“Con una forte ammissione…” Così Fox News ha presentato negli Stati Uniti la dichiarazione del generale americano Nicholson, al comando delle forze di occupazione americane in Afghanistan, secondo il quale l’America sta affrontando una “situazione di stallo” nel tentativo di consolidare la sua presa sull’Afghanistan. L’allarme da parte dei media è stato pensato per creare la voglia nel popolo americano di sostenere la richiesta da parte del generale di altre migliaia di soldati americani da inviare in Asia Centrale, per puntellare il loro traballante governo fantoccio, perché ne muoiano altre migliaia.

Il buon generale americano ha ripetuto i soliti tentativi di giustificazione per l’invasione del paese e per tutti gli innumerevoli morti e mutilati, come un pappagallo addestrato ad imparare menzogne; che l’invasione americana del 2001 e l’occupazione successiva fossero necessarie per contrastare il “terrorismo”, per eliminare i “resti di Al-Qaida”, per prevenire “attacchi terroristici contro la patria”. I media e la commissione governativa hanno reso questa dichiarazione, accettata in toto come se fosse una questione di routine, come fecero i media e le commissioni governative naziste quando i generali delle SS chiedevano più truppe per sedare la resistenza, scusate, naturalmente volevo dire i “terroristi”, che operavano sotto il naso dei regimi di Quisling e di Vichy in tutto il Terzo Reich.

E quante migliaia ne vuole? Non lo ha detto, ma ha ammesso che oltre ai circa 9.000 regolari, ci sono anche altri 17.000 mercenari, e questo fa arrivare il numero totale delle forze americane ad almeno 26.000 uomini. Accanto a loro ci sono manciate o centinaia di altri soldati da un certo numero di nazioni satelliti americane, che hanno tutte partecipato all’ultima fase della devastazione americana del paese, definita “Addestrare, Consigliare, Assistere”, o TAA. Questo è il loro acronimo per il posizionamento delle forze di comando e controllo americane a diversi livelli delle forze afgane e del governo, con cui garantirsi che le forze fantoccio svolgano il compito di proteggere gli interessi americani nella regione. Ma sembra che gli Afghani non lo stiano facendo molto bene, e i loro padroni sono preoccupati.

In un’altra intervista di qualche mese fa un altro generale americano in Afghanistan ha dichiarato:

Il Brigadiere Generale Cleveland: “Sì, Andrew, anche il Generale Nicholson supervisiona il tutto da vicino e anche lui è preoccupato, ovviamente. Qualsiasi vittima è probabilmente di troppo, ma noi e lui osserviamo il numero delle vittime, e le tendenze che sono in corso sono davvero le più fedeli possibili. Sai, quello che abbiamo visto nel 2015 è che gli Afghani, precisamente l’Esercito Nazionale dell’Afghanistan, hanno subìto un numero enorme di vittime.

Ma quello che abbiamo anche visto è anche quanto sono resilienti queste forze: complessivamente, pensiamo che gli Afghani abbiano subìto circa 20.000 vittime tra morti e feriti, una cosa che avrebbe spezzato la schiena a molti militari, ma abbiamo constatato che gli Afghani riuscivano ad essere resilienti. Sono stati capaci di continuare a riorganizzarsi, e ora sono ovviamente in grado di muoversi all’offensiva”.

Così, le forze fantoccio hanno subito vittime che avrebbero spezzato la schiena di altri eserciti, ma, naturalmente, questo non è successo, eppure hanno ancora bisogno di inviare rinforzi perché, beh, capirete la situazione: ventimila morti e feriti su un totale di circa duecentomila fanti afghani, in un anno, è un altissimo tasso di logoramento.

A quanto pare tutto ciò è dovuto ai Russi e agli Iraniani, perché il generale ha aggiunto qualche nuova spezia alla ricetta della guerra afghana, affermando senza averne le prove che la Russia e l’Iran sono essenzialmente in guerra con gli Stati Uniti e la NATO perché hanno “aiutato i Talebani” nelle loro recenti conquiste territoriali. Egli disse: “Quando guardiamo alle azioni della Russia e dell’Iran in Afghanistan, credo che, in parte, stiano cercando di minare gli Stati Uniti e la NATO”.

Ma nel suo Rapporto al Congresso del giugno 2015 per il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, sul tema del “Rafforzamento della Sicurezza e della Stabilità in Afghanistan”, non viene fatta nessuna menzione dei due paesi coinvolti. L’unico altro paese menzionato in quel lungo reportage è il Pakistan, e in termini di cooperazione sulle questioni di sicurezza. È ben noto che i Russi hanno fornito un comodo percorso attraverso la Russia per i trasporti e la logistica delle forze americane e della NATO che hanno operato in Afghanistan per diversi anni, un grande favore agli Americani, per i quali i Russi sono stati ringraziati con un calcio nei denti, perché questa affermazione di interferenza russa forse proviene da una recente iniziativa russa per porre fine alla guerra una volta per tutte.

