Maduro vince il primo round

Lo stallo tra Venezuela e l’Impero anglo-sionista creatosi lo scorso fine settimana si è chiaramente concluso in ciò che possiamo solamente definire come una sconfitta totale per Elliott Abrams. Anche se non sapremo mai che cosa era stato pianificato inizialmente dalle folli menti dei neoconservatori, ciò che però ora sappiamo è che non è successo nullo di critico: nessuna invasione e neanche alcuna operazione “false flag”. L’aspetto più interessante di questo stallo è lo scarso effetto che ha avuto la propaganda anglo-sionista in Venezuela. Ci sono stati scontri, alcuni piuttosto violenti, oltre confine, ma non è successo molto altro nel resto del paese. Inoltre, mentre alcuni alti ufficiali e alcuni soldati si sono macchiati di tradimento e si sono uniti alle forze nemiche, la stragrande maggioranza dell’esercito venezuelano è rimasto fedele alla Costituzione. Alla fine, sembra che Maduro e i suoi ministri abbiano avuto successo nell’ideare una strategia che combinava blocchi stradali, un concerto sul versante venezuelano e il minimo ma molto efficace uso della polizia antisommossa per tenere chiuso il confine. Ma soprattutto non si sono visti “cecchini non identificati” che sparavano su entrambe le parti (una delle tattiche preferite dell’Impero per giustificare il suo intervento). Do il merito di questo a qualsivoglia unità venezuelana (o alleata) sia stata responsabile delle operazioni anti-cecchino lungo il confine.

Fuori dal Venezuela questo primo scontro è stato anche una sconfitta dell’Impero. Non solo la maggior parte dei paesi nel mondo non ha riconosciuto il fantoccio anglo-sionista, ma il livello di protesta e l’opposizione a ciò che è sembrato essere la preparazione di una possibile invasione (o, almeno, di una qualche operazione militare) è stata notevolmente alta, e, mentre i consueti media sionisti facevano quello che fanno sempre (cioè ciò che l’Impero vuole sia fatto), internet e i blog si sono quasi tutti schierati contro un intervento diretto degli Stati Uniti. Questa situazione ha creato anche molte tensioni politiche interne in alcuni paesi latino-americani, in cui la pubblica opinione rimane fortemente in opposizione rispetto al controllo imperialista da parte degli USA sull’America Latina.

A questo riguardo, la situazione con il Brasile è particolarmente interessante. Mentre il Governo brasiliano ha completamente appoggiato il tentativo di colpo di Stato da parte degli Stati Uniti, l’esercito non era molto a suo agio in questa posizione. Alcuni dei miei contatti in Brasile hanno correttamente predetto che l’esercito brasiliano avrebbe rifiutato di attaccare il Venezuela e, alla fine, i Brasiliani hanno persino diffuso una dichiarazione in tal senso [in inglese].

Ahimè, in America Latina ci sono ancora molti regimi-fantoccio degli USA che fanno stupidamente qualsiasi cosa lo Zio Shmuel voglia (la Colombia sarebbe il colpevole più grande, ovviamente, ma ce ne sono altri). Ma questo non è il problema più grave ora.

Il problema principale è che i neoconservatori non possono accettare la sconfitta, e quindi è probabile che facciano ciò che fanno sempre, e cioè raddoppiare e creare una situazione ancora peggiore. Il capo del Consiglio di Sicurezza russo, Nikolai Patrushev [in inglese], ha avvertito che gli Stati Uniti hanno schierato forze speciali in Colombia e a Porto Rico in preparazione di una possibile invasione. Diversamente dal solito, il Ministro degli Esteri russo ha reso pubbliche delle informazioni di intelligence, che descrivevano in dettaglio che tipo di piani avevano l’Impero e i sui alleati, anche prima dell’incontro di questo fine settimana. Guardate:

 

Di fatto, i leader dell’Impero e le loro marionette non fanno nulla per nascondere la loro determinazione a rovesciare il governo legittimo e rimpiazzarlo con una sorta di regime “comprador” che gli Stati Uniti hanno imposto in Colombia. Pompeo, Abrams e Pence hanno fatto minacce particolarmente isteriche, ma l’intero “gruppo Lima” è ancora sulla sua posizione:

Dal canto suo, l’ambasciatore russo presso l’ONU è stato molto chiaro su cosa si aspetta che succeda successivamente:

I neoconservatori non si accontentano di minacciare il Venezuela e John Bolton non ha potuto fare a meno di minacciare pubblicamente il Nicaragua [in inglese] di essere il prossimo paese in lista per un cambio di regime sponsorizzato dagli USA. Ha parlato anche di una “troika della tirannia[in inglese], reminiscenza del famoso “asse del male[in inglese].

