Nel dicembre 2018 ho ricevuto un sms che mi ha cambiato la vita.
Diceva: “Conosci qualcuno coinvolto nel gruppo inglese del Movimento Internazionale di Solidarietà?”. Un’inchiesta pubblica [in inglese] aveva diffuso il nome dell’“ufficiale sotto copertura che, a quanto pare, vi si era infiltrato, Rob Harrison”.
Memorie sepolte da molto tempo affioravano lentamente. Conoscevo quel nome.
Quando avevo 20 anni ero stato in effetti coinvolto nel Movimento Internazionale di Solidarietà, noto come ISM, prima come volontario [in inglese] in Palestina e poi nel loro ramo inglese, l’ISM Londra. Rob era un amico o, almeno, io pensavo che lo fosse. Abbiamo bevuto negli stessi pub, ballato con i dischi che metteva come DJ durante le raccolte fondi, e abbiamo sopportato insieme le stesse interminabili riunioni.
Ma per tutto il tempo lui era stato, senza che lo sapesse nessuno, un agente di polizia britannico sotto copertura, conducendo una doppia vita e riferendo chissà cosa alle autorità.
Velocemente sono andato a vedere le mie vecchie email, e ne ho trovate a dozzine da “Robert Harrison”. Si era persino offerto di darmi un passaggio all’aeroporto quando dovevo fare un viaggio in Palestina. Fortunatamente, avevo declinato.
Non c’erano dubbi, era lo stesso uomo. L’uomo che pensavamo essere nostro amico, era sempre stato in realtà una spia dello Stato.
Ripensando adesso a quell’sms, penso di essere rimasto scioccato e di aver accusato una sorta di trauma. Ho rielaborato il tutto mettendomi in modalità professionale: sarebbe stata una grande storia. Ed ero in una buona posizione per raccontarla. Ho fatto delle telefonate in giro ai miei vecchi compagni.
Ne ho parlato su The Electronic Intifada, togliendomi il più possibile dalla storia. Così ho gestito la cosa in quel momento. [tutti i link in inglese]
La punta dell’iceberg
Ancora oggi non conosco il vero nome dell’agente di polizia che avevamo conosciuto come attivista di nome “Rob Harrison”. Capisco perché l’Inchiesta sulla Sorveglianza Sotto Copertura che ha esaminato la vicenda, abbia deciso di tenerla per lo più segreta fino ad ora. [tutti i link in inglese]
Prima che l’inchiesta divulgasse il nome sotto copertura di Rob, lui era noto in varie inchieste interne con il codice HN18 della Metropolitan Police [nota come Met o Scotland Yard].
Ma NH18 è solo la punta [in inglese] dell’iceberg.
Per decenni le agenzie di intelligence britanniche hanno infiltrato, spiato e sabotato moltissimi gruppi di attivisti politici, loro concittadini, considerati dei “sovversivi”.
HN18 era solo uno dei 118 agenti di polizia sotto copertura di cui si conosca l’esistenza, inviati per infiltrarsi in oltre 1.000 gruppi politici, ambientalisti e attivisti fino al 2008. Ciascuno era addestrato appositamente, e aveva una intera “leggenda” (una storia credibile associata ai loro finti personaggi), oltre a documenti coerenti, tra cui patenti, passaporti e conti bancari. [tutti i link in inglese]
La cosiddetta Special Demonstration Squad [SDS] è stata un progetto della Special Branch, l’ala politica segreta di Scotland Yard, la più grande forza di polizia del Regno Unito.
Dopo avere preso di mira il Gruppo di Solidarietà per il Vietnam del 1968, la squadra ha presto ampliato il suo perimetro al movimento contro la guerra. Erano conosciuti come i “capelloni”(perché si facevano crescere i capelli e la barba per conformarsi allo stile) o come SDS, a quanto sembra una battuta comprensibile solo alla polizia che faceva riferimento al gruppo americano [in inglese] di sinistra che aveva lo stesso acronimo.

