Molte persone parlano del ruolo di diversi Paesi nelle proteste bielorusse, ma molto più significativo è il fattore dell’attività della Chiesa Cattolica sia in Bielorussia che all’estero. Sono i “Santi padri” che, sotto le spoglie di predicatori, approfittano del loro status speciale nella società, interagiscono attivamente con chi protesta, incitano all’intolleranza sociale e all’odio per le autorità.
Guardiamo come si è sviluppata la situazione, e quali sono le prospettive.
Molto tempo prima delle elezioni, sono state proprio le personalità cattoliche a dare il via alle loro azioni più attive, il cui scopo era quello di sostenere e unire i nemici di Lukashenko e soffocare i suoi sostenitori.
Come parte di questa azione, all’inizio dello scorso luglio Artem Tkachuk ha lanciato la campagna “Un cattolico non falsifica”.
L’idea era che i Cattolici dovessero unirsi alla lotta contro i brogli elettorali. Quando ho sentito parlare di questo, e del fatto che le gerarchie cattoliche chiedessero di pregare per delle elezioni corrette, ho immediatamente scritto sulla mia pagina Facebook che si stava andando verso una Maidan, dal momento che azioni simili erano già state elaborate nella Chiesa greco-cattolica in Ucraina nel 2004 prima di Maidan. L’idea di queste azioni è proprio scuotere lo stato delle persone prima delle elezioni, e l’obiettivo è permettere la conseguente manipolazione degli animi. Dopo tutto, sempre e in ogni nazione, ci possono essere delle irregolarità nelle elezioni. In alcuni posti è più evidente, in altri lo è meno ma è così quasi ovunque. E questo tipo di pressione prima delle elezioni è uno strumento per portare le persone ad uno stato di grandi aspettative, poi segnalare le irregolarità e dirgli: bene, abbiamo pregato tutto questo tempo contro i brogli e ora non li possiamo accettare. Dopo di che, è possibile puntare direttamente tutta la negatività del popolo verso la giusta direzione.
Queste azioni delle gerarchie e degli attivisti cattolici si riferiscono ad onestà e moralità? Ne dubito. Quando prima del Maidan, nel 2004, gli Uniati avevano cominciato a pregare per delle elezioni corrette, sembrava una farsa e una commedia. Si può solo paragonare alla scena della natività con una vecchia prostituta che posa come la Vergine. Il fatto è che due anni prima l’Ucraina aveva tenuto le elezioni per la Verkhovna Rada. Come parte della campagna elettorale, Viktor Yushchenko era andato in visita dal capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Lubomyr Gusar, a Lvov. E dopo due giorni dall’arrivo di Yushchenko presso la leadership degli Uniati a Lvov, il capo della Commissione Elettorale Ucraina della sezione regionale di Lvov è stato costretto a fare una dichiarazione in merito ai preti che facevano apertamente campagna elettorale a favore dei candidati nelle elezioni direttamente durante le funzioni religiose. Disse che era a conoscenza di molti casi del genere. Il sito del Servizio di informazione religiosa ucraina riporta che “secondo Koshovy, tale campagna costa dai 60 ai 300 dollari. L’importo dipende ovviamente dal numero dei parrocchiani (il prete viene pagato per condurre la campagna). ‘Di fatto questa non è una violazione della legge dal momento che ogni cittadino in Ucraina ha il diritto di fare una campagna politica’ ha sottolineato Koshovy”.
In un primo momento, il capo degli Uniati, l’americano Guzar, ha provato a negare queste dichiarazioni, sottolineando che è una calunnia da stampa scandalistica, ecc. Ma quando sono finite le elezioni, e le persone che hanno pagato per i servizi dei preti sono diventati deputati, allora è finita la farsa: sotto la pressione dei fatti, il capo degli Uniati ha ammesso che i suoi preti avevano fatto delle frodi di corruzione e avevano usato lo status di prete per fare scambio di favori politici, si è scusato con gli elettori e ha detto che avrebbe gestito questi casi e punito i responsabili. Ovviamente non c’è stata alcuna dichiarazione sul far decadere il mandato della volontà popolare di questi deputati, e in seguito non sono stati menzionati dei casi di punizione dei sacerdoti corrotti. Il capo degli Uniati ha deciso che era sufficiente scusarsi per la corruzione e per i brogli elettorali.