Questo non sorprende affatto: i politici americani ricorrono sempre ad un tipico gergo infantile da fumetto quando vogliono dare una speciale importanza alle loro minacce. Ci diranno poi che Maduro è il “nuovo Hitler” e che lui sta “facendo un genocidio della sua stessa gente”, probabilmente usando armi chimiche (“molto probabilmente”, senza dubbio!). Se non questo, allora Maduro distribuirà Viagra al suo esercito per agevolarlo nel violentare un maggior numero di donne [in inglese]. A coloro che sono perplessi sul fatto che politici presumibilmente adulti usino un linguaggio da scuola elementare, posso solo dire che questo è solo il riflesso dello stato attuale del dibattito politico negli Stati Uniti, che si è degradato ad un livello incredibilmente basso. Fate attenzione, però, perché mentre i politici statunitensi sono piuttosto comici nella loro infantile e gretta ignoranza, e hanno un quasi perfetto primato in fallimenti imbarazzanti, nei decenni passati hanno anche dimostrato che sono piuttosto capaci di furia omicida (nel solo Iraq l’invasione americana ha causato più di un milione di morti tra i civili iracheni) e di distruggere anche un paese molto prospero (com’era sicuramente la Libia di Muammar Gheddafi).

Prossimo round: l’Impero reagirà

C’è una piccola possibilità che Abrams &Co. decida che la situazione in Venezuela è un totale casino e che l’Impero non possa capitalizzare nel breve-medio termine. E’ possibile, sì, ma anche molto improbabile.

E’ tornato…

La verità è che Mr. MAGA [Make America Great Again, rendi l’America nuovamente grande, cioè Donald Trump] e i suoi burattinai neoconservatori hanno fallito, almeno finora, assolutamente in tutto ciò che hanno provato a fare. E se affrontare Cina, Russia, Iran o anche la Siria non è un compito facile, il Venezuela è di gran lunga il paese più fragile tra quelli che possiamo chiamare “paesi della Resistenza”: il Venezuela è infatti lontana dai suoi alleati (a parte Cuba), è circondata da paesi più o meno ostili (soprattutto la Colombia), la sua economia è paralizzata dalle sanzioni e dal sabotaggio americani, e le sue forze armate sono sovrastate dall’immensa capacità di fuoco che l’Impero ha a disposizione in quella regione. Aggiungete a questo anche la realmente demoniaca mentalità dei neoconservatori come Abrams, e il futuro del Venezuela diventa cupo.

La buona notizia è che i Colombiani e il resto del Gruppo di Lima “amici del Venezuela” probabilmente non hanno la capacità militare per affrontare il Venezuela da soli. L’opzione preferita per gli Stati Uniti potrebbe essere quella di usare i Colombiani com’è stato usato l’Esercito di Liberazione nel Kosovo e come Al Qaeda (e le sue derivazioni) è stata impiegata contro la Siria: cioè come truppe sul terreno mentre gli USA forniscono forza aerea, attrezzature per la guerra elettronica, intelligence, bombardamenti e attacchi missilistici, ecc. Gli Stati Uniti hanno anche una immensa forza navale che potrebbe essere usata per appoggiare (e, ovviamente, dirigere) ogni operazione militare contro il Venezuela. Personalmente, consiglio vivamente di leggere questa analisi [in inglese] del mio amico Nat South, in cui descrive in dettaglio la capacità navale statunitense e le operazioni nella regione).

Istintivamente, dico che questo approccio non funzionerà. Come spesso accade, gli Stati Uniti hanno ogni tipo di capacità impressionanti, ma non quella principale: una forza militare capace di fornire truppe di terra (il contrario di una non-USA). Il problema dell’esercito USA non sarebbe tanto quello di entrare ma quello di rimanere e di fare qualcosa prima di andarsene, ciò che gli Stati Uniti chiamano “exit strategy”. E qui non ci sono davvero buone opzioni per gli USA.

E’ quindi molto più probabile che gli Stati Uniti usino l’arma che davvero maneggiano meglio di chiunque altro sulla Terra: la corruzione.

Ci sono molti soldi, davvero molti, che girano intorno alla crisi venezuelana: non solo soldi del petrolio ma anche soldi della droga. E ci sono molte persone davvero cattive e corrotte coinvolte in questa lotta, che useranno l’arma della corruzione con un effetto devastante contro il governo legittimamente eletto. Inoltre, come se non bastasse, il Venezuela è già devastato dalla corruzione. Tuttavia, ci sono alcuni fattori che potrebbero salvare il Venezuela dall’essere conquistata dall’Impero.