La Campagna di Solidarietà al Vietnam formò un gruppo sostenuto da Bertrand Russell. Qui si vede il premio Nobel, al centro, con la moglie Edith, mentre guidano una marcia antinucleare a Londra, il 18 febbraio 1968 (Tony French, CC BY-SA 3.0, Wikimedia Commons)
Nei 40 anni successivi, l’SDS ha preso di mira i gruppi che abbracciavano l’intera area della sinistra politica britannica, oltre ai gruppi di giustizia razziale e agli ambientalisti.
L’SDS è spirata nel 2008, ma le sue attività sono confluite in un’unità molto simile e sotto copertura dedicata all’“estremismo interno”, la National Public Order Intelligence Unit (NPOIU) [in inglese]. Fondata nel 1999, all’inizio riferiva alla Association of Chief Police Officers [Associazione dei Capi di Polizia], un ente nazionale di polizia.
Queste varie unità di intelligence della polizia sono note agli attivisti col nome di “agenti spie”.
Ma la valanga di nuovi documenti [in inglese] diffusi dall’inchiesta pubblica da quando nel novembre scorso si sono aperte le udienze, dice senza mezzi termini che le attività dell’SDS erano coordinate fin dall’inizio dall’MI5, la principale agenzia di intelligence interna della Gran Bretagna.
E in una dichiarazione rilasciata a Declassified UK, Scotland Yard ha ammesso per la prima volta di aver fatto spionaggio per l’MI5, dichiarando che “raccoglieva informazioni per aiutare il Servizio di Sicurezza” e che questa attività era stata approvata e finanziata dal Ministero dell’Interno.
Dónal O’Driscoll, un importante ricercatore [in inglese] e attivista dell’Undercover Research Group [in inglese], ha passato anni alla ricerca della verità sugli agenti spia, dopo che anche lui è stato spiato. Grazie ai documenti, “ora sappiamo che fin dai primissimi giorni dell’SDS c’era una stretta collaborazione con l’MI5”, ha dichiarato a Declassified UK.
Il suo gruppo è un collettivo di ex attivisti presi di mira dagli agenti spia, e le loro ricerche si sono dimostrate preziosissime per i giornalisti.
Secondo O’Driscoll e in base al conteggio ancora in corso fatto dal suo team, circa il 70% dei documenti dell’SDS resi disponibili fino ad oggi dall’inchiesta è contrassegnato come inviato in copia al “Box 500”, l’eufemismo [in inglese] usato dalla polizia e dalla pubblica amministrazione per intendere l’MI5.
Alcuni dei primi documenti dell’SDS, svelati dall’inchiesta pubblica, provano il coinvolgimento dell’MI5 ai massimi livelli.
Uno di questi è il verbale di una riunione [in inglese], che si è svolta presso la sede londinese dell’MI5 nel settembre 1968, alcuni mesi dopo la fondazione dell’SDS, e che ha visto la partecipazione di non meno di nove membri dell’MI5 (probabilmente alti ufficiali), incluso uno che presiedeva l’incontro.
Il fondatore dell’SDS, l’ispettore capo Conrad Dixon,[in inglese], rappresentava gli agenti spie, mentre un funzionario pubblico rappresentava il Ministero dell’Interno.
Poco più di due anni dopo, un altro pezzo grosso del Ministero dell’Interno, James Waddell, scrisse a Peter Brodie, comandante della Special Branch, per incoraggiarli a continuare (e ad ampliare) le attività di “una delle unità della Special Branch”, alludendo all’SDS. [tutti i link in inglese]
“C’è una relazione lavorativa quotidiana estremamente schietta e amichevole tra la Squad e il Security Service [MI5]” scriveva Wadell “le riunioni si tengono periodicamente con loro per discutere dei problemi reciproci, identificare le aree dove si può migliorare la copertura e modificare dove necessario i piani di entrambe le organizzazioni”.
Concludeva scrivendo che l’MI5 “apprezza molto il lavoro che la [Special Demostration] Squad sta facendo”.
Waddel ha anche autorizzato un ulteriore finanziamento dell’SDS. Osservava che le sue attività di spionaggio avevano aiutato a “gestire riunioni e manifestazioni”, portando l’esempio della campagna attivista del “Tour Stop The Seventhy”.
