Da diversi anni, da quando c’è stata la spinta globale per sviluppo su larga scala dei veicoli elettrici, il litio è diventato un metallo strategico. Attualmente la richiesta di Cina, Europa e Stati Uniti è enorme: garantire quindi il controllo sulle forniture di litio sta già acquisendo una sua valenza geopolitica, non dissimile da quella del controllo sul petrolio.

La Cina passa alle fonti sicure

Per quanto riguarda la Cina, che ha già fissato i principali obiettivi da raggiungere per diventare il più grande produttore di veicoli elettrici, sviluppare materiali per le batterie al litio è una priorità del 13mo piano quinquennale (2016-2020). Sebbene la Cina abbia la sua riserva di litio, le riserve sono limitate e la Cina si è rivolta all’estero per assicurarsi i diritti sulle miniere di questo metallo.

In Australia la cinese Talison Lithium, controllata dalla Tianqi, estrae e possiede la più grande riserva al mondo di spodumene a Greenbushes, nell’Australia occidentale vicino a Perth.

La Talison Lithium Inc. è la più grande produttrice al mondo di litio primario. Il loro sito di Greenbushes soddisfa oggi il 75% della richiesta di litio della Cina e circa il 40% della richiesta mondiale. Questo elemento, cosi come altre materie prime fondamentali, ha reso le relazioni con l’Australia, tradizionalmente un solido alleato degli Stati Uniti, di importanza strategica per Pechino. La Cina è quindi diventata il più grande partner commerciale dell’Australia.

Ma la crescente influenza economica della Cina nelle zone del Pacifico intorno all’Australia [in inglese], ha indotto il Primo Ministro Scott Morrison a mandare un avvertimento alla Cina, cioè a non sfidare l’Australia nella sua area strategica limitrofa. A fine 2017 e a causa della crescente preoccupazione in merito all’espansione dell’influenza cinese nella regione, l’Australia ha riallacciato una cooperazione informale con quello che talvolta viene definito Quad (USA, India, Australia e Giappone), rilanciando un precedente tentativo di controllo sull’influenza cinese nel Pacifico meridionale. Recentemente l’Australia ha anche intensificato i prestiti verso i paesi strategici tra le isole del Pacifico, per contrastare i prestiti cinesi [in inglese]. A causa di tutto questo la Cina è chiaramente obbligata ad espandersi nel mondo verso altri siti per assicurarsi il litio, dato che intende diventare il player principale nell’economia emergente dei veicoli elettrici nel prossimo decennio.

Dal momento che lo sviluppo di veicoli elettrici è diventato una priorità nella pianificazione economica della Cina, la ricerca di rifornimenti di litio ha puntato sul Cile, un’altra delle maggiori fonti di questo metallo. Laggiù, la cinese Tianqi sta acquisendo quote importanti della cilena Sociedad Quimica Y Minera (SQM), una delle più grandi produttrici di litio al mondo. In base ai rapporti [in inglese] del settore estrattivo, se la cinese Tianqi riesce ad avere il controllo della SQM, cambierà la geopolitica mondiale relativa al controllo del litio.

I giacimenti per la fornitura mondiale di metalli al litio, componente strategico delle batterie agli ioni di litio utilizzate nei veicoli elettrici, sono concentrati in pochissimi paesi.

Per dare un’idea della richiesta potenziale di litio, le batterie per il modello S della Tesla hanno bisogno di 63 kg di carbonato di litio, pari a circa 10.000 batterie di telefoni cellulari. In un recente rapporto, la banca Goldman Sacks ha definito il litio la nuova benzina. Sempre secondo la Goldman Sacks, l’incremento di solo 1 punto percentuale nella produzione di veicoli elettrici, comporterebbe l’incremento della richiesta di litio di più del 40% della produzione mondiale. Dato che molti governi stanno chiedendo la riduzione delle emissioni di CO2, l’industria mondiale dell’automobile sta incrementando massicciamente i piani per i veicoli elettrici previsti per il prossimo decennio, rendendo quindi il litio potenzialmente strategico com’è ora il petrolio.

Arabia Saudita o litio?

Anche la Bolivia, il cui litio è molto più difficile da estrarre, è diventate negli ultimi anni un obiettivo degli interessi di Pechino. Alcuni geologi classificano le riserve di litio boliviane tra le più grandi al mondo. Si stima che nella distesa salata di Salar de Uyuni ci siano 9 milioni di tonnellate di litio [in inglese].

