Introduzione: causa contro pretesto
Non è un’esagerazione affermare che nella mitologia dell’Impero Anglo-Sionista Putin è qualcosa di simile a Satana o, almeno, che è una specie di “Sauron”, ovvero l’epitome del male. E, abbiamo sentito tutti che recentemente, Biden, in un’intervista registrata, ha dichiarato che Putin è “un assassino”. Quando è stata data la possibilità di ammorbidire questa affermazione, Jen Psaki non ha fatto nulla del genere. Possiamo, quindi, concludere che questa è stata una caratterizzazione ufficiale, deliberatamente pianificata, del leader russo.
Questo tipo di linguaggio non è mai stato usato dai politici occidentali durante la Guerra Fredda, almeno non ai massimi livelli. Allora perché questo ribollente odio per Putin?
Non perché è un ex PGU KGB SSSR. Jurij Andropov era un ex presidente del KGB, e ha fatto molto per rafforzare il KGB, il suo personale e le operazioni. Eppure nessuno lo ha chiamato assassino. Né per via della Crimea o del Donbass, almeno non direttamente, perché quando l’URSS invase la Cecoslovacchia e, prima ancora, l’Ungheria, i politici occidentali non chiamarono Krusciov o Brezhnev “assassini”. Non è a causa dell’abbattimento dell’MH-17 (i leader occidentali sanno tutti che si tratta di bugie create dai servizi speciali occidentali), perché ci sono stati parecchi aerei di linea civili abbattuti da vari stati, ma ciò non ha portato ad una specie di demonizzazione totale dei leader di questi stati. Potrei andare avanti all’infinito, ma capite il punto: anche se analizziamo attentamente tutte le accuse contro Putin, scopriamo che il tipo di demonizzazione totale di cui è stato oggetto è piuttosto unico nella sua intensità e portata.
C’è un’enorme differenza tra i concetti di “causa” e “pretesto”, e tutti gli esempi che ho fornito non sono altro che pretesti. Dobbiamo esaminare le vere cause di un odio così cieco per Putin.
Qui ci imbattiamo in un altro elenco di possibili ragioni: in primo luogo, è innegabile che mentre Eltsin ha quasi distrutto la Russia come paese, Putin da solo ha “resuscitato” la Russia in un tempo sorprendentemente breve. Da un paese che era a brandelli e da una popolazione che non voleva altro che diventare la prossima Germania o, in mancanza, almeno la prossima Polonia, Putin ha trasformato la Russia nella più forte potenza militare del pianeta, e ha completamente rimodellato la percezione dei russi di loro stessi e della Russia. Non solo, ma Putin ha usato ogni singola mossa dell’Occidente (come, ad esempio, sanzioni, boicottaggi o minacce) per rafforzare ulteriormente la Russia (attraverso mezzi come le sostituzioni dell’importazione, conferenze internazionali e manovre militari). Soprattutto, Putin ha disaccoppiato la Russia da molte istituzioni o meccanismi controllati dagli Stati Uniti, un’altra mossa che ha aiutato immensamente la Russia.
I politici statunitensi hanno parlato di un paese con un’“economia a brandelli” e di una “stazione di servizio mascherata da paese”. Ma nel mondo reale (Zona B), l’economia russa ha fatto molto meglio di quelle occidentali e, per quanto riguarda la “guerra energetica” tra Stati Uniti, Arabia Saudita e Russia, si è conclusa con una sconfitta catastrofica per gli Stati Uniti e un trionfo per la Russia e, in misura minore, l’Arabia Saudita.
Poi è arrivato il COVID e il disastro veramente epico della totale cattiva gestione di questa crisi da parte dell’Occidente. Non solo, ma il contrasto tra il modo in cui la Russia (e la Cina!) hanno gestito la crisi e ciò che ha fatto l’Occidente non avrebbe potuto essere più grande. Quanto alla Russia, è stato il primo paese a creare un vaccino (ormai non meno di tre in realtà; ora la Russia sta per rilasciare l’ennesimo vaccino, questa volta che protegge gli animali dal COVID) e, cosa ancora peggiore, il paese che ha creato il migliore vaccino sul pianeta – questo è un disastro di pubbliche relazioni per l’Occidente e non c’è nulla che l’Occidente possa fare per attenuare il colpo. Semmai, le cose stanno solo peggiorando, come dimostrano tutti i prossimi lockdown in Europa – in contrasto con questa foto di un Lavrov felice in Cina che indossa una mascherina con scritto “FANCULO LA QUARANTENA”!
Ma non è nemmeno questo il vero motivo, come dimostra il fatto che l’Occidente odiava Putin già molto prima del COVID.
