e distruttivo del loro Grande Fratello d’oltreoceano. L’UE si è già trasformata in un’entità strettamente regionale, incapace di proiettare il suo potere o mantenere ambizioni geopolitiche globali. Lo stesso vale per Washington, che o se ne andrà volontariamente (per mancanza di soldi) o verrà cacciata da gran parte del mondo. La partenza dalla Siria è inevitabile, sia che Trump, sotto la pressione incessante dei falchi di entrambi i partiti, rinneghi o no questo impegno. Ora che la Siria dispone di una moderna forza di difesa antiaerea fornitale dalla Russia, gli Stati Uniti non hanno più la superiorità aerea e, senza superiorità aerea le forze armate statunitensi non possono fare nulla. L’Afghanistan è il prossimo; è molto probabile che i washingtoniani non saranno in grado di raggiungere un accordo ragionevole con i Talebani. La loro partenza significherà la fine di Kabul come centro di corruzione, dove gli stranieri rubano gli aiuti umanitari e altre risorse. Durante tutto questo percorso, verrà anche ritirato quello che rimane delle truppe statunitensi dall’Iraq, dove il Parlamento, irritato dalla visita improvvisa di Trump ad una base americana, ha recentemente votato per la loro espulsione. E questo danneggerà l’intera avventura americana in Medio Oriente; dall’11 Settembre in poi sono stati sprecati 4.704.439.588.308$, per essere precisi, 14.444$ per ogni uomo, donna e bambino negli Stati Uniti. I più grandi vincitori, ovviamente, sono le popolazioni dell’intera regione, perché non saranno più soggette alle vessazioni e ai bombardamenti indiscriminati degli Stati Uniti. Gli altri vincitori sono la Russia, la Cina e l’Iran, con la Russia che consolida la sua posizione come arbitro definitivo degli accordi internazionali sulla sicurezza, grazie alle sue capacità militari senza precedenti e alla sua comprovata esperienza nella coercizione alla pace. Il destino della Siria sarà deciso da Russia, Iran e Turchia, gli Stati Uniti non saranno nemmeno invitati ai negoziati. L’Afghanistan aderirà all’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai. E i più grandi perdenti saranno gli ex alleati regionali degli Stati Uniti, in primo luogo Israele, seguita dall’Arabia Saudita.La mia domanda è questa: dove collocheresti gli Stati Uniti (o l’Impero) nelle tue 5 fasi del collasso e credi che gli USA (o l’Impero) possano invertire questa tendenza?
Ecco la risposta di Dmitrij:
Il collasso, in ogni fase, è un processo storico che ha bisogno di tempo per seguire il suo corso, perché il sistema si adatta alle circostanze in continua evoluzione, compensa le proprie debolezze e trova modi per continuare a funzionare più o meno bene. Ma ciò che cambia piuttosto all’improvviso è la fede o, per dirla in termini più affaristici, il sentimento. Un ampio segmento della popolazione o un’intera classe politica all’interno di una nazione o del mondo intero può funzionare sulla base di un certo insieme di presupposti per molto più tempo di quanto ci si aspetterebbe in base alla situazione, ma poi in un breve periodo di tempo può passare ad un diverso insieme di presupposti. Tutto ciò che sostiene lo status quo oltre questo punto è l’inerzia istituzionale. Essa impone dei limiti a quanto velocemente i sistemi possono cambiare senza crollare del tutto. Oltre quel punto, le persone tollereranno le metodiche più vecchie solo fino a quando non si sarà trovato il modo di sostituirle.
Fase 1: collasso finanziario. Va perduta la fede nel ”si fanno affari come al solito”.
A livello internazionale, il principale cambiamento di sentimento mondiale ha a che fare con il ruolo del dollaro americano (e, in misura minore, dell’euro e dello yen – le altre due valute di riserva dello sgabello bancario globalista a tre gambe). Il mondo sta passando all’uso delle valute locali, alle conversioni valutarie e ai mercati delle materie prime sostenuti dall’oro. Il catalizzatore di questo cambio di sentimento è stato fornito dalla stessa amministrazione statunitense, che ha segato il ramo su cui stava seduta con il suo uso di sanzioni unilaterali. Usando il suo controllo sugli scambi basati sul dollaro per bloccare le transazioni internazionali a essa non gradite ha costretto gli altri paesi a cercare delle alternative. Ora un elenco crescente di paesi considera l’idea di liberarsi delle catene del dollaro americano come obbiettivo strategico. La Russia e la Cina usano il rublo e lo yuan per il loro commercio in espansione, L’Iran vende petrolio all’India in rupie. L’Arabia Saudita ha iniziato ad accettare lo yuan per il suo petrolio.
