Così, perché sei tiepido,
e non sei né freddo né fervente,
io ti vomiterò dalla mia bocca.
Apocalisse 3:16
La verità é che Voltaire non ha mai detto “Non sono d’accordo con quello che dici, ma lotterò fino alla fine per il tuo diritto a dirlo”. Questo é soltanto folklore “democratico”. E ciononostante ai “demodroni” piace invocare questa frase prima di tapparti la bocca per avere osato presentare un punto di vista realmente diverso.
La verità é che là fuori ci sono all’incirca due tipi di persone:
Tipo A: l'”estremo centro”
Questo tizio pensa a sè stesso come ad un democratico, pluralista, una persona che difende la libertà di parola e il libero dibattito. Incidentalmente é anche un ideologo dell’arcipiùbuonobispensiero (doubleplusgoodthinking), che crede veramente che qualsiasi persona perbene e sana di mente debba concordare con le sue opinioni, dato che esse sono assiomaticamente vere. Per lui la libera discussione é in realtà un’opportunità per correggere l’individuo colpevole di psicoreato(crimethink) che si é tanto chiaramente allontanato dalla verità. Benché il tipo A pensi a sè stesso come ad un pluralista, in realtà egli pensa meccanicamente, all’unisono con tutti quelli che pensano esattamente come lui. Vede tutto attraverso un prisma ideologico molto angusto. Io chiamo questo tipo “estremo centro”. Loro sono più interessati alla conformità che alla ricerca della verità. Sono irreparablmente tiepidi ed incapaci di vera passione.
Tipo B: l'”estremista”
Questa persona cerca la verità nell’opposizione delle idee. Ha onestà e decenza in più alta considerazione che il consenso (a cui di regola guarda con sospetto). Più esotica ed inconsueta un’idea, più ne é interessato, soprattutto se é ben sostenuta da prove. E’ naturalmente affascinato dagli estremisti non perché concordi con loro, ma perché ammira la loro passione e la loro coerenza logica. Il tipo B può essere veementemente in disaccordo con qualcuno e comunque rispettare, e anche ammirare, questa persona, e vuole che le opinioni diverse dalle sue siano pubblicamente accessibili e discusse per ciò che valgono. E’ un vero estremista. Gli interessa molto più la verità che conformarsi all’ultimo dogma ideologico della società.
Voglio ricordare a quelli che si lamentano con me per qualcosa scritto su di un altro Saker blog (ad esempio il Saker francese e le sue critiche nei confronti di Marine Le Pen) o a quelli che riversano disprezzo sulle opinioni dello Sceicco Imran Hossein che la Comunità del Saker é formata da e per gente del “tipo B”. Non siamo un partito politico, non abbiamo un’unica linea politica e non dobbiamo essere d’accordo con o sostenere tutto quello che noi, o altre parti della comunità, pubblicano.
Mentre la nostra società condanna con disprezzo tutti i regimi autoritari e totalitari del passato, non riusciamo a renderci conto di come la maggior parte di noi sia stata trasformata in una patetica Hitlerjugend del 21° secolo che invece di ripetere a pappagallo “ein Volk, ein Reich, ein Fuhrer” ora dice “un’ideologia, una norma, un discorso” che, se volete la mia opinione, é altrettanto male.
Se questo é ciò che volete, se cercate conferme e rassicurazioni – andate altrove perché qui non ne troverete. Se volete essere confortati nelle vostre opinioni e se volete che chi ha idee diverse venga calunniato e messo in ridicolo – andate altrove perché qui non lo troverete. Se la vostra idea di pluralismo é “siamo tutti diversi allo stesso esatto modo” – andate altrove perché qui non ne troverete.
Ciò che sta accadendo in Francia, e nel resto dell’Unioine Europea, é chiaramente un giro di vite alla libertà di espressione sotto la copertura di una campagna per la libertà di espressione. Quelli di noi che sono in Europa devono trovare il coraggio civile di dire semplicemente “no” alla paura, all’odio e alla stupidità. Ma anche quelli di noi che non sono in Europa devono trovare il coraggio intellettuale di rifiutare il “Pensiero Corretto Unico” che é imposto a tutti noi, e anche di rifiutare paura, odio e stupidità.
Come persona che é nata in Europa e ci ha passato la maggior parte della vita, ma che ha ormai vissuto un totale di 17 anni negli USA, devo dire che gli americani sono spesso molto più capaci di vero pluralismo degli europei, che spesso sono ancora molto ideologici. Al di là di tutti i suoi errori, il sistema politico e la cultura USA hanno davvero mantenuto il diritto alla libertà di espressione per tutti, non solo per i “buoni e corretti”. In contrasto, la cultura Europea é ancora ideologica nella sua essenza e l’intolleranza intellettuale é in genere ancora la norma del Vecchio Continente.