La vittoria “rubata” della Guerra Fredda
In verità, l’Occidente ha una lista molto lunga di ragioni per odiare Putin e tutto ciò che è russo, ma credo che ci sia una ragione che le supera tutte: i leader occidentali credevano sinceramente di aver sconfitto l’URSS nella Guerra Fredda (furono fatte anche medaglie per commemorare questo evento) e dopo il crollo dell’ex superpotenza e l’avvento al potere di un burattino alcolizzato e incapace, il trionfo dell’Occidente fu totale. Almeno in apparenza. La realtà, come sempre, era molto più complicata.
[Nota a margine: le cause e i meccanismi del crollo dell’Unione Sovietica non sono il nostro argomento oggi, quindi mi limiterò a indicare che credo che l’URSS non sia mai “collassata” ma che sia stata deliberatamente distrutta dall’apparato del PCUS, che ha deciso di disgregare il paese affinché il Partito e la Nomenklatura rimanessero al potere, non alla guida dell’URSS, ma alla guida delle varie repubbliche ex sovietiche. Leader deboli e ideologie in cui nessuno crede veramente non ispirano le persone a combattere per i loro governanti. Questo è il motivo per cui la monarchia russa è crollata, questo è il motivo per cui la democrazia massonica di Kerenskij è crollata, ed è per questo che l’Unione Sovietica è crollata (questa è anche una delle ragioni più probabili del crollo finale degli Stati Uniti come stato).]
Putin, che non era molto conosciuto in Occidente o, del resto, in Russia, è salito al potere e ha immediatamente invertito la rotta della Russia verso l’abisso. In primo luogo, ha affrontato le due minacce più urgenti, gli oligarchi e l’insurrezione Wahhabita nel Caucaso. Molti russi, me compreso, sono rimasti assolutamente sbalorditi dalla velocità e dalla determinazione delle sue azioni. Di conseguenza, Putin si è ritrovato improvvisamente uno dei leader più popolari nella storia russa. Inizialmente, l’Occidente è entrato in una sorta di shock, poi attraverso un processo che ricorda il cosiddetto “modello Kübler-Ross” [in inglese] e, infine, l’Occidente è caduto in una frenesia russofoba che non si vedeva dai tempi del regime nazista in Germania durante la Seconda Guerra Mondiale.
Per capire perché Putin è il Diavolo incarnato, dobbiamo capire che i leader dell’Occidente collettivo pensavano davvero che questa volta, dopo un millennio di fallimenti e sconfitte imbarazzanti, l’Occidente avesse finalmente “sconfitto” la Russia, che sarebbe diventata un territorio senza leader, senza territorio, senza cultura, senza spiritualità e, naturalmente, senza storia, il cui unico scopo sarebbe stato quello di fornire risorse per l’“Occidente trionfante”. Non solo, ma i leader Anglo-Sionisti dell’Impero hanno eseguito l’operazione sotto falsa bandiera dell’11 Settembre, che ha fornito loro il pretesto necessario per la Guerra al Terrore, ma che ha distratto completamente l’Occidente dalla sua precedente concentrazione sulla cosiddetta “minaccia russa”, semplicemente perché nel 2001 non vi era alcuna minaccia russa. Quindi c’era una certa logica dietro queste mosse. E poi, “all’improvviso” (almeno per i leader occidentali) la Russia è “tornata”: nel 2013 la Russia ha fermato il pianificato attacco USA/NATO alla Siria [in inglese] (qui il pretesto erano le armi chimiche siriane). Nel 2014 la Russia ha dato il suo sostegno alla rivolta novorussa contro il regime ucronazista di Kiev e, nello stesso anno, la Russia ha usato i suoi militari per consentire alla popolazione locale di votare un referendum per unirsi alla Russia. Infine, nel 2015, la Russia ha sbalordito l’Occidente con un intervento militare estremamente efficace in Siria [in inglese].
In questa sequenza, la Russia ha commesso due tipi molto diversi di “crimini” (dal punto di vista Anglo-Sionista, ovviamente):
- Il crimine minore di fare ciò che la Russia ha effettivamente fatto e
- Il crimine molto più grande di non chiedere mai all’Impero il permesso di farlo
All’Occidente piace trattare il resto del pianeta come una sorta di socio di minoranza, con un’autonomia molto limitata e quasi nessun vero programma (l’esempio migliore è quello che gli Stati Uniti hanno fatto a paesi come la Polonia o la Bulgaria). Se e quando uno di questi paesi “giovani” vuole fare qualcosa nella sua politica estera, deve assolutamente chiedere il permesso al suo Grande Fratello Anglo-Sionista. Non farlo è qualcosa di simile alla sedizione e alla rivolta. In passato, molti paesi sono stati “puniti” per aver avuto il coraggio di avere un’opinione o, ancora di più, per aver osato agire in base ad essa.