Questo cambiamento produce molti effetti a catena. Se il dollaro non è più necessario per il commercio internazionale, le altre nazioni non ne devono più averne grandi quantità come riserva. Perciò non è più necessario acquistare grandi quantità di buoni del tesoro statunitensi. E quindi non è più necessario avere grandi eccedenze commerciali con gli Stati Uniti, cioè operare praticamente in perdita. Inoltre, l’attraenza degli Stati Uniti come mercato di esportazione cala e il costo delle importazioni verso gli Stati Uniti sale, facendo in questo modo aumentare l’inflazione al consumo. Ne segue una spirale dannosa, in cui le capacità del governo degli Stati Uniti di accendere prestiti a livello internazionale per finanziare la voragine aperta dai suoi tanti deficit risultano compromesse. Dopo vengono il default del governo degli Stati Uniti e la bancarotta nazionale.
Gli Stati Uniti possono ancora sembrare potenti, ma, con la loro terribile situazione fiscale e con la loro negazione dell’inevitabilità della bancarotta, sembrano la Blanche DuBois dell’opera teatrale di Tennessee Williams “Un tram che si chiama Desiderio”. Lei era sempre “dipendente dalla gentilezza degli estranei”, ma era tragicamente incapace di distinguere tra gentilezza e desiderio. In questo caso, il desiderio è avere vantaggi e sicurezza per la propria nazione, e ridurre al minimo i rischi sbarazzandosi di un partner commerciale inaffidabile.
Quanto velocemente o lentamente questo avverrà è difficile da dire e impossibile da calcolare. È possibile pensare al sistema finanziario in termini di un analogo fisico, con la massa monetaria che viaggia ad una certa velocità che possiede una certa inerzia (p = mv) e con forze che agiscono su quella massa facendola accelerare lungo una traiettoria diversa (F = ma). È anche possibile immaginarlo come un branco di animali al galoppo che può cambiare improvvisamente direzione quando viene preso dal panico. I recenti e bruschi movimenti nei mercati finanziari, dove trilioni di dollari dal valore unicamente teorico e speculativo sono stati spazzati via in poche settimane, sono più in linea con quest’ultimo modello.
Fase 2: collasso commerciale. Viene persa la fede nel “ci penserà il mercato”
All’interno degli Stati Uniti non esistono veramente altre alternative al mercato. Ci sono alcune enclave rurali, per lo più comunità religiose, che possono nutrirsi da sole, ma questo è un caso raro. Per tutti gli altri non c’è altra scelta che essere dei consumatori. I consumatori che non hanno più nulla vengono chiamati “barboni”, ma continuano ad essere dei consumatori. Nella misura in cui gli Stati Uniti hanno una cultura, questa è una cultura commerciale in cui la bontà di una persona si basa sulle somme di denaro in suo possesso. Una simile cultura può morire diventando irrilevante (quando tutti saranno sul lastrico) ma per allora è probabile che sarà defunta anche la maggior parte dei portatori di questa cultura. In alternativa, potrebbe essere rimpiazzata da una cultura più umana, che non sia interamente basata sul culto di Mammona – forse, oserei pensare, attraverso il ritorno ad un’etica Cristiana pre-Protestante e pre-Cattolica che pone le anime delle persone al di sopra degli oggetti di valore?
Fase 3: collasso politico. Si perde la fede ne “il governo si prenderà cura di te”.
Al momento tutto è molto oscuro, ma mi azzarderei a dire che la maggior parte delle persone negli Stati Uniti sono troppo distratte, troppo stressate e troppo preoccupate dai propri vizi e delle proprie ossessioni per prestare attenzione alla sfera politica. Di quelli che lo fanno, un buon numero sembra essere consapevole del fatto che gli Stati Uniti non sono affatto una democrazia, ma solo una cassetta con la sabbia solo per le élite, dove gli interessi corporativi transnazionali ed oligarchici costruiscono e abbattono castelli di sabbia gli uni degli altri.
La polarizzazione politica estrema, in cui due partiti filo-capitalisti e bellicisti virtualmente identici fingono di darsi battaglia mettendo in mostra le proprie virtù può essere un sintomo dello stato di estrema decadenza dell’intero spiegamento politico: le persone vengono costrette a guardare le volute di fumo e ad ascoltare un rumore assordante nella speranza che non si accorgano che gli ingranaggi non stanno più girando.
