Provate a immaginare le facce paonazze per l’indignazione nella casa dell’eccezionalismo americano quando Lavrov ha preso il toro per le corna durante la visita in tre Paesi dell’America Latina. Può essere che il suo viaggio non sia stato pianificato in questo modo, ma ha dato a Lavrov l’opportunità di resistere al bellicoso Discorso sullo Stato dell’Unione di Trump, in cui Trump ha di nuovo preso di mira Venezuela, Cuba e Nicaragua con l’appassionata retorica che minaccia il cambio di regime, sproloquiando sparate tipo che il mondo ha di nuovo rispetto per lui. Non c’è alcun rispetto, come vedremo dalle parole di Lavrov. Nel suo Discorso sullo stato dell’Unione, Trump ha anche reclamato l’emisfero (ancora una volta) e ha ottenuto una teatrale standing ovation della folla quando emozionato ha presentato l’auto-proclamato Guaidò, che si è comportato come il pupazzo che è. Immaginate: una standing ovation per un finto presidente da parte di un forum legislativo che è scollegato dalla realtà, completamente diviso e nel processo di creare ancora un altro cambio di regime, o due…o tre.

In quel momento Lavrov ha cambiato il suo tono diplomatico, e ha usato le parole come una raffica di Kalashnikov. E l’ha lasciato andare! Qualche volta la più grande svolta di resistenza diplomatica avviene durante i periodi più mondani e quasi inosservati: questa è la diplomazia. Lavrov ha portato all’America Latina un messaggio di benvenuto, un messaggio che rinforzerà la sovranità delle nazioni e che darà una forte sferzata alla resistenza contro l’Impero e l’imperialismo.

Prima fermata, Cuba

Qui è stato pacato, solo un colpo a salve di apertura, poi ha guadagnato la sua vera statura in Messico e ha raggiunto il crescendo in Venezuela. Lavrov ha parlato contro l’imperialismo, a favore di relazioni amichevoli e scambi commerciali e culturali.

Ecco i punti salienti:

“Possiamo vedere che i tentativi americani di riformattare la regione latino-americana in linea con gli interessi geopolitici, punta a rovesciare i “regimi indesiderati” a Cuba, Venezuela e Nicaragua. L’arcaica Dottrina Monroe funge da base ideologica. In vista delle elezioni presidenziali, la Casa Bianca continua ad aumentare le sanzioni contro quegli Stati che conservano la propria indipendenza nazionale, sovranità e identità. Questa politica dichiaratamente antiumana è contro i principi generalmente accettati del diritto internazionale, inclusa la Carta delle Nazioni Unite”.

“Ci aspettiamo che Miguel Diaz-Canel Bermudez partecipi agli eventi previsti a Mosca per la celebrazione del 75° anniversario della Vittoria della Seconda Guerra Mondiale e del 60° anniversario del ripristino delle relazioni diplomatiche. Anche delegazioni cubane di alto livello hanno confermato che saranno presenti in una serie di eventi che si svolgeranno nei prossimi mesi, tra cui la Conferenza di Mosca sulla Sicurezza Internazionale, il Forum di Diritto Internazionale e il Forum Economico Internazionale, entrambi a San Pietroburgo. A loro volta, delegazioni russe parteciperanno al prossimo Forum sull’Educazione Internazionale Universitaria che si svolge nel 2020 a L’Havana”.

E il finale: “Russia e Cuba coordinano a stretto contatto la politica estera. Tale coordinazione è basata sul rispetto dei fermi principi del diritto internazionale, tra cui il rispetto dell’uguaglianza della sovranità tra Stati e il non-intervento nei loro affari nazionali”.

Pigliati questo, imperialista! E sii estremamente attento a ciò che intendi fare a Cuba. Il messaggio (tradotto dalla lingua diplomatica) è: sono nostri partner commerciali e nostri amici.

https://www.mid.ru/en/foreign_policy/news/-/asset_publisher/cKNonkJE02Bw/content/id/4022309 [in inglese]

https://www.mid.ru/en/foreign_policy/news/-/asset_publisher/cKNonkJE02Bw/content/id/4021963 [in inglese]

https://www.mid.ru/en/foreign_policy/news/-/asset_publisher/cKNonkJE02Bw/content/id/4022082 [in inglese]

Seconda fermata, Messico

Fresco come una rosa (o, come dicono in questa parte del mondo, ‘fresca como una lechuga’, cioè fresco come una lattuga), Lavrov ha annunciato una pianificata cooperazione tecnico-militare con il Messico. Coooosa? Proprio nel giardino dell’Impero e nel paese che è continuamente ridicolizzato dagli imperialisti? Sì!