Non sarebbe inesatto riassumere tutto dicendo che Putin ha puntato il dito sull’Impero e sui suoi leader. Quel “crimine dei crimini” è stato ciò che ha veramente innescato l’attuale isteria anti-russa. Ben presto, tuttavia, i leader dell’Impero (per lo più incapaci) si imbatterono in un problema estremamente frustrante: mentre l’isteria russofoba ottenne molta trazione in Occidente, in Russia creò un potente contraccolpo a causa di una tipica mossa di “judo” di Putin: lungi dal tentare di sopprimere la propaganda anti-russa dell’Occidente, il Cremlino ha usato il suo potere per renderla ampiamente disponibile (in russo!) attraverso i media russi (ne ho scritto in dettaglio qui e qui). Il risultato diretto di ciò fu duplice: in primo luogo, l’“opposizione” gestita dalla CIA/MI6 iniziò ad essere fortemente associata ai nemici russofobi della Russia e, in secondo luogo, l’opinione pubblica russa si radunò ulteriormente attorno a Putin e alla sua posizione inflessibile. In altre parole, definendo Putin un dittatore e, naturalmente, un “nuovo Hitler”, le operazioni di guerra psicologica occidentali hanno ottenuto un vantaggio limitato nell’opinione pubblica occidentale, ma si sono totalmente sparate nelle gambe col pubblico russo.
Mi riferisco a questa fase come alla “fase uno dell’operazione psicologica strategica anti-Putin”. Per quanto riguarda il risultato di questa operazione psicologica, non solo direi che è quasi completamente fallita, ma penso che abbia avuto esattamente l’effetto opposto all’interno della Russia.
Era urgentemente necessario un cambio di rotta.
Il reindirizzamento delle operazioni psicologiche statunitensi contro Putin e la Russia
Devo ammettere che ho un’opinione molto bassa della comunità dell’intelligence statunitense, compresi i suoi analisti. Ma anche il piuttosto ottuso “specialista dell’area Russia” degli Stati Uniti alla fine ha capito che dire all’opinione pubblica russa che Putin era un “dittatore” o un “assassino di dissidenti” o un “avvelenatore chimico di esiliati” si traduceva in un misto tipicamente russo di risate e sostegno al Cremlino. Qualcosa doveva essere fatto.
Quindi qualche idiota da qualche parte in qualche seminterrato ha avuto la seguente idea: non ha senso accusare Putin di cose che lo rendono popolare in casa, quindi tiriamo fuori un nuovo elenco di accuse accuratamente adattate per il pubblico russo.
Chiamiamola “fase due dell’operazione psicologica anti-Putin”.
Ed è così che è iniziata la cosa “Putin è in combutta con”. Nello specifico, le operazioni psicologiche statunitensi e dai loro stipendiati hanno schierato queste accuse:
- Putin sta disarmando la Siria
- Putin venderà il Donbass
- Putin è un burattino di Israele e, nello specifico, di Netanyahu
- Putin è un traditore corrotto degli interessi nazionali russi
- Putin sta permettendo ad Israele di bombardare la Siria (si veda qui)
- Putin sta vendendo le ricchezze siberiane alla Cina e/o Putin sta sottomettendo la Russia alla Cina
- Putin è corrotto, debole e persino codardo
- Putin è stato sconfitto da Erdogan nella guerra del Nagorno Karabakh
Questi sono i principali punti di discussione immediatamente approvati ed eseguiti dalle operazioni psicologiche strategiche statunitensi contro la Russia.
È stato efficace?
Sì, in una certa misura. Per prima cosa, queste “operazioni psicologiche antirusse reloaded” sono state immediatamente raccolte da almeno una parte di quella che si potrebbe chiamare “opposizione patriottica interna” (in gran parte molto sinceramente e senza alcuna consapevolezza di essere abilmente manipolata). Ancora più tossico è stato l’emergere di un movimento neo-Comunista (o, come Ruslan Ostashko spesso lo chiama, “emo-Marxista”) piuttosto rumoroso (io personalmente mi riferisco ad esso come ad una sesta colonna) che ha iniziato una campagna di propaganda interna anti-Cremlino incentrata sui seguenti temi:
- “Tutto è perduto” (всепропальщики): questa è la tesi che dice che nulla in Russia è giusto, tutto è sbagliato o cattivo, il paese sta crollando, così come la sua economia, la sua scienza, le sue forze armate, ecc. ecc. ecc. Questa è solo puro e semplice disfattismo, niente di più.
