La grande notizia del giorno è che Biden ha deciso di chiamare Putin. Ecco come i Russi hanno riferito [in russo] la notizia:
Su iniziativa della parte americana, si è tenuta una conversazione telefonica tra il Presidente della Federazione russa Vladimir Putin e il Presidente degli Stati Uniti d’America Joseph Biden. Sono stati discussi in dettaglio lo stato attuale delle relazioni russo-americane e alcuni aspetti relativi all’agenda internazionale. Joseph Biden ha confermato al Presidente russo il suo precedente invito a partecipare al summit sul clima, che si terrà in videoconferenza il 22-23 aprile. Entrambe le parti hanno espresso la loro disponibilità a continuare il dialogo sugli ambiti più importanti per garantire la sicurezza globale, di interesse non solo della Russia e degli Stati Uniti ma anche dell’intera comunità mondiale. Inoltre, Joseph Biden ha espresso il suo interesse a normalizzare la situazione con un approccio bilaterale, e a definire e stabilizzare la cooperazione sulle questioni urgenti, come garantire la stabilità strategica e il controllo degli armamenti, il Programma sul nucleare iraniano, la situazione in Afghanistan e il cambiamento climatico mondiale. In questo contesto, il Presidente degli Stati Uniti ha proposto di considerare la possibilità di un incontro al vertice nel prossimo futuro. Durante lo scambio di opinioni sulla crisi interna ucraina, Vladimir Putin ha delineato gli approcci per una soluzione politica basata sul pacchetto di misure degli Accordi di Minsk. E stato concordato di dare istruzioni ai servizi competenti per risolvere le questioni sollevate durante la conversazione telefonica.
Questa è la versione americana [in inglese]:
Oggi il Presidente Joseph R. Biden Jr. ha parlato con il Presidente russo Vladimir Putin. Hanno discusso una serie di questioni regionali e globali, tra cui l’intenzione degli Stati Uniti e della Russia di perseguire un dialogo di stabilità strategica su una serie di temi relativi al controllo degli armamenti e alla emergente sicurezza, sulla base dell’estensione del Nuovo Trattato START. Il Presidente Biden ha anche chiarito che gli Stati Uniti agiranno con fermezza in difesa dei propri interessi nazionali in risposta alle azioni della Russia, come gli attacchi informatici e le interferenze elettorali. Il Presidente Biden ha sottolineato il risoluto impegno degli Stati Uniti per la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Il Presidente ha espresso le nostre preoccupazioni per le improvvise attività militari nella Crimea occupata e ai confini dell’Ucraina, e ha invitato la Russia ad allentare le tensioni. Il Presidente Biden ha ribadito il suo obiettivo di costruire un rapporto stabile e definito con la Russia coerente con gli interessi degli Stati Uniti e ha proposto un incontro al vertice in un paese terzo da tenersi nei prossimi mesi per discutere tutte le questioni che riguardano gli Stati Uniti e la Russia.
Perché la diversità di toni? Perché i Russi non credono alle roboanti dichiarazioni prima di una negoziazione e, a differenza di “Biden”, non sono insicuri della loro legittimità (sia quella della loro politica sia quella del loro governo). Per quanto riguarda Biden, lui produce esattamente lo stesso tipo di aria fritta per cui l’amministrazione Trump era diventata così famosa. Vi posso dire che cosa pensano i Russi quando leggono una cosa del genere. Loro pensano: “di sicuro mi sembra che il vecchio stia cercando disperatamente di darsi coraggio!”. Sono totalmente d’accordo.
Detto questo, in Russia c’è anche un certo prematuro trionfalismo. Molti “patrioti che gridano urrà” stanno dicendo che “Biden ha capitolato per primo”. Le loro argomentazioni sono qualcosa del tipo:
Secondo il Ministro della Difesa Shoigu [in russo], gli Stati Uniti/NATO hanno circa 40.000 soldati lungo il confine russo (ufficialmente per una esercitazione) e circa 15.000 sistemi d’armamento. Come risposta a questa minaccia, la Russia ha dislocato lungo il suo confine occidentale 2 Armate e 3 Divisioni Aviotrasportate. Per un totale di circa 200.000 soldati. Gli Americani lo hanno visto, e hanno capito che il “pugno” russo li potrebbe distruggere. Questa è la ragione per cui Biden ha capitolato.
Bene, io non sono del tutto sicuro che “Biden” abbia capitolato o abbia “ammiccato per primo”. Perché?
- “Nei prossimi mesi” è troppo tardi per disinnescare gli attuali rischi di guerra. Si potrebbero incontrare nella prossima conferenza sul clima del 22 e 23 aprile. Ma è il formato sbagliato.
