Da quando ho scritto la mia panoramica sulle cause e le implicazioni del disastro di Kabul le cose non sono migliorate negli ultimi tempi.
È chiaro che l’amministrazione “Biden” ha cercato con tutte le forze di controllare i danni, ma questo ha solo peggiorato le cose (basti pensare ai colloqui di Biden con la nazione). È anche chiaro che non c’è modo in cui gli Stati Uniti possano evacuare tutti i suoi cittadini, per non parlare degli ex dipendenti, prima della scadenza del termine Talebano. Inoltre, i Talebani hanno già sigillato l’aeroporto e non fanno più entrare nessun cittadino afghano.
Una frase pronunciata da un analista russo su quelli che Biden chiamava gli “eroi americani” mi è sembrata particolarmente adatta al caos attuale: “i soldati devono diventare eroi quando i loro comandanti commettono un grave errore”. Questo è quasi sempre vero, con alcune eccezioni, ovviamente.
C’è poi la “rappresaglia” non tanto eroica promessa da Biden. Apparentemente, così dice la TV locale, un drone d’attacco statunitense ha ucciso un combattente dell’ISIS locale che stava già guidando un’autobomba verso l’aeroporto. Quell’attacco, nel centro di Kabul, ha anche distrutto 2 case e ucciso tre famiglie, 12 civili tra cui 7 bambini (dai 2 ai 10 anni)! Ciò *non* aiuterà nulla o convincerà nessuno a prendere sul serio le minacce statunitensi. Ricordate lo slogan Takfirista “amiamo la morte più di quanto tu ami la vita”? Ma l’odio non farà che aumentare in seguito a quest’ultima atrocità.
Entro l’1 settembre, tra 2 giorni, la situazione delle molte decine di migliaia di collaboratori, dipendenti, aiutanti locali, ecc. e delle loro famiglie diventerà estremamente pericolosa a meno che non intervenga qualche grande potenza e faccia pressione sui Talebani. Possibile, ma non molto probabile.
Devo citare un’ipotesi: che gli attentatori suicidi dell’ISIS-K potessero avere dei complici all’interno dei Talebani. Se consideriamo i Talebani come un movimento unitario e uniforme, questa ipotesi non ha senso. Ma se vediamo i Talebani come un movimento federato di diverse entità e tribù, allora questo ha molto più senso. Tenete presente che cinque degli attuali “ministri” Talebani sono ex residenti della Base Navale di Guantánamo, con tutto ciò che implica…
Per quanto riguarda i Talebani, sembra che stiano davvero cercando di ristabilire un po’ di ordine a Kabul. Si stanno anche sforzando di spiegare cosa intendono fare. Sembra proprio che i nuovi Talebani siano un passo avanti rispetto a quelli vecchi. Ciò non significa che mi piacciano o approvi, solo che questo è ciò che sto osservando ora.
Ad esempio, i Talebani hanno promesso un’amnistia generale a tutti coloro che hanno collaborato con gli Stati Uniti, ma questo significa solo che è meno probabile che dall’alto arrivino ordini di sparare. Ma i “soldati” locali Talebani armati (uso questo termine molto generosamente) faranno, come sempre, quello che diavolo vogliono, localmente e lontano dalle fotocamere dei cellulari.
Il Saker
*****
Pubblicato su The Saker.is il 30 agosto 2021.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
–,dopo vent’anni, l’Afganistan ha fatto sapere al mondo che una grande potenza potrebbe vincere, militarmente, quando uno Stato con pari ambizioni gli si opponga sullo scacchiere planetario il primato; diversamente, la Potenza egemone, dopo il tempo necessario a comprendere che si sta dissanguando senza ottenere gli obiettivi dichiarati, deve abbandonare il campo ed anche il tronetto in cui si era fieramente issata.
-Gli USA dovranno trovarsi un altro Fuikujama che ci racconti come finirà un’altra Storia!