Il futuro Ministro del Lavoro Peter Hain è stato uno dei leader di questa campagna per impedire alla squadra di cricket del regime di apartheid del Sud Africa di partecipare alla visita nel Regno Unito nel 1970. Per quanto preso di mira dall’MI5 e dagli agenti spia, la campagna fu un successo e portò alla cancellazione [in inglese] del tour pochi mesi dopo.
In una dichiarazione a Declassified UK, Scotland Yard non ha negato che i suoi agenti spia avessero agito in collusione con l’MI5, o che il programma somigliasse molto a una polizia politica segreta.
Il portavoce ha affermato che parte dei compiti dell’SDS era “raccogliere informazioni per aiutare il Security Service” al fine di difendere il Regno Unito “dalle azioni compiute da persone giudicate sovversive per la sicurezza dello Stato “.
Si aggiungeva che “in questo periodo la SDS era nota, approvata e, inizialmente, finanziata dal Ministero dell’Interno e al Security Service venivano fornite informazioni frutto della sue attività”.
O’Driscoll dice che questa è la prima volta che Scotland Yard ha ammesso pubblicamente di spiare per conto dell’MI5.
Chi è stato spiato?

Jeremy Corbyn a un comizio elettorale a Glasgow, dicembre 2019. Si presume che degli agenti sotto copertura abbiamo spiato per due decenni l’ex leader laburista (Jeremy Corbyn, Flickr)
Chi fossero (e chi potrebbero ora essere) gli obiettivi degli agenti spia è una domanda le cui risposte sono incomplete, anche dopo l’avvio dell’inchiesta pubblica. Un’altra serie di verbali di riunioni [in inglese] dell’SDS del 1968 (il primo anno di esistenza dell’unità) dà qualche idea.
“Sebbene negli ultimi mesi non ci siano state delle vere e proprie manifestazioni di considerevole violenza” si legge, c’era ancora la necessità “di avere le migliori informazioni possibili sulle organizzazioni rivoluzionarie e sovversive in mezzo a noi”.
Eppure, la maggior parte dei gruppi “sovversivi” presi di mira dagli agenti spia erano non-violenti. Gruppi armati come al-Qaeda e l’IRA non erano nel perimetro dell’SDS ma venivano coperti dall’MI5, dall’MI6 e dalla intelligence militare.
Peter Francis, l’unico agente spia ad oggi a essere diventato un informatore, ha dichiarato nell’inchiesta pubblica che “quelli presi di mira dall’SDS erano considerati dei sovversivi”.
Ma, ha aggiunto, questo termine veniva utilizzato così ampiamente da essere attribuito a qualsiasi cosa fosse contro la “polizia e la convenienza del governo del momento, e contro gli interessi commerciali del settore privato”.
La nozione degli agenti spia di cosa costituisse l’“estrema sinistra” si è ampliata sempre di più nel corso del tempo. Il database [in inglese] dell’Undercover Research Group relativo a chi, a quanto si sa finora, è stato attenzionato e infiltrato, ha un raggio di una portata impressionante.
La lista di chi era preso di mira comprende: la Campagna per il disarmo nucleare, Greenpeace di Londra, il Partito Socialista dei Lavoratori, la Lega anti-nazista, il Movimento anti-apartheid, la Lega anti-reclusione, il Partito laburista indipendente, la libreria Housmans, lo Sinn Féin di Londra, il movimento Troops Out, i Giovani Liberali, il Fronte per la Liberazione delle Donne, il gruppo musicale Wombles e molti altri gruppi anarchici.

Marcia di protesta contro le armi nucleari a Oxford, Inghilterra, 1980 (Kim Traynor, CC BY-SA 4.0, Wikimedia Commons)
Il database è come il “who’s who” della sinistra radicale britannica dell’ultimo mezzo secolo. Quasi tutti quelli a sinistra del partito laburista sono stati presi di mira. A dire il vero, neanche lo stesso Partito laburista è stato esentato dalla campagna di sorveglianza e sabotaggio da parte della polizia politica britannica.