Il fatto che un vero e proprio intrigo di palazzo – le schermaglie tra la Casa Bianca, i due rami del Congresso e un lugubre grande inquisitore di nome Mueller – sia al centro del palcoscenico ricorda stranamente diversi crolli politici precedenti, come la disintegrazione dell’Impero Ottomano o la caduta e la conseguente decapitazione di Luigi XVI. Il fatto che Trump, alla pari dei notabili Ottomani, abbia riempito il suo harem con donne dell’Est Europeo, aggiunge una nota inquietante. Detto questo, la maggior parte delle persone negli Stati Uniti sembra non vedere la vera natura dei suoi padroni, diversamente dai francesi con il loro movimento dei Gilet Gialli (solo per fare un esempio).
Fase 4: collasso sociale. Va perduta la fede nel “la tua gente si prenderà cura di te”.
Da alcuni anni dico che all’interno degli Stati Uniti il collasso sociale ha già in gran parte terminato il suo corso, anche se la gente, in effetti, crede che la questione sia tutta da discutere. Definire la “tua gente” è piuttosto difficile. I simboli sono ancora tutti lì – la bandiera, la Statua della Libertà e una predilezione per le bibite ghiacciate e i piatti traboccanti di cibi fritti e grassi, ma il melting pot sembra essersi fuso ed essere colato fino in Cina. Oggi, negli Stati Uniti, metà delle famiglie parla in casa una lingua diversa dall’inglese e una buona parte delle altre parla dialetti inglesi che non sono reciprocamente comprensibili col dialetto inglese nordamericano standard della televisione e dei professori universitari.
Nel corso della loro storia come colonia britannica e poi come nazione, gli Stati Uniti sono stati dominati dall’ethnos anglosassone. Il termine “ethnos” non è un’etichetta etnica. Non si basa strettamente su genealogia, lingua, cultura, habitat, forma di governo o un qualsiasi altro singolo fattore o gruppo di fattori. Questi possono essere tutti importanti fino ad un certo punto, ma la possibilità di sopravvivenza di un ethnos si basa esclusivamente sulla sua coesione e sulla reciproca inclusività e sulla comunità di intenti dei suoi membri. L’ethnos anglosassone raggiunse il suo zenith subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, durante la quale molti gruppi sociali si mescolarono nelle forze armate e i loro membri più intelligenti entrarono in contatto tra loro.
Si liberò un potenziale fantastico quando il privilegio – la maledizione dell’ethnos anglosassone fin dal suo arrivo – venne temporaneamente sostituito dal merito e agli uomini più ricchi di talento che venivano messi in congedo, di qualsiasi estrazione essi fossero, veniva data una possibilità di istruzione e di avanzamento sociale tramite il GI Bill. Esprimendosi in una nuova forma di inglese americano, basato sul dialetto dell’Ohi, come Lingua Franca questi Yankee – maschi, razzisti, sessisti e sciovinisti e, almeno nella loro mente, vittoriosi – si ritrovarono pronti a ricostruire il pianeta a loro immagine e somiglianza.
Iniziarono poi a inondare il mondo intero di petrolio (la produzione statunitense di greggio era allora al suo massimo) e con macchine che lo consumassero. Atti così appassionati di etnogenesi sono rari ma non inusuali: i Romani che conquistarono l’intero bacino del Mediterraneo, i barbari che poi saccheggiarono Roma, i Mongoli che più tardi conquistarono la maggior parte dell’Eurasia e i Tedeschi, che per un brevissimo periodo possedettero un enorme Lebensraum, sono altri esempi.
E ora bisogna chiedercsi: che cosa rimane oggi di questo orgoglioso ethnos anglosassone conquistatore? Ascoltiamo stridule grida femministe sulla “mascolinità tossica” e minoranze di ogni schiatta che tuonano contro “l’arroganza dei bianchi”, e per tutta risposta sentiamo qualche piagnucolio, ma soprattutto silenzio. Quegli orgogliosi, conquistatori e virili Yankee che si incontrarono e fraternizzarono con l’Armata Rossa sul fiume Elba il 25 aprile 1945, dove sono? Si sono trasformati in una triste sub-etnia di ragazzini effemminati e pornodipendenti, che si radono i peli pubici e hanno bisogno del permesso scritto per fare sesso per paura di essere accusati di stupro?
Gli ethnos anglosassoni diventeranno un relitto, proprio come gli Inglesi sono riusciti a rimanere aggrappati ai loro reali (che tecnicamente non sono nemmeno più aristocratici, dal momento che ora praticano l’esogamia con i popolani)? O verranno spazzati via da un’ondata di depressione, malattie mentali e abuso di oppiacei, la loro gloriosa storia di rapine, saccheggi e genocidi verrà cancellata e le statue dei loro eroi/criminali di guerra verranno abbattute? Solo il tempo ce lo dirà.