Naturalmente, due anni dopo tutto questo non ha impedito agli Uniati, proprio prima della “Maidan arancione”, di svolgere il ruolo di combattenti per elezioni corrette e affermare che la loro coscienza non gli permetteva di guardare tranquillamente i brogli compiuti durante le elezioni. Allo stesso tempo, come hanno sottolineato alcuni politici, “dei rappresentanti delle forze della Chiesa greco-cattolica ucraina costringono i credenti a votare per determinati candidati”. Certo, la parola “costringere” non è del tutto corretta in questo caso, ovviamente, ma si riferisce al fatto che sono state fatte alcune manipolazioni al fine di ispirare ai credenti simpatia per alcuni candidati e ostilità per altri.
E’ la stessa cosa in Bielorussia: tutta questa attività non era apolitica e disinteressata. Per esempio, è possibile vedere che lo stesso Artem Tkachuk, che aveva lanciato la campagna “Un cattolico non falsifica”, era una persona di fiducia nella campagna elettorale presidenziale del candidato Viktor Babariko e ha svolto una coerente propaganda politica.
Ma non è finita qui. In questa pagina possiamo trovare delle note su come, anche prima delle elezioni, sono stati perseguitati anche dei preti che parlavano anche solo un po’ positivamente del ruolo di Lukashenko. Tutto questo ha subito preso forma in “alcuni preti dicono la verità, a altri mentono”.
Tkachuk ha ovviamente ricordato anche che l’opposizione già prima delle elezioni aveva cominciato a promettere ai Cattolici vari sostegni, che erano interessanti sia per la gerarchia religiosa che per i semplici credenti.
Se si guardano con attenzione agli screenshot qui sopra, non è meno interessante il fatto che Tkachuk indichi che il suo luogo di residenza permanente sia la città polacca di Poznan.
Ma tutto questo, come si dice, erano solo rose che sono cominciate a fiorire dopo le elezioni, sebbene, a quanto pare, ci siano altre “promesse” che i religiosi cattolici preparano per la Bielorussia. La prima reazione dei rappresentanti della Chiesa Cattolica è comparsa subito dopo le elezioni.
Per esempio, il giornale di Brest scrive [in russo]: “ Il prete della Chiesa Greco-cattolica di Brest, Igor Kondratev, è probabilmente uno dei più riconoscibili partecipanti alle proteste della nostra città. Alto, vestito con una tonaca nera, esce ogni giorno dopo il 9 agosto per sostenere il popolo ai raduni, le ragazze in catene per solidarietà e coloro che stanno aspettando i loro cari nei centri di custodia cautelare… Kondratev ha affermato ‘io sono profondamente convinto che non sia possibile ingannare. E fare i brogli nelle elezioni è un peccato terribile. E’ una violazione di almeno due comandamenti’… Tutta la settimana dopo le elezioni il prete si è recato dalla mattina presto alla sera tardi su via Sovetskaya e viale Masherov, ha incontrato varie persone, poliziotti, ufficiali dell’OMON, e ha provato a parlare con loro”.
Ma questo è forse l’unico caso di un religioso che ha deciso di prendere parte alle proteste e provare a demoralizzare le forze di sicurezza? Ahimé, questo è di fatto la posizione di un enorme numero di ecclesiastici della Chiesa Cattolica, che non solo hanno sostenuto le proteste ma si stanno anche comportando come leader delle proteste. Nel precedente articolo, ho segnalato che i metodi dei rappresentanti della Chiesa Cattolica in Bielorussia sono simili in molti punti a ciò che gli ecclesiastici cattolici durante la Maidan hanno fatto in Ucraina. Qui voglio mostrare le manifestazioni di questa attività.
Per esempio, il 9 agosto gli ecclesiastici hanno cominciato a dare rifugio nelle chiese di Grodno. Allo stesso tempo, è stato segnalato che le chiese sono state aperte anche a Minsk per proteggere i manifestanti.