- “Non è stato ottenuto nulla da quando Putin è salito al potere”: questo è strano, poiché ci vuole una quantità assolutamente spettacolare di ginnastica mentale per non vedere che Putin ha letteralmente salvato la Russia dalla distruzione totale. Questa posizione non riesce nemmeno a spiegare perché Putin sia così odiato dall’Impero (se Putin avesse sbagliato tutto, come, ad esempio, ha fatto Eltsin, sarebbe adorato in Occidente, non odiato!).
- Tutte le elezioni in Russia sono state truccate. Qui la quinta colonna (gestita da CIA/MI6) e la sesta colonna concordano: secondo entrambe, non è assolutamente possibile che la maggior parte dei russi abbia sostenuto Putin per così tanti anni, e non è possibile che lo appoggino ora. E non importa il fatto che la stragrande maggioranza dei sondaggi mostri che Putin era, ed è ancora, la figura politica più popolare in Russia.
Infine, il grande casino della riforma delle pensioni non ha sicuramente aiutato i tassi di gradimento di Putin, quindi ha dovuto agire: ha “ammorbidito” alcune delle peggiori disposizioni di questa riforma e, alla fine, ha messo in disparte con successo alcuni dei peggiori Integrazionisti Atlantici, tra cui Medvedev stesso.
Purtroppo, alcuni siti web, blog e individui presumibilmente filorussi hanno mostrato il loro vero volto quando sono saltati sul carro di questa seconda campagna strategica di operazioni psicologiche, probabilmente con la speranza di diventare più noti, o ottenere finanziamenti, o entrambi. Da qui, tutte le sciocchezze su Russia e Israele che lavorano insieme, o Putin “venduto” che abbiamo visto così tante volte di recente. La cosa peggiore è che questi siti web, blog e individui hanno seriamente ingannato e angosciato alcuni dei migliori veri amici della Russia in Occidente.
Nessuno di questi tizi si è mai fatto una domanda molto semplice: se Putin è un tale venduto, e se tutto è perduto, perché l’Impero Anglo-Sionista odia così tanto Putin? In quasi 1000 anni di guerra (spirituale, culturale, politica, economica e militare) contro la Russia, i leader dell’Occidente hanno sempre odiato i veri patrioti russi e hanno sempre amato i (ahimè, tanti) traditori della Russia. E ora odiano Putin perché è un leader così terribile?
Non ha assolutamente senso.
Conclusione: una guerra è inevitabile adesso?
Gli Stati Uniti/NATO non si impegnano in operazioni di guerra psicologica strategiche solo perché a loro piace o non piace qualcuno. Lo scopo principale di queste operazioni è quello di spezzare la volontà di resistere dell’altra parte. Questo era anche l’obiettivo principale di entrambe le operazioni psicologiche anti-Putin (fase uno e fase due). Sono felice di segnalare che entrambe le fasi non sono riuscite. Il pericolo qui è che questi fallimenti non sono riusciti a convincere i leader dell’Impero della necessità di cambiare urgentemente rotta e accettare la “realtà russa”, anche se a loro non piace.
Da quando l’amministrazione “Biden” (il “Biden collettivo”, ovviamente, non il prestanome) ha (illegalmente) preso il potere, quello che abbiamo visto è stata una forte escalation di dichiarazioni antirusse. Quindi, l’ultimo “uh, è un assassino” – non è stato un errore di una mente senile, è stata una dichiarazione preparata con cura. Ancora peggio, l’Impero non si è limitato alle sole parole, ha anche fatto alcune importanti “gesti” per segnalare la sua determinazione nel cercare un ulteriore confronto con la Russia:
- C’è stato molto tintinnar di sciabole proveniente dall’Occidente, per lo più alcune manovre militari piuttosto sconsiderate (o addirittura assolutamente stupide) vicino/lungo il confine russo. Come ho spiegato un miliardo di volte, queste manovre sono controproducenti dal punto di vista militare (più sono vicine al confine russo, più sono pericolose per le forze militari occidentali). Politicamente, tuttavia, sono estremamente provocatorie e, quindi, pericolose.
- La stragrande maggioranza degli analisti russi non crede che gli USA/NATO attaccheranno apertamente la Russia, se non altro perché sarebbe un suicidio (l’attuale equilibrio militare in Europa è fortemente a favore della Russia, anche senza usare armi ipersoniche). Quello che molti di loro ora temono è che “Biden” scatenerà le forze ucronaziste contro il Donbass, “punendo” così sia l’Ucraina che la Russia (la prima per il suo ruolo nella campagna presidenziale degli Stati Uniti). Tendo ad essere d’accordo con entrambe queste affermazioni.
