L’evento definitivo per gli Stati Uniti
Non c’è alcun dubbio che il falso attentato dell’11 Settembre (fatto ora ammesso [in inglese] per implicazione diretta anche dal NIST, il National Institute of Standards and Technology) è stato uno spartiacque, un evento cardine della nostra storia. Mentre milioni (o forse miliardi) di persone guardavano con orrore le Torri Ggemelle che bruciavano, un piccolo gruppo di agenti del Mossad stava lì vicino e saltava di gioia. Perché esattamente lo stavano facendo questi israeliani? Questa spontanea espressione di euforia era molto di più che il gioire delle disgrazie altrui? Considerando che questi tre israeliani esultanti erano soltanto [in inglese] la punta di un iceberg molto più grande, possiamo stare tranquilli che c’erano molte più persone che quel giorno saltavano di gioia, soprattutto in Israele.
Perché questi agenti del Mossad erano così felici? La risposta è ovvia, perché l’11 Settembre ha messo i seguenti pensieri al centro delle preoccupazioni di gran parte degli Americani:
- Siamo sotto attacco e in grave ed imminente pericolo
- L’Islam vuole distruggere il nostro modo di vivere
- Quelli che hanno causato l’attacco dell’11 Settembre vogliono anche distruggere Israele
- Dobbiamo chiedere a Israele di condividere la loro “esperienza” nella gestione del terrorismo islamico
- Leggi draconiane e nuovi poteri alla polizia devono essere approvati per proteggerci da omicidi di massa
- Se non stai con noi, allora stai con i terroristi
Nel 1992, circa dieci anni prima l’11 Settembre, Francis Fukuyama ci aveva spiegato che la Storia stessa stava per finire, mentre Samuel P. Huntington nel 1996 ci spiegava che stavamo assistendo ad uno “scontro di civiltà”. Questo tipo di ricerca accademica ha creato il perfetto sfondo per una percezione già piuttosto inquietante del venturo Anno 2000. Nel 2001, quando si è scatenato l’inferno, il grande pubblico era già ben preparato (esattamente come le élite anglosioniste, che avevano già preparato il gigantesco “Patriot Act” molto prima che crollassero le Torri Gemelle).
L’11 Settembre è stato il culmine di una serie di significativi sforzi di preparazione, ma anche il fattore scatenante di un decennio e oltre di guerre.
Tuttavia, tutto questo immenso sforzo di plasmare le percezioni dell’Occidente non è stato sufficiente per inculcare nelle persone un sufficiente atteggiamento mentale isterico, nonostante i migliori sforzi dei media sionisti allineati nello spiegarci che Bin Laden aveva deciso che “noi” eravamo i prossimi per un qualche tipo di orribile (e possibilmente nucleare) attacco terroristico. Negli Stati Uniti i continui spauracchi agitati dai media sionisti hanno indotto l’ideale panico isterico, mentre nel resto del mondo le cose non andavano altrettanto bene. Specialmente in Europa, che era vitalmente necessaria come foglia di fico per fingere che la guerra al terrorismo non era solo una faccenda di Stati Uniti e Israele ma che, là fuori, c’era un’ampia “coalizione di volenterosi”, composta dai migliori e brillanti paesi). Era necessario qualcos’altro di più grande e migliore e, ovviamente, è stato trovato: un esodo di massa di emigranti poco istruiti, la maggior parte dei quali provenienti dai paesi musulmani.
Mentre si stava esaurendo la (totalmente finta e quindi totalmente perdente) guerra al terrorismo, gli anglosionisti hanno rivolto il loro sguardo verso la Libia e il suo leader, il Colonnello Muammar Gheddafi. Egli aveva avvertito che se l’Europa non fosse stata disposta a pagare la Libia per contenere molti milioni di rifugiati africani, una catastrofe ben maggiore si sarebbe verificata. Aveva spiegato [in inglese] che “Domani l’Europa non sarebbe più stata europea, e anche nera, poiché c’erano milioni di persone che ci volevano andare”; “non sappiamo che cosa succederà, quale sarà la reazione degli Europei bianchi e cristiani di fronte a questo afflusso di africani affamati e ignoranti” e “non sappiamo se l’Europa rimarrà un continente unito e moderno o se sarà distrutta, com’è successo con le invasioni dei barbari”.
Gli anglo-sionisti avevano sentito questo messaggio forte e chiaro, e hanno proceduto immediatamente (e illegalmente!) a rovesciare e a uccidere brutalmente Gheddafi (non è ancora chiaro quanti Israeliani saltavano di gioia il giorno in cui il Colonnello Gheddafi fu ucciso). Quasi esattamente dieci anni dopo l’11 Settembre i sionisti hanno avuto finalmente il loro “evento catastrofico e catalizzante, come una nuova Pearl Harbor” ma questa volta la vittima era l’intero continente europeo.
L’evento definitivo dell’Europa
L’effetto di ciò che si può definire solamente come una “invasione” di emigranti, è stato perlomeno enorme. Anche prima che cominciasse questa ultima invasione, l’Europa aveva già subito molte negative conseguenze dalle precedenti ondate migratorie (rumeni, zingari, albanesi, tunisini, marocchini, algerini, sub-sahariani, turchi, tamil, curdi, i sudamericani durante gli anni del terrore sponsorizzati dagli USA nell’America Latina, ecc.), e prima di loro ci sono stati gli spagnoli, i portoghesi e gli italiani (che, almeno, si sono adattati perfettamente al loro nuovo luogo di residenza). Ma quella nuova ondata è stata molto più grande e molto più pericolosa di ogni altra ondata precedente. Si è creata un’enorme e massiccia crisi migratoria in gran parte dei paesi europei.
