Il viaggio di Donald Trump in Messico ha mostrato un certo suo grado di abilità diplomatica e arte di governare, in contrasto con la belligerante aggressività con la quale Hillary Clinton si comporta nei confronti della Russia.

In tutti i suoi discorsi sulla politica estera, il paese scelto da Hillary Clinton come obiettivo del suo odio è stato e rimane la Russia, e anche quando in precedenza tentò e non riuscì a diventare Presidente, non riusciva nemmeno a nominare il Presidente della Russia.

Donald Trump si è fatto una brutta reputazione con le sue critiche al Messico, sebbene non abbia mai accusato il Messico di interferire nella politica interna americana, né abbia mai incolpato il Messico di tessere una grande cospirazione informativa internazionale, né abbia mai tacciato il Messico di condurre il mondo verso la guerra.

Detto questo, sarebbe giusto presumere che ciò che la Russia è per Hillary lo sia il Messico per Trump, ma Donald Trump ha dimostrato che questa affermazione è falsa, e lo ha fatto in un modo elegante e facilmente comprensibile.

Parlando al fianco del Presidente Enrique Peña Nieto, Donald Trump ha affermato che Stati Uniti e Messico condividono obiettivi simili, hanno un destino regionale congiunto, affrontano gli stessi problemi e vogliono risolverli attraverso la cooperazione piuttosto che attraverso il confronto.

Trump ha parlato delle sue positive esperienze personali e professionali con i Messicani, e ha sottolineato il fatto che le questioni di confine sono problemi più ampi, globali e profondi di una qualsiasi disputa tra stati confinanti.

Qualunque siano le vostre opinioni su Donald Trump, bisogna concedergli il fatto che è arrivato in una nazione straniera come un ospite stimato, e che ha parlato con sincerità (almeno per quanto si può ricavare dalla retorica) dei problemi comuni e i potenziali benefici reciproci che entrambe le nazioni hanno a due passi da casa.

Nel più ampio contesto globale, va detto che le relazioni USA-Messico non sono ad un serio punto di infiammabilità come quelle attuali tra Russia e America: ve la immaginate Hillary Clinton che vola a Mosca e fa un discorso simile sulla necessità di capire le differenze tra gli USA e la Russia, parlando allo stesso tempo delle aree dove la cooperazione e i bisogni reciproci sono cruciali (pensate alla sconfitta dell’ISIS)? Neanche l’assunzione di tutte le droghe illegali dell’America Centrale basterebbe a convincere qualcuno che una cosa del genere sia possibile.

Nel suo discorso, Trump ha dimostrato di essere un maestro della diplomazia, al punto da oscurare tutta la retorica che utilizza in patria, mentre l’odiosa, menzognera e ridicola retorica di Hillary sulla Russia è più simile a quella del Dottor Stranamore che a quella di Mr. Smith Goes To Washington [Mr. Smith Va a Washington, commedia/dramma del 1939 di F. Capra, racconta la vicenda di un neo-senatore che combatte contro la corruzione del sistema politico statunitense].

Per quanto frivolo possa essere stato l’omaggio, Donald Trump si è congratulato col popolo messicano il 5 Maggio, una delle più importanti e gioiose festività nazionali per i Messicani, e lo ha fatto in modo arguto, mostrando una foto di sé stesso mentre consuma un pasto in stile messicano. Ma il 9 Maggio, il giorno più sacro, triste e significativo per il popolo russo, Hillary ha detto qualcosa riguardo al sacrificio dell’Unione Sovietica nella distruzione dell’impero fascista di Hitler? No, nulla.

Andando con dignità e rispetto in una nazione che ha profondamente criticato, Donald Trump ha dimostrato la sua capacità di agire in modo pragmatico in politica estera.

Preparandosi alla guerra con la Russia, Hillary Clinton si è dimostrata un individuo estremamente pericoloso, non meritevole di possedere la capacità di attivare il vasto e mortale arsenale nucleare dell’America.

Trovare un candidato perfetto come Presidente degli Stati Uniti è un po’ come cercare una sposa perfetta: i bisnonni insistono sul fatto che una cosa del genere un tempo esistesse, ma si ha la sensazione che ciò non sia vero e che anche se lo fosse, i tempi sono cambiati, e non in meglio.

Ciò posto, Trump non è la scelta ovvia per chiunque sia dalla parte del rispetto e del buonsenso?

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Articolo di Adam Garrie pubblicato su The Duran il 3 settembre 2016.

Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

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