Lo stesso giorno, due preti di Baranovichi, che avevano partecipato alle manifestazioni in abiti civili, erano tra quelli portati in cella di isolamento. E’ interessante notare che, nonostante il fatto che non fossero diversi dagli altri, viene indicato che non sono stati feriti, sebbene l’opposizione insista sul fatto che la polizia abbia picchiato duramente tutti quelli che poteva. Dopo che sono stati rilasciati il 16 agosto, il Vescovo Yashevsky della Chiesa Russo-ortodossa ha affermato che i preti hanno il diritto di stare con la loro gente. Questa è chiaramente una cinica manipolazione. Se uno dei manifestanti ha l’esigenza spirituale di parlare con un prete, nessuno gli impedisce di camminare per 10/15 minuti, arrivare alla chiesa più vicina e farlo. In più, quando i religiosi indossano i simboli dei manifestanti (in questo caso, camminano con le bandiere bianco-rosso-bianco), loro stessi dimostrano che non stanno tanto svolgendo delle funzioni pastorali in quanto partecipanti alle proteste, quindi hanno la stessa responsabilità difronte alla legge degli altri manifestanti. Sebbene, come approfondiremo dopo, anche a questi religiosi non basta una semplice partecipazione, e in alcuni casi hanno già la funzione di leader locali.
Esaminiamo tutti questi casi nel merito.
L’11 agosto è apparsa una foto nella cui didascalia si diceva che i preti cattolici erano tra i manifestanti, non solo per proteggerli dalla violenza ma per attuare la protesta: quando gli OMON hanno chiesto senza fare uso della violenza di fermare la manifestazione non autorizzata, i religiosi si sono rifiutati, rendendosi conto che era una provocazione sfacciata e che, se la violenza venisse usata contro i preti, avrebbe provocato un’ondata di indignazione nella società.
Per scaldare gli animi dei manifestanti, il 12 agosto il vescovo della Chiesa Cattolica romana Oleg Butkevich ha fatto una dichiarazione, parlando contro la violenza, e ha subito dichiarato che nelle elezioni presidenziali “il conteggio dei voti non era molto corretto”, il che, ovviamente, ha sostenuto il tono della protesta tra i manifestanti.
A Lida il 12 agosto si è svolta una protesta vicino una chiesa cattolica con la partecipazione dei preti.
Il 13 agosto ecco la situazione a Vitebsk: all’inizio, si è tenuta una manifestazione vicino alla chiesta con canti e preghiere, i religiosi hanno distribuito palloncini bianchi e poi, quando sono arrivate le forze di sicurezza, i preti hanno immediatamente nascosto tutti nell’edificio religioso.
E a Maladzyechna: di nuovo, proteste dei fedeli vicino la chiesa.
I religiosi hanno sostenuto i manifestanti in diverse località.
Il 14 agosto è apparso un messaggio sulla pagina ufficiale della Chiesa Greco-cattolica ucraina, che ha pubblicato le foto dei manifestanti e una dichiarazione secondo cui il capo degli Uniati sostiene il popolo della Bielorussia.
Lo stesso giorno, si è svolta una protesta a Lida. E questa azione è stata guidata dai religiosi uniati e cattolico-romani. Il video, che è stato girato in diretta da Andrey Buynich, prete della Chiesa Greco-cattolica ucraina, ha messo in evidenza che prima sono arrivati i preti e poi i credenti.
Il 16 agosto la Conferenza episcopale cattolica ucraina sotto la leadership del vescovo polacco Mieczysław Mokrzycki “ha espresso parole di sostegno e di unità di preghiera per il popolo bielorusso”[in ucraino].
Il 16 agosto a Lida i manifestanti all’inizio di sono radunati direttamente vicino alla chiesa cattolica (la Chiesa dell’Esaltazione della Santa Croce) e poi la folla si è spostata in città, di nuovo guidata da alcuni religiosi. Va notato che vicino alla chiesa sono state espresse anche delle richieste: il licenziamento di un numero significativo di ministri, dopo di che un altro presentatore ha detto che era necessario dare il via a uno sciopero.
Ovviamente, molti religiosi si sono uniti alle azioni di protesta del weekend.
Per esempio, a Polotsk, un prete uniate con una famiglia e i simboli bianco-rosso-bianco.
Qui sotto c’è una foto in cui si vede che nello stesso giorno questo prete ha guidato una colonna di manifestanti insieme al prete cattolico-romano Vyacheslav Barok. Naturalmente, è stata presentata come una processione di preghiera per la Bielorussia, ma il religioso ha detto al pubblico che è in corso una lotta tra il bene e il male, una sorta di apocalisse bielorussa, che le elezioni sono state truccate, ecc. Cioè, sotto forma di preghiere, hanno fatto una coerente propaganda politica, manipolando a tale scopo i sentimenti religiosi dei credenti.