A quanto sembra [in inglese], i parlamentari di sinistra, come Jeremy Corbyn, Ken Livingstone, Diane Abbott e Dave Nellist, sarebbero stati tutti attenzionati dagli agenti spia, così come l’ex ministro Peter Hain a causa del suo coinvolgimento nel Movimento anti-apartheid.
La classe operaia organizzata era un altro obiettivo primario. I sindacati presi di mira includevano l’Unison, il sindacato dei vigili del fuoco, il sindacato dei lavoratori della comunicazione e anche il sindacato nazionale degli insegnanti.
Quasi tutti gli obiettivi dei noti agenti spia britannici provenivano da tutta la sinistra politica.
I dati raccolti da Undercover Research Group dimostrano che solo cinque dei conosciuti agenti spia dell’SDS erano infiltrati nei gruppi di destra (inclusi il Partito Nazionale Britannico e Combat 18). E anche queste infiltrazioni sono state molto brevi. [tutti i link in inglese]
Nella sua dichiarazione a Declassified UK, Scotland Yard non ha negato di aver identificato per infiltrazione e sabotaggio quasi esclusivamente i gruppi di sinistra e di attivisti neri. Non ha neanche negato di aver soffocato la protesta popolare democratica o di aver preso di mira i laburisti.
Ha ammesso che degli agenti spia “erano infiltrati e riportavano su molti gruppi di attivisti, tra cui quelli coinvolti nelle campagne sociali, ambientali, politiche e per la giustizia”.
Le campagne per la giustizia, guidate dalle famiglie di persone uccise mentre si trovavano in custodia della polizia, erano un obiettivo specifico degli agenti spia. Le vittime della brutalità della polizia erano per lo più uomini di colore.
Il database dell’Undercover Research Group elenca 58 noti individui e gruppi coinvolti nelle campagne per la giustizia che potrebbero essere stati infiltrati o altrimenti attenzionati dagli agenti spia. L’inchiesta pubblica ha ufficialmente riconosciuto 41 di queste campagne per la giustizia, gestite da “parenti di persone decedute”. [tutti i link in inglese]
Protezione dei razzisti violenti
Forse è risaputo che gli agenti spia hanno attenzionato la famiglia di Stephen Lawrence, ragazzo di colore assassinato. L’informatore Peter Francis ha rivelato pubblicamente questa informazione nel 2013.
Nelle interviste alla stampa [in inglese] ha rivelato che gli era stato assegnato di infiltrarsi nella campagna di Stephen Lawrence per trovare dello “sporco” da usare per “infangare” i genitori, Doreen Lawrence (ora membro del Partito Laburista) e Neville Lawrence, e l’amico di Stephen, Duwayne Brooks (il testimone principale dell’aggressione).
Stephen Lawrence è stato assassinato nel 1993 da una banda di razzisti bianchi noti [in inglese] alla polizia, e uno di questi faceva parte di una famiglia che aveva legami [in inglese] con la criminalità organizzata. Invece di trovare gli assassini, la polizia ha cominciato subito a trattare la famiglia della vittima di colore come se fosse in qualche modo sospetta.
Francis ha detto in seguito di essere stato messo sotto pressione dai suoi superiori per “andare a caccia di disinformazioni” da usare contro coloro che si stavano mobilitando per chiedere giustizia per Stephen Lawrence.
“Durante la mia missione sono stato quasi costantemente e personalmente sotto pressione perché scoprissi tutto il possibile per screditare queste campagne” ha dichiarato Francis. Come parte delle sue attività, a metà degli anni ‘90 ha passato quattro anni fingendosi un attivista anti-razzista.
“Mi fa molto, molto arrabbiare” ha commentato [in inglese] Doreen Lawrence in riferimento alle rivelazioni di Francis, aggiungendo che la polizia aveva cercato di “sminuirci come famiglia”.