Riuscite ad immaginare che cos’hanno provato gli europei? Ecco cosa:
- Siamo sotto attacco e in grave pericolo imminente
- L’Islam vuole distruggere il nostro modo di vivere
- Quelli che hanno fatto l’attentato di Charlie Hebdo e gli altri in Europa vogliono distruggere anche Israele
- Dobbiamo chiedere ad Israele di condividere la loro “esperienza” nella gestione del terrorismo islamico
- Leggi draconiane e nuovi poteri alla polizia devono essere approvati per proteggerci da omicidi di masso
- Se non stai con noi, allora stai con i terroristi
Vi suona familiare?
Se sì, è perché è così.
In termini di metodi e mezzi, l’11 Settembre e l’invasione dell’Europa da parte di orde di emigranti non potrebbero essere più diversi. Ma in termini di risultati sono stati molto simili.
Russi e musulmani: di chi hai più paura?
L’elezione di Trump è stata un qualcosa di totalmente inaspettato per gli anglosionisti (e anche per lo stesso Trump!) che ha preso tutti completamente alla sprovvista. Nella loro tipicamente infinita arroganza, i neoconservatori erano maledettamente sicuri che Hillary avrebbe vinto, e che gli sarebbero stati lasciati il controllo totale degli Stati Uniti, ma il popolo americano ha deciso di fargli vedere un grande e collettivo dito medio, e hanno votato per il candidato ”impensabile” e “impossibile”.
E siccome i neoconservatori non potevano incolpare Bin Laden o al Qaeda della vittoria di Trump, se ne sono subito usciti con la bufala della “interferenza russa” che aveva l’ulteriore effetto collaterale di giustificare una spesa maggiore per una guerra contro una davvero reale e potente Russia, invece di una guerra contro una piuttosto nebulosa Al-Qaeda. Il fatto che la Russia non avesse alcuna ragione di attaccare nessuno, tanto meno gli Stati Uniti, qui non faceva alcuna differenza. Tutto quello che serviva “provare” (secondo il “molto probabile” “standard di prove del caso Skripal”) era la terribile minaccia rappresentata dai Russi, tanto da inventare l’assolutamente ridicola operazione sotto falsa bandiera del caso Skripal, combinato con alcuni immaginari attacchi chimici da parte dell’”animale Assad”.
Naturalmente, quando gli Stati Uniti hanno subìto il loro ultimo fiasco in Siria, i neoconservatori potevano incolpare anche la Russia. Come si suol dire: “una mano lava l’altra”. Inizialmente, l’uomo nero russo poteva anche più di quello musulmano, ma poi, con Putin e la Russia che si sono rifiutati categoricamente di abboccare alle esche che gli sono state lanciate, la minaccia “islamica” è diventata di nuovo la più attraente. Dopo tutto, i russi sono (per la gran parte) bianchi e (per la gran parte) cristiani, quindi non fanno così paura. Ma i musulmani? Chiedete a un tipico occidentale che cosa sa dell’Islam e sentirete una lunga lista di cose cattive, alcune basate sulla realtà, altre completamente immaginarie. Inoltre, il mondo musulmano è così grande e diverso che è facile trovare delle cose orribili a riguardo, anche reali [in inglese]. La bugia qui è principalmente un’omissione. In particolare, due cose non vengono mai dette:
- Il takfirismo è una minoranza dell’Islam e, molto prima di uccidere tutti gli “infedeli” e i “cristiani”, i takfiri vogliono come prima cosa uccidere tutti quanti i musulmani (la stragrande maggioranza) che osano disobbedire alla loro interpretazione dell’Islam.
- Tutti i gruppi terroristi takfiri sono federati, organizzati, finanziati, addestrati e anche protetti dall’impero anglosionista (come, di recente, si è visto molte volte in Siria, quando gli Stati Uniti hanno protetto, trasportato, curato, rifornito e anche coordinato i vari affiliati di Al-Qaeda in Siria). E’ stato così anche in Cecenia, Croazia, Bosnia e Kosovo.
Quest’ultimo punto è così importante che lo ripeterò di nuovo: nella misura in cui esiste una “minaccia islamica” per l’Occidente, questa è una “minaccia” completamente e totalmente creata e controllata dai leader dell’impero anglosionista. Volete la prova? Ce ne sono molte, ma la mia preferita sono i passaporti che sono stati trovati accanto alle rovine fumanti delle Torri Gemelle, o i passaporti lasciati in macchina proprio prima l’attentato a Charlie Hebdo. Com’è carino da parte dei “terroristi islamici” avere la certezza che vengano identificati velocemente e “con certezza”. C’è anche il fatto “minore” che tutti quei “terroristi islamici” abbiano apparentemente legami con i servizi di sicurezza occidentali (diamine, alcuni hanno anche viaggiato in Israele!). Per quanto riguarda lo stile di vita di questi “terroristi islamici”, sono tutt’altro che musulmani (cosa che i media sionisti e vari “esperti” sionisti spiegano sempre come parte di una “tattica ingannevole” per non farsi notare, malgrado il fatto che ognuno di questi cosiddetti “terroristi islamici” sia stato, certamente, non solo “notato” ma anche attivamente “trattato” dai servizi di sicurezza occidentali).