E’ interessante notare che nel 2017 Barok ha parlato di rivoluzione e di trasferimento del potere nel Paese.
A Minsk, il Segretario stampa della Conferenza episcopale cattolica bielorussa, Yury Sanko.
Anche molti preti ordinari, rappresentanti dell’ordine dei Gesuiti e di altri ordini monastici, hanno preso parte alle proteste.
Allo stesso tempo, per evitare che questa violenta attività dei Cattolici fosse evidente, hanno tenuto diverse preghiere ecumeniche. Sono anche riusciti in parte a coinvolgere gli Ortodossi nelle loro attività. Per esempio, a Grodno, città situata al confine con la Polonia e caratterizzata da crescenti sentimenti nazionalisti e russofobici, anche un vescovo ortodosso ha parlato in favore dei manifestanti. Anche se, a quanto sembra, al di fuori della diocesi di Grodno, questi sentimenti tra gli Ortodossi sono rari. E non perché i preti non siano simpatizzanti dei manifestanti o delle forze dell’ordine ferite durante gli scontri, è solo perché partecipare a movimenti di protesta è solitamente estraneo alla mentalità del clero ortodosso.
Ovviamente, sotto tutta questa attività dei manifestanti ci sono già giustificazioni ideologiche nell’ambito dell’ambiente cattolico. Vi ricordate come il clero della Chiesa Cattolica ha battezzato Maidan nel 2013? “Rivoluzione della dignità”. Allo stesso tempo, hanno pronunciato molte frasi dicendo che questo non è un colpo di Stato ma una lotta per i valori, la libertà e la dignità umana. Tutti questi concetti sono stati messi in circolazione fin dal primo giorno delle proteste in Bielorussia. Per esempio, i monaci cappuccini parlano delle proteste nel contesto delle conversazioni sulla dignità.
Ovviamente, di tutto questo parlare di dignità e pace sorprende solo la profondità del cinismo, dell’inganno e della manipolazione da parte dei predicatori del Vangelo, in cui si legge che Satana è il padre delle bugie. Dopotutto, tutti sanno che dal primo giorno delle proteste, i manifestanti sono stati aggressivi verso le forze di sicurezza: hanno lanciato pietre e bastoni ai poliziotti e li hanno investiti con le macchine. Il video pubblicato dall’Ufficio Stampa del Ministero degli Interni bielorusso mostra solo una piccola parte di ciò che è accaduto nelle strade della Bielorussia.
Ovviamente, le forze di sicurezza chiamano queste persone criminali, mentre l’opposizione cerca di dire che sono tutti prigionieri politici teneri e candidi. Allo stesso tempo, alcuni dei detenuti provocano una reazione piuttosto naturale. Per esempio, l’ufficio stampa del Ministero dell’Interno bielorusso ha pubblicato un video di un detenuto nel cui telefono c’erano dei messaggi prima della protesta. In questi messaggi era indicato che lui aveva partecipato alla Maidan in Ucraina e che era pronto a stare in prima linea se necessario. Il Ministero dell’Interno ha diffuso delle foto di questo video che mostrano la partecipazione di quest’uomo al Maidan in Ucraina e nelle proteste in Bielorussia, in cui lui era davvero in prima linea tra i manifestanti in atteggiamento aggressivo. E poi nello stesso video c’è una foto insieme a Mariya Kolesnikova, la coordinatrice dello staff dello stesso Viktor Babariko, al cui supporto ha lavorato Tkachuk come promotore dell’azione “Un cattolico non falsifica”. Non è meno interessante che questa persona indichi nei messaggi che lui conosce personalmente Pavel Severinets, un oppositore che fa parte dell’ambiente cattolico.
La polizia naturalmente pubblica questi video non solo per far capire ai comuni cittadini che le proteste non avevano tutte pacifiche intenzioni ma anche per condannare nei confronti dei rappresentanti stessi dell’opposizione il radicalismo di alcuni partecipanti. Qual è la reazione dei religiosi cattolici a tali dichiarazioni?
In relazione alle autorità, hanno chiaramente stabilito una linea per cui non hanno bisogno di scuse o procedimenti: hanno bisogno di cambiare chi governa e reprimere i dissidenti. E tutto questo è espresso in una forma molto brutale.
Per quanto riguarda l’ultima foto, vorrei richiamare l’attenzione sul fatto che in questo caso il prete usa non solo Lukashenko ma anche la bandiera ufficiale della Bielorussia come simbolo di collegamento con il fascismo.