Fase 5: collasso culturale. La fede nella “bontà dell’umanità” è persa.
Il termine “cultura” per molta gente ha significati diversi, ma è più produttivo osservare le culture piuttosto che discutere di esse. Le culture si esprimono attraverso i comportamenti stereotipati degli individui che sono facilmente osservabili in pubblico. Non gli stereotipi negativi spesso usati per identificare e respingere gli estranei, ma degli stereotipi positivi – standard di comportamento culturale, in realtà – che servono requisiti per l’inclusione e l’adeguatezza sociale. Possiamo facilmente valutare la sostenibilità di una cultura osservando i comportamenti stereotipati dei suoi membri.
- La gente esiste come entità unica, sovrana, continua, e inclusiva o come un insieme di enclavi esclusive e potenzialmente in guerra tra loro, segregate per reddito, etnia, livello di istruzione, affiliazione politica e così via? Vedete molti muri, cancelli, posti di blocco, telecamere di sicurezza e cartelli “non oltrepassare”? La legge viene applicata in modo uniforme o ci sono quartieri buoni, quartieri cattivi e zone talmente pericolose che persino la polizia ha paura ad entrare?
- Le persone qualsiasi che si ritrovano insieme in pubblico iniziano spontaneamente conversazione fra di loro e si sentono a loro agio nello stare tutte insieme, o sono distanti e paurose, e preferiscono nascondere le loro facce nei piccoli rettangoli luminosi dei loro smartphone, custodendo gelosamente lo spazio personale, pronte a considerare qualsiasi intrusione come un assalto?
- Le persone rimangono di buon umore e tolleranti l’una verso l’altra anche se sotto pressione o si nascondono dietro una facciata di cortesia tesa e superficiale e si arrabbiano alla minima provocazione? Le conversazioni sono tranquille, gentili e rispettose o vengono fatte a voce alta, stridula, rozza e contaminata da un linguaggio greve? Le persone si vestono bene per rispetto reciproco, o per mettersi in mostra, o sembrano tutti solo degli sciattoni decaduti – anche i ricchi?
- Osservate come si comportano i loro figli: hanno paura degli estranei e sono intrappolati in un piccolo mondo tutto loro o sono aperti al mondo e pronti a trattare qualsiasi straniero come un fratello o una sorella surrogata, come una zia o uno zio, una nonna o un nonno, senza chiedere una qualche introduzione speciale? Gli adulti ignorano di proposito i figli altrui o agiscono spontaneamente come un’unica famiglia?
- Se capita un incidente stradale, corrono volontariamente in soccorso degli altri ed estraggono i feriti prima che il veicolo esploda, o, secondo gli immortali versi di Frank Zappa, “prenderanno il telefono e chiameranno qualche buono a nulla” che “si precipiterà e farà ancora più danni”?
- Se c’è un’alluvione o un incendio, i vicini accoglieranno la gente rimasta senzatetto o le faranno aspettare fino a che le autorità non si saranno fatte vive e li avranno portati in bus in un qualche rifugio governativo improvvisato?
È possibile citare statistiche o fornire prove aneddotiche per determinare lo stato e la sostenibilità di una cultura, ma i vostri occhi e gli altri sensi possono darvi tutte le prove di cui avete bisogno per capirlo da soli e decidere quanta fede mettere nella “bontà del genere umano” che vedete nelle persone intorno a voi.
Dmitrij ha concluso la sua replica riassumendo così la sua opinione:
Il collasso culturale e quello sociale sono ancora molto lontani. Il collasso finanziario aspetta un innesco. Il collasso commerciale avverrà a tappe, alcune delle quali – i deserti alimentari, per esempio – si sono già verificate in molti luoghi. Il collasso politico diventerà visibile solo quando la classe politica si sarà arresa. Non è semplice dire in quale fase ci troviamo attualmente. Stanno avvenendo tutte in parallelo, in un modo o nell’altro.