L’Idra del XXI secolo
La reale natura della minaccia affrontata dall’umanità è piuttosto ben illustrata da questa immagine che ho trovato non so dove su internet. Non siete convinti? Provate questo esperimento mentale. Per alcuni minuti pensate semplicemente che wahhabismo=imperialismo=sionismo, quindi vedete se il mondo in cui viviamo ha senso per voi. Successivamente, supponete che il wahhabismo sia sui generis, che l’imperialismo sia qualcosa di cui sono colpevoli i fastidiosi russi e che il sionismo sia assolutamente meraviglioso. Ora vedete se il mondo in cui viviamo ha senso per voi.
A meno che non abbiate delle serie disabilità, credo che il modello corretto sia piuttosto ovvio.
Certamente, come tutti gli slogan o le scorciatoie concettuali, wahhabismo=imperialismo=sionismo semplifica in maniera grossolana una realtà molto più complessa, e prende alcune “scorciatoie” intellettuali. Ma fondamentalmente è una cruda, ma fondamentalmente corretta, interpretazione del mondo in cui viviamo. La sola cosa che aggiungerei alla fine di questa lista è =terrorismo.
Allora, che dire della Russia in tutto questo?
La Russia è evidentemente l’unico paese sul pianeta che può trasformare gli Stati Uniti in ceneri radioattive in poche ore. Ma c’è molto di più nella Russia di Putin che non la sola potenza militare. Per prima cosa, quello che può fare la Russia agli Stati Uniti, gli Stati Uniti possono farlo alla Russia. Quindi c’è un brutto, ma molto stabile, equilibrio del terrore tra i due paesi. In termini economici, l’economia della Russia (che presto [in inglese] avrà all’incirca le dimensioni di quella della Germania) è sovrastata dalla vasta economia cinese, e la Russia non è, quindi, un concorrente economico credibile. Politicamente, le cose sono un po’ più complicate: la Russia è popolare in molte nazioni in tutto il mondo, ma la maggioranza dei governi si inchinerà all’Egemone Mondiale ogni volta che lo Zio Shmuel sbatte il pugno sul tavolo, giusto? Beh, non proprio. Il caso dell’aggressione americana contro il Venezuela è interessante, poiché gli Stati Uniti non sono riusciti a far sì che alcuna legittima organizzazione regionale o globale sostenesse il tentativo di rovesciare il governo venezuelano. È vero, questo è principalmente dovuto all’incompetenza veramente fantastica dei Neoconservatori, che nel loro folle zelo non sono riusciti a scegliere qualcuno di più capace di Elliott Abrams affinché guidasse l’attacco contro il Venezuela (questa stupida scelta non vi ricorda anche il momento in cui i Neoconservatori suggerirono Henry Kissinger come capo della Commissione sull’11 Settembre? I Neoconservatori non si rendono conto di quanto siano offensivi e persino ridicoli agli occhi del resto dell’umanità…). Eppure, è piuttosto chiaro che sotto la presidenza di Donald Trump l’influenza e il potere degli Stati Uniti nel mondo sono calati modo veramente drammatico – in barba a tutto quel fare qualunque cosa “di nuovo grande”. Beh, tranne l’ego di Trump, ovviamente, che era già enorme anche prima delle elezioni). Ora sommiamo il tutto.
In termini militari, mentre la Russia ha una capacità convenzionale molto superiore, in termini di forze nucleari USA e Russia si tengono sotto controllo a vicenda, avendo la capacità di vaporizzare l’altra parte anche dopo aver subito un primo attacco (da qui la ridondanza dei sistemi d’arma nucleari). Qui abbiamo un pareggio.
In termini economici, l’economia americana fa impallidire la Russia. Vantaggio USA.
In termini politici, Trump non è troppo popolare (o credibile), ma nemmeno Putin (anche se, almeno, viene preso sul serio). Un altro pareggio, ma con un altro vantaggio per gli Stati Uniti.
Allora, qual è il grosso problema con la Russia? Sicuramente, nessuno alla Casa Bianca crede seriamente che i russi si siano infiltrati nella Convention Democratica Nazionale, che abbiano falsato le elezioni o avvelenato gli Skripal o che progettino di invadere i Paesi Baltici e la Polonia. Quel tipo di assurdità è solo il volgare [in inglese] “indottrinamento politico” per coloro che ancora prestano attenzione agli antiquati media sionisti.
No, la vera minaccia rappresentata dalla Russia è quella della civiltà.
La Russia di Putin come minaccia di civiltà
Devo chiarire perché parlo della “Russia di Putin”. La ragione di questa scelta di parole è che la Russia moderna non è la Russia degli anni ‘90 o addirittura l’Unione Sovietica. E nemmeno la Russia moderna è la stessa Russia di prima del 1917. Poi, voglio sottolineare che la Russia di Putin è un progetto, un obiettivo mobile, un potenziale parzialmente realizzato – ma non ancora un “prodotto” finito stabile (in passato ho scritto su questi temi, qui, qui e qui [tutti in italiano]). Tuttavia, possiamo vedere una serie di fenomeni molto interessanti che si svolgono in Russia.
In primo luogo, la stragrande maggioranza del popolo russo respinge la “democrazia” in stile occidentale e i suoi cosiddetti “valori”. Dopo quasi due decenni di grave violazione di ogni singola norma, l’Occidente, con la sua pretesa per secoli di difendere la sua credibilità e reputazione come fonte di ispirazione morale o politica, è ora diventato la vittima di un incidente stradale. Intendiamoci – i russi vogliono il vero potere al popolo, la vera “democrazia”, se volete, solo non quella del tipo occidentale. Vogliono la loro, unicamente russa, democrazia.