Inoltre, vorrei far notare che, se prima delle elezioni su internet c’erano state delle vessazioni nei confronti dei dissidenti da parte di comuni cittadini e preti, ora i rappresentanti della Chiesa Cattolica sono passati ai funzionari e alle forze di sicurezza. Per esempio, i preti condividono dei post che invitano a creare un “tribunale del popolo” contro i funzionari per, semplicemente, punirli.
Alcuni preti condividono dei post in cui vengono pubblicati gli indirizzi di casa e i numeri di telefono dei poliziotti e le accuse secondo cui sono presumibilmente coinvolti in azioni illegali, con didascalie in stile “lasciate che ognuno decida cosa farne” o “sapete cosa farne”.
Vorrei sottolineare che questo non viene fatto da un credente comune o da un estremista di strada, ma da un prete cattolico. E, ovviamente, non vengono forniti fatti concreti di coinvolgimento di queste persone in un qualche crimine. Tutto questo viene fatto, da una parte, per sviluppare odio tra i credenti verso le forze di sicurezza e, dall’altra, è un incitamento specifico per terrorizzare queste persone e i loro famigliari. In aggiunta, quando nei commenti gli viene chiesto a quale scopo lo fa, questo religioso parla di un tribunale e che la presunta violenza manifestata da dei singoli delle forze di sicurezza giustifica le sue azioni. Gli è stato fatto notare che, di fatto, la colpa di queste persone non è stata provata e che lui non si occupa di convocare un tribunale ma di istigare il linciaggio.
Altri post fatti dallo stesso religioso mostrano, infatti, chiaramente che lui agisce come istigatore di azioni illegali.
Altri religiosi agiscono con lo stesso spirito di propaganda dell’odio.
E’ interessante notare che, secondo la sua pagina Facebook, Aleksandr Gelogayev lavori per la principale fonte cattolica della Bielorussia, cioè “catholic.by”.
E non si sta solo incontrando con la leadership cattolica.
Gelogayev è conosciuto per il fatto che molte delle sue pubblicazioni e iniziative siano percepite come tentativi di riscrittura della storia, in cui la riabilitazione del Nazismo viene compiuta nell’ambito del quadro della russofobia. Questo è stato scritto esplicitamente in molti articoli sia in Bielorussia che all’estero. E’ interessante notare che sul sito “Belsat TV”, che opera in Polonia e i cui impiegati sono direttamente collegati con il coordinamento delle proteste in Bielorussia, è possibile trovare [in russo] molte pubblicazioni di Gelogayev.
E’ anche molto interessante che sulla sua pagina Gelogayev invochi un governo locale, nel tentativo di minare il Governo centrale di fronte alla proteste.
In tutti questi casi va notato che molti religiosi della Chiesa Cattolica romana sono polacchi. E i preti della Chiesa Uniate in Bielorussia ricevono il sacerdozio in Ucraina dalle gerarchie della Chiesa Greco-cattolica ucraina e che spesso ricevono la loro istruzione in Polonia. E’ esattamente la situazione che si è verificata con il prete Andrey Buynich citato prima, che ha fatto un appello pubblico ai Polacchi in aiuto alle proteste.
Per quanto riguarda l’Ucraina, un numero enorme di preti, alti prelati e attivisti dalla Chiesa Cattolica romana e della Chiesa Greco-cattolica ucraina sono coinvolti nelle azioni all’estero a supporto dei manifestanti bielorussi. Ma qualche volta si arriva persino al punto che delle organizzazioni ucraine agiscano da organizzatrici di queste azioni.
A loro volta, i religiosi ucraini non nascondono nemmeno le loro convinzioni. Per esempio, il direttore del sito cattolico “Credo”, Nikolay Myshovsky, che ha attivamente partecipato alla Maidan del 2013, scrive che si schiera in solidarietà con i Bielorussi e spera che non si dissolva quel fervore.
Ma è importante farsi una domanda: che cos’altro possono offrire la Chiesa Cattolica romana e la Chiesa Greco-cattolica ucraina ai manifestanti in Bielorussia oltre a preghiere e propaganda?
