Com’è stato dimostrato dai risultati del recente incontro del Consiglio Economico Euroasiatico Supremo (CEES), che si è appena concluso a Yerevan, l’Unione Economica Euroasiatica (UEE) sta espandendo la geografia della cooperazione. Oltre all’Iran e a Singapore, che hanno già aderito alla zona di libero scambio della UEE, l’Uzbekistan sta pianificando di diventare un membro a pieno titolo di questa organizzazione. Questo è stato rivelato dal Portavoce del Consiglio Federale dell’Assemblea Federale della Federazione Russa, Valentina Metvienko, e indica che il Presidente dell’Uzbekistan, Shavkat Mirziyoyev ha deciso di esaminare la possibilità di aderire alla UEE, per cui la questione dovrebbe essere risolta nel prossimo futuro.

L’Uzbekistan è un paese di grande successo, conosciuto per la sua sua grande popolazione (di oltre 33 milioni di persone) e per un’economia altamente sviluppata (il PIL dello scorso anno ha raggiunto la cifra di 48,6 miliardi di dollari), il che significa che è un partner economico attraente e un promettente candidato per la UEE. Oltre al fatto che lo stato di Mirziyoyev è già diventato un partner economico di rilievo per la maggior parte dei paesi UEE, esso vanta un’impressionante infrastruttura di transito, che può beneficiare quei soggetti che vogliono sviluppare i legami economici tra partner lontani. Quindi, l’accesso dell’Uzbekistan alla UEE rinforzerà significativamente il potenziale economico e politico dell’intera associazione.

Dopo avere conseguito l’indipendenza a seguito della caduta dell’URSS, la politica estera dell’Uzbekistan si è basata su due principi basilari: un approccio equilibrato verso i legami con tutte le principali potenze internazionali, e un rifiuto alla partecipazione a qualunque associazione di integrazione multilaterale, dato che il principale obiettivo di Tashkent era centrato sul costruire relazioni bilaterali, che avessero una componente sia economica che militare. Questi principi erano scolpiti nella pietra nel Concetto di Politica Estera dell’Uzbekistan, approvato dal suo Parlamento nel 2012. Per un certo tempo, Tashkent ha mantenuto un rigido codice di condotta senza manifestare alcuna intenzione di aderire alla UEE.

Ma con l’avvio di nuove riforme politiche ed economiche in Uzbekistan, questa repubblica ha preso la decisione di rivalutare i pro e i contro della cooperazione con la UEE, da cui è scaturita una discussione attiva tra le élite locali. Dopo che il presidente Shavkat Mirziyoyev si è insediato nel 2016, la politica estera dell’Uzbekistan ha iniziato ad evolversi, con nuove iniziative richieste nelle sue relazioni con i suoi vicini più stretti dello spazio post-Sovietico. Questo ha portato Tashkent alla conclusione che dal punto di vista della fattibilità economica, la sua partecipazione alla UEE sarebbe altamente positiva per gli affari. Prima di giungere a questa conclusione, Tashkent ha aperto un corridoio verde con la Russia per facilitare l’esportazione dei prodotti agricoli e, dal prossimo anno in poi, corridoi similari saranno aperti con gli stati baltici, la Bielorussia, il Kyrgyzstan e il Kazakhstan. Allo stesso tempo, in questi giorni l’Uzbekistan si trova ad affrontare un numero di difficoltà nel suo tentativo di migliorare l’approvvigionamento di beni industriali, in particolare rimane difficile importare auto. Ma se l’Uzbekistan diventasse un membro a pieno titolo della UEE, i suoi produttori acquisirebbero eguali diritti di accesso al mercato di tutti i paesi dell’Unione, verrebbero create eguali condizioni per i lavorato migranti, con il bonus addizionale dell’accesso di Tashkent a investimenti e tecnologie russe. E queste sono le condizioni necessarie affinché l’economia uzbeka si sviluppi. Non serve aggiungere che, con oltre 180 milioni di abitanti, la UEE è già da sola un grande mercato, oltre al fatto che consente l’ accesso economico a certe regioni che in precedenza erano inaccessibili all’Uzbekistan per un certo numero di ragioni. Inoltre, la Russia e altri paesi UEE sono i maggiori partner commerciali dell’Uzbekistan, visto che circa il 70% dei suoi scambi vede coinvolti questi stati.

È chiaro che l’Uzbekistan è ben conscio che la Russia è l’unica fonte possibile di seri investimenti nella propria economia, e che la Russia sta al timone della UEE, e questo, insieme alle tecnologie moderne, è un elemento critico per l’industrializzazione di questo paese. È vero che Tashkent può ottenere grandi investimenti dalla Cina, ma questi giungerebbero con condizioni stringenti, e ciò non aggrada le élite uzbeke perché, dall’osservazione di un certo numero di vicini dell’Uzbekistan, cioè Tajikistan, Kyrgyzstan e Kazahkstan, vi hanno visto associate un certo numero di conseguenze negative.

