La politica americana del conflitto e della tensione consiste solo nel trovare una copertura adeguata al sabotaggio operato dagli Stati Uniti sul commercio energetico tra Europa e Russia.

La risposta intransigente che hanno dato gli Stati Uniti alle preoccupazioni della Russia sulla sicurezza dimostra che Washington vuole il conflitto. Allo stesso tempo, sempre questa settimana, gli Stati Uniti hanno inavvertitamente svelato la loro posizione, quando hanno ribadito il loro obiettivo, cioè che il gasdotto Nord Stream 2 non vada avanti “se la Russia invade l’Ucraina”.

Non è una semplice coincidenza. Le tensioni e la crisi alimentate negli ultimi mesi sull’Ucraina (al punto tale da temere, incredibilmente, una guerra mondiale) sono guidate dall’obiettivo strategico americano di interrompere il redditizio commercio energetico della Russia con l’Europa. Cosa ovviamente mai ammessa pubblicamente da Washington. Perché sarebbe un’ammissione di criminalità.

Questa settimana, il Presidente Joe Biden ha ripetuto il trito cliché degli Stati Uniti che hanno il “sacro dovere” di difendere gli alleati europei dalla presunta aggressione russa. Ciò che Biden intendeva realmente invocare era il sacro diritto di perseguire gli interessi imperiali americani, il principale dei quali è mandare all’aria il gigantesco commercio di petrolio e gas tra Russia ed Europa. Così facendo, ne trarrebbe grande vantaggio l’industria energetica americana, oltre a sostenere il dollaro americano come valuta di riserva internazionale. Ma altrettanto importante per il dominio americano è impedire ogni tipo di normale relazione geopolitica tra gli alleati NATO in Europa e il più grande paese del continente, cioè la Russia. Pensate alla perdita di profitto per il capitalismo militarista americano.

L’escalation delle tensioni è stata alimentata negli ultimi due mesi dalle dichiarazioni (vaghe e sospette) degli Stati Uniti secondo cui la Russia ha mobilitato le forze militari per invadere l’Ucraina. La Russia ha sempre negato qualsiasi intenzione di attaccare il suo vicino occidentale, malgrado le continue provocazioni del regime di Kiev sostenuto dagli USA, la guerra civile contro la popolazione di etnia russa in corso dal 2014 nell’Ucraina sudorientale e il colpo di Stato sostenuto dalla CIA a Kiev. Sono state uccise circa 14.000 persone, e milioni sono state sfollate a causa di questo conflitto senza sosta che il regime sostenuto dalla NATO è autorizzato a perpetuare grazie all’indifferenza di Washington e dell’Europa verso gli obblighi di pace stabiliti dagli Accordi di Minsk del 2015, con la mediazione della Russia.

La Russia afferma che le forze militari all’interno dei suoi confini sono una questione sovrana di cui non si deve rendere conto ad alcuno Stato straniero. E’ interessante notare come le dichiarazioni degli Stati Uniti abbiano il tono e l’aspetto di una campagna mediatica orchestrata. Le dichiarazioni su una “imminente invasione russa dell’Ucraina” sono diventate predominanti sui titoli delle notizie di tutto il mondo. Eppure, il momento dell’invasione sembra sfuggire sempre alla realtà. Un titolo [in inglese] involontariamente divertente di questa settimana sul sito dell’emittente Radio Free Europe (di proprietà del governo americano) lamenta il fatto di essere “Stanchi di aspettare [l’invasione]”.

Comunque, il 17 dicembre la Russia ha colto l’occasione per comunicare agli Stati Uniti e ai suoi alleati NATO le sue preoccupazioni sulla sicurezza. Mosca ha chiesto di fermare l’espansione pluriennale dei membri della NATO fino ai confini russi (in violazione delle storiche promesse fatte dai leader americani durante gli anni ’90) e di riportarla ai confini del 1997. La Russia ha specificamente chiesto agli Stati Uniti di negare l’adesione di Ucraina, Georgia e delle altre ex Repubbliche sovietiche. La richiesta si basa sulla esistenziale preoccupazione sulla sicurezza che tali territori possano diventare siti di lancio dei missili balistici americani in grado di colpire Mosca in pochi minuti.

Questa settimana, gli Stati Uniti e la NATO hanno risposto per iscritto alle proposte di sicurezza di Mosca. Come dichiarato retoricamente in precedenza, Washington e i suoi alleati hanno risposto rigettando [in inglese] le condizioni sulla sicurezza della Russia. In breve, non ci devono essere concessioni, e il modo altezzoso sembra essere una provocazione deliberata.

