C’è una barzelletta russa che fa così: “Domanda: perché non ci possono essere rivoluzioni colorate negli Stati Uniti? Risposta: perché negli Stati Uniti non ci sono ambasciate americane.”

Divertente, magari, ma di fatto sbagliata: credo che, proprio in questo momento, negli Stati Uniti si stia cercando di attuare una rivoluzione colorata.

Politico sembra pensarla allo stesso modo. Guardate la sua ultima copertina:

Mentre, non più tardi di ottobre dell’anno scorso, un mese prima delle elezioni, avevo previsto che “gli Stati Uniti si sarebbero trovati di fronte alla peggiore crisi della loro storia”, devo ammetter di essere sorpreso e stupito dall’entità dello scontro che vediamo svolgersi sotto i nostri occhi. E’ evidente come ora i Neoconservatori abbiano dichiarato guerra a Trump e alcuni, come Paul Craig Roberts, credono che Trump abbia ricambiato loro il favore. Spero che abbia ragione.

Diamo un’occhiata ad un esempio eloquente:

Le agenzie di intelligence americane stanno indagando il loro stesso capo! Proprio così, secondo le ultime notizie, l’FBI, la CIA, l’NSA e il Dipartimento del Tesoro stanno facendo indagini sulle conversazioni telefoniche fra il generale Flynn e l’ambasciatore russo Sergey Kislyk. Secondo Wikipedia, il generale Flynn è l’ex

*Direttore della DIA [Defense Intelligence Agency]
*Comandante del Joint Functional Component Command for Intelligence, Surveillance and Reconnaissance [Comando Operativo Interforze per Intelligence, Sorveglianza e Ricognizione]
*Presidente del Military Intelligence Board [Comitato per l’Intelligence Militare]
*Ufficiale anziano del Joint Special Operations Command [Comando Unificato per le Operazioni Speciali].

E’ anche l’Addetto alla Sicurezza Nazionale di Trump. In altre parole, il suo nulla osta di sicurezza è ai massimi livelli e presto sarà il direttore di tutti i servizi di intelligence degli Stati Uniti. Nonostante ciò, queste stesse agenzie di intelligence lo hanno sotto indagine per i suoi contatti con l’ambasciatore russo. Questa è una cosa assolutamente stupefacente. Anche nella vecchia e brutta Unione Sovietica, il presunto onnipotente KBG non aveva l’autorità di indagare un membro del Comitato Centrale del Partito Comunista senza un’autorizzazione speciale da parte del Politburo (secondo me un grosso errore, ma non importa). Questo, in soldoni, significa che le 500 cariche più alte dello stato sovietico non potevano assolutamente essere indagate dal KGB. Inoltre, tale era la subordinazione del KGB al Partito, che non aveva (neanche) l’autorizzazione per condurre le normali indagini criminali sull’intera Nomenklatura sovietica, circa tre milioni di persone (un errore ancora più clamoroso!).

Ma, nel caso di Flynn, le diverse agenzie di sicurezza americane possono decidere di indagare un uomo che, secondo tutti gli standard, deve essere ritenuto una delle cinque personalità ufficiali più importanti degli Stati Uniti e che, chiaramente, gode della fiducia del nuovo Presidente. E sembra che la cosa non faccia assolutamente scandalo.

Con la stessa logica, le agenzie dalle tre lettere potrebbero benissimo indagare Trump per le sue conversazioni telefoniche con Vladimir Putin.

Il che, pensandoci bene, potrebbe anche succedere presto….

Questo è assolutamente folle, perché è la prova che la comunità dell’intelligence americana si è ammutinata, e che in questo momento prende gli ordini dai Neoconservatori e dallo Stato Profondo, e non dal Presidente, e che queste agenzie stanno operando contro gli interessi del nuovo Presidente.

Nel frattempo, le folle di Soros hanno già scelto il colore: rosa. Stiamo ora osservando la “pussyhat revolution[cappellini rosa con punte che ricordano le orecchie del gatto (pussy), giocando anche sull’altro significato della parola “pussy” (vulva)], come abbiamo già spiegato in questo blog. E se pensate che si tratti solo di uno sparuto gruppo di femministe lunatiche, allora siete proprio in errore. Per le femministe veramente forsennate, la “sottile” allusione alla loro “pussyhat revolution” è troppo sottile, così preferiscono fare dichiarazioni meno ambigue, come mostra l’immagine di fianco a destra.