E qui, infatti, non è tutto così semplice come si potrebbe pensare. Il fatto è che entrambe le strutture hanno giocato un ruolo chiave nel rovesciamento del governo di Yanukovych nel 2013/2014. Sono i preti della Chiesa Greco-cattolica ucraina a essere i confessori dei radicali dell’organizzazione “Tribuz” di Stepan Bandera. Sono diventati il cuore di “Settore Destro”, l’organizzazione che ha combattuto contro le forze di sicurezza durante Maidan. Allo stesso tempo, i membri di Trizub collaborano attivamente da decenni con la Chiesa Greco-cattolica ucraina. Sono loro che ogni anno organizzano la sicurezza degli eventi di massa nel territorio del complesso di Zarvanytsya della Chiesa Uniate.
Va anche sottolineato che un mese prima dell’inizio della Maidan, il prete uniate Petr Burak ha fatto un appello ai radicali di Tribuz per prendere il potere nel Paese con le armi in pugno, cosa che successivamente hanno cominciato a fare.
A quanto pare, l’uso di estremisti dall’Ucraina e da altri Paesi non è una narrativa lontana dalla realtà. Dopo che gli estremisti sono stati sostituiti nelle piazze e nelle strade della Bielorussia da manifestanti pacifici che si vestono in maniera evidente di bianco e camminano con palloncini e fiori, si è affievolita la miccia delle proteste. Durante l’ultima grande manifestazione a Minsk, ci sono stati poco più di 100.000 partecipanti, malgrado il fatto che la popolazione di Minsk sia quasi di 2 milioni di persone. Quindi, meno del 5% della popolazione ha partecipato alla protesta, mentre i leader dell’opposizione stanno tentando di convincere tutti che quasi tutti hanno votato per la Tikhanovskaya [in inglese].
A causa del fatto che i partecipanti si sono rifiutati di andare al lavoro, ecc. molti di loro saranno presto costretti dalla crisi finanziaria o dalla pressione dei parenti a tornare a lavorare e abbandonare le proteste. Ciò significa che se non ci sono ulteriori provocazioni, il movimento di protesta diventerà più piccolo e marginale. In vista di questo, le persone che lavorano con la protesta di massa dalla Polonia stanno già segnalando che probabilmente le proteste si trasformeranno in un confronto violento, ed è necessario prepararsi a questo proprio ora. Questo tipo di messaggio è stato postato, per esempio, il 19 agosto da Natalya Radina, direttore di “Carta 97” [in inglese], una fonte di informazione di opposizione che lavora dalla Polonia per il pubblico bielorusso.
Contemporaneamente, la Radina osserva che nella stessa Bielorussia, i manifestanti stanno chiedendo la legalizzazione del sito “Carta 97”.
In quest’ottica, si sollevano molte domande per il fatto che immediatamente prima delle elezioni in Bielorussia i servizi speciali ucraini (e di fatto, probabilmente americani) abbiano orchestrato la situazione con i mercenari detenuti provenienti dalla Federazione Russa. La domanda che sorge riguarda gli obiettivi. La prima e più semplice risposta è ovviamente: volevano rovinare le relazioni tra Russia e Bielorussia. Ma vale la pena di considerare che in alcuni Paesi durante le proteste, Washington e il Vaticano hanno collaborato strettamente (come in Brasile, Ucraina e nelle proteste di Hong Kong). Per esempio, in Brasile papa Francesco ha personalmente incoraggiato i giovani a scendere nelle strade. Nel suo discorso Francesco ha detto: “Mi perdonino i vescovi e i preti se gli causo dei problemi, ma questo è il mio consiglio”. Subito dopo questa dichiarazione fatta da Francesco, i vescovi del Brasile si sono pubblicamente allineati ai manifestanti, come hanno scritto molti siti cattolici.
Contemporaneamente la NSA stava intercettando dei funzionari brasiliani per fare pressione su di loro durante le proteste. Quando si è scoperto, il Presidente del Brasile ha denunciato questa sfacciata interferenza negli affari brasiliani da parte dei servizi di intelligence americani.
Dato tutto questo, e se consideriamo che anche molti Ucraini dicono che gli stessi servizi speciali ucraini non avrebbero pensato ad una tale provocazione, e che probabilmente sono stati aiutati dagli Americani, allora la domanda degli obiettivi sorge spontanea. Non escludo che inizialmente si pensasse di introdurre nel territorio bielorusso un paio di centinaia di militanti dall’Ucraina e dalla Polonia, che avrebbero commesso dei sabotaggi e degli attacchi terroristici, e di attribuire tutta questa storia a dei presunti mercenari russi che dovevano prendere parte al rovesciamento di Lukashenko. Siamo d’accordo: questa è una storia molto conveniente per coprire le attività degli estremisti.