Le rivelazioni di Francis hanno anche dimostrato che l’SDS era qualcosa di più che semplice sorveglianza, e che ha anche cercato di fermare le campagne: “Una volta che l’SDS entrava in un’organizzazione, questa di fatto smetteva di esistere” ha dichiarato. [in inglese]
Agenti provocatori
La maggior parte dei gruppi presi di mira era del tutto non-violenta, il che fa capire la natura politica della sorveglianza da parte degli agenti spia.
C’erano alcune eccezioni. Dagli anni ’80 in poi Red Action e Anti-Fascist Action non facevano mistero sulla loro volontà di fare a pugni con l’estrema destra per contrastare le crescenti mobilitazioni di piazza da parte dei fascisti.
Alla estremità in termini di maggiore gravità, c’era l’Animal Liberation Front (ALF), protagonista di attacchi con bombe incendiarie ai danni di grandi magazzini durante la campagna anti-pellicce degli anni ’80. In questo caso ci sono ancora dei dubbi sul fatto che gli agenti spia fossero o meno gli istigatori di tale violenza.
Nel 2021 la deputata dei Verdi Caroline Lucas ha dichiarato [in inglese] in Parlamento che l’ufficiale anziano della SDS Bob Lambert aveva piazzato uno degli ordigni dell’attentato ai tre negozi della catena Debenhams a Romford, Luton e Harrow del luglio 1987. L’attacco coordinato nelle prime ore del 12 luglio ha provocato gravi danni ma nessuna vittima. L’ALF lo definì “sabotaggio economico”.
Alla fine, le indagini della polizia hanno portato alla condanna di due attivisti dell’ALF per gli attentati di Luton e Romford; ma il colpevole dietro l’attentato di Harrow non è mai stato preso, e Lambert (dopo aver rivelato qualche anno dopo di esser stato un agente spia) ha ammesso che in quel periodo si era infiltrato nella cellula dell’ALF ed era sotto copertura col nome di “Bob Robinson”.
L’attivista dell’ALF Geoff Shepherd, che ha scontato quattro anni e quattro mesi di condanna per aver piazzato uno degli ordigni, ha successivamente individuato nell’agente Lambert della SDS il responsabile della bomba di Harrow.
“Non ho assolutamente alcun dubbio sul fatto che Bob Lambert abbia messo l’ordigno nel negozio Debenhams di Harrow” ha dichiarato, secondo quanto affermato dalla Lucas alla Camera dei Comuni. Lambert ha negato [in inglese] di aver messo la bomba.
Nella sua dichiarazione a Declassified, la Polizia di Scotland Yard non ha negato che i suoi agenti spia siano stati impiegati per comportarsi come agenti provocatori o abbiano tentato di indirizzare i gruppi non-violenti verso azioni violente. Ha affermato che l’inchiesta pubblica “valuterà se singoli agenti sotto copertura abbiano partecipato o siano stati coinvolti in attività criminali durante il loro incarico segreto, e se queste siano state autorizzate”.
Scotland Yard ha aggiunto che avrebbe “fornito tutto il suo appoggio all’inchiesta”.
L’estrema destra
Un altro esempio di istigazione sotto copertura a commettere crimini violenti è quello di Carlo Soracchi [in inglese]. Anche noto come HN014, Soracchi si infiltrò nei primi anni 2000 nel Partito Socialista (precedentemente conosciuto come Militant Tendency in Labour) sotto il falso nome di “Carlo Neri”.
Soracchi si infiltrò anche tra i sindacalisti dell’industria delle costruzioni. Alla prima udienza dell’inchiesta pubblica nel novembre dello scorso anno, l’ex costruttore e attivista sindacale Dave Smith ha fatto un’accusa pesante nei confronti di Soracchi. [tutti i link in inglese]
“Accusiamo Carlo Neri di essere un agente provocatore” ha affermato “e di aver deliberatamente tentato di incastrare i membri del sindacato incitandoli a commettere un incendio doloso”. Ha aggiunto: “Gli attivisti attenzionati non volevano avere nulla a che fare con l’attentato proposto: sono attivisti sindacali e antifascisti, non terroristi”.
