Ieri sera mi è capitato di tornare a casa in taxi. Il tassista, che somigliava all’attore Bill Murray, era molto loquace: durante il viaggio, come spesso succede, abbiamo parlato di tutto, dal tempo alle bionde al volante.

A un certo punto, come rumore di sottofondo, si sentivano le notizie di un radiogiornale. Dopo la parte sull’avvelenamento di Alexsei Navalny, il Nord Stream 2 e le possibili sanzioni europee, il tassista ha scosso la testa e ha detto pensosamente: “Sì, la mammina è incastrata…”.

“Quale mammina?” ho chiesto.

“Quale mammina?” ha chiesto il tassista “Sempre la stessa, Angela Merkel. Sai perché Navalny è stato consegnato alla Germania? Te lo spiego”. E poi, per un quarto d’ora, il tassista ha esposto una coerente teoria su ciò che era successo, degna di uno studio del Ministero degli Esteri, che ha dato risposta a tutte le domande che mi stavano assillando.

E’così che è andata.

All’inizio di agosto tutti si stavano preparando per le elezioni in Bielorussia: oltre alla stessa Bielorussia, anche la Russia e i Paesi dell’Unione Europea. E’ stato un gioco molto emozionante, in cui ciascuno ha scommesso sul proprio candidato. Ma ti devo subito avvisare: ciò che stavamo osservando era solo la parte visibile di un iceberg, mentre le correnti sottomarine erano note solo a pochi.

Mosca e Minsk stavano ostentatamente rompendo i piatti, urlando l’una contro l’altra e tirandosi per i capelli, creando l’illusione di una completa rottura delle relazioni. Era tutto previsto!

L’Europa, soddisfatta e rilassata, si stava sfregando le mani, e già vedeva come molto presto avrebbe cacciato “l’ultimo dittatore in Europa” e installato a Minsk un clone bielorusso di Juan Guaido, arraffando per sé questo pezzo delizioso.

Si sono svolte le elezioni. Si è congelato tutto. Senza preoccuparsi di aspettare l’arrivo dei risultati elettorali e su ordine di Nexta [il provocatore canale Telegram polacco], l’opposizione bielorussa con i colori bianco-rosso-bianco della bandiera di occupazione nazista ha marciato in battaglia.

All’inizio tutto sembrava andare secondo i piani. Le folle entusiaste in bianco-rosso-bianco hanno invaso le strade e hanno cominciato a minacciare la Polizia, i funzionari e i giornalisti, e hanno dato il via a schermaglie e scioperi. Gli ambasciatori in Bielorussia di Slovacchia e Spagna si sono dichiarati a favore dei manifestanti e “sono passati dalla parte del popolo”. Anche questo era previsto. Sembrava che bastasse un po’ di più di tutto questo per far cadere Lukashenko [l’“ultimo dittatore in Europa”].

Ma Mosca è entrata nel gioco. Ha riconosciuto i risultati delle elezioni [che Lukashenko ha vinto] e ha cominciato a sostenerlo dal punto di vista organizzativo, informativo e finanziario. L’Europa ha dovuto aumentare la pressione. Ma come?

Nexta stava andando fuori di testa, ed esortava gli attivisti in bianco-rosso-bianco ad essere più partecipi, ma non sono riusciti ad avere successo nei loro tentativi di prendere il potere. Si sono rivelati più deboli rispetto alla loro stessa gente.

E poi, fortunatamente, Navalny è stato avvelenato. Comunque sia, è ciò che le persone hanno creduto.

Gli agenti del Ministero degli Esteri tedesco, che simpatizzavano per l’SPD di Schröder, si sono messi in contatto con Yulia Navalny (la moglie) e le hanno offerto di ricoverare il marito in una clinica in Germania. Yulia ha accettato e ha fatto appello a Putin.

Poi il Ministro degli Esteri tedesco è andato nell’ufficio del Bundeskanzlerin [il Cancelliere tedesco] e ha calato l’asso: “Noi possiamo portar via Navalny per curarlo. Se Mosca prova ad impedirlo, provocheremo un grande scandalo. Prenderemo il suo corpo e poi decideremo come giocarcelo”. La Merkel ha trovato questa proposta molto allettante e, senza pensarci troppo, ha accettato. Mosca non si è opposta al trasferimento di Navalny.

Dopo che Navalny è stato portato in Germania e consegnato alla clinica Charité con un corteo composto da 12 macchine, la mammina Angela ha chiamato Mosca e ha preteso che Mosca smettesse di sostenere Lukashenko, altrimenti avrebbero annunciato che Navalny è stato avvelenato con il “Novichok”. Mosca si è rifiutata e ha aumentato il sostegno a Lukashenko, dichiarando di avere creato una riserva di forze speciali da inviare in Bielorussia e prendere il controllo (nel caso qualcuno facesse una mossa improvvisa).

Il giorno dopo Berlino ha annunciato che le analisi avevano rilevato un avvelenamento con un inibitore della colinesterasi. Questo è stato il suo ultimo colpo di avvertimento. C’è stata poi un’altra telefonata per avvertire che la volta successiva si sarebbe trovato il “Novichok”. Mosca si è rifiutata, e quel giorno stesso ha promesso a Minsk un miliardo di dollari.