Mi appello a tutti i miei lettori perché mostrino il coraggio intellettuale per infrangere i lmiti del ristretto discorso dogmatico della nostra società, e per accogliere l’espressione di idee veramente diverse e non lo scialbo, tiepido e stupido pseudo-dibattito che oggi ci viene presentato come il “discorso democratico”.
Il Saker
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Traduzione a cura di Fulvio
Articolo pubblicato il 16/01/2015
L’attacco alla sovranità dei popoli, all’integrità territoriale; l’attacco alle libertà sostanziali, ai valori, all’integrità morale con il ribaltamento del concetto stesso di bene e male, sta mettendo tutti alla prova. In Libia, per esempio, hanno portato il caos agendo sull’atavico spirito di appartenenza tipico di una società tribale e sulle conseguenti e tradizionali divisioni. Difronte al pericolo che l’intera ricchezza della nazione sia sottratta e sparisca insieme alla storia, alla cultura e alla tradizione del paese ad opera di quelle orde demolitrici di massacratori che il capitalismo finanziario e i governi occidentali hanno allevato e messo in moto, la popolazione libica dovrà, per forza di cose, superare le ataviche divisioni tribali. In tutto il Medioriente hanno lavorato per acuire le differenze dottrinali, le storiche divisioni tra sunniti e sciiti, generando la fiamma di un odio che sembra non potersi più spegnere. Eppure se l’Islam vuole sopravvivere a quelle stesse orde che ne stanno distruggendo la millenaria bellezza e ricchezza di valori allora dovrà trovare compattezza proprio partendo da quei valori comuni. Hanno giocato la loro partita usando i nazionalismi, le mire espansionistiche di alcuni paesi, per creare divisioni e portare la guerra alle nazioni sorelle ma quelle stesse nazioni che si sono prestate non hanno nessuna garanzia di essere trattate diversamente. Si accorgeranno che anche la loro sovranità è in pericolo così come le loro ricchezze. L’unica possibile salvezza sarebbe quella di fare fronte comune ritrovando tutto quello che li unisce e che ne fa dei popoli fratelli. Mettersi tutti insieme, aggressori e aggrediti, per combattere il mostro e la mano che lo ha armato. Ovunque hanno agito nello stesso modo, gli stessi paesi alleati in occidente hanno dovuto subire strategie tese a portare divisioni per indebolire il corpo sociale. Ricordiamoci del terrorismo rosso e nero conseguenti alla strategia della tensione di cui l’amministrazione americana tirava le fila. Hanno fatto dell’Europa
un laboratorio per sperimentazioni che hanno visto l’innesto nel nostro antifascismo di un libertarismo senza identità perché senza storia, fatto ad immagine di un prodotto di consumo. Il messaggio “modernista” di cui siamo stati vittime ha innestato nella nostra cultura umanistica uno scientismo e un tecnicismo che ne ha minato le fondamenta, che ha costruito mura tra i saperi isolandoli e rendendoli inefficaci. Ci hanno spinto verso un immanentismo laicista che ha escluso ogni trascendenza, ogni metafisica, che ha impoverito la riflessione filosofica sottraendole il ruolo di elaboratrice del senso e dell’identità, tanto da renderla invisa a se stessa. Questo ha fatto si che venisse meno quella visione unitaria che dà senso ed è fondamento al proprio agire nel mondo. In una parola ci siamo privati di un’etica. Da allora viviamo una crisi verticale che investe l’intero retaggio culturale e spirituale occidentale di cui la nostra tradizione umanistica raccoglieva la quintessenza, e tutto questo fa parte di un processo che sembra irreversibile.
Al decadimento si sottraggono solo quei paesi che resistono all’impero del capitalismo finanziario e al suo portato ideologico che cancella la sovranità degli stati e le identità dei popoli, e rimodella l’individuo secondo una nuova morale. Per la nostra sopravvivenza avremmo dovuto ribellarci, abbandonare la gabbia. Putin ce ne da l’opportunità con la proposta di creare un’alleanza con l’Unione Economica Euroasiatica, ma noi sembriamo incapaci di approfittarne. Siamo svuotati, le nostre economie sono costruite su quel modello e sono del tutto dipendenti dalle istituzioni finanziarie internazionali che dettano le regole. Inoltre siamo senza sovranità nelle scelte politiche (da noi gli ultimi tre governi sono stati dettati dal FMI e dall’amministrazione USA). E poi con tutte le basi militari NATO e USA distribuite sul territorio europeo siamo prigionieri in casa nostra. Che Fare? Come muoversi per salvare il nostro retaggio e passarlo ad una nuova generazione? Sulla strada dei referendum per l’abbandono dell’euro, delle richieste di autonomia fiscale e amministrativa si trovano molti ostacoli ma bisognerà insistere perché la difesa passa, inevitabilmente, dalla ricostruzione delle comunità. Ma ancora più importante ora è sostenere quei movimenti che vogliono l’uscita dalla nato. Nel programma di Tsipras questo è uno dei punti, vedremo.