Alla fine della giornata, l’Impero Anglo-Sionista è sempre stato razzista nel suo nucleo, e quell’impero è ancora razzista: per i suoi leader il popolo ucraino è solo carne da cannone, una nazione irrilevante di terza categoria senza alcun programma e che non ha più utilità (gli analisti statunitensi capiscono che il piano statunitense per l’Ucraina si è concluso con un altra spettacolare perdita della faccia con cui finiscono sempre i piani deliranti, anche se non lo dicono pubblicamente). Allora perché non lanciare queste persone in una guerra suicida non solo contro l’LDNR ma anche contro la Russia stessa? Certo, la Russia vincerà rapidamente e in modo decisivo la guerra militare, ma politicamente sarà un disastro di pubbliche relazioni per la Russia, poiché l’“Occidente democratico” incolperà sempre la Russia, anche quando chiaramente non ha attaccato per prima (come nel caso dell’08/08/08).
Ho già scritto della situazione assolutamente disastrosa dell’Ucraina tre settimane fa, quindi non lo ripeterò qui; mi limiterò a dire che da quel giorno le cose sono andate anche molto peggio: basti dire che l’Ucraina ha spostato molti blindati pesanti sulla linea di contatto, mentre il regime di Kiev ha ora vietato l’importazione di carta igienica russa (che rivela quali sono quelle che la banda al potere considera misure importanti e tanto necessarie). Mentre è vero che l’Ucraina è diventata uno stato totalmente fallito dal colpo di Stato Neonazista, ora c’è una chiara accelerazione del crollo non solo del regime o dello Stato, ma del paese nel suo insieme. L’Ucraina sta cadendo a pezzi così velocemente che si potrebbe creare un intero sito web che monitori solo tutto questo orrore in via di sviluppo, non giorno per giorno, ma ora per ora. Basti dire che “Ze” si è rivelato anche peggio di Poroshenko. L’unica cosa che Poroshenko ha fatto che “Ze” non ha (ancora!) fatto è stata quella di iniziare una guerra. Oltre a questo, il resto di ciò che ha fatto (con l’azione o l’inazione) può essere qualificato solo come “più o meno la stessa cosa, ma peggio”.
Si può impedire una guerra?
Non lo so. Putin ha dato agli ucronazisti un avvertimento molto severo [in inglese] (“gravi conseguenze per lo Stato ucraino in quanto tale”). Non credo neanche per un secondo che a qualcuno al potere a Kiev importi qualcosa dell’Ucraina o dello Stato ucraino, ma sono abbastanza intelligenti da rendersi conto che un contrattacco russo in difesa dell’LDNR e, ancor di più, della Crimea, potrebbe includere attacchi “anti-leadership” di precisione con missili avanzati. I leader ucronazisti farebbero bene a rendersi conto che hanno tutti un mirino dipinto sulle loro teste. Potrebbero anche pensare: cos’è successo ad ogni singolo leader di una banda Wahhabita in Cecenia dalla fine della Seconda Guerra Cecena? (Suggerimento: sono stati tutti trovati e giustiziati). Sarà sufficiente per fermarli?
Può essere. Speriamo.
Ma ora dobbiamo tenere presente che per il prossimo futuro rimangono solo due opzioni per l’Ucraina: “una fine orribile o un orrore senza fine” (espressione russa).
- Lo scenario migliore per il popolo ucraino sarebbe una divisione (si spera relativamente pacifica) del paese in parti gestibili.
- L’opzione peggiore sarebbe sicuramente una guerra su vasta scala contro la Russia.
A giudicare dalla retorica che esce da Kiev in questi giorni, la maggior parte dei politici ucraini è fermamente a favore dell’opzione n. 2, soprattutto perché questa è anche l’unica opzione accettabile per i loro padroni d’oltremare. Gli ucraini hanno adottato anche una nuova dottrina militare (la chiamano “strategia di sicurezza militare dell’Ucraina”) che dichiara la Russia lo stato aggressore e avversario militare dell’Ucraina (si veda qui [in inglese] per una traduzione automatica del testo ufficiale).
Questo potrebbe essere il motivo per cui Merkel e Macron hanno recentemente avuto una videoconferenza con Putin (“Ze” non è stato invitato): Putin potrebbe aver cercato di convincere Merkel e Macron che una guerra del genere sarebbe un disastro per l’Europa. Nel frattempo, la Russia sta rapidamente rafforzando le sue forze lungo il confine ucraino, inclusa la Crimea.