Tutto ciò sarebbe abbastanza buffo, credo in modo nauseante, se non fosse per il fatto che i media, il Congresso ed Hollywood appoggiano tutti in pieno questi “100 giorni di resistenza a Trump” che sono iniziati con, cito testualmente, “una festa danzante gay” davanti alla casa di Mike Pence.

Ci sarebbe da ridere, se non fosse per la gravità con cui i media corporativi trattano queste “proteste“, per altro abbastanza patetiche.

Guardate come l’annunciatore di MCNBS descrive con aria goduta questo evento:

Ascoltate attentamente quello che Michael Moore dice al minuto 2:00. Dice che “celebrerà il fatto che Obama è ancora il Presidente degli Stati Uniti” e il giornalista si prostituisce rispondendogli “sì, lo è”, non una, ma due volte.

Ma di che cosa stanno parlano?! Del *fatto* che Obama sarebbe ancora il Presidente?!

Come mai la Homeland Security e l’FBI non indagano la MCNBS e Moore per ribellione e sedizione?

Fino ad ora, le proteste non sono state troppo vaste, ma si sono verificate in diverse città degli Stati Uniti, e sono state molto ben coperte dai media.

Attenzione, queste manifestazioni non sono più spontanee di quelle in Ucraina. C’è qualcuno che paga e c’è qualcuno che organizza tutto questo. E stanno usando tutti i trucchi che conoscono. Un altro esempio:

Ricordate il bel faccino di Nayirah, l’infermiera kuwaitiana che aveva riferito al Congresso di aver visto i soldati iracheni gettar via i neonati dalle incubatrici (di un ospedale) del Kuwait (e che successivamente si era rivelata essere la figlia di Saud al-Sabah, l’ambasciatore del Kuwait negli Stati Uniti)? Ricordate il bel visino di Neda, che “era morta in TV” in Iran? Beh, lasciate che vi presenti Bana Alabe, che ha scritto una lettera al Presidente Trump, lettera di cui, naturalmente, si sono impossessati i media ed ora è lei il “volto dei bambini siriani”.

“Devi fare qualcosa per i bambini della Siria” scrive una bambina famosa per i suoi tweets da Aleppo.

 

Volete ancora delle prove?

Va bene, cliccate qui e guardate un esempio di caricature e vignette anti-Trump, raccolte dall’eccellente Colonel Cassad. Alcune di esse sono veramente rimarchevoli. Da questa nauseabonda collezione ne ho selezionate giusto due:


La prima accusa chiaramente Trump di essere nelle mani di Putin. La seconda fa di Trump l’erede di Adolf Hitler, e lascia intendere, in maniera per niente sottile, che Trump abbia l’intenzione di riaprire Auschwitz. In parole povere, tutto questo manda un doppio messaggio: Trump non è il legittimo Presidente degli Stati Uniti e Trump è l’incarnazione ultima del male.

Tutto ciò va ben oltre quel genere di satira a cui erano sempre stati sottoposti tutti gli altri Presidenti.

Ho fatto alcuni esempi solo per dire questo: ben lungi dall’aver accettato la sconfitta, i Neoconservatori e lo Stato Profondo americano hanno deciso, come sempre fanno, di raddoppiare la posta, e si stanno ora impegnando in una “rivoluzione colorata” a tutto campo, che terminerà solo con l’impeachment, la defenestrazione o la morte di Donald Trump.

Una delle caratteristiche più sorprendenti di questa rivoluzione colorata contro Trump è che a quelli che sono dietro alle quinte non importa assolutamente nulla del danno che la loro guerra contro Trump arreca all’istituzione della Presidenza degli Stati Uniti e, in realtà, agli interi Stati Uniti.
Il danno è veramente enorme, e la sostanza è questa: il Presidente Trump corre un gravissimo pericolo di essere spodestato, e la sua unica speranza di sopravvivenza è quella di reagire con tempestività e durezza.