In secondo luogo, la Russia denuncia apertamente e sistematicamente l’assoluta ipocrisia dell’Impero Anglo-Sionista. Mi vengono in mente gli storici discorsi di Putin a Monaco o all’ONU.
In terzo luogo, anche la Russia è, almeno parzialmente, un paese musulmano! Non ha una maggioranza musulmana, e le usanze e le tradizioni islamiche sono per lo più mantenute solo da una minoranza di musulmani (proprio come le tradizioni cristiane sono rispettate da una maggioranza di cristiani nominalmente “Ortodossi”). Il punto qui è questo: per i russi, i musulmani non sono un tipo di “alieni spaventosi” che invaderanno il tuo villaggio e distruggeranno il tuo stile di vita. Storicamente, la Russia ha avuto relazioni terribili (comprese 12 guerre) con la Turchia, e relazioni piuttosto accidentate con altri paesi musulmani (mi viene in mente l’Iran). Ma i russi hanno anche vissuto in pace con i loro vicini musulmani per secoli, e ne sono acutamente consapevoli. Il che significa che i russi hanno uno spettro di esperienze molto più ampio con i musulmani e l’Islam, alcune di queste buone, alcune cattive e altre assolutamente orribili. Ma ciò che i russi sanno, e che li rende così enormemente diversi dalla maggior parte delle persone in Occidente, è che la convivenza pacifica con l’Islam tradizionale è possibile. Tutto dipende dal tipo specifico di musulmano con cui hai a che fare.
Infine, mentre il cristianesimo sta ancora lottando in Russia, non c’è dubbio che la maggior parte dei russi preferisca i valori tradizionali del cristianesimo al “va bene tutto” o, ancora di più, al “tutto ha il suo prezzo” che formano il nucleo “spirituale” della società materialistica post-cristiana dell’Occidente. Questo è il motivo per cui la maggior parte dei russi è chiaramente “differenziata secondo il genere” – gli uomini sembrano e si comportano come uomini, le donne sembrano e si comportano come donne, e ai vari LGBTTQQIAAP_________ [in inglese] (aggiungete altre lettere se volete, sarete più “inclusivi”) viene detto di tenere altrove le loro “parate dell’orgoglio”.
Questi sono alcuni (e ce ne sono molti altri!) motivi per cui la Russia non dovrebbe essere considerata parte dell’Europa, almeno non nel senso di civiltà. Certo, la Russia è in parte geograficamente europea, e la maggior parte dei russi ha un aspetto “bianco” (anche se quella bianchezza nasconde un’enorme diversità genetica). Alcuni osservatori particolarmente ignoranti credono che la Russia sia europea perché la Russia è cristiana. Questo trascura completamente il dettaglio “minore” che il cristianesimo latino (e poi quello riformato) aveva perso tutti i collegamenti con il resto del mondo cristiano durante gran parte del Medioevo, mentre la civiltà romana cristiana continuava ad esistere molto lontano dall’Europa barbarica, prima a Bisanzio e in seguito in Russia e in altri paesi Ortodossi.
Inoltre, l’Occidente moderno non è affatto cristiano, né latino e né riformato, è post-cristiano e, direi, anticristiano. Quindi, anche se la Russia fosse un modello di cristianesimo tradizionale, patristico, questo non influirebbe in alcun modo sulle dinamiche in Occidente, né con le varie denominazioni cristiane (che, per gli standard patristici, non possono nemmeno più chiamarsi “cristiani”) né con la stragrande maggioranza di materialisti atei/agnostici che hanno perso anche un vago senso di giusto/sbagliato o addirittura vero/falso.
Ci sono, naturalmente, milioni di russi che hanno perso le loro originali radici culturali e spirituali della Russia. Una persona del genere si chiama “вырусь” (virus) in russo. Per fortuna, molti (la maggior parte?) di loro sono emigrati (in Occidente, ovviamente) e quindi non sono molto influenti al giorno d’oggi. Ma spesso vediamo i loro commenti ostili sotto qualche articolo filo-russo o a favore di Putin. Molte di queste persone hanno intrapreso buone carriere negli anni ‘90, e sono arrabbiate con Putin per aver chiuso questa miniera d’oro. Altri odiano Putin perché sono inutili e sono stati abbandonati non appena la banda di Eltsin ha perso il potere.
È vero, le élite russe (al contrario della gente comune) sono state profondamente occidentalizzate negli ultimi 300 anni. Con Putin al potere questo è cambiato radicalmente. C’è ancora una potente quinta colonna in Russia, ma le chiavi del vero potere sono detenute da Putin e dai suoi sostenitori Sovranisti Eurasiatici nelle Forze Armate, nei servizi di sicurezza e, cosa più importante, nel pubblico in generale. E, finora, stanno tenendo duro, e anche se ci sono regolarmente alti e bassi, tutto sommato, la Russia sta facendo incredibilmente bene e sta andando nella giusta direzione. Direi persino che la loro è l’unica strada percorribile!
Allora perché le élite occidentali odiano (e temono) la Russia così tanto? Diamo un’occhiata a quale tipo di valori l’Occidente rappresenta veramente oggi.
I valori occidentali del XXI secolo non sono certo i valori di tuo nonno!
Qui dobbiamo tornare all’11 Settembre e all’invasione dell’Europa da parte di un immenso flusso di rifugiati. Questi sono solo due casi in cui il popolo occidentale si è sentito attaccato direttamente, ed è irrilevante se l’11 Settembre fosse o meno un attacco sotto falsa bandiera o se l’Impero abbia innescato la crisi dei rifugiati attaccando militarmente la Jamahiriya Araba Socialista del Popolo Libico (era il nome ufficiale della Libia).