Secondo Smith, Soracchi ha tentato di convincere i sindacalisti a dare fuoco a un negozio di beneficenza cattolico, che secondo lui era una copertura per una rete internazionale di raccolta fondi di un fascista italiano.
Le informazioni di Soracchi riguardo ai collegamenti del negozio con i fascisti italiani erano corrette. Sorprendentemente, Roberto Fiore [in inglese], politico fascista residente a Londra e l’uomo che stava dietro al negozio, è stato in altra sede accusato [in inglese]di essere un agente dell’MI6.
L’MI5 (che si coordinava con l’unità SDS di Soracchi) è storicamente un acerrimo rivale [in inglese] dell’MI6 nella lotta per l’influenza e nella competizione per il potere.

L’edificio a Vauxhall Cross, Londra, che ospita il quartier generale dei Servizi Segreti britannici (Laurie Nevay, CC BY-SA 2.0, Wikimedia Commons)
Secondo Dónal O’Driscoll, era comune la tattica utilizzata dagli agenti spia di “incoraggiare azioni più militanti”. Lui cita l’esempio meno famoso di un altro agente sotto copertura, HN81 [in inglese] o “Dave Hagan” che aveva come obiettivo la famiglia Lawrence e Duwayne Brooks tra il 1996 e il 2001.
O’Driscoll dice che gli attivisti cominciarono a sospettare che “Hagan” avesse dei secondi fini. “Una delle ragioni che avevano per sospettare di lui, era che stava cercando di convincerli a fare delle proteste più aggressive” ha dichiarato a Declassified.
O’Driscoll ha scritto [in inglese] che HN81 tentò di spingere uno dei gruppi in cui si era infiltrato a percorrere una strada che loro non volevano percorrere.
HN81 “incoraggiava [in inglese] il gruppo a deviare verso una modalità di protesta che avrebbe portato a scontri inutili. Stava tentando di giustificare un incarico altrimenti del tutto ingiustificabile? O cercava un’escalation per giustificare una repressione delle proteste che denunciavano il razzismo e la brutalità della polizia?”
“Violentate dallo Stato”
La cosa più scioccante di tutte è che, a quanto pare, i funzionari anziani degli agenti spia avessero una deliberata strategia per raggirare le donne attraverso una relazione sentimentale, al fine di aiutarli a spiare più facilmente i gruppi di attivisti.
Molte delle donne coinvolte [in inglese] affermano che questa prassi equivale a “essere violentate dallo Stato”.
Bob Lambert, che era un importante agente anziano dell’SDS, ha avuto un figlio con una delle attiviste mentre si trovava presso Greenpeace di Londra. Scomparve e tornò dalla moglie che lo conosceva come agente di polizia (ma non sapeva della sua seconda vita segreta). Anche le famiglie degli agenti sotto copertura stanno partecipando all’inchiesta.
La polizia ha spesso mantenuto la posizione secondo cui questa non era una condotta deliberata e si è trattato solo di poche mele marce o di sfortunati errori. Ma ci sono troppi casi simili perché sia un argomento convincente.
Il “manuale di spionaggio” dell’SDS, pubblicato nel 2018, consiglia di formare “relazioni fugaci e fallimentari” mentre in una testimonianza, la prima a essere pubblicata nel 2010, l’agente spia dichiarava che i suoi superiori sapevano ogni cosa. [tutti i link in inglese]
Mark Kennedy ha dichiarato [in inglese] al Mail on Sunday di aver sedotto con l’inganno due donne mentre era sotto copertura, ammettendo “sì, era una cosa sbagliata”. Kennedy ha rivelato che aveva un ufficiale di copertura “con cui parlavo molte volte al giorno…era la prima persona con cui parlavo al mattino e l’ultima persona con cui parlavo la sera. Non potevo starnutire senza che lo venisse a sapere un ufficiale superiore. Il mio BlackBerry aveva un dispositivo di localizzazione. Il mio ufficiale di copertura scherzava dicendo che sapeva quando andavo in bagno”.
HN18, che era conosciuto come “Rob Harrison”, ha ingannato almeno una donna. “Maya” (non è il suo vero nome) è una partecipante importante [in inglese] dell’inchiesta (come lo sono io, in qualità di ex attivista del Movimento Internazionale di Solidarietà di Londra).