Al di là di ogni immaginazione, il Segretario di Stato americano Antony Blinken e il capo della NATO Jens Stoltenberg hanno entrambi dichiarato [in inglese] che la “strada della diplomazia” rimane aperta alla Russia “se dovesse scegliere di percorrerla”. E’ molto difficile considerare queste dichiarazioni autenticamente sensate quando Stati Uniti e NATO stanno pubblicamente informando la Russia che intendono ignorare le sue preoccupazioni sulla sicurezza e, proprio nello stesso tempo, stanno inondando [in inglese] l’Ucraina di armi letali.

In altre parole, sembra che gli Stati Uniti abbiano scelto di aumentare ulteriormente la tensione e di costringere la Russia ad una reazione tecnico-militare che Mosca, come aveva precedentemente avvertito, avrebbe messo in atto se Washington non avesse rispettato le sue proposte.

Ciò non significa che gli Stati Uniti vogliono incitare la Russia ad una guerra totale, sebbene sia un rischio sconsiderato. Significa però che Washington vuole che continuino le tensioni e la situazione conflittuale. La chiave per capire questo atteggiamento apparentemente irrazionale è il gasdotto Nord Stream 2. Lo stesso giorno in cui Blinken ha detto “nessuna concessione” a Mosca, il suo Dipartimento di Stato ha annunciato con il linguaggio molto enfatico che il commercio del gas del Nord Stream 2 tra Russia e l’Unione Europea non sarebbe andato avanti “se la Russia avesse invaso l’Ucraina”. Il termine “invadere l’Ucraina” è solo un codice per intendere le tensioni in corso.

Mercoledì, il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price ha dichiarato: “Voglio essere molto chiaro: se la Russia invade l’Ucraina in un modo o nell’altro, il Nord Stream 2 non andrà avanti. Non entrerò nei dettagli. Lavoreremo con la Germania per assicurarci che non vada avanti”.

Come ha riportato [in inglese] la testata Deutsche Welle, gli Stati Uniti “non hanno approfondito se la Germania sia d’accordo su questo”.

Washington sta qui dimostrando di aver deciso che il gasdotto del valore di 10 miliardi di euro non entrerà in funzione, indipendentemente dal fatto che Berlino sia o meno formalmente d’accordo con la sua interruzione. Gli Stati Uniti si stanno appropriando della sovranità della Germania e dell’Unione Europea, decidendo da chi il blocco può acquistare energia (e questo esclude evidentemente la Russia).

Il Nord Stream 2, con un gasdotto lungo 1.222 chilometri che passa sotto il Mar Baltico e collega il gas siberiano con l’Europa, è stato completato l’anno scorso malgrado le sanzioni americane che hanno tentato di bloccarlo. Se alla fine entrerà in funzione, il gasdotto raddoppierà la fornitura di gas naturale verso la Germania, e contribuirà a mantenere bassi i prezzi al consumo in un momento in cui le bollette per il gas domestico e commerciale stanno raggiungendo livelli inaffrontabili.

L’amministrazione Biden è testardamente contraria all’espansione del commercio di gas tra Russia ed Europa come la precedente amministrazione Trump. Biden e i suoi collaboratori, comunque, sono stati un po’ più riservati nella loro politica per non sembrare di volersi inimicare apertamente la Germania con arroganti richieste di interrompere il Nord Stream 2.

Berlino è stata riluttante ad interrompere il progetto, vedendolo come una risorsa vitale per alimentare la sua economia. Il Cancelliere Olaf Scholz, come Angela Merkel che l’ha preceduto, ha insistito perché il Nord Stream 2 fosse una questione commerciale al di là della geopolitica. Le preoccupazioni tedesche sono evidenziate da uno studio pubblicato questa settimana, che mostra [in inglese] come una interruzione improvvisa della fornitura di gas russo possa danneggiare enormemente l’economia tedesca ed europea.

Sotto un’accentuata pressione di Washington, Scholz è arrivato a rafforzare l’opposizione al gasdotto russo.

Attraverso una crescente pressione su Berlino, l’amministrazione Biden ha annunciato [in inglese] questa settimana che stava cercando fornitori alternativi in modo da non lasciare l’Europa a corto di gas e petrolio in caso di conflitto. Questi sono gli Americani che dicono ai Tedeschi: ora non avete scuse, vi dovete unire alle nostre richieste di interrompere il Nord Stream 2.

Questa settimana è apparso chiaro che la politica americana del conflitto e della tensione con la Russia consiste nel trovare una copertura adeguata al sabotaggio americano del commercio di energia di Germania ed Europa con la Russia. Senza il pretesto di un conflitto con la Russia, il sabotaggio americano equivale ad una aggressione criminale.

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Redazionale pubblicato su Strategic Culture il 28 gennaio 2022
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per Saker Italia.

[I commenti in questo formato sono del traduttore]


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