Ciò che importa è che la gente in Occidente si sia sentita attaccata da un nemico feroce e pericoloso: l’Islam.
Ci sono stati altri “attacchi” non meno significativi al nucleo stesso dell’identità occidentale. Ad esempio, non credo che il termine “marxismo culturale” abbia *affatto* senso, ma descrive un fenomeno reale. Idem per la profusione di “minoranze” di ogni tipo, insistenti e persino aggressive, che chiedono non solo diritti uguali ma anche privilegi speciali. Negli antiquati media sionisti, si è vista una stagione di caccia apparentemente senza fine contro i bianchi, contro gli uomini, contro gli eterosessuali, contro gli anglosassoni e contro i Cristiani. Inutile dire che l’attacco ai maschi eterosessuali cristiani anglosassoni bianchi era (ed è tuttora) implacabile. Alla maggioranza delle persone in Occidente è stato detto che sono colpevoli di questa o quella storica ingiustizia o crimine, che le loro tradizioni e credenze sono malvagie e che si dovrebbero vergognare della loro identità a tutti i livelli. Certamente, ci sono stati molti capitoli orribili e apertamente disgustosi nella storia della civiltà occidentale, ma a meno che non crediate nella colpa collettiva e/o ereditaria, questo non giustifica il tipo di odio e di disprezzo che le élite (pseudo-) “liberali” esprimono costantemente contro qualsiasi cosa sia tradizionale.
Se l’elezione di Trump è stata un enorme schiaffo nei confronti dei Neoconservatori, la reazione dei Neoconservatori a questo evento è stata un enorme schiaffo massiccio al popolo americano. Quello che iniziò con il “cesto dei deplorevoli” di Hillary si trasformò presto in una lunga lista di accuse ridicole (incluse quelle ai miei preferiti: Ron Paul è il “migliore amico di Putin”, Rand Paul un “tirapiedi russo” e Tulsi Gabbard un “burattino di Putin”).
Francamente, questo tipo di attacco costante a tutto ciò che è tradizionale non è altro che un tipo di stupro mentale dell’identità culturale occidentale. Una reazione a questo tipo di assalto era inevitabile. L’unica domanda era quale forma avrebbe preso.
L’ABC del Sionismo Nazionale
Quello che il filosofo francese Alain Soral chiamava “Sionismo nazionalista” ha ormai preso forma. Ecco come lo stesso Soral descriveva questa ideologia:
Si sta diffondendo enormemente il cosiddetto Sionismo nazionalista, ovvero l’unire i nazionalisti al Sionismo. Per me, questo è fondamentalmente una contraddizione quanto accomunare i musulmani a Daesh. Sostanzialmente, in Francia, musulmano equivale prima a feccia e poi a Daesh e infine ai Palestinesi. E quindi un bravo francese, se vuole uscire dallo schifo in cui queste persone lo hanno messo, deve sostenere Israele e non deve sentirsi offeso nell’accettare lo sproporzionato potere che la comunità ebraica, rappresentata dal CRIF, ha sulla Francia, e questa è la truffa suprema. Questo è politicamente e moralmente inaccettabile ed anche strategicamente stupido. Questo è ciò che io chiamo il Sionismo nazionalista, e questo è il conflitto fondamentale di oggi. Dobbiamo rifiutare questo inganno, dobbiamo rifiutare il nazionalismo con la Kippa. E non è per questo che, all’improvviso, diventeremmo, per tornare alla tua domanda, filo-musulmani.
Dobbiamo trattare seriamente le questioni del mondo, questo per dire che l’immigrazione è molto, molto problematica oggi, e la questione musulmana discende dalla questione dell’immigrazione. (…) Non fanno assolutamente nulla contro l’immigrazione. Questa è una certezza, quindi se vogliamo contrastare l’islamizzazione della Francia, dobbiamo andare alla radice del problema ovvero risolvere il problema dell’immigrazione. Per risolvere la questione dell’immigrazione, dobbiamo recuperare il controllo politico su coloro che adesso hanno il potere e che ci hanno portato oggi fino a questo punto. Loro hanno combattuto con tutta la loro forza, con tutte le loro forze, contro i nostri confini, contro la nostra identità.
Vorrei ricordarvi che sull’ultima copertina della rivista di Elisabeth Lévy, Causeur, il titolo è “ideologia anti-Francese” ovvero che sarebbe anche in favore dell’Islam o dei musulmani. Vorrei ricordare che questo è il contrario del titolo del libro di Bernard Henri Lévy. Quindi abbiamo un Lévy che risponde ad un altro Lévy nel cui libro “L’ideologia francese” si sosteneva che il francese era intrinsecamente fascista e antisemita.
Così, in 20 anni, siamo passati dal problema dell’essere cattolici francesi, a quello dell’essere semplicemente francesi e oggi finalmente il problema sono gli immigrati musulmani. Ma quelli che hanno dichiarato guerra ai nativi francesi negli anni ‘70 e ‘80 sono gli stessi che oggi vogliono che cerchiamo di essere solidali nell’allontanare quelli che sono stati contrapposti ed educati contro di te. Perché è proprio questo il nazionalismo-Sionista, fare amicizia con le persone che sono la causa di tutti i nostri problemi e che per 2500 anni sono stati sistematicamente e ferocemente anti-nazionalisti, tranne che per la loro stessa nazione chiamata Israele. Quindi questo è chiaro.