Ma tutte queste misure possono solo scoraggiare un regime che non ha alcun potere. Il risultato sarà deciso a Washington D.C., non a Kiev. Temo che il tradizionale senso di totale impunità dei leader politici statunitensi, ancora una volta, darà loro la sensazione di un rischio minimo (per loro personalmente o per gli Stati Uniti) nello scatenare una guerra in Ucraina. L’ultima novità sul fronte USA-Ucraina è la consegna da parte della US Navy di 350 tonnellate di equipaggiamento militare a Odessa. Non abbastanza per essere militarmente significativo, ma più che sufficiente per incoraggiare ulteriormente il regime di Kiev ad un attacco al Donbass e/o alla Crimea.
In effetti, non escluderei nemmeno che “Biden” lanci un attacco all’Iran mentre il mondo guarda l’Ucraina e la Russia entrare in guerra. Dopotutto, l’altro paese la cui posizione geostrategica si è gravemente degradata da quando la Russia ha spostato le sue forze in Siria è Israele, l’unico paese che tutti i politici statunitensi serviranno fedelmente e indipendentemente dai costi (compresi i costi umani per gli Stati Uniti). Gli israeliani chiedono una guerra contro l’Iran almeno dal 2007, e sarebbe molto ingenuo sperare che alla fine non ottengano ciò che vogliono. Infine, ma non meno importante, c’è la crisi che la condiscendente faccia tosta di Blinken ha innescato con la Cina che, finora, è sfociata solo in una guerra economica, ma che potrebbe anche degenerare in qualsiasi momento, soprattutto considerando tutte le molte recenti provocazioni anticinesi da parte della marina degli Stati Uniti.
In questo momento il tempo nell’Ucraina orientale non è favorevole alle operazioni militari offensive. La neve si sta ancora sciogliendo, creando condizioni stradali molto difficili e fangose (chiamate “rasputica” in russo) che inibiscono notevolmente il movimento delle forze e delle truppe. Queste condizioni, tuttavia, cambieranno con l’arrivo della stagione più calda, a quel punto le forze ucronaziste saranno idealmente pronte per un attacco.
In altre parole, salvo qualche importante sviluppo, potremmo essere a poche settimane da una grande guerra.
Il Saker
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Pubblicato su The Saker.is il 31 marzo 2021
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
Sono quasi completamente d’accordo con il contenuto di questo articolo. Una cosa però va sottolineata. Putin è diventato il “nemico” quando ha preso sotto il controllo nazionale tutte le risorse naturali sottraendole alle istituzioni finanziarie -industriali straniere ,americane e inglesi in particolare. Dalle miniere di ogni tipo agli idrocarburi ed altro. Sono ancora le ragioni che spinsero gli industriali americani a finanziare i menscevichi per la rivoluzione di Febbraio, a spartirsi in zone di influenza i territori russi nella conferenza di Parigi assieme a francesi e inglesi, nel Dicembre 1917,ad intervenire massicciamente con uomini, armi, soldi, nella cosidetta “guerra civile” a spingere la neonata Polonia ,del generale Pilsudskj ad attaccare l’Ukraina ,alla quale strappo’ la Galizia. Ecco, caro Saker, ricordati di ricordarcelo, è il più bieco dei business che fa muovere le potenze occidentali e tutto il suo apparato mediatico propagandistico, sotto comando finanziario-militarista, ad iniziare le guerre.
Gian Carlo
Aggiungerei altri due storici successi, nella storia recente di Putin, a quelli citati dall’autore dell’articolo.
Il primo è stato dare la concessione dell’asilo politico ad Edward Snowden, ex analista della National Security Agency americana, che, fuggito dalle Haway nel maggio 2013, si è rifugiato in Russia rivelando tutte le malefatte dei governi americani in termini di spionaggio e sabotaggio informatico a danno dei cosiddetti “alleati” (cioè satelliti). Si pensi che Snowden rivelò che le procedure software di comando e controllo delle centrali nucleari giapponesi erano state inquinate da parte della NSA con virus capaci di provocare un black-out generale in Giappone, ove il relativo governo avesse scantonato dai diktat provenienti da Washington.