Primo, mentre i neoconservatori americani sono troppo arroganti per preoccuparsi dell’opinione di qualcun’altro se non della propria, e mentre le varie agenzie americane parlano principalmente dell’immensa ricchezza dei governanti colombiani e degli altri latino-americani, sembra che una forte maggioranza di Venezuelani sostengano il loro governo eletto. Inoltre, i leader statunitensi semplicemente non capiscono quanto siano odiati gli “Yankees” in America Latina (almeno tra le masse, non tra le elite compradore) e quanto esageratamente offensiva per la maggior parte degli abitanti di questo continente sia stato nominare inviato in Venezuela un criminale come Elliott Abrams.

Secondo, Hugo Chavez e Nicolas Maduro hanno rafforzato, davvero per la prima volta, le masse venezuelane, specialmente coloro che vivevano in estrema povertà quando il Venezuela era ancora una colonia americana. Queste persone non si illudono su ciò che il regime di Guaido possa significare per loro. E se gran parte dei sostenitori di Chavez e Maduro non sono influenti o ricchi, sono molti, e combatteranno probabilmente per evitare un completo rovesciamento di tutti i risultati della rivoluzione bolivariana.

Terzo, l’America Latina potrebbe cambiare, proprio com’è successo con il Medio Oriente. Ricordate come, per anni, gli Israeliani hanno attaccato il loro vicini con una impunità quasi-totale, e quanto male hanno fatto gli eserciti arabi? Tutto questo è cambiato improvvisamente quando Hezbollah ha dato prova all’intera regione e anche al mondo che l’“asse della gentilezza” (USA, Israele, Arabia Saudita) poteva essere sconfitta con successo, anche con una relativamente ridotta resistenza, senza forza aerea e navale, con pochi mezzi pesanti. Non smetterò mai di ripeterlo: le guerre non si vincono con la potenza di fuoco ma con la forza di volontà. Oh, certo, la potenza di fuoco aiuta, specialmente quando puoi sparare da molto lontano con nessun rischio per te stesso, e la tua vittima non può rispondere al fuoco, ma appena la potenza di fuoco si scontra con la forza di volontà, allora la prima perde velocemente.

C’è una consistente possibilità che il Venezuela possa fare per l’America Latina ciò che l’Ucraina ha fatto per la Russia: agire da “vaccino” sorprendentemente efficace contro la propaganda anglo-sionista. Un leader locale come Evo Morales, che ha dichiarato il suo pieno e totale appoggio per il legittimo governo di Maduro, è una ispirazione per i Latinoamericani che va ben oltre i confini della Bolivia.
L’ambasciatore russo alle Nazioni Unite ha capito bene: esistono già altri leader dopo Maduro che gli anglo-sionisti vogliono eliminare e rimpiazzare con un burattino pieghevole stile Guaido o Duque Márquez. Alla fine, questo è un tipico problema dialettico: più è brutale e manifesta l’aggressione americana contro l’America Latina, più colpi di Stato di successo o anche invasioni gli USA organizzano, più forte diventa il sentimento anti-yankee nelle popolazioni del continente.
Vedetela così: gli Stati Uniti si sono già resi estremamente ostili a Cinesi, Russi, Iraniani, a gran parte del mondo arabo e musulmano, e grazie a questa ostilità, i leader di Cina, Russia e Iran hanno avuto il sostegno della loro gente nella lotta contro l’Impero anglo-sionista. Potrebbe qualcosa di simile essere già accaduto in America Latina?

Conclusione: focus sulla domanda giusta

Per sconfiggere i piani per il Venezuela, è fondamentale che noi tutti continuiamo a martellare ancora e ancora. La scelta non è tra Maduro o Guiado, la scelta non è tra povertà sotto i chavisti e la prosperità sotto gli anglo-sionisti: questo è come gli agenti dell’Impero (sia che vengano pagati o siano semplicemente degli stupidi) vogliono inquadrare la discussione. Il vero tema in ballo qui è la legalità: la legalità in Venezuela, certamente, e la legalità a livello internazionale.

Agli studenti dei primi anni di Legge viene insegnato che lo scopo del diritto non è la “giustizia” in sé ma fornire un meccanismo per risolvere le dispute. Quel meccanismo è, certamente, altamente imperfetto ma è compreso dalle persone civilizzate come preferibile all’alternativa. L’alternativa, a proposito, è ciò che accade quando viene lanciato un cosiddetto “intervento umanitario”: cioè, un disastro umanitario.