L’aggettivo tecnico-militare significa che collaboreranno e si venderanno reciprocamente cose come elicotteri, barche del tipo che usano le guardie costiere e che il Messico è molto bravo a fare, e molto probabilmente manifattura di equipaggiamenti militari più piccoli. Vedremo quando a metà di quest’anno Messico e Russia faranno un incontro formale sul commercio intergovernativo.

L’agitazione il folle chiacchiericcio della Casa Bianca americana non ci ha ancora raggiunti, ma sarà uno spettacolo da godersi. Lavrov ha parlato di commercio, prospettive, dell’emergente mondo multipolare, contro l’imperialismo, a favore degli scambi culturali e delle interazioni amichevoli tra le due nazioni. Ha toccato alcuni argomenti commerciali che probabilmente causeranno la comparsa sulle facce paonazze dell’Impero di ulteriori e distinte tonalità bluastre per mancanza di ossigeno.

In merito al commercio: “La Lukoil sta espandendo la sua presenza in Messico, la messicana Nemack, un produttore di componenti per macchine, è presente nella regione russa di Ulyanovsk, e la multinazionale alimentare GRUMA ha aperto una filiale nella regione di Mosca. Ho citato solo pochi esempi ma ce ne sono molti di più.
In vista ci sono buone prospettive, come abbiamo confermato oggi, nell’industria dell’energia, in quella automobilistica, navale, aeronautica, chimica, farmaceutica, nei trasporti ferroviari e nell’agricoltura. Abbiamo fatto buoni progressi nell’area della cooperazione tecnico-militare: il Messico ha circa 50 elicotteri di fabbricazione russa e un centro di assistenza per elicotteri con annessa una scuola di addestramento per piloti. Ci sono prospettive anche in quest’area”.

In merito all’emergente mondo multipolare: “Abbiamo discusso la situazione dell’America Latina e dei Caraibi. La Russia è interessata a considerare questa regione come un elemento importante dell’emergente ordine di un mondo multipolare sia ora che in futuro. Ci siamo scambiati opinioni su crisi specifiche, che continuano senza sosta nella regione latino-americana, e siamo d’accordo che i tentativi di rianimare le dottrine neo-colonialiste, come quella di Monroe, o il ripetersi degli scenari delle famigerate rivoluzioni colorate portano pericolosamente all’aumento della tensione. Abbiamo opinioni simili riguardo alla situazione all’interno del Venezuela e nelle zone limitrofe. Come la Russia, il Messico si batte per risolvere i problemi che esistono e che si stanno sommando in quel Paese, esclusivamente tramite il dialogo tra governo e opposizione, e tramite un dialogo inclusivo di tutte le significative forze politiche di questo Paese”.

Non è finita qui. Lavrov ha annunciato che la Russia e il Messico sono d’accordo per un accordo faccia a faccia con il Venezuela, e non accetteranno alcuna intromissione: “Russia e Messico credono che sia necessario affrontare tutti i problemi del Venezuela esclusivamente con metodi pacifici, attraverso il dialogo tra le forze politiche, piuttosto che con la Dottrina Monroe, suggerita da Washington, o attraverso tentativi di provocare un confronto armato e ottenere un pretesto per una interferenza armata”.

Ha aumentato l’opposizione alla dottrina di Monroe. A Cuba l’ha descritta come arcaica, in Messico come “insulto per tutti i paesi latino-americani”, e in alcune traduzione dei suoi discorsi questa dottrina viene definita “offensiva”.

Qui ci sono delle informazioni da dare. Il Messico è conosciuto più per i suoi cartelli della droga presenti in alcuni Stati messicani, piuttosto che per la bellezza del paese, il che è un peccato. L’attuale presidente Andrés Manuel López Obrador sta provando a discutere con questi cartelli nella speranza di farli entrare in business non legati al narco-traffico (seguendo l’iniziale modello usato da Putin contro il flagello degli oligarchi russi) ma Trump ha minacciato di dichiarare terroristi quelli dei cartelli, cosa che ovviamente darà agli Stati Uniti, secondo il loro modo di ragionare, uno scopo per entrare in Messico. Il presidente messicano ha parlato con Trump, e gli ha detto fiduciosamente che i cartelli sono integrati nelle comunità, quindi non si riesce a capire chi è o non è del cartello. L’articolo di Fred Reed “Invadiamo il Messico![in inglese] è un pezzo interessante a tal proposito.