- La prima regola dell’analisi militare è “non guardare alle intenzioni ma alle capacità”. Questo è ancora più vero per le “intenzioni dichiarate”. E che cosa leggiamo tra le righe delle presunte intenzioni di “Biden”? La cosa migliore che riesco a trovare è “perseguire un dialogo strategico sulla sicurezza” e non ne sono davvero molto colpito.
- Supponiamo che si incontrino prima che scoppi una guerra su ampia scala. E quindi? Non si incontrò Trump con Kim Jong-un? Ne è uscito qualcosa di buono?
Domenica scorsa, Margarita Simonian, caporedattrice di Russia Today, ha detto una cosa molto interessante durante una trasmissione televisiva russa. La riassumo e la riporto a parole mie qui di seguito:
Non saremo mai in grado di raggiungere un vero accordo (di coesistenza) con gli Stati Uniti. Perché? Perché sono un paese costruito sulla violenza dal primo giorno. E’ un paese bloccato in diverse dottrine ideologiche, tra cui la Dottrina della Scoperta e la Dottrina del Destino Manifesto [entrambi i link in inglese]. Tutte queste dottrine dicono la stessa cosa: “Abbiamo il diritto di fare quello che vogliamo, e abbiamo il diritto di governare su chiunque altro. Questa terra era nostra, ma quegli indiani figli di pu***na avevano l’arroganza di viverci. Quindi li massacreremo tutti e poi faremo una bella festa per celebrare che ci hanno insegnato cosa mangiare (Il Giorno del Ringraziamento). Era vero non solo nel XVII secolo. Vi ricordo l’anno 1831: quando da noi c’era già stata la rivolta dei Decabristi [in inglese], gli Stati Uniti erano impegnati in un’enorme operazione di pulizia etnica (il Sentiero delle Lacrime [in inglese]) sotto la supervisione personale del Presidente Andrew Jackson (a proposito, era un Democratico!), che ha deportato 5 tribù indiane che erano stabilite lì, avevano le loro scuole e molti erano convertiti al cristianesimo. Li deportò in Oklahoma utilizzando dei metodi che provocarono migliaia di morti (una tribù perse ¼ della sua gente). La mia famiglia fu deportata da Stalin (eravamo armeni) e vi posso dire che i metodi usati da Stalin durante le sue deportazioni furono una “passeggiata” rispetto a quello che hanno fatto i “democratici Stati Uniti”.
Non raggiungeremo mai un accordo con loro perché non possiamo accettare di crollare. Non raggiungeremo mai un accordo con loro perché non possiamo accettare di diventare poveri. Non raggiungeremo mai un accordo con loro perché non possiamo accettare di rinunciare alle nostre armi nucleari. Non raggiungeremo mai un accordo con loro perché non possiamo accettare di rinunciare a tutti i nostri interessi nazionali e non possiamo accettare di fare solo ciò che ci dicono di fare (tra cui quello che va a scapito dei nostri interessi). Non raggiungeremo mai un accordo con loro perché non accetteremo mai di dimenticare la nostra storia e non accetteremo che le nostre generazioni future si considerino una nazione totalmente diversa. Non raggiungeremo mai un accordo con loro perché non accetteremo mai nulla di tutto ciò. E loro non accetteranno mai niente di meno! (il grassetto è mio).
Francamente, non posso che essere d’accordo. Dalla Prima Crociata in poi, il valore fondante e anche l’identità dell’Occidente politico (nelle sue varie manifestazioni) è sempre stato l’imperialismo. Questo è vero per il papato latino quanto lo è per il nazional-socialismo di Hitler, ed è ancora vero per la principale ideologia odierna degli Stati Uniti. A dire il vero, non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Possiamo chiamare in molti modi queste varie manifestazioni dell’Occidente messianico unito (che io oggi definisco “Zona A”) ma non cambia nulla a livello della sua essenza, natura e comportamento: cambiano i pretesti (le ideologie) ma la politica rimane la stessa.
Questo è il motivo per cui dico che la Russia e l’Impero anglo-sionista sono bloccati in una guerra esistenziale da cui solo una parte ne uscirà viva, e l’altra sarà distrutta (la Russia dagli Stati Uniti) o profondamente cambiata (a causa delle contraddizioni dialettiche interne del capitalismo e della natura insostenibile della società americana di oggi).