Un altro autore francese, Youssef Hindi, ha spiegato il ruolo degli Stati Uniti in questo nuovo paradigma ideologico [in francese]:
Vediamo il ritorno dell’idea di “nazione”. L’UE è in uno stato di crisi. Una parte dell’establishment americano, in particolare Donald Trump, sta cercando di far implodere l’Unione europea. Stiamo assistendo ad una rinascita del nazionalismo negli Stati Uniti come in Russia, Gran Bretagna e anche in Italia. Sta cadendo a pezzi su tutti i lati. Quindi, la strategia è la seguente: stare sempre un passo avanti e affermare il controllo su questi nuovi patriottismi e nazionalismi europei. Pertanto, dalla prospettiva delle élite ebraiche di destra, è assolutamente essenziale mantenere il controllo su questi patriottismi e nazionalismi europei legandoli con lo Stato di Israele.
Non ho mai creduto che i capi dell’impero anglo-sionista fossero molto intelligenti, questo è un mito di Hollywood, ma in realtà sono furbi, e quando si sono resi conto che un ritorno nazionalista era inevitabile, hanno deciso di prenderne il controllo. Questa è la brillante semplicità della logica del Sionismo Nazionalista. Si usano cose del genere:
Io, noi, la mia famiglia e il mio paese siamo sotto l’attacco di fanatici religiosi rabbiosi e non la smetteranno finché non uccideranno tutti quelli che non sono d’accordo con loro e non cancelleranno il nostro modo di vivere. In questa lotta per la nostra sopravvivenza, dobbiamo rivolgerci a coloro che hanno combattuto quel nemico per decenni e che hanno sviluppato i più sofisticati strumenti e metodi di contrasto al terrorismo: gli Israeliani. Inoltre, Israele è come una piccola isola di democrazia europea in mezzo ad un oceano di brutalità violenta e caotica. Diamine, Israele è veramente parte dell’Europa, partecipa addirittura all’Eurovision! A differenza nostra, gli Israeliani sono orgogliosi e non esitano nel difendere la loro cultura, la religione e i valori, perché non facciamo lo stesso? Hanno persino il diritto di portare armi! Gli ebrei sono bianchi come noi, e condividiamo con loro una comune eredità giudaico-cristiana che impone a tutti noi il dovere di sostenere Israele, specialmente contro i Mullah iraniani che hanno giurato pubblicamente di uccidere tutti gli ebrei e di cancellare Israele dalle cartine. Ultimo ma non meno importante, l’Islam è una minaccia per la nostra civiltà e gli immigrati musulmani devono essere rieducati per adattarsi alla nostra società o devono essere rimandati a casa. Quelli che non condividono nessuno di questi punti sono antisemiti, agenti di Putin, negazionisti dell’Olocausto, complottisti, simpatizzanti terroristi o semplicemente terroristi.
Prendiamo alcuni noti personaggi pubblici statunitensi associati al conservatorismo o alla Alt-Right: Alex Jones, Paul Joseph Watson, Jordan Peterson, Steve Bannon o persino Donald Trump stesso. Hai mai sentito questi “difensori” della tradizione occidentale o dei “valori cristiani” dire qualcosa di critico su Israele, le politiche israeliane o il Sionismo? Lo stesso identico fenomeno può essere osservato in Francia, dove personaggi presumibilmente “conservatori” e “patriottici” come Eric Zemmour o Marine LePen stanno usando l’insoddisfazione del popolo francese verso il governo in carica per incanalare la frustrazione in un disprezzo per l’Islam e tutto ciò che è musulmano. Queste persone sono anche i promotori di ciò che è diventato noto come il “sionismo cristiano”, che adora tutto ciò che è ebreo e/o israeliano e che crede che cristiani ed ebrei abbiano “quasi” la stessa religione. Prendiamo ad esempio Steve Bannon.

Questa è la faccia del nuovo “conservatore occidentale”
Questo è un articolo [in inglese] intitolato “In Italia, Steve Bannon sceglie i curriculum per un istituto cattolico di destra” che dipinge sicuramente Steve Bannon come una qualche sorta di cristiano molto conservatore e tradizionalista. Lo stesso articolo menziona il cardinale Raymond Burke come un “conservatore di punta in Vaticano”. Secondo il cardinale Raymond Burke, la missione di questo istituto è quella di “promuovere un certo numero di progetti per dare un decisivo contributo alla difesa a quella che una volta si soleva chiamare cristianità”. Questo “istituto cattolico di destra” è diretto da un cristiano sionista, Benjamin Harnwell [in inglese], secondo cui le nuove generazioni in tutto il mondo occidentale sono su una lunga china verso l’oscurità. Il suo istituto lavora a resistervi “cercando di puntellare uno dei maggiori pilastri della civiltà occidentale, cioè quella che era uso chiamare cristianità, ed esattamente quello che riconosce l’uomo come fatto ad immagine e somiglianza con Dio”. Fin qui, tutto molto bello. Il problema è che Bannon, Burke e Harnwell sono tutti venduti agli interessi israeliani, e l’ideologia che promuovono non è affatto quella della cristianità tradizionale ma quella dell’idea, amorfa e senza senso, della “Giudaico-cristianità”. È per questo che il sito cattolico “Medias-catholique.info” conclude [in francese] correttamente con “Un così alto posto della Cristianità si merita qualcosa di meglio che servire come trampolino per il Sionismo Nazionale sotto le spoglie di una ‘accademia per la difesa dell’Occidente giudaico-cristiano’”.