 

https://www.mid.ru/en/foreign_policy/news/-/asset_publisher/cKNonkJE02Bw/content/id/4025776 [in inglese]

https://www.mid.ru/en/foreign_policy/news/-/asset_publisher/cKNonkJE02Bw/content/id/4025790 [in inglese]

La visita di Lavrov in Messico è importante sia per nell’ottica dei tentativi di legare il Messico ad un grande partner commerciale attraverso l’Accordo Stati Uniti-Messico-Canada, che non è molto differente dal vecchio NAFTA malgrado la retorica, sia per la dimostrazione di avere rispetto per un Paese a cui gli Stati Uniti piace maggiormente mancare di rispetto. La differenza nell’approccio, nel messaggio e nell’assolutamente elegante atteggiamento di Lavrov, paragonato alla cafonaggine imperialista, è stata netta e raccontava una storia, tutta sua.

Fermata successiva, Venezuela

Lavrov ha alzato la voce, e il suo discorso di apertura non ha lasciato spazio ai dubbi su come sia la situazione reale.

“Oggi, insieme al vicepresidente esecutivo Delcy Rodriguez e al ministro degli Esteri Jorge Arreaza, abbiamo discusso in merito a dei passi specifici da fare per garantire l’attuazione tempestiva ed efficace di tutti gli accordi. Abbiamo fatto particolare attenzione ai passi intrapresi dal Venezuela e dalla Russia per proteggere i nostri legami commerciali ed economici rispetto alle sanzioni illegali e alla pressione vergognosa esercitata sul Venezuela da parte degli Stati Uniti”.

Successivamente, in un discorso alla tavola rotonda continua in cui tutti i Venezuelani, inclusa l’opposizione, sono accolti per risolvere i problemi, ha affermato: “Noi condanniamo i metodi illegittimi di pressione finanziaria ed economica usati contro il Venezuela. Mi riferisco alle sanzioni e ai tentativi di applicazione extra-territoriale della legge nazionale. Tali restrizioni, e la totalmente illegittima pressione esterna, sono le cause della recessione economica in Venezuela.

Il chiaro obiettivo è quello di favorire il malcontento e provocare disordini sociali, bloccando l’operatività economica venezuelana dei settori finanziario e di produzione di petrolio e oro. E’ evidente che queste sanzioni colpiscono soprattutto le persone comuni indipendentemente dalle loro appartenenze politiche. E’ soprattutto scandaloso che le sanzioni unilaterali degli Stati Uniti stiano avendo un impatto negativo sulla realizzazione di progetti sociali e umanitari. Un esempio lampante delle conseguenze delle recenti restrizioni bancarie è il blocco del programma per la cura dei malati di cancro realizzato attraverso un progetto congiunto Venezuela-Spagna.

Noi non abbiamo dubbi che revocare le sanzioni il prima possibile sia un punto chiave per tutti i patrioti venezuelani. Sono sicuro che i partecipanti a questa tavola rotonda siano fortemente focalizzati su questo aspetto”.

https://www.mid.ru/en_GB/press_service/video/-/asset_publisher/i6t41cq3VWP6/content/id/4028921 [in inglese]

https://www.mid.ru/en_GB/press_service/video/-/asset_publisher/i6t41cq3VWP6/content/id/4029057 [in inglese]

Così si è conclusa la tappa venezuelana della visita di Lavrov in America Latina. Questa visita, le sue parole e le sue azioni vengono seriamente analizzate in tutto il continente sudamericano.

Ma la migliore fermata doveva ancora arrivare

Lavrov non vuole fare niente di meno che salvare la Carta delle Nazioni Unite, e lo considera un lavoro molto urgente.

L’iniziativa è di nuovo in estremo contrasto con l’imperialismo. La Carta è stata formulata come atto di chiusura della Seconda Guerra Mondiale, ed è stata ovviamente negoziata con l’obiettivo principale di non mettere mai più il mondo in una condizione tale da combattere nuovamente una guerra così distruttiva. La Carta delle Nazioni Unite può essere considerata quasi come la principale applicazione post-Westaliana della sovranità delle nazioni. La Pace di Westfalia fu firmata e concordata dopo un’altra guerra, quella dei Trent’anni, e ha sancito la sovranità delle nazioni. La Carta delle Nazioni Unite la applica.