Dal 2015 la società mineraria cinese CAMC Engineering Company sta gestendo un grande impianto in Bolivia che produce cloruro di potassio come fertilizzante. Ciò che la CAMC minimizza è il fatto che sotto la superficie di cloruro di potassio ci sono i più grandi e noti giacimenti di litio al mondo, cioè nella distesa salata di Salar de Uyuni, una delle 22 distese salate della Bolivia. Nel 2014 la cinese Linyi Dake Trade ha costruito nello stesso posto [in inglese] un impianto pilota per le batterie al litio.

Nel febbraio 2019 il governo Morales ha, poi, firmato un altro accordo sul litio con la cinese Xinjiang TBEA Group Co Ltd, che avrà il 49% delle azioni in una pianificata joint venture con la compagnia di stato boliviana per il litio, la YLB. Questo accordo riguarda la produzione del litio e di altri materiali dalle saline di Coipasa e PastosGrandes, per un valore stimato di 2.3 miliardi di dollari [in inglese].

Se parliamo di litio, la Cina al momento domina il nuovo e globale Grande Gioco per il controllo di questo metallo. Ora delle società cinesi controllano quasi metà della produzione globale di litio, e il 60% della capacità produttiva delle batterie elettriche. Goldman Sachs prevede che nell’arco di un decennio la Cina possa coprire il 60% del fabbisogno mondiale dei veicoli elettrici. In sintesi, il litio è una priorità strategica [in inglese] per Pechino.

Rivalità USA-Cina per il litio?

L’altro principale player nell’ambito dell’estrazione mondiale del litio sono oggi gli Stati Uniti. La Albemarle, una società di Charlotte in Nord Carolina, con un impressionante consiglio di amministrazione, ha importanti miniere di litio in Australia e in Cile, proprio come la Cina. Nel 2015 la Albemarle è diventata un player dominante nelle miniere di litio mondiali quando ha comprato la holding americana Rockwood. La Rockwood Lithium, in particolare, era presente in Cile, nella Salar de Atacama, e nelle stesse miniere di Greenbushes in Australia, di cui la cinese Tianqi Industry Group possiede il 51%. Questa operazione ha dato alla Albemarle il 49% dell’enorme progetto australiano del litio, in partnership con la Cina.

Ciò che sta cominciando a diventare chiaro, è che le tensioni USA-Cina sui piani economici cinesi riguarderanno probabilmente anche il modo di contrastare l’influenza cinese sul controllo delle riserve strategiche di litio. Il recente colpo di Stato in Bolivia, che ha costretto Evo Morales ad andare in esilio in Messico, rivela, dalle prime prove, la complicità di Washington. L’insediamento della cristiana di destra Jeanine Áñez, presidente ad interim facente funzione, e di Luis Fernando Camacho, miliardario di destra, sono il segnale di una negativa svolta a destra della politica futura del paese, apertamente sostenuta da Washington. Sarà cruciale tra i vari temi vedere se il futuro governo annullerà gli accordi sulle miniere di litio che ha con le società cinesi.

Così anche la cancellazione dell’incontro dell’APEC previsto per il 16 novembre in Cile, che avrebbe dovuto ospitare un summit sul commercio tra Trump e Xi Jinping, assume un altro significato. Secondo la testata South China Morning Post, il meeting sarebbe dovuto essere anche l’occasione per stipulare importanti patti commerciali tra Cina e Cile. Nella delegazione prevista di Xi ci sarebbero stati 150 capi di azienda e avrebbe previsto la firma di importanti accordi economici, tali da rafforzare ulteriormente i legami economici tra Cina e Cile, un qualcosa su cui gli Stati Uniti hanno messo recentemente in guardia.

Le proteste di massa scoppiate in tutto il Cile contro l’aumento delle tariffe del trasporto pubblico decise dal governo, portano i segni degli stessi fattori economici scatenanti, utilizzati per dare il via alle rivoluzioni colorate di Washington. Le proteste hanno avuto l’effetto a breve termine di cancellare il summit APEC in Cile. Il ruolo attivo delle ONG finanziate dagli Stati Uniti nelle proteste in Cile non è stato ancora confermato, ma le crescenti relazioni economiche tra Cile e Cina non sono chiaramente viste come positive da Washington. A questo punto, lo sfruttamento cinese del litio cileno è un fattore geopolitico strategico poco discusso che potrebbe essere l’obiettivo degli interventi di Washington, malgrado l’economia di libero mercato dell’attuale governo.

In tale congiuntura, ciò che è chiaro è che c’è una battaglia globale per il dominio sul mercato futuro delle batterie dei veicoli elettrici, e il controllo sul litio è il cuore della questione.

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Articolo di F. William Engdahl pubblicato su New Eastern Outlook il 18 novembre
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per
Saker Italia.

[I commenti in questo formato sono del traduttore]


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