Ma prima di poter discutere della pace, dobbiamo chiederci a cosa serve la guerra? Nei suoi Rapporti al Congresso il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ripete la stessa propaganda sulle ragioni dell’invasione e dell’occupazione, usando lo stesso linguaggio usato dal Generale Tillerson. La vera ragione per l’invasione è difficile da trovare fra tutti gli eufemismi e le mistificazioni ma viene comunque a galla. A pagina 10 la relazione afferma:

“La strategia degli Stati Uniti che conduce al 2017 ed oltre pone le basi per la transizione responsabile della missione che permetterà alle forze americane di continuare a costruire la capacità del governo afgano come partner affidabile della difesa, e di proteggere gli interessi della sicurezza nazionale degli Stati Uniti nella regione”.

Quindi il motivo è questo, tutelare gli “interessi della sicurezza nazionale” americani, e dal momento che questi interessi non sono quelli di prevenire attacchi “terroristici” contro la “patria”, questi interessi devono riguardare qualcos’altro.

Uno dei motivi ha a che fare con i gasdotti e i Talebani che non hanno accettato i termini posti loro dal regime di Bush nel 2001, simili ai diktat imposti alla Jugoslavia appena due anni prima, “fate quello che vi diciamo o vi bombarderemo”. Nel caso dei Talebani, che gli Americani hanno contribuito a creare, insieme ad altri gruppi reazionari, quando hanno usato quei gruppi per attaccare e distruggere il governo Socialista dell’Afghanistan e l’Armata Rossa arrivata in suo soccorso, il diktat è stato quello di fare in modo che i progetti di gasdotti americani verso il Pakistan e l’Oceano Indiano fossero al sicuro.

Gli Americani hanno chiesto ai Talebani di formare un governo di coalizione con tutte le fazioni, un governo di “unità nazionale”, al fine di fermare la guerra civile in corso, ma i Talebani hanno rifiutato l’offerta. A Berlino, nel luglio del 2001, secondo Jean-Charles Brisard e Guillaume Dasquié, gli Americani hanno insistito, “o accettate la nostra offerta di un tappeto d’oro, o vi seppelliremo sotto un tappeto di bombe”.

La guerra non ha mai riguardato Bin Laden. La caccia a Bin Laden era solo una scusa per l’invasione dell’Afghanistan, un’invasione decisa diversi mesi prima dell’incidente a New York l’11 settembre dello stesso anno, incidente che è stato utilizzato come copertura prima per l’invasione dell’Afghanistan, poi per l’invasione dell’Iraq.

Lo stesso Bin Laden era da tempo una risorsa americana, la cui famiglia aveva forti legami con George Bush attraverso società interconnesse come la Banca BCCI e la Harken Energy di Bush, nella quale aveva investito il fratellastro di Bin Laden, Salem Bin Laden. Osama Bin Laden ha aiutato gli Americani a creare Al-Qaida per combattere i Socialisti in Afghanistan, ed in seguito venne visto nel 1998-99 in Yugoslavia con i suoi mujaheddin, sotto il comando dell’esercito americano, per contrastare e distruggere il governo socialista di quel paese.

Appena un giorno prima dell’incidente l’11 settembre, il fratello Shafiq bin Laden partecipò ad una riunione del Gruppo Carlyle, una holding americana, al Ritz Carton Hotel a Washington, alla quale partecipò anche George Bush senior. Entrambi erano investitori nella società. L’affermazione che bin Laden ha attaccato gli Stati Uniti è assurda per chiunque conosca i suoi legami e le connessioni della sua famiglia con la leadership, l’intelligence e i servizi militari americani. Hanno cercato di fare di lui un capro espiatorio, ma si è rifiutato di svolgerne il ruolo e negò di essere coinvolto nella tragedia di New York. Il governo americano non ha mai presentato alcuna prova che egli lo fosse.

Un altro motivo importante per l’invasione americana dell’Afghanistan è la sua vasta ricchezza di minerali, che vanno da petrolio, gas e carbone, a pietre preziose e terre rare come litio, oro e ferro; alcuni dei più ricchi giacimenti di minerali al mondo. Gli Americani hanno invaso il paese per prendersi queste risorse e tenersele. Nel frattempo, mentre la guerra continua e l’estrazione dei minerali è impossibile, gli Americani sfruttano l’enorme produzione di eroina e altri oppiacei, che si è moltiplicata dal momento della loro invasione. In sostanza l’Afghanistan è stato ridotto ad una concessione americana per l’estrazione mineraria e la fabbricazione di eroina, e gli altri possono accedervi solo in relazione al loro contributo all’invasione e occupazione per garantire quella ricchezza agli USA. Gli Americani, come tutte le altre potenze coloniali del passato e del presente, scelgono di chiamare questo racket “politica estera”.