Lavrov è occupato a salvare questo principio per lavorare sulla Pace.

Il potere imperialista sta lavorando per “un ordine internazionale basato sulle regole” in cui loro fanno le regole. Un mondo il cui “ordine internazionale basato sulle regole” non è quello pacifico che si auspica, ma un mondo fatto di diktat e di regole forzate, addirittura “aggressivo”.

Lavrov è impegnato in niente di meno che ottenere la pace.

https://tass.com/politics/1117939 [in inglese]

In testa all’ordine del giorno c’è l’emissione dei visti per partecipare alle Nazioni Unite e fare il lavoro che le nazioni sovrane devono fare per rimanere sovrane e per lavorare in pace con i propri vicini. Negare i visti per entrare alle Nazioni Unite è ora il nuovo metodo dell’Impero di lanciare feci armate, mentre vediamo che ogni passo del nostro mondo sta diventando armato nel folle tentativo di aggrapparsi ad un potere empirico fuori moda e datato.

https://www.mid.ru/en/foreign_policy/news/-/asset_publisher/cKNonkJE02Bw/content/id/4022026 [in inglese]

Certamente, sanzionare la compagnia aerea nazionale e internazionale del Venezuela fermerà di fatto i Venezuelani nel fare il proprio lavoro. Io credo davvero che anche quest’anno vedremo importanti cambiamenti nelle Nazioni Unite, e potremo anche vedere alcune sue parti staccarsi per avere posti a sedere in altri Paesi.

https://www.telesurenglish.net/news/China-Russia-to-Defy-US-Sanctions-Over-Support-to-Venezuela-20200210-0005.html [in inglese]

Il modello di civilizzazione prevalente in America Latina vede sempre un po’ gli aspetti positivi. La gente ama le decisioni comuni, apprezza la propria coesione sociale e lavora bene in tale contesto. Direi che non ci sarebbe neanche uno Stato vassallo in America Latina, se non fosse stato precedentemente rovesciato con l’imposizione di una leadership di destra. Lavrov ha portato gradite notizie all’America Latina quando ha confermato che loro sono nel giusto, hanno il diritto di esercitare la propria sovranità a modo loro, hanno il diritto di essere rispettati e, chiaramente, è tempo di resistere all’imperialismo. L’aiuto e il sostegno che lui sta offrendo è di massimo livello, cioè salvare i principi della Carta delle Nazioni Unite.

Dobbiamo rinfrescare la nostra conoscenza di quell’ottimo documento, anche se durante la nostra vita attuale abbiamo visto disintegrarsi le Nazioni Unite in un altro casino armato. Da qualche parte nel 2014 il presidente Putin ha già detto che questo prestigioso ente doveva essere riformato poiché è l’unico che abbiamo. Noi sappiamo ovviamente che i più alti ideali esposti in questo documento sono stati completamente distorti. Vi potete fare un’idea di chi siano i responsabili rinfrescandovi la memoria solo con le prime due dichiarazioni dei primi due articoli.

Articolo 1

I fini delle Nazioni Unite sono:

Mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ed a questo fine: prendere efficaci misure collettive per prevenire e rimuovere le minacce alla pace e per reprimere gli atti di aggressione o le altre violazioni della pace, e conseguire con mezzi pacifici, ed in conformità ai princìpi della giustizia e del diritto internazionale, la composizione o la soluzione delle controversie o delle situazioni internazionali che potrebbero portare ad una violazione della pace.

Articolo 2

L’Organizzazione ed i suoi Membri, nel perseguire i fini enunciati nell’art. 1, devono agire in conformità ai seguenti princìpi:

  1. L’Organizzazione è fondata sul principio della sovrana eguaglianza di tutti i suoi Membri.

Ciò è quello che Lavrov dichiara che il mondo deve salvare. Sta lavorando per non meno di un ritorno della pace nel nostro mondo, e prenderà per le corna il potere dell’Impero e lo farà piegare, per iniziare a raggiungere questo obiettivo. In questo blog possiamo cambiare il logo da “Fermare la guerra dell’Impero contro la Russia” a “Fermare la guerra dell’Impero contro la Russia e contro la Pace”.

https://www.un.org/en/charter-united-nations/ [in inglese]

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Articolo di Chris Faure pubblicato su The Saker l’11 febbraio
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per
Saker Italia.

[I commenti in questo formato sono del traduttore]


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