Le manifestazioni si sono ora ampliate per comprendere più richieste politiche.
Le proteste [in inglese] iniziate durante il fine settimana nella città di Zhanaozen, nel Kazakistan occidentale, sono arrivate al terzo giorno, e si stanno diffondendo in tutto il paese.
Le richieste delle folle suonano sempre più politiche, secondo gli scarsi rapporti dalla regione.
Ma hanno cominciato con qualcosa di molto concreto: il prezzo del gas liquefatto, o GPL, il carburante che molti usano per alimentare le proprie auto.
Cos’ha causato l’impennata dei prezzi del GPL?
Tutto è iniziato con la transizione graduale al commercio elettronico del GPL [in russo], iniziata a gennaio 2019 e conclusa il primo giorno di quest’anno. L’idea era di porre fine gradualmente al sussidio dei prezzi per i consumatori domestici di carburante, e di consentire invece al mercato di dettare i prezzi. Ciò significa che quasi tutti gli scambi di GPL ora avvengono su piattaforme di trading online, ad eccezione delle vendite ai consumatori industriali nel settore petrolchimico, e pochi altri casi.
Questa politica ha, prevedibilmente, portato ad un aumento particolarmente precipitoso dei costi laddove la domanda di questo carburante è elevata. E questo è stato il caso della regione occidentale di Mangystau, in Kazakistan. In pochi giorni, i prezzi del GPL nelle stazioni di servizio sono raddoppiati da 60 tenge (0,14 dollari) a 120 tenge (0,28 dollari) al litro. Il governo stima [in russo] che il 70-90% dei veicoli nella regione funzioni a GPL. Questa è una percentuale più alta che in molte altre parti del Kazakistan.
Nonostante il Kazakistan occidentale sia ricco di petrolio e gas, è noto che la qualità della vita è generalmente inferiore alla capitale, Nur-Sultan, e alla capitale degli affari, Almaty. Le strade sono spesso pessime, i servizi pubblici al di sotto degli standard, e poiché il cibo deve essere portato su grandi distanze, spesso può finire per costare più che in quei centri urbani più ricchi. Manipolare i prezzi del carburante è sempre destinato a suscitare rabbia.
In che modo il governo ha difeso la sua politica sul GPL?
I funzionari si sono affrettati ad insistere sul fatto che la transizione al commercio elettronico non è l’unico fattore in gioco negli aumenti dei prezzi particolarmente bruschi di Mangystau. Il Ministro dell’Energia Magzum Mirzagaliyev è arrivato al punto di accusare [in russo] le stazioni di servizio nella regione di fissare i prezzi. Il loro ricarico sulle vendite di GPL è del 25-50 percento, che è “più alto del previsto” e “ci dà motivo di sospettare una possibile speculazione sui prezzi tra le stazioni di servizio”, ha affermato. L’agenzia anti-monopolio indaga [in russo].
Come previsto, le stazioni di servizio di Mangystau hanno risposto rapidamente alle pressioni del governo, e hanno ridotto i loro prezzi per il GPL a 85-90 tenge al litro per placare il numero crescente di manifestanti. E poi, il 4 gennaio, dopo i colloqui tra una commissione governativa inviata da Nur-Sultan per placare i manifestanti e i rappresentanti dei manifestanti ad Aktau, città petrolifera vicino a Zhanaozen dove si sono radunati anche migliaia di manifestanti, i funzionari hanno annunciato [in russo] che il prezzo del GPL a Mangystau sarebbe stato ridotto ancora una volta, a 50 tenge (0,11 dollari) al litro. È il 16% in meno rispetto a prima dell’inizio delle proteste.
Cosa c’era di sbagliato nel vecchio sistema?
Questo è il resoconto del governo. Prima del passaggio al commercio online, il GPL veniva generalmente venduto in perdita per i produttori, perché i prezzi per i consumatori domestici erano regolamentati dallo Stato e fissati ad un tasso inferiore al costo di produzione del carburante. In quelle condizioni, c’erano poche ragioni per produrre GPL, cosa che a sua volta ne generava carenze.
Un altro obiettivo della riforma era contrastare il commercio illegale di GPL. Si dice che gli operatori del mercato nero esportino di nascosto la merce in paesi in cui i prezzi sono significativamente più alti rispetto al Kazakistan. Il governo ha prodotto dati [in russo] che mostrano che il prezzo medio al dettaglio del GPL è di 110 tenge (0,25 dollari) al litro in Kazakistan. Sono due terzi di quanto pagano i russi, e circa la metà del prezzo di vendita del GPL in Kirghizistan.
Con le relazioni di mercato a dettare i prezzi, produrre e vendere GPL diventerebbe finalmente una proposta più attraente per i produttori. Perché, si saranno chiesti quei produttori, pagare 80 tenge [in russo] per produrre un litro di GPL a Mangystau, ma poterlo venderlo solo a 60 tenge?
Per i pianificatori a lungo termine di Nur-Sultan, il passaggio alle regole di mercato doveva essere un toccasana. Gli investitori nel settore dei combustibili ora avrebbero avuto finalmente abbastanza soldi per ristrutturare gli impianti vecchi e improduttivi, o magari costruirne di nuovi da zero.
E gli automobilisti non avrebbero più sopportato i cicli infiniti di carenze. Quelle carenze che sarebbero solo peggiorate, tra l’altro. La domanda di GPL nel 2021 è aumentata [in russo] del 14% su base annua, fino a 1,6 milioni di tonnellate – anche se la produzione è rimasta stabile.
In effetti, insieme alla furia sugli aumenti dei prezzi di questa settimana, c’è stata anche rabbia per le carenze di carburante.
Di fronte alla crescente rabbia, il governo potrebbe, per ora, dover accantonare le sue nozioni di passaggio alle regole del mercato. O così, o se ne va, e si fa tutto il necessario per risolvere i complessi problemi del settore dei carburanti.
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Articolo di Almaz Kumenov e Joanna Lillis pubblicato su Eurasianet il 4 gennaio 2022
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
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Il primo problema per queste republiche staccatesi dalla Russia, [e pure in Russia], è la corruzione, corruzione a tutti i livelli, oltre alla mafia, gli oligarchi, banditi che con la caduta dell’URSS si sono appropriati, anche con l’uso delle armi, di ogni bene e risorsa su cui sono riusciti a mettere le mani.
Da qui la facilità a sobillare e fare sollevare le folle contro governi corrotti e autoreferenziali.
Un lavoro immane per Putin, e lo zio Sam lo sa bene.
I 4 …sthan sotto il kazakisthan ora tremano… se USA hanno fatto questo in un paese considerato stabile, cosa potranno fare contro quei 4 regimi di dittatorelli sudamericani?
Diminuiranno i sorrisini verso occidente? Si avvicineranno alla Russia? Per qualche dollaro in più di tangenti converrà dare una base a USA?
la dirigenza kazaka si volse verso occidente che è come una prostituta bella e sorridente ma sifilitica e malvagia.