Ma i minerali non sono l’unico motivo: l’Afghanistan è in posizione strategica tra l’India, il Pakistan, la Cina, l’Iran e la Russia attraverso il Turkmenistan, l’Uzbekistan e il Tagikistan a nord, che hanno tutti i loro grandi giacimenti di minerali. È un importante collegamento per le rotte della Via della Seta del passato e del presente, e per lo sviluppo della Cina.

Per anni la guerra ha sconfinato nel Pakistan, con il regime afghano che accusa regolarmente il Pakistan di sostenere i gruppi etichettati come Talebani, mentre il Pakistan afferma che sta cercando di impedire “attacchi terroristici da parte di gruppi in Afghanistan”. Tutti sono stanchi di questa infinita guerra, tutti, tranne gli Americani, che sembrano sentirsi inutili se non sono in guerra. Ma oggi gli Americani e i loro fantocci afghani si chiedono che cosa succederà dopo che la Russia ha dato il via ad una grande iniziativa diplomatica, con un incontro tenutosi a Mosca nel dicembre 2016 tra Cina, Pakistan e Russia per parlare della “sicurezza” dell’Afghanistan.

La Russia sa che la presenza di combattenti dell’ISIS in fuga dalle guerre in Siria e Iraq in rifugi sicuri in Afghanistan è una minaccia per la sua sicurezza. I Talebani si sono scontrati con loro, e perciò entrambi hanno un interesse comune visto che si parla di affrontare l’ISIS. Dal momento che ci sono buone ragioni per credere che alcuni elementi dell’ISIS siano sostenuti dagli Stati Uniti, questi scontri sono anche schermaglie tra Russia e Stati Uniti, proprio come in Siria.

I Cinesi sanno che gli Americani vogliono rimanere in Afghanistan per aumentare il potere economico e politico americano in Asia Centrale come parte della loro brama insaziabile di potere e di controllo del mondo, e per diminuire lo sviluppo cinese lungo la sua nuova Via della Seta che collega Pechino a Berlino e oltre.

A sud si trova l’India, la Turchia è più ad ovest. Chi possiede l’Afghanistan ha un vantaggio nel proiettare la sua potenza in tutte queste sfere. Gli Americani hanno invaso il paese per ottenere questo controllo, e non si curano di ciò che il popolo afghano vuole.

Ma non stanno ottenendo quello che vogliono: la guerra si trascina con nessuna vittoria in vista, e ora vengono ignorati nelle riunioni internazionali. I paesi della regione stanno reagendo, sotto la leadership russa, per cercare di risolvere la guerra una volta per tutte. Il 15 febbraio 2017 si è svolta una seconda tornata di colloqui a Mosca tra Russia, Pakistan e Cina, ma questa volta l’Afghanistan e l’India sono stati invitati, e si è discusso della questione chiave della partecipazione dei Talebani ad ulteriori colloqui.

Gli Americani non sono stati invitati, e non sono felici del fatto che i Talebani saranno trattati come un partecipante legittimo del conflitto e diventeranno un’ulteriore minaccia per l’ISIS. I Russi propongono di includere anche altri paesi della regione dell’Asia Centrale in occasione della prossima riunione, ma nessun paese della NATO od occidentale è stato invitato a partecipare. La Russia afferma educatamente che sostiene l’attuale governo dell’Afghanistan, e che i contatti con i Talebani sono necessari al fine di aumentare le possibilità di ottenere una soluzione pacifica del conflitto. Ma è chiaro che dietro questo linguaggio educato la Russia e gli altri sperano di tirare il tappeto della guerra da sotto gli Americani, arrivando ad un accordo tra tutte le fazioni, dichiarando la guerra finita e togliendo ogni scusa per la presenza di forze americane nel paese.

Questo non sarà facile, visto che i generali e i media americani chiedono che vengano inviati più uomini per garantire la loro posizione e destabilizzare l’iniziativa russa; gli Indiani seduti al tavolo sono disposti a partecipare, ma hanno paura che i Russi, i Pakistani e Cinesi possano danneggiarli, mentre allo stato afghano viene suggerito tramite gli auricolari che gli Americani devono far parte dei colloqui, e si chiede perché nessuno lo prende sul serio. Ma dobbiamo sperare che questa lunga guerra possa avere fine e l’Afghanistan venga lasciato alla sua gente, la sua sovranità restaurata, la sua autodeterminazione assicurata.

Dobbiamo sperare che i Russi possano continuare la loro importante iniziativa e si muovano avanti in fretta prima che le richieste di più armi e uomini dei generali americani si traducano in altro sangue versato inutilmente. Ma con l’attacco missilistico contro la Siria di oggi, venerdì 7 aprile mentre scrivo questo, è chiaro che i pazzi e fanatici Americani vogliono la guerra ad ogni costo, e sono disposti a spingere la Russia contro il muro e rischiare la distruzione di tutti noi in una guerra mondiale nucleare.

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Articolo di Christopher Black pubblicato su New Eastern Outlook il 10 aprile 2017.

Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.

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