In queste circostanze, il 19 agosto, il Presidente della Bielorussia Aleksander Lukashenko ha ordinato di rafforzare i confini. E’ ovvio che questa non è stata una decisione inutile, dato che è molto probabile che sia gli estremisti di estrema destra che i rappresentanti di organizzazioni radicali polacche possono entrare in Bielorussia attraverso Ucraina, Polonia, Lettonia e Lituania, con l’intento di partecipare a varie azioni illegali. Sebbene, visto che l’operazione speciale con i mercenari russi sia stata sviluppata molto prima delle elezioni, io non escluda la possibilità che anche i militanti dall’Ucraina e dalla Polonia siano stati portati prima e non si siano semplicemente fatti vedere fino ad un certo momento, una volta ricevuto il segnale giusto.
Guardando tutta questa attività dei Cattolici nel tentativo di attuare un’altra Maidan, così come a ciò a cui hanno portato l’Ucraina con la loro Maidan, uno non può non ricordare le parole del Nuovo Testamento:
“(1) Da che cosa derivano le guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre passioni che combattono nelle vostre membra? (2) Bramate e non riuscite a possedere e uccidete; invidiate e non riuscite ad ottenere, combattete e fate guerra! Non avete perché non chiedete; (3) chiedete e non ottenete perché chiedete male, per spendere per i vostri piaceri. (4) Gente infedele! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio” (Giacomo 4: 1-4)
Non è questa la fonte della cattiveria, della meschinità, della violenza e del cinismo del clero cattolico, il fatto che si stanno battendo non per l’auto-miglioramento in Dio ma per giochi politici, per prendere il potere secolare, per cercare di dominare e sopprimere il dissenso?
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Articolo di Aleksandr Voznesensky pubblicato su Stalker Zone il 22 agosto 2020
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per Saker Italia.
[I commenti in questo formato sono del traduttore]
Chiesa cattolica ormai è una ONG, e tutto fa per liberarsi da vincoli e caratteri spirituali che sente come anacronistici e d’impaccio alla libertà di caduta ebbra e felice nel sentimentalismo liberale esaltato che ha sostituito la religione.
Ma il sentimentalismo emotivo è negazione della spiritualità in quanto esaltazione della corporeità sensibile.
Il sentimentalismo caritatevole di moda oggi (immigrati, ad es.) è ciò contro il quale Gesù mette in guardia quando domandando i discepoli “Signore come fare a capire se un’opera apparentemente buona viene dal Padre e non dal Maligno?” risponde: “guardate i frutti”. Se l’opera apparentemente buona fa frutti cattivi è opera del Maligno.
S. Giacomo nella lettera apostolica – degli Apostoli (la Chiesa è Apostolica!) spiega meglio le parole di Gesù, e le spiega senza se e senza ma… quando poi vado a parlare con il parroco che fa comizi politici e non omelie, mi sento rispondere: vada a a dirlo al Vescovo. (Nel senso beffardo!).
Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana?
No.
Chiesa Mondialista, Liberal-Sentimentale, Americana.
Articolo tristissimo, come tristissima ogni giorno è ogni notizia da Francesco, sulla Chiesa, dalla Chiesa.
la chiesa cattolica è sempre stata così,hanno creato il terreno per distruggere i popoli autoctoni americani,idem in africa,creato guerre e rivoluzioni in lungo e in largo………possono solo peggiorare.
–,bisogna essere realisti: la Chiesa cattolica romana e le sue dipendenze nel Mondo sono e saranno sempre corrotte dalla realtà secolare della civilizzazione in cui esse sono inserite.
La Chiesa cattolica, nei paesi dell’URSS, fu antigovernativa e continua ad esserlo oggi; in quel tempo rivendicava il suo ruolo della Spiritualità trascendente contro il materialismo marxista e liberale ,oggi lavora come una ONG asservita al materialismo di marca occidentale.
Insomma, la Chiesa ed il clero ,maggiore e minore, hanno rinnegato la loro storia bimillenaria e sono diventati oggettivamente ed operativamente uno strumento per realizzare il Nuovo/Vecchio Ordine Mondiale.
“la religione è l’oppio dei popoli” … alla fine i conti tornano sempre!