L’amara verità è che questi auto-pretesi tradizionalisti sono tutti cooptati dalla lobby israeliana, e sono usati per il lavaggio del cervello alla gente in Occidente in modo da far vedere loro l’Islam come un nemico mentre, in realtà, il vero nemico dell’Occidente è il sionismo, visto che esso è la forza responsabile sia dell’11 Settembre che del massiccio afflusso di migranti in Europa. Per quel che riguarda il Papato, esso è stato a fianco dei rabbini talmudistici e cabalistici per molti secoli (da leggere il superbo libro [in inglese] di Michael Hoffman, di 700 pagine, “Il Rinascimento occulto della Chiesa di Roma”) e non soltanto dal Concilio Vaticano II (come credono ingenuamente alcuni cattolici!). Perciò non sorprende che Bannon definisca [in inglese] le università “cattoliche” come “le istituzioni fondative dell’Occidente giudaico-cristiano”.

Marine Le Pen dice ai media israeliani che il Fronte Nazionale è come “uno scudo” che protegge gli ebrei francesi
La Francia non ha l’equivalente di Steve Bannon, ma ne ha uno funzionalmente equivalente, nella persona di Renaud Camus, la cui biografia molto politicamente corretta si può leggere su Wikipedia. Perfino una lettura superficiale di essa rivela la profonda visione sionista del mondo di Camus, che può essere ulteriormente avvalorata, se necessario, leggendo qualcosa sulla sua teoria [in inglese] del “Grande Rimpiazzo”, oppure comparando quella alla teoria [in inglese] della “Eurabia” dell’autrice israeliana Bat Ye’or (nata [in inglese] Gisele Littman).
Tutti questi nonsensi paranoici e razzisti possono essere sommati in una corta sentanza: “Guidato dai Sionisti, l’Occidente Cristiano e Bianco risorgerà un’altra volta!”
Se non fosse così brutto e tragico, sarebbe pure divertente (specialmente il vedere i cattolici e i talmudisti fianco a fianco dopo secoli di odio reciproco). Ma in realtà, non c’è niente di divertente sulla colonizzazione delle menti occidentali da parte del parassita sionista. Potrebbe perfino finire il tutto in una guerra nucleare.
L’Alt-Right negli Stati Uniti e il Fronte Nazionale francese come utili idioti per l’AIPAC (American Israel Public Affairs Committee) e il CRIF (Conseil Représentatif des Institutions Juives de France)
Sono personalmente convinto che l’intero movimento Alt-Right sia stato creato dallo Stato Profondo degli Stati Uniti, e che sia ancor oggi da lui gestito. Lo scopo dell’Alt-Right statunitense e del Fronte Nazionale francese è quello di offrire un’alternativa nazionalistica e pseudo-cristiana a qualsiasi tipo di reale tradizionalismo o a qualsiasi tipo di vero cristianesimo. Ai bassi ranghi troverete molti sentimenti anti-israeliani, anti-sionisti e persino anti-ebraici tra gli Alt Right-isti e i National Fronter-isti, ma a livello dirigenziale, c’è un blocco unico sionista.
Per avere un’idea di questo (pseudo-) patriottismo sionista basta dare un’occhiata a queste immagini di propaganda:

Un esempio di propaganda sionista-patriottica
Prendendo il controllo dei principali movimenti nazionalisti in Occidente, i sionisti hanno creato una “opposizione onirica”: questa è un’opposizione che essi controllano pienamente; che possono “svegliare” di tanto in tanto quando c’è bisogno di un qualche tipo di incidente antisemita; ma che possono anche mobilitare contro chiunque osi opporsi ad Israele o al sionismo.
In questo contesto, la Russia diventa la principale minaccia per ottime ragioni:
Innanzitutto, la Russia rifiuta completamente il modello mondiale unipolare e, insieme alla Cina, la Russia vuole un mondo multipolare in cui le relazioni tra gli stati siano regolate dal diritto internazionale.
Secondo, la Russia non può essere minacciata dal punto di vista militare e, a proposito, nemmeno la Cina. Alla fine, lo ha ammesso [in inglese] la RAND Corporation.
In terzo luogo, grazie alle varie sanzioni contro la Russia, la Russia si sta gradualmente ritirando dai mercati controllati dagli anglo-sionisti. Si potrebbe dire che l’effetto principale di tutte le sanzioni è stato quello di rendere la Russia più forte, più indipendente e più vicina all’obiettivo della piena sovranità.
Quarto, la Russia non solo rifiuta apertamente il modello di civiltà anglo-sionista, ma denuncia anche la sua assoluta ipocrisia. In particolar modo, il popolo russo sta rifiutando il materialismo dell’Occidente nella sua variante [in inglese] turbo-capitalista. Pur non approvando ufficialmente il socialismo in quanto tale, la Russia si dichiara uno “stato sociale”.
In quinto luogo, la Russia sta adottando un approccio all’Islam completamente all’opposto di ciò che vediamo in Occidente. A differenza dell’Impero, la Russia è seriamente intenzionata ad uccidere quanti più takfiri possibile, indipendentemente da dove si trovino. Ma, a differenza dell’Impero, la Russia vede l’Islam tradizionale come un alleato vitale contro il marciume takfirista, ed il popolo russo non pensa affatto ai musulmani come “alieni”.