L’altro aspetto stupefacente è il ruolo perverso che ha la Gran Bretagna in questo processo: tutte le peggiori porcherie contro Trump partono sempre, alla fine, dal Regno Unito. Come mai? Semplice. Ricordatevi che, almeno formalmente, la CIA e l’NSA non hanno l’autorizzazione a spiare i cittadini americani, e che l’MI6 inglese non può fare lo stesso con i cittadini inglesi. Entrambe le parti hanno trovato una comoda scappatoia: si sono scambiati il lavoro. La CIA e l’NSA spiano i Britannici, l’MI6 e il GCHQ spiano gli Americani e poi, semplicemente, si scambiano i dati fra “partners” (sembra che con l’avvento al potere di Obama tutte queste sottigliezze siano diventate obsolete e tutti quanti siano ora liberi di spiare su chi diavolo vogliono, compresi i loro stessi compatrioti). I Neoconservatori e lo Stato Profondo americano stanno usando i servizi speciali britannici per gettare in continuazione addosso a Trump del fango, che poi definiscono come “intelligence” e che può essere successivamente usato dal Congresso come base per un’indagine. Bello, semplice ed efficace.

La sostanza è questa: il Presidente Trump corre il gravissimo pericolo di essere spodestato, e la sua unica speranza di sopravvivenza è quella di reagire con tempestività e durezza.

Può farlo?

Ho suggerito già diverse volte che Trump dovrebbe trattare i Neoconservatori americani allo stesso modo di come Putin si era regolato con gli oligarchi in Russia: farli condannare con l’accusa di evasione fiscale, corruzione, cospirazione, ostacolo alla giustizia, ecc. Tutte belle cose che lo Stato Profondo americano ha fatto per anni. Il Pentagono e le agenzie dalle tre lettere sono probabilmente le entità più corrotte di tutto il pianeta e, dal momento che non sono mai state sfidate, né tantomeno condannate per la loro corruzione, hanno acquisito un incredibile senso di impunità per le loro azioni, contando, in caso di problemi, essenzialmente sul salvataggio da parte della Casa Bianca. L’arma principale usata da questi circoli è rappresentata dalle innumerevoli leggi sulla segretezza, che li proteggono dalle indagini pubbliche e congressuali. Ma qui Trump può giocare la sua carta più forte: il generale Flynn che, da ex direttore della DIA e da attuale Consigliere per la Sicurezza Nazionale del Presidente, avrà un accesso completo (a tutti i dati necessari). E se non lo avrà, se lo potrà sempre creare, mandando, se necessario, le forze speciali per essere sicuro di ottenere “collaborazione”.

Sto incominciando però a pensare che questo potrebbe anche non bastare. Trump ha un’arma molto più potente che può usare contro i Neoconservatori: l’11 settembre.

Se Trump ne sia stato messo già al corrente oppure no, ha ora come aiutanti gente come Flynn, che da anni sono al corrente che l’11 settembre è stato un lavoro interno. E, se il numero effettivo di persone implicate direttamente nell’operazione dell’11 settembre era relativamente piccolo, quello della gente che ne aveva sfruttato la narrativa ufficiale per garantirsi la piena credibilità morale e politica, è immenso. Lasciatemelo dire così: se l’11 settembre era stata un’operazione dello “Stato Profondo” americano (probabilmente subappaltata agli Israeliani per l’esecuzione pratica), l’intera “palude” di Washington è da allora, solo per il fatto di aver sostenuto la finzione, “colpevole di favoreggiamento per i fatti dell’11 settembre. Se questa cosa venisse alla luce, decine di migliaia di carriere politiche andrebbero in rovina e affogherebbero nello scandalo.

L’11 settembre è stato il crimine collettivo per eccellenza. Di fatto, lo ha eseguito un pugno di uomini, ma poi migliaia, forse decine di migliaia, hanno sfruttato la loro posizione per mettere tutto a tacere ed impedire ogni indagine seria. Sono TUTTI  colpevoli di ostacolo alla giustizia. Aprendo una nuova indagine sull’11 settembre, una condotta dal Dipartimento di Giustizia e NON dal Congresso, Trump potrebbe letteralmente puntare una “pistola politica” alla tempia di tutti i politicanti e minacciare di tirare il grilletto se non la smettono immediatamente con i tentativi di esautorarlo. Quello di cui Trump ha bisogno è un uomo alla direzione dell’FBI che sia affidabile e fedele al 100%, un uomo con “le mani pulite, la testa fredda e il cuore ardente” (per usare l’espressione del fondatore della polizia segreta sovietica, Felix Dzerzhinsky). Questa persona si troverebbe subito fisicamente in pericolo, perciò dovrebbe essere un uomo di grande coraggio e determinazione personale. Naturalmente, quest’“uomo” potrebbe anche essere una donna (l’equivalente americano del pubblico ministero russo Natalia Poklonskaia).