A quel punto si è esaurita la pazienza di Berlino. Navalny è stato immediatamente trasferito in un ospedale militare, in cui è stato immediatamente “scoperto” che è stato avvelenato con il “Novichok”. Non era stato possibile scoprire il “Novichok” mentre era al Charité perché i giornalisti e i funzionari avrebbero chiesto di vedere i risultati delle analisi, mentre in un ospedale militare tali richieste sarebbero state respinte: l’informazione è segreta. Ma neanche il “Novichok” è riuscito a costringere Mosca a smettere di sostenere Minsk. Il Primo Ministro russo Mikhail Mishustin è stato inviato a Minsk con una valigetta piena di documenti da firmare.

C’è poi stato un tentativo da parte di Fritz Merz, il vice di Angela Merkel nella CDU, di appoggiare la Merkel sulla chiusura del Nord Stream 2, ma è stato subito ripreso dalle lobby economiche delle aziende tedesche che hanno investito in questo gasdotto e, frignando, è tornato strisciando nella sua tana.

Successivamente, Lukashenko, essendo una bella gatta da pelare, ha presentato un’intercettazione, volutamente amatoriale, con delle comunicazioni diplomatiche segrete tra Polonia e Germania in cui si discuteva dei loro piani per avvelenare Navalny. Ora sono seduti a Varsavia e a Berlino senza avere alcuna idea su come rispondere a questa mossa: negare, o far finta di non essersi accorti di nulla. Che dilemma!

Il risultato provvisorio è quindi il seguente: Navalny è vivo e sta bene, sta tranquillo in un ospedale militare tedesco, e chiede periodicamente quando gli sarà permesso di tornare a casa. Ma non gli sarà permesso di tornare a casa presto.

Adesso, un anno prima delle elezioni, in Germania sta cominciando la campagna elettorale politica. Da come stanno le cose, la coalizione CDU/CSU della Merkel non ha molto appoggio popolare. Alcuni sono pronti a prendere il Reichstag a mani nude e a mettere la loro bandiera incima. E poi abbiamo questa storia tossica con il “Novichok”!

Se la Merkel annuncia che è il crimine del secolo, in cui una grande figura di opposizione russa è stata diabolicamente avvelenata con il “Novichok”, allora sarebbe obbligata a rompere tutte le relazioni con il regime sanguinario, e presentare le prove. Ma non ci sarebbe alcuna prova da presentare. E nessuno le permetterà di congelare il completamento del gasdotto. Altrimenti le aziende tedesche, che hanno investito nel Nord Stream 2, prenderanno il Reichstag anche prima degli infuriati cittadini tedeschi. In entrambi i casi, la coalizione CDU/CSU affronterà una sconfitta.

Ma se fa marcia indietro, si scusa e rimanda Navalny in Russia, dicendo che ciò che è successo è stata una serie sfortunata di errori, e punisce con la pena massima prevista dalla legge tedesca tutti quelli che l’hanno messa in questa situazione, non si salverebbe comunque. Gli elettori tedeschi non perdoneranno alla Merkel la perdita di autorità internazionale della Germania, la perdita di influenza in Europa, e la totale incompetenza nel gestire gli affari esteri, e la puniranno alle elezioni.

La sua unica scelta è, quindi, far passare il tempo sedendosi su due sedie: dare la colpa alla Russia per aver usato il “Novichok” e, allo stesso tempo, sostenere il completamento del Nord Stream 2. Ma stiamo per vedere una marea di testimonianze oculari, fotografie e documenti dei vari ospedali in cui l’ospite VIP è stato curato, che sfilano via una delle sedie. Non dovrebbe quindi essere scartata la possibilità che la Merkel si ritiri prima della fine del suo mandato. In questo caso, non potrà battere il record di 16 anni di mandato di Helmut Kohl come Bundeskanzler [Cancelliere].

Ma cosa dire dell’amico della Russia Gehrhard Schröder? Essendo il Presidente del Consiglio di Amministrazione del consorzio per il Nord Stream 2 e leader dell’SPD, lui guarda il futuro con fiducia e ottimismo. In ogni caso, la coalizione CDU/CSU si ridimensionerà, e l’SPD rinforzerà la sua posizione nel Bundestag e, sia in maniera indipendente o in una coalizione con altri partiti, metterà il suo leader alla carica di Cancelliere. Il Nord Stream 2, che è stato in un limbo politico per alcuni anni, sarà completato e entrerà in funzione a pieno regime molto velocemente.

Quando siamo arrivati a casa mia, il tassista mi chiede: “Giochi a scacchi?”.

“Qualche volta”, ho detto annuendo.

Negli scacchi c’è la variante del “pedone avvelenato”: il tuo avversario, tentando di ottenere un vantaggio materiale, mangia questo pedone, finisce intrappolato, e perde inevitabilmente.

Mentre stavo scendendo da questo taxi, un po’ perplesso, ho chiesto al tassista dove avesse preso tutte queste informazioni. Lui mi sorride con una espressione triste alla Bill Murray e risponde: “Da mio fratello. Vive in Germania e anche lui lavora come tassista”. E’ stato in quel momento che ho capito che i tassisti sanno tutto.

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Articolo pubblicato su Club Orlov il 12 settembre 2020
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per Saker Italia.

[I commenti in questo formato sono del traduttore]


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