Piuttosto naturalmente, l’annuncio della intenzione dell’Uzbekistan di aderire alla UEE ha provocato un dibattito acceso, sia a livello domestico che regionale, con esperti a favore di differenti opinioni su questo sviluppo.

Alcuni affermano che questa decisione è stata fatta frettolosamente e senza un’adeguata discussione pubblica, specialmente considerando il fatto che vi è un discreto numero di critici della UEE sia all’interno dell’Uzbekistan che nella regione.

E’ necessario ricordare che la UEE è stata formata nel 2014, dopo la firma dell’accordo per la creazione dell’Unione da parte dei presidenti di Russia, Bielorussia e Kazakhstan. Alcuni mesi dopo, l’Armenia e il Kyrgyzstan hanno aderito. Nel 2014 lo scambio con l’esterno dei futuri stati membri ammontava a 868,5 miliardi di dollari. L’anno dopo, con la creazione dell’Unione, è sceso a 579,5 miliardi di dollari solo per raggiungere i 753 miliardi nel 2018, comunque al di sotto del livello pre-unione.

Allo stesso tempo, gli ovvi e positivi risultati della UEE sono facilmente riconoscibili. Lo scorso anno, un nuovo Tariffario Doganale è divenuto legale all’interno della UEE, e questo ha accelerato il processo di sdoganamento e dichiarazioni doganali. Perseguendo lo sviluppo delle sue relazioni con la UEE, l’Uzbekistan riuscirà a guadagnare di più con il transito di beni attraverso il proprio territorio che vengono importate o esportate da stati UEE.

Un fattore positivo significativo per tutti i membri della UEE è stato sicuramente la creazione di un unico mercato del lavoro, in seguito al quale i migranti non hanno più il dovere di richiedere un permesso quando si spostano in un altro paese. Nella sola Russia, i migranti economici spendevano fino a 2 miliardi di dollari annui per l’acquisto o il rinnovo dei permessi. Per i migranti, l’adesione alla UEE significa che 6 mesi dopo l’arrivo in Russia, verranno trasferiti nella stessa categoria di contribuenti identica ai cittadini russi a pieno titolo, il che significa che anziché pagare il 30% di tasse, pagheranno il 13% sul proprio reddito personale. Non dobbiamo dimenticare che il miglioramento delle condizioni economiche dei migranti economici uzbeki in Russia e un aumento delle rimesse che mandano ogni anno a casa non sono solo importanti per le loro famiglie, ma per l’economia dell’Uzbekistan nel proprio complesso.

Se l’Uzbekistan dovesse aderire alla UEE, i propri cittadini non dovrebbero più chiedere visti lavorativi in nessuno dei paesi della Unione. La maggior parte dei titoli di studio ottenuti in Uzbekistan verrebbero riconosciuti in tutta l’area dell’Unione, e i cittadini avrebbero accesso a tutti i servizi finanziari della UEE, incluso il suo sistema bancario, i prestiti, i contributi previdenziali. Oltre ai benefici finanziari, i cittadini dell’Uzbekistan vedrebbero aumentare le proprie possibilità di lavoro nel mercato del lavoro della UEE, poiché sarebbero semplificate le procedure collegate alla propria assunzione.

Tra i risvolti negativi associati all’adesione alla UEE ci sono i rischi di sanzioni associate alla cosiddetta guerra commerciale, della quale la Russia rimane un bersaglio e che rappresenta l’87% del PIL totale dell’Unione.

Un’altra possibile conseguenza negativa è che, aprendo i propri confini, l’Uzbekistan non sarà solo in grado di esportare i propri beni, ma anche quelli prodotti da altri paesi della UEE potranno entrare liberamente in Uzbekistan. Ma questo porterà certi settori dell’economia a fronteggiare una competizione con aziende più grandi in Russia, Bielorussia e Kazakhstan, con alcuni beni che saliranno decisamente di prezzo. C’è un comune accordo sul fatto che il business uzbeko non sia ancora in grado di impegnarsi in una dura competizione con le manifatture russe. Ma predire l’esatto esito di questi fattori per l’Uzbekistan è piuttosto arduo.

In ogni caso, nonostante un certo numero di valutazioni critiche da parte di singoli esperti, l’opinione prevalente delle élite politiche e affaristiche uzbeke è che l’adesione più veloce possibile all’Unione sia il futuro. È possibile che un passo importante in questa direzione venga fatto durante la visita del Presidente dell’Uzbekistan in Russia, prevista per il febbraio 2020.

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 Articolo di Vladimir Odintsov pubblicato su New Eastern Outlook il 12 ottobre 2019
Traduzione in italiano di Eros Zagaglia per SakerItalia

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