Un altro grande successo è stata la gestione del colpo di Stato, organizzato dagli USA ai danni della Turchia il 16 luglio del 2016. Malgrado a quella data i rapporti tra Russia e Turchia fossero pessimi a causa dello abbattinento da parte dei turchi di un caccia russo avvenuto nel novembre 2015 nei cieli della Siria, Putin si affrettò a congratularsi con Erdogan per lo scampato pericolo prima ancora che il golpe fosse concluso, mentre “l’Occidente” (Merkel e Hollande in testa) attesero ben 48 ore prima di aprire bocca, cosa che insospettì molto Erdogan. Conseguenze: i rapporti Russia-Turchia tornarono ottimi ed Erdogan, da nemico di Putin, divenne suo amico coinvolgendolo in tutte le trattative sulla Siria ed acquistando, qualche anno dopo, un sistema antimissile russo S-400. Putin ha anche lui coinvolto Erdogan sia nella questione iraniana che nella risoluzione della tensione nel Nagorno-Karabak. Si tenga conto che in tutte queste questioni geopolitiche gli USA sono stati buttati fuori, essendo la Turchia un membro della NATO!
Le analisi di Saker, non sono mai futuriste ma sempre profonde, mai superficiali.
Insomma, uno specialista di geo-politica capace di individuare il problema ad N incognite. Naturalmente l’incognita potrebbe avere tre soluzioni _uno vince- due pareggiano, tutti perdono.
Occorre dire che in geopolitica le soluzioni sono sempre solo due, mai tre.
In verità ci sono due incognite di un problema che ha due soluzioni, due radici, una positiva ed una negativa ma che non sono simmetriche perché le potenze che sono coinvolte operano con due motivazioni diverse: l’una deve resistere per continuare ad esistere, l’altra deve aggredire per continuare ad essere percepita come il “Padrone necessario “per tenere l’Ordine nel Pianeta.
Insomma l’avete capito le due culture sono incompatibili, una si trova una retta inclinata con pendenza negativa, l’altra su una retta che la interseca con una pendenza positiva.
Il punto d’intersezione è il luogo ( l’Euro-Asia),mentre il quando (il tempo) ,dipende dall’Avversario nella sua percezione del momento e Tempo necessario per vincere.
Insomma,da spettatori siamo già coinvolti perché esploderà l’Arena dello Stadio.
dall’analisi qui sopra fatta:
“l’una deve resistere per continuare ad esistere, l’altra deve aggredire per continuare ad essere percepita come il “Padrone necessario “per tenere l’Ordine nel Pianeta”
da un punto di vista logico appare assolutamente favorita la posizione del competitore n°1, così come da un punto di vista bellico è sempre favorito chi resista ben fortificato e bene armato rispetto a chi attacchi allo scoperto, dotato di armi scadenti.
Intendo dire: se la Russia contrastato efficacemente l’attacco dell’Ukraina al Donbass rimane viva, o meglio, respinge l’attacco stesso, magari avanzando fino al Dnepr, il Grande Fratello da cui gli Ukri si sentono protetti, avrebbe dimostrato al Mondo non essere in grado neppure di proteggere costoro.
Se suo scopo per dichiararsi vittorioso fosse appunto quello di mostrarsi ancora “padrone necessario per detenere l’ordine nel pianeta”, il fallimento di tale fine sarebbe a tutti patente.
Ovviamente il grande fratello potrebbe anche battersi davvero con le atomiche a corto raggio.
Nel caso l’Europa tornerebbe ad essere una malafemmina concupita da un toro, come nella mitologia ellenica, ma appunto null’altro, neppure più una espressione geografica.
ça va sans dire che se il tempo di viaggio di un missile nucleare sparato dalla Polonia su Mosca è di 5 minuti, il tempo di un missile dalla frontiera russo polacca, magari di Kaliningrad , alla batteria dei missili a corto raggio USA in Polonia – anche se solo dotato di testate tradizionali – è di molto meno e si sa che “prevenire è meglio che curare”, al solo accenno che alla batteria polacca gli Usa togliessero “la sicura”.
E forse questa sarebbe l’opzione migliore per tutti, quella dove “non si farebbe male nessuno” (eccetto ukrolandia e gli ascari a servizio della base polacca, ma questi ovviamente per il Far West, meno che “nessuno” sono).
Gli “Altri” agiscono, Russia soltanto può reagire.
Non condivido, assolutamente no!
Perchè posiziona la classe dirigente russa costantemente all’angolo con le caratteristiche:
a. essa “deve” decidere la reazione quindi sempre e solamente difensiva;
b. essa è allora automaticamente sempre posta nell’immaginario di massa planetario sul banco degli imputati come oppositrice della soluzione invece sempre “giusta” della “azione e della scelta occidentali”;
c. il governo russo è posizionato costantemente dall’Occidente nell’ambascia, ossia nella oppressione spirituale e nell’accoramento assiduo e devastante del dubbio: quale, fra mille diverse e possibili, è la risposta – la “reazione” giusta?