Maya non era del Movimento, viveva casualmente nella stessa cooperativa di alloggi di Lewisham a Londra, come alcuni degli attivisti. HN18 l’ha evidentemente puntata come comoda scusa per presentarsi senza preavviso.
Secondo la dichiarazione di apertura [in inglese] di Maya all’inchiesta pubblica di novembre, scritta dai suoi avvocati, HN18 l’ha sottoposta per anni a forti abusi psicologici.
“Rob ha fatto pressione su di lei fin dall’inizio, arrabbiandosi per aver accennato al fatto che lei non voleva impegnarsi con lui troppo in fretta” si legge nella dichiarazione. “Rob ha sottoposto ‘Maya’ a notevoli abusi e a coercizioni emotive. Si era impegnato a controllarne il comportamento, incluso quello pensato per far sì che ‘Maya’ soffrisse di sensi di colpa e bassa autostima”.
Quando l’incarico di HN18 terminò, lui scomparve all’improvviso dalla sua vita. ‘Maya’ fu devastata dall’improvvisa scomparsa di Rob. “Tendando di affrontare la situazione, cominciò a usare droghe pesanti, tra cui crack ed eroina”.
Ma quella non fu la fine dell’incubo. Lui ha continuato a contattarla nel corso degli anni, ricomparendo nel 2014.
“Il suo aspetto era cambiato in modo significativo: si era tagliato i capelli e aveva cominciato a indossare i completi”. Lui l’ha convinta a rompere con l’uomo con cui stava da cinque anni e con cui viveva in quel momento, “esprimendo il desiderio di ricominciare la loro relazione e fare dei figli insieme”.
Fecero sesso non protetto nel febbraio 2015. Il giorno dopo però “Rob scomparve e, ad eccezione di una email che le mandò nel 2016, da allora non ha mai più ricontattato ‘Maya’”.
Per tutto questo tempo Maya ancora non sapeva che “Rob Harrison” fosse una spia della polizia sotto copertura. Non fino a marzo 2019, quando fu informata della dura realtà da un amico, che era stato membro del Movimento Internazionale di Solidarietà. “Ha fatto fatica a fare i conti con il fatto che una parte importante della sua vita era basata su una menzogna. La sua salute mentale è peggiorata bruscamente”.
HN18 deve ancora rispondere alla versione dei fatti di Maya. Non ha l’obbligo di deporre nell’inchiesta per anni. Ma secondo l’inchiesta [in inglese], “lui non contesta” di aver avuto una relazione con lei.
Nel 2015, i vertici di Scotland Yard si sono scusati [in inglese] con sette delle donne che sono state coinvolte in questa maniera dagli agenti spia, dopo aver risolto in via extragiudiziale la loro causa civile.
Scotland Yard ha ammesso che le relazioni erano “violente, ingannevoli, manipolatorie e sbagliate” e non sarebbero dovute accadere.
Non hanno ammesso però che l’instaurare delle relazioni fosse una strategia generalizzata, dicendo solo che “un numero di ufficiali di polizia sotto copertura” l’avevano fatto e che c’era stata “mancanza di supervisione e gestione”.
Da allora, molte altre donne [in inglese] prese di mira si sono fatte avanti e ancora aspettano giustizia.
Gli ex agenti spia chiamati come testimoni nell’inchiesta (le cui facce e voci sono state camuffate nella diretta della prima fase dell’inchiesta durante la loro testimonianza) sembravano non dare importanza al danno che avevano fatto.
Nelle udienze di novembre, un ex ufficiale dell’SDS ha scioccato [in inglese] gli attivisti paragonando le donne prese di mira dalla sua unità a un “prodotto” che la polizia potrebbe aver ritenuto necessario “testare”.
Sorveglianza totale & campagne diffamatorie
Ascoltando la registrazione online dell’inchiesta pubblica di novembre, sono rimasto colpito dalla natura particolarmente spietata e totalizzante delle operazioni degli agenti spia. I dettagli apparentemente più banali delle vite dei “sovversivi” di sinistra sono stati ritenuti di interesse da parte della polizia politica segreta della Gran Bretagna.