La mia opinione (totalmente soggettiva) è che gli Stati Uniti hanno già raggiunto gli stadi da 1 a 4, e che ci sono segnali che indicano che la fase 5 è iniziata; soprattutto nelle grandi città, mentre i piccoli centri degli Stati Uniti e le zone rurali (la base di potere di Trump, tra l’altro) stanno ancora lottando per mantenere le norme e i comportamenti che si potevano osservare negli Stati Uniti degli anni ’80. Quando ho visitatori dall’Europa fanno sempre commenti su quanto siano amichevoli e accoglienti gli Americani (è vero, vivo in una piccola città nella Florida centro-orientale, non a Miami…). Queste sono le comunità che hanno votato per Trump perché hanno detto “rivogliamo indietro il nostro paese“. Ahimè, invece di restituire loro il paese, Trump lo ha regalato ai Neoconservatori…
Conclusione: unire i puntini; o no
Francamente, i puntini sono dappertutto; è veramente difficile non vederli. Tuttavia, per i doppioplusbenpensanti “droni ideologici” essi rimangono in gran parte invisibili, e questo non è dovuto ad un problema di vista, ma alla totale incapacità di questi droni di unire i puntini. Sono quel genere di persone che ballavano sul ponte del Titanic mentre la nave stava affondando. Per loro, quando arriverà l’inevitabile catastrofe, sarà una totale e strabiliante sorpresa. Ma, fino a quel momento, continueranno a negare l’ovvio, non importa quanto ovvio sia diventato l’ovvio.

Non aspettatevi che questi due perdenti sistemino qualcosa, peggioreranno solo le cose.…
Nel frattempo, le élite al potere negli Stati Uniti sono bloccate in una brutta lotta intestina, che non fa altro che indebolire ulteriormente la nazione. Ciò che è veramente importante è che i Democratici sono ancora bloccati con la loro stessa leadership incompetente, che non sa che fare e infinitamente arrogante, nonostante tutti sappiano che il Partito Democratico è in crisi profonda e che sono disperatamente necessari dei volti nuovi. Ma no, sono ancora completamente bloccati nei loro vecchi sistemi e la stessa banda di gerontocrati continua a governare l’apparato del partito.
Questo è un altro sintomo inequivocabile di degenerazione: quando un regime riesce a produrre solo leader incompetenti, spesso vecchi, completamente fuori dalla realtà e che danno la colpa dei propri fallimenti a fattori interni (“i deplorevoli”) ed esterni (“i russi”). Ancora una volta, pensate all’Unione Sovietica sotto Brežnev, al regime dell’apartheid in Sudafrica sotto F. W. de Klerk, o al regime di Kerenskij nel 1917 in Russia. Rivela abbastanza cose il fatto che un leader politico che gli Anglo-Sionisti cercano di spaventare li consideri semplicemente degli “idioti di prim’ordine“ [in inglese], no?
Per quanto riguarda poi i Repubblicani, questi sono fondamentalmente una succursale del partito israeliano Likud. Date solo un’occhiata alla lunga lista di nullità che il Likud ha prodotto in patria, e avrete un’idea di cosa possono fare nella loro colonia statunitense.
Alla fine, gli Stati Uniti si riprenderanno; non ho alcun dubbio al riguardo. È un grande paese, con milioni di persone di talento, enormi risorse naturali e nessuna minaccia credibile al suo territorio. Ma ciò potrà avvenire solo dopo un reale cambio di *regime* (l’opposto di un cambiamento nell’amministrazione presidenziale) che, di per sé, può avvenire solo dopo un collasso da “catastrofe E2.”
Fino ad allora, aspetteremo tutti Godot.
Il Saker
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Articolo del Saker pubblicato su The Saker l’11 gennaio 2019
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia
Beh abbiamo approfondito ed evidenziato alcune evidenze che era difficile non notare.
Il problema è, secondo il mio modo di pensare, che troppe persone in giro per il mondo dipendono dalle sorti di quella disgraziata, infame, maligna, criminale, assassina nazione!
Molti paesi si sono, per un motivo o per l’altro, resi dipendenti (troppo) da quel lago di squali che sono gli Stati Uniti d’America. Ora, visto che molti di questi paesi cominciano ad essere stanchi, e che molti altri tengono duro nel non regalare la loro sovranità a coloro che non meritano nemmeno di stare al mondo, per quanto sono intrinsecamente criminali e prepotenti, perchè non ci organizziamo e diamo loro una bella spinta per farli cadere da quel tavolo di cui sopra?
Facciamo una bella associazione di nazioni per il perseguimento dei propri interessi nazionali (non è così che parlano i sionisti americani ogni volta che devono fare del male ad altri?), questa volta col proposito di fare i propri interessi azzerando le influenze e le interferenze di questi criminali a casa nostra, nel nostro vivere di tutti i giorni.
Semplice, per iniziare un bel boycott di ogni prodotto che anche lontanamente è americano o usa tecnologia e componenti di tale provenienza.
vediamo come va a finire!!! magari quella piccola spinta diventa reale velocemente.
inoltre se gli americani della strada si ostinano a non vedere l’evidenza (come tra l’altro moltissimi anche nei paesi occidentali succubi di questo stato di cose, è bene che alla fine ne paghino le conseguenze.
Totalmente d’accordo con lei!