Capisco perfettamente il pericolo di ciò che sto suggerendo, cioè che “l’arma dell’11 settembre” causerà naturalmente un enorme contrattacco da parte dei Neoconservatori e dello Stato Profondo. Ma le cose stanno così: questi ultimi sono già assolutamente decisi a mettere sotto accusa, a defenestrare o ad uccidere Donald Trump. E, come disse una volta Putin durante un’intervista, “se sai che il combattimento è inevitabile, allora attacca per primo”.

Credete sia tutta un’esagerazione? Pensate a che cosa c’è in gioco.

Primo, come minimo, la stessa presidenza Trump: i Neoconservatori e lo Stato Profondo americano non permetteranno a Trump di mantenere il programma e le promesse della sua campagna elettorale. Al contrario, saboteranno, metteranno in ridicolo e traviseranno tutto il suo operato, anche se si trattasse di un grosso successo.

Secondo, sembra che ora il Congresso abbia il pretesto per aprire diverse indagini congressuali su Donald Trump. Se succedesse, sarebbe facile per il Congresso ricattare Trump e minacciarlo in continuazione di rappresaglia politica se non si “adegua al programma”.

Terzo, la rabbiosa persecuzione di Trump da parte dei Neoconservatori e dello Stato Profondo americano sta indebolendo l’istituzione della presidenza. Per esempio, l’ultimo, folle suggerimento, fatto circolare da alcuni politici, sarebbe quello di “impedire al Presidente degli Stati Uniti l’uso delle armi nucleari senza l’autorizzazione da parte del Congresso, fatta eccezione il caso in cui gli Stati Uniti fossero sotto attacco atomico”. Da un punto di vista tecnico, questa è una stupidaggine, ma ciò che realmente esso fa è mandare questo messaggio a tutto il resto del pianeta: “noi, al Congresso, crediamo che al nostro Comandante in Capo non si possano affidare le armi atomiche”. Non importa che avrebbero affidato le stesse atomiche ad Hillary, e non importa che Trump potrebbe usare anche solo armi convenzionali per scatenare una guerra termonucleare globale (per esempio, con un attacco convenzionale contro il Cremlino); quello che stanno dicendo è che il Presidente americano è uno squilibrato che non merita fiducia. Come possono pensare che riuscirà poi a farsi prendere sul serio sulle altre questioni?

Quarto, riuscite solo ad immaginare che cosa accadrebbe se le forze contrarie a Trump dovessere avere successo? Non solo la democrazia, all’interno degli Stati Uniti, sarebbe completamente e definitivamente spazzata via, ma il rischio di una guerra, compresa quella nucleare, schizzerebbe alle stelle.

Qui c’è in gioco molto di più della semplice politica americana.

Ogni volta che penso a Trump e ogni volta che sento le ultime notizie, arrivo sempre alla stessa, angosciosa conclusione: avrà Trump l’intelligenza di capire che è sotto attacco, e avrà il coraggio di rispondere in modo abbastanza duro?

Non lo so.

Ho riposto molte speranze nel generale Flynn. Sono sicuro che comprende perfettamente il quadro della situazione e sa esattamente che cosa sta succedendo. Ma non sono sicuro che abbia abbastanza carisma sul resto delle forze armate, tanto da far sì che rimangano dalla parte della ragione, in caso dovesse scoppiare una crisi. Di solito, ai militari “normali” non piacciono quelli dell’intelligence. La mia speranza è che Flynn abbia alleati sinceri al SOCOM e allo JSOC perché, alla fine della fiera, sono loro che hanno l’ultima parola su chi deve stare alla Casa Bianca. La buona notizia è che, a differenza dei militari normali, il personale delle forze speciali e quello dell’intelligence sono di solito molto affiatati e sono abituati a lavorare insieme (ai militari regolari non piacciono neppure quelli delle forze speciali). SOCOM e JSOC sanno anche quello che bisogna fare perchè la CIA non faccia di testa sua.