Ma non pensiamo che sia “solo” la Simonian a “vedere la luce”. Il viceministro degli Esteri, Sergey Riabkov, ha fatto la seguente dichiarazione [in russo] sugli Stati Uniti:
Loro parlano di un prezzo alto ma non lo dicono mai. Ciò che hanno fatto finora, l’abbiamo, prima, studiato bene, e, poi, ci siamo adattati. Non crediamo che tale terminologia sia generalmente applicabile: prezzo, pagamento e così via. Noi difendiamo semplicemente i nostri interessi e gli interessi dei nostri cittadini, la popolazione russofona, e continueremo a proteggerli. La domanda è: che conclusioni si possono trarre da questa situazione a Kiev e dai sostenitori di Kiev? Queste conclusioni non creano uno stato d’animo positivo, queste minacce rafforzano solo la nostra convinzione di essere sulla strada giusta: gli Stati Uniti sono il nostro nemico, fanno di tutto per minacciare la posizione della Russia nell’arena internazionale, non vediamo altri elementi nel loro approccio nei nostri confronti. Queste sono le nostre conclusioni.
Piuttosto chiaro, no?
Anni, addirittura decenni, di minacce no-stop contro la Russia hanno (finalmente!) raggiunto il loro pieno risultato: le illusioni sui loro vicini occidentali che molti Russi hanno avuto per secoli sono svanite completamente nella società e nella coscienza russe. Quello che rimane è una ferma determinazione a sopravvivere, vivere, fare qualsiasi cosa sia necessaria per impedire che l’Impero “assimili” la Russia.
I Russi ora vedono chiaramente anche un’altra ovvietà della politica occidentale. La definirei così: non importa davvero contro chi combatte la Russia (potrebbe essere anche Satana in persona e, per molti versi, lo è, chi ha orecchi per intendere…), l’Occidente si schiererà sempre ma sempre dalla parte del nostro nemico (anche se fosse Satana in persona, chi ha orecchie per intendere…). Lasciate che vi faccia un esempio che la dice tutta:
Gli Stati Uniti affermano che è stata al-Qaeda a fare l’attentato dell’11 Settembre. Bene. La fisica che si studia al liceo potrebbe provare il contrario, ma va bene così. Eppure, quegli stessi Stati Uniti hanno dato pieno appoggio ad “al-Qaeda”(incluse tutte le sue varie denominazioni e pseudonimi) sia in Cecenia che in Siria (aggiungerei, anche in Serbia). E continuano a farlo [in russo].
Un altro esempio? Certo.
L’Occidente ha sempre sostenuto i peggiori e più violenti governanti russi. Al contrario, in Occidente vengono denigrati, diffamati e disprezzati i migliori governanti della storia russa, e vengono, ovviamente, descritti come tiranni oscurantisti, anche quando paragonati ai leader occidentali dello stesso periodo sembrano dei santi (alcuni di loro lo sono davvero!).
Volete un altro esempio? Okey.
Prendiamo la religione. Nella storia delle relazioni tra Russia e Occidente, notiamo qualcosa di interessante: non importa quale parte della cristianità occidentale (latina o riformata) sia al potere, i governanti dell’Occidente saranno sempre contro i loro presunti “fratelli cristiani”, anche se questo significa stare dalla parte dei non-cristiani! Non è cambiato molto tra il XV secolo, la Guerra di Crimea e oggi: l’Occidente ha sempre creato una “coalizione ecumenica” ad hoc per cercare di conquistare finalmente la Russia.
Il punto è questo: la Simonian ha ragione al 100%. Il “programma per la Russia” dell’Occidente non è cambiato e rimane lo stesso: la Russia deve scomparire. Nient’altro è accettabile per i nostri vicini occidentali.
Quindi, dove stiamo andando?
Francamente, non lo so. Non penso che qualcuno lo sappia, ma posso esprimere le mie speranze.
Io spero che l’attuale posizione russa (Siamo disposti ad affrontare la forza combinata di USA+NATO+UE e “perché dovremmo volere un mondo senza la Russia? ”[in inglese]) per superare il narcisismo delirante dell’Occidente (Noi siamo onnipotenti! Nessuno ci può fermare! Vi distruggeremo!), riporti un numero sufficiente di persone a contatto con la “reale realtà” (come tante lo furono durante la Guerra Fredda). Poi, spero davvero che l’Impero non scateni gli Ucronazi nel Donbass (sì, la speranza è l’ultima a morire ma devo ammettere che al momento non vedo come gli Ucraini possano fermare l’escalation). Spero che i popoli dell’Unione Europea si liberino del loro attuale stato di colonia e che riacquistino un pizzico di vera sovranità. Infine, spero che la società americana sconfigga quei “fricchettoni attivisti” che sono ora al potere e che gli Stati Uniti diventino una nazione potente ma normale (come molti imperi hanno fatto in precedenza). Lo slogan “rivogliamo il nostro paese” ha il mio totale sostegno. Ma questa è una speranza grande, ne sono consapevole.
E ora una botta pessimistica di realismo.