Ultimo ma non per questo meno importante, la Russia di Putin ha fatto del patriottismo (cioè, l’amore per il proprio paese) un elemento centrale della cultura sociale e politica, rifiutando categoricamente ogni forma di nazionalismo o, ancor più, del razzismo. Il “White Pride” è tanto popolare in Russia quanto il “Gay Pride”.
Si potrebbe dire che la nuova ideologia russa gradualmente emergente è l’esatto opposto del Nazional-Sionismo. Non c’è da stupirsi che i Neocons odino così tanto la Russia!

I Gilè Gialli francesi hanno ragione: il Nazional-Sionismo è anti-russo!
Conclusione: Il Sionismo Nazionale è una frode gigantesca
Non c’è altro modo per dirlo: il sionismo nazionale è una frode gigantesca. È anche la crescente ideologia politica dell’Occidente, questo rappresenta un grave rischio per tutto il nostro pianeta. Spesso sento gente ingenua che dice “qual è il tuo problema con il sionismo ?! Tutto ciò che vuole è una patria sicura anche per gli ebrei! Cosa c’è di sbagliato in quello?!”.
Ho già affrontato [in inglese] la questione in dettaglio, quindi dirò semplicemente qui che il sionismo, di tipo nazionale o anti-nazionale, separa l’umanità in due categorie qualitativamente diverse: ebrei e non ebrei (ironia della sorte, condivide questa convinzione fondamentale con il nazionalsocialismo: è solo che la scala gerarchica è invertita, ecco tutto). Successivamente, presuppone che tutti i non ebrei siano, per lo meno potenzialmente, “antisemiti” e quindi gli ebrei devono fare due cose per rimanere al sicuro. In primo luogo, creare una patria ebraica e, in secondo luogo, assicurarsi abbastanza potere ebraico in letteralmente tutti i paesi del pianeta per essere pronti, qualora i goyim (generalmente da tradurre con “nazioni” ma nel contesto talmudico ha esattamente lo stesso significato del tedesco Untermensch [in inglese]: subumano ) possano dar luogo a casi di “antisemitismo” imprevedibili (per definizione) e inspiegabili (per definizione). Al contrario, le vite ebraiche e, soprattutto, il sangue ebraico acquisiscono un profondo significato soteriologico [in italiano]: la vita ebraica è infinitamente preziosa perché 1) gli ebrei “aggiusteranno” il mondo (tikkun olam) e 2) perché il Mashìach [Messia] nascerà da una ebrea e diventerà [in inglese] il leader del mondo accettato da tutte le nazioni. Una variazione (alquanto secolarizzata) di questa filosofia è che tutti gli ebrei formano il “collettivo Messianico” e che tutte le “nazioni” accetteranno il loro potere e il loro governo con gratitudine, poiché questo introdurrà l’era finale ed eterna del latte e del miele. Infine, il “Giudaismo” talmudico / farisaico insegna che gli ebrei “rappresentano” l’umanità davanti a Dio e Dio davanti all’umanità (sì, la modestia non è il loro forte). La prossima volta che sentirete parlare di un politico israeliano che si fa beffe del “sangue ebraico”, ricordate queste informazioni, e tutto avrà un senso. Idem per quando qualche altro (o anche lo stesso) politico israeliano richiede una vendetta raccapricciante, un castigo terribile o promesse di uccidere un numero enorme di nemici. Questo tipo di “discorsi Purim” ha senso solo quando capisci [in italiano] quanto sia veramente profondo e basilare il razzismo talmudico/sionista.
Quindi cosa costituisce “abbastanza potere”? Semplice: una volta che il popolo di un paese perde il controllo del proprio governo e sparisce la sovranità del proprio paese, i sionisti si sentiranno al sicuro. Questa teoria è 1)razzista 2)paranoica 3)sociopatica e, francamente, semplicemente sciocca. Ma questo è ciò che la visione talmudica del mondo produce in una società secolarizzata. Un’ipotesi critica di questa visione del mondo è che qualsiasi forma di nazionalismo o persino di patriottismo è pericolosa (per definizione) a meno che non sia ebraica o israeliana; a quel punto è lodevole e benevola (di nuovo, per definizione). Quindi, oltre ad essere molte altre cose, il sionismo è anche una teoria del potere basata su un gioco a somma zero. Ovviamente “somma zero” può sembrare benigna finché non si ricorda che implica una lotta totale fino alla fine, una totale, assoluta sconfitta dell’altro, una distruzione di tutti i tuoi nemici. Non è qualcosa di utile in un mondo multipolare con molte armi nucleari.
Il sionismo nazionale è una frode, estremamente tossica e pericolosa. Qualsiasi presunto patriota o nazionalista che non riesca a riconoscerlo, è nel migliore dei casi scarsamente informato e, nel peggiore dei casi, un utile idiota per i leader dell’impero anglo-sionista.
I gilè gialli in Francia lo hanno capito. Occupy Wall Street, o il Tea Party no. Sospetto che anche molti elettori di Trump l’abbiano capito, ma sono stati traditi dal signor MAGA. Rand e/o Ron Paul riconosceranno questo pericolo? Che mi dici di Tulsi Gabbard? Francamente, non lo so. Ma se non lo fanno, altri americani alla fine e inevitabilmente lo faranno.
Potremmo persino vedere una versione americana dei gilè gialli un giorno, chissà?
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Articolo di The Saker pubblicato su The Saker il 21 marzo 2019
Traduzione in italiano di Elvia Politi,Raffaele Ucci, Fabio_san, Pier Luigi S., Pappagone, Diego per SakerItalia
[le note in questo formato sono dei traduttori]
Articolo interessantissimo. Grazie.