Ultimo, ma importante, la mia più grossa speranza è che Trump usi la stessa arma che Putin aveva usato contro le elites russe: il sostegno popolare. A questo scopo, Twitter non è sufficiente. Trump ha bisogno di seguire la “strada di RT” e aprire un canale TV tutto suo. Naturalmente, sarà una cosa difficile e che porterà via molto tempo e potrebbe essere necessario iniziare con un canale su Internet ma, se investirà abbastanza soldi, potrebbe benissimo realizzarlo. E, proprio come RT, (questo canale) dovrebbe essere multinazionale, politicamente diversificato (comprendendo anche figure anti-imperialiste che non sostengano Trump), con la presenza anche qualche celebrità.

Uno dei molti errori fatti da Yanukovich in Ucraina è stato quello di non aver osato utilizzare gli strumenti legali del potere per fermare i neonazisti. E il modo poi in cui li ha usati è stato un disastro (come quando i poliziotti antisommossa avevano picchiato gli studenti che manifestavano). Ascoltando le poche interviste di Yanukovich e dei suoi collaboratori durante quelle ore cruciali, sembra che Yanukovich, semplicemente, sentisse di non avere il diritto morale di usare la violenza per stroncare i moti di piazza. Non sapremo mai se ciò che lo ha trattenuto erano principi morali o pura e semplice vigliaccheria, quello che è certo è che ha tradito il suo popolo e il suo paese quando si è rifiutato di difendere la democrazia vera e ha lasciato che la “piazza” prendesse il sopravvento, sostituendo la democrazia con l’oclocrazia (il governo della folla). Naturalmente, la vera oclocrazia non esiste, tutte le folle sono sempre controllate dietro le quinte da forze che le scatenano solo per il tempo necessario a raggiungere i loro obbiettivi.

Le forze che attualmente stanno cercando di mettere sotto accusa, di defenestrare o di uccidere il Presidente Trump sono un evidente e serio pericolo per gli Stati Uniti, come nazione e come repubblica federale. Sono, per usare un termine russo, un ‘opposizione “non di sistema”, che non vuole accettare il risultato elettorale e che, rifiutandone l’esito, si oppone essenzialmente all’intero sistema politico.

Non sono cittadino degli Stati Uniti (avrei potuto, ma non ho voluto la cittadinanza per principio, perché mi rifiuto di prestare il necessario giuramento di fedeltà) e l’unica lealtà che devo agli Stati Uniti è quella dell’ospite: mai danneggiarli deliberatamente e in qualsiasi modo, ed obbedire alle loro leggi. E, comunque, mi si rivolta lo stomaco a vedere come sia stato facile fare in modo che milioni di Americani si ribellassero contro il loro stesso paese. Su questo blog scrivo molto sulla russofobia, ma vedo anche una radicata “americanofobia” o “USAfobia” nelle parole e nelle azioni di quelli che oggi dicono che Trump non è il loro Presidente. Per tutti loro, la micro identità di “liberale”, di “gay” o di “afro-americano” significa molto di più di quei principi basilari e fondamentali sui quali è stata costruita questa nazione. Quando vedo queste folle di contestatori di Trump, io vedo l’odio puro e ribollente non per l’Impero Anglo-Sionista o per la plutocrazia mascherata da democrazia, ma l’odio per quella che io chiamerei l’“America semplice” o l’“America di tutti i giorni”, la gente normale, in mezzo a cui vivo da molti anni e che ho imparato a rispettare e ad apprezzare, e che i Clintoniani considerano solo una massa di “deplorabili”.

Mi stupisce vedere che le pseudo-elites americane hanno tanto odio, disprezzo e paura delle masse americane, quanto odio, disprezzo e paura le pseudo-elites russe avevano delle masse russe (l’equivalente russo dei “deplorabili” di Hillary sarebbe una parola difficile da pronunciare: “быдло”, grosso modo “bestie”, “pezzenti” o “marmaglia”). Sono meravigliato nel vedere che le stesse persone che, per anni, hanno demonizzato Putin stanno ora demonizzando Trump, usando esattamente gli stessi metodi. E se, nella loro lotta contro la gente comune, dovesse andare a rotoli la loro stessa nazione, che ci vada pure! Le autoproclamatesi elites non avranno assolutamente nessuno scrupolo a distruggere la nazione che hanno infestato e sfruttato per i loro propri interessi di classe. E’ proprio quello che hanno fatto in Russia esattamente 100 anni fa, nel 1917. Sono sicuro che non riusciranno a farlo di nuovo nel 2017.

The Saker

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Pubblicato su Thesaker.is il 28 gennaio 2017

Tradotto in italiano da Mario per Sakeritalia.it

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