Occorre invece invertire le posizioni.
Il Saker offre l’indirizzo di comportamento… azione veloce e fulminea di anticipo sorprendente e inatteso!
Esempio Cecenia, Siria, Crimea, Donbass.
Mettere l’avversario, esso sì ora, nell’ambascia all’angolo di dover decidere quale risposta dare.
Putin parlò spesso di “linea rossa” da non superare… ma mai indicò i contenuti di questa “linea rossa”.
I metodi anglosassoni sono sempre “indiretti” (Carl Schmitt).
Applichiamoli alla Ucraina.
Cosa si aspetta, che davvero Ucraina entri alla mezzanotte del 31 Dicembre futuro nella NATO… e quindi con la NATO a 70 Km. dal placid Don? (con i reparti canadesi, americani, italiani, tedeschi, spagnoli, norvegesi, belgi, olandesi e britannici e svedesi?).
Una volta avvenuto non si potrà mai più tornare indietro.
Ripeto la domanda: cosè la linea rossa?
Non avverrà così, non è metodo indiretto anglosassone.
Invece avverrà ciò che avviene: accordi bilaterali specifici per l’invio di “istruttori”.
Come avviene sulla costa ucraina, con i britannici che stann costruendo una piccola base navale; 15, poi 150 “istruttori”, poi 1500 con navi appoggio di Sua Maestà.
Una base terrestre canadese… 3000 istruttori, poi americani, poi blindati d’appoggio, centri di spionaggio radio e comunicazioni… etc.
Una metastasi continua e sempre più grande… ma la “linea rossa” non viene superata: Ucraina non è ufficialmente nella NATO! Russia può solo subire.
E beffardi ad Ovest ridono di quei cojoni poveri neo-indiani pelle-rossa da torlupinare con mielose parole, trattati solenni di amicizia e perline colorate!
Guardiamo alla Serbia.
Clinton in un settimana retrocedette un paese moderno ad una situazione di vita pre-industriale. Come?
Con le bombe alla grafite sulle centrali elettriche, non le distrugge ma le spegne.
Tutti gli obiettivi militari, tutti i ponti, tutti nodi ferroviari, tutti gli aeroporti militari e civili, tutti i depositi di blindati, gli arsenali, i porti e le navi, il ministero della difesa.
Qualcuno un pò più savio degli altri c’è sempre che chiede disperato un armistizio.
Subito concesso con generosa ricostruzione!
Non un solo soldato russo entrerebbe in Ucraina. Ma PRIMA che ci siano in essa gli Occidentali.
DOPO, sarebbe tutto impossibile e significherebbe solo una cosa:
– il fallimento storico della ragione di esistenza della Federazione russa e dell’attuale costituzione.
… la frase del Saker è emblematica:
“…la Russia ha commesso due tipi molto diversi di “crimini” (dal punto di vista Anglo-Sionista, ovviamente):
Il crimine minore di fare ciò che la Russia ha effettivamente fatto e
Il crimine molto più grande di non chiedere mai all’Impero il permesso di farlo
All’Occidente piace trattare il resto del pianeta come una sorta di socio di minoranza, con un’autonomia molto limitata …”.
è giunto il momento che la sola difesa è una tattica che porta alla sconfitta.
Questi criminali occidentali (cui io purtroppo appartengo) credono di vincere minacciando e tenendo a bada la propria opinione pubblica con le balle più grosse mai sentite da un secolo a questa parte (come Osamabinladen come colpevole dell 11/09…), (o come una bomba atomica a Beirut venga definita esplosione di fuochi artificiali……nonostante filmati estensivi evidenti fatti da centinaia di persone e pubblicati sul web) effettuando porcherie in giro per il mondo….
Ora si stanno concentrando sulla Russia pensando ai loro soliti interventi sui civili in giro per il mondo.
Putin questa cazzo di linea rossa DEVE METTERLA!! e poi agire se superata. e possibilmente con attacchi preventivi, perchè questo è quello che l’impero MERITA AMPIAMENTE.
E’ vero che in questo modo La Russia oltre a tutelare la propria nazione farà una grande cosa per tuti i paesi del mondo che vivono sotto il bullismo dell’Impero.
E’ vero pure che l’alleanza sta cadendo a pezzi e sempre più nazioni cominciano a resistere a questi nazi-zionisti, ma è vero anche che serve a tutto il mondo che qualcuno finalmente li metta a posto (specialmente ora che l’implosione degli Stati Uniti sta galoppando anche e soprattutto al proprio interno, l’economia, la società, l’intero sistema!)
quindi un grande augurio al popolo russo.