Questa settimana la Cina ha dato un duro avvertimento alla Gran Bretagna: ogni manovra navale condotta insieme gli Stati Uniti nelle vicinanze dei suoi territori rivendicati del Mar Cinese Meridionale, riceverà una risposta militare.

Pechino ha ulteriormente criticato Londra, dicendole di abbandonare il suo “atteggiamento colonialista” verso Hong Kong. Ma la leva decisiva è stata ricordare causticamente all’Inghilterra che se vuole continuare a commerciare con la Cina, allora è meglio che pensi a come comportarsi.

Vista la crescente crisi per la Brexit e le incerte prospettive economiche dopo che la Gran Bretagna lascerà l’Unione Europea, il governo britannico avrà bisogno di ogni opportunità economica che può trovare nel mondo. Mantenere buoni rapporti con la Cina, la seconda più grande economia domestica al mondo, sarà quindi cruciale per la sopravvivenza inglese post-Brexit.

Da quando è entrato in carica a luglio, il primo ministro Boris Johnson ha ben presto parlato di una futura età dell’oro delle relazioni commerciali bilaterali con Pechino. Ha espresso interesse nella Nuova Via della Seta cinese per il commercio mondiale, e ha anche osato irritare il presidente americano Donald Trump, chiedendo [in inglese] la fine della guerra commerciale e tariffaria con Pechino, dicendo implicitamente che la politica del gioco duro della Casa Bianca è sbagliata.

Ma qui sta il difficile equilibrio per la Gran Bretagna. Nel tentativo di ingraziarsi sia Washington che Pechino per futuri accordi commerciali, Londra è incappata in una scomoda contraddizione. Per fare quanto chiede Washington, la Gran Bretagna sarà obbligata ad unire le forze a sostegno dell’aggressione contro la Cina.

Questa settimana la Cina ha anticipato questo sviluppo, dicendo senza mezzi termini all’Inghilterra che non può permettersi di inimicarsi Pechino senza rinunciare a futuri commerci e investimenti. In sintesi, Londra deve prendere una decisione: vuole la guerra, o pace e prosperità con Pechino?

Il rimprovero da parte di Pechino seguiva la visita a Londra della scorsa settimana da parte del Segretario di Stato americano Mike Esper. Durante un discorso ben orchestrato, Esper ha fatto appello [in inglese] alla Gran Bretagna e agli Stati europei affinché si impegnino nel fronteggiare Cina e Russia, accusate di porsi come aggressori.

Ignorando apparentemente l’assurda ipocrisia delle sue parole, Esper ha affermato che: “E’ sempre più chiaro che Russia e Cina vogliono distruggere l’ordine internazionale acquisendo un diritto di veto sulle decisioni economiche, diplomatiche e di sicurezza delle altre nazioni”.

E’ stato anche proposto che le navi da guerra britanniche si uniscano alla forze americane nelle pattuglie a tutela della cosiddetta “libertà di navigazione” nel Mar Cinese Meridionale. La super portaerei varata recentemente, la Queen Elizabeth, è progettata per ospitare fino a 70 caccia F-35 americani. La tentazione per Londra sarà quella di rispondere all’entusiasmante chiamata di Esper per la necessità di assecondare Washington per futuri favori commerciali.

L’ambasciatore cinese in Gran Bretagna, Liu Xiaoming, ha dichiarato ai media che se la Gran Bretagna si avventurerà in tali missioni nelle vicinanze delle isole rivendicate come territorio cinese, specialmente se i Britannici saranno visti collaborare con gli Americani, questo sarà visto come atteggiamento “ostile”. Il diplomatico ha affermato che un tale sviluppo riceverà una risposta militare.

Ha avvertito Londra di non fare il “lavoro sporco” dell’America, e ha respinto seccamente le affermazioni in merito alle preoccupazioni sulla “libertà di navigazione”, come cinico pretesto di provocazione.

L’ambasciatore Liu ha detto: “Il Mar Cinese Meridionale è un vasto oceano con una superficie di 3 milioni di metri quadrati. Non abbiamo obiezioni che le persone vi navighino, ma non devono entrare nelle acque territoriali cinesi, entro le dodici miglia nautiche. Se non si fa, non ci sono problemi. Il Mar Cinese Meridionale è abbastanza ampio da permettere la libera navigazione del trasporto marittimo”.

Il general maggiore Su Guanghui, l’addetto militare cinese a Londra, ha dichiarato che il suo paese continuerà ad avere un atteggiamento aggressivo verso quelle che considera essere delle incursioni nei propri territori: “Se gli Stati Uniti e la Gran Bretagna uniscono le loro forze per sfidare o violare la sovranità e l’integrità territoriale della Cina, sarebbe un’azione ostile”.

Lo scorso anno, gli Inglesi hanno inviato la nave da guerra HMS Albion nel Mar Cinese Meridionale, vicino al territorio rivendicato dalla Cina, azione che ha portato ad uno scontro navale e alla rottura delle relazioni bilaterali. Quella manovra era sotto la supervisione dell’ex segretario della difesa Gavin Williamson, che era solito usare una retorica bellicosa nel descrivere la Cina (e la Russia) come minacce globali.

L’ambasciatore cinese in Gran Bretagna ha dichiarato categoricamente che gli Inglesi non possono ripetere tale condotta navale nelle vicinanze dei territori rivendicati dalla Cina. Il tono era del tipo “non pensateci nemmeno”.

Ciò nondimeno, il diplomatico ha detto che la Cina vuole sviluppare relazioni di cooperazione con la Gran Bretagna per dare impulso al commercio e agli investimenti. Ha affermato che l’Inghilterra si perderebbe moltissimo dello sviluppo delle nuove infrastrutture di telecomunicazione se fosse abbandonata, su pressione americana, la proposta di partnership con il colosso cinese di telecomunicazioni Huawei.

Così, la Gran Bretagna ha davvero una scelta facile. Può sia continuare a servire Washington come un tirapiedi offendendo i diritti di sovranità della Cina, oppure Londra può aprire gli occhi e abbandonare le sue pretese da diplomazia delle cannoniere di epoca coloniale. Questo significa trattare Pechino con il rispetto base coerente con il diritto internazionale.

Sembra che siano finiti i giorni dei sotterfugi britannici e delle aggressioni per conto dello Zio Sam. E’ totalmente inaccettabile per tale presunto privilegio esercitare un’aggressione senza pagarne le conseguenze. Ed è particolarmente impraticabile ora che la Gran Bretagna post-Brexit si sta preparando ad andare in giro per il mondo con una ciotola e mendicare accordi commerciali.

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Articolo di Finian Cunningham pubblicato su Information Clearing House il 15 settembre 2019
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per Saker Italia.

[I commenti in questo formato sono del traduttore]

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