Primo, Biden (l’uomo, non il “Biden” collettivo) non è nella posizione di negoziare con nessuno. Nemmeno la sua Harris. Nella migliore delle ipotesi, può fare come hanno fatto dei microcervelli come John Kerry e Josep Borrell: incontrare la controparte, dichiarare “A”, quindi tornare a casa e proclamare immediatamente un “non-A”.
Ditemi, perché i Russi dovrebbero essere interessati a questo tipo di stupido circo?
Per quanto poi riguarda il “Biden” collettivo? Bene, Blinken è decisamente più intelligente di quell’arrogante imbecille di Pompeo, ma sicuramente non odia di meno la Russia. E’ un miglioramento? Forse.
Temo che questo incontro proposto non si terrà mai, penso che la Casa Bianca lo veda come un fine stratagemma per tentare di far abbassare le difese ai Russi (sia in termini militari che politici). Non succederà. E’ troppo tardi.
Potrebbe essere che “Biden” stia gettando la spugna e stia cercando una qualche intesa con la Russia. Mai dire mai, ma trovo che sia estremamente improbabile. Perché? A causa di secoli di narcisismo ideologico messianico e di senso di impunità dei governanti americani: semplicemente non sono in grado di capire che la loro “città sulla collina” è stata messa in una sorta di situazione di “scacco matto” da parte di un’orda di barbari asiatici che tracannano vodka (proprio come non sono in grado di capire come quei cattivi “musi gialli comunisti” abbiano costruito un’economia di gran lunga superiore alla loro).
Anche un famoso leader dell’“Occidente unito” ha avuto difficoltà ad accettare che lui, e il suo presunto “esercito invincibile”, siano stati completamente distrutti da dei sub-umani russi. Anche quando poteva sentire il suono dei cannoni sovietici dal suo bunker sotterraneo.
E’ proprio vero, alcune cose non cambiano mai.
Il Saker
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Articolo del Saker pubblicato The Saker il 13 aprile 2021
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per Saker Italia.
[I commenti in questo formato sono del traduttore]
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Mah, ultimamente i commenti del Saker stanno assumendo tratti piuttosto qualunquisti. Sul senso generale del discorso si può anche essere d’accordo, ma liquidare qualunque fenomeno politico in Occidente come “imperialismo”, dagli USA al “papato latino” sino addirittura al nazional-socialismo, è semplicemente ridicolo.
Anche volendo limitarsi a giudicare le sole mire espansionistiche, c’è una differenza abissale tra il comportamento imperiale degli Stati Uniti (e dell’impero britannico poco prima) e il tentativo di ricreare un Reich unito e tedescofono da parte di Hitler. Da questo punto di vista, non solo Stalin, ma persino staterelli come Belgio e Olanda sono stati, storicamente, più espansionistici in senso imperiale e coloniale.
Per non parlare degli stati nazionali europei del dopoguerra, pesantemente limitati da assurdi sensi di colpa indotti da un conformismo moralista ed eunuco furbescamente instillato da cabine di regia situate oltre oceano (e talvolta purtroppo anche nel vecchio continente).
ho trovato l’articolo del saker estremamente lucido, mentre non ho capito il senso della critica di gab.
forse il termine imperialismo potrebbe essere sostituito da imperiale, ma poco cambia.
l’imperialismo di usa e gran bretagna non è da discutere.
l’idea imperiale del papato in alleanza con l’impero spagnolo-asburgico non è da discutere (così pure il sentimento messianico).
non capisco l’accenno al nazional socialismo cordiali saluti
La storia insegna….ma non ci sono studenti…
–penso che il Saker, sempre misurato(troppo forse) nei suoi “Commentari”, ora ha finalmente visto :
-che nulla è per sempre( né la Pace né la Guerra) ;
-che i comportamenti collettivi nelle Nazioni potranno difendere la Pace ,che non c’è mai stata dal 45 in poi, perché si trattava di un Armistizio implicito che implicava uno stillicidio di conflitti sparsi per il Mondo per imporre la democrazia americana sia con il Mercato concorrenziale ,anch’esso una menzogna, sia la formazione di un Mercato Unico globale che richiedeva il dominio di “una Moneta internazionale per un solo impero”.
Così è stato, ed è ancora, ma al confine del deserto dei Barbari ,ora l’impero vede che si profila una minaccia al proprio dominio e non sa se potrà contrastarla ; si tratta della Libertà dei Popoli e delle Nazioni che combatteranno per non essere soppresse.
Gab, esprime una sua critica a Saker che appare un sostegno indiretto all’impero autoritario che concepisce la democrazia come uno strumento politico-militare-scientifico centralizzato da cui dovrà dovremmo e dovremo difenderci .