Tuttavia, questo è il tipico modus operandi dei neoconservatori (e di tutti gli imperialisti, a dire il vero). Primo, scegli un paese da destabilizzare, poi, usa il tuo controllo dei mercati finanziari internazionali e del commercio per scatenare una crisi economica; poi, manda le tue spie che “promuovono la democrazia” e gli agenti influenzatori per fomentare le proteste o, anche meglio, dei violenti disordini; poi, manda qualche “cecchino non identificato” se il governo legittimo non usa abbastanza violenza per sedare le proteste, quindi denuncia il leader che vuoi rimpiazzare chiamandolo “mostro”, “animale” o anche “nuovo Hitler” e minaccia di deporlo. Dopo tutto questo, annuncia urbi et orbi che è “molto probabile” che il “nuovo Hitler” voglia massacrare la sua stessa gente, aggiungi un’operazione sotto falsa bandiera se necessario, e dichiara quindi “una coalizione di volenterosi” composta da “amici” del paese che tu vuoi occupare, che agiranno a causa dell’”inefficacia delle Nazioni Unite”, dimenticheranno il diritto internazionale e parleranno solo di “ordine basato sulle regole”.  Guardate come il Ministro degli Esteri russo Lavrov spiega il significato di questa sostituzione:

Quando ascolti i sostenitori di Guaido, li sentirai sempre parlare di quanto sia orribile Maduro, quanto terribile sia la situazione economica in Venezuela, quanto corrotti siano i membri del suo regime, ecc. ecc. E’ solo fumo negli occhi. Anche l’accusa che le ultime elezioni siano state truccate da Maduro è di nuovo fumo negli occhi. Perché? Perché anche se Maduro avesse fatto dei brogli, Guaido non aveva il diritto di dichiararsi presidente, Trump non aveva il diritto a riconoscerlo come tale e l’Impero non poteva minacciare un intervento militare o anche una violazione della sovranità nazionale del Venezuela, con il ridicolo pretesto di portare un aiuto umanitario mentre, allo stesso tempo, tiene il paese sotto le draconiane (e pienamente illegali) sanzioni.
La soluzione alla crisi causata da una violazione del diritto non può essere una rinuncia completa dei principi fondamentali del diritto, ma può essere solo un ripristino della legge e dell’ordine con strumenti legali. Sembra ovvio, ma molti sembrano dimenticarsene, quindi vale la pena ripeterlo. E qui metterò una grafica che dice davvero tutto:

Quale elezione è legittima e quale non lo è?

Gli strumenti più potenti dell’arsenale dell’Impero non sono le sue armi nucleari o le sue tronfie, anche se inefficienti, forze armate: lo strumento più potente dell’arsenale dell’Impero è la sua abilità di inquadrare la discussione, definire cosa mettere in evidenza e cosa nascondere. I consueti media sionisti dell’Impero decidono anche quali parole devono o non devono essere usate in una discussione (per esempio: mai parlare di “aggressione illegale” ma di “intervento umanitario”).

Ecco perché noi dobbiamo parlare di “vera sovranità”, di “diritto internazionale”, di “procedure costituzionali” e di “aggressione” e di “minaccia di aggressione” come crimini di guerra. Dobbiamo continuare a pretendere che i principi fondamentali alla base delle società civili (come il principio di “innocenza fino a prova contraria”) siano sostenuti dai governi e dai media. Dobbiamo negare ai governanti dell’Impero il diritto di dichiarare che loro hanno il diritto di ignorare completamente i più sacri principi dell’ordine internazionale post Seconda Guerra Mondiale. Dobbiamo continuare ad insistere sul fatto che un ordine internazionale può essere solo un ordine multi-polare, che un singolo Egemone Mondiale non può mai garantire giustizia e che non ci sarà pace se non ci sarà giustizia. Infine, dobbiamo chiedere incessantemente che ciascun paese e ciascuna nazione viva secondo le proprie tradizioni e credenze, e rigettare la nozione che un unico modello politico debba, o addirittura possa, essere applicato universalmente.

Tutti questi sono principi che i neoconservatori odiano e che vorrebbero raggruppare sotto un unico concetto omnicomprensivo, come lo “psicoreato” di George Orwell. Per lo più ai neoconservatori piace usare il concetto di “anti-semita” e “anti-semitico” per respingere questi principi e, quando fallisce, allora è sempre utilizzabile il termine “terrorista”. Non lasciamoglielo fare: tutte le volte che provano a fare questo trucco, denunciamolo immediatamente per ciò che è, e continuiamo a concentrarci su ciò che conta davvero. Se possiamo forzare i neoconservatori a trattare questi temi, abbiamo vinto. E’ davvero così semplice.

Per me è impossibile indovinare come si svilupperà questo conflitto. Sarà sufficiente la sfacciata arroganza degli “Yankees” a rendere seriamente consapevoli il popolo del Venezuela e del resto dell’America Latina? Forse. La mia speranza e la mia sensazione è che lo potrebbe essere.

The Saker

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Articolo del Saker pubblicato il 28 febbraio 2019
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per SakerItalia

[le note in questo formato sono del traduttore]

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