Tariq Ali, attivista antimilitarista di lunga data ed esponente di spicco della sinistra troskista, ne è stato il primo testimone [in inglese]. Il suo avvocato nell’inchiesta ha presentato un serie di documenti dell’SDS, come prova del fatto che sono stati spiati gli aspetti della vita quotidiana, tra cui i dettagli intimi e personali di Ali e persino di Phil Evans, il fumettista che aveva illustrato il suo libro “Trotsky per principianti” [in inglese].
In un documento segreto dell’SDS del 1980, che è stato diffuso dall’inchiesta in modalità segretata ed è stato discusso durante la testimonianza di Ali a novembre, si riportava che Evans era “impiegato in una casa editrice chiamata Engineering Today Ltd, all’indirizzo 53-55 Frith Street, W1”. [tutti i link in inglese]
Il fumettista, come si legge nel rapporto, “illustra la sua politica per mezzo di vignette presentate alle pubblicazioni di sinistra…la fidanzata del soggetto rimane [OMISSIS], anche un membro dell’SWP [Partito Socialista dei Lavoratori], che è un insegnante di scuola elementare impiegata nel borgo londinese di Newham”.
Il rapporto continuava elencando l’indirizzo della fidanzata, i nomi dei proprietari di casa e i nomi degli altri che vivevano nella stessa proprietà.
“E’ grottesco” ha commentato Ali “e menzionare la sua ragazza, che è altrettanto irrilevante, è proprio sbagliato. Voglio dire: e quindi?”.
Ma era ancora più inquietante un documento [in inglese] del 1968 della Special Branch che rivelava un evidente tentativo di diffamare Ali inventando “un contatto intimo” con un uomo. Il documento è stato scritto solo un anno dopo la legalizzazione dell’omosessualità nel Regno Unito e l’atteggiamento dell’opinione pubblica era molto diverso da quello di oggi, quindi l’invenzione poteva avere conseguenze molto serie.
“E’ una totale bugia” ha dichiarato Ali nella sua testimonianza “non sono mai stato gay o bisessuale, sebbene devo ammettere che, se questa informazioni venisse resa pubblica oggi, aumenterebbe la mia popolarità dato l’attuale cambiamento di clima. Ma, voglio dire, è bizzarro”.
Come in molti documenti della Special Branch resi pubblici dall’inchiesta, il rapporto su Phil Evans riportava che le informazioni erano state “ricevute da una fonte affidabile”, quasi certamente alludendo velatamente a un ufficiale di polizia della SDS sotto copertura.
Una nota scritta a mano sul documento di disinformazione del 1968 che riportava il presunto “contatto intimo” di Ali, sollecitava il lettore a “mandare una copia alla Box 500”, cioè all’MI5. Un segno di spunta scritto a mano indica che il compito era stato eseguito.
Che cosa stavano riferendo gli agenti spia all’MI5? Che erano riusciti a eseguire le istruzioni dell’MI5 e a diffamare Ali? O che l’avevano fatto di loro iniziativa?
E’ probabile che non lo sapremo mai di certo.
Il controspionaggio britannico
La natura onnipervasiva della sorveglianza degli agenti spia ricorda dei programmi governativi simili contro la dissidenza domestica oltreoceano.
Durante gran parte della Guerra Fredda, l’intelligence interna e le agenzie di polizia degli Stati Uniti hanno gestito diversi programmi soprannominati Cointelpro [in inglese], cioè programmi di “controspionaggio”.
Era un eufemismo per un imponente programma nazionale [in inglese] (iniziato sotto il tristemente noto direttore dell’FBI J Edgar Hoover) di infiltrazione, spionaggio e sabotaggio da parte della polizia nei confronti dei partiti politici e dei movimenti popolari, soprattutto il movimento Black Power.
Come hanno scritto Ward Churchill e Jim Vander Wall nel loro libro del 1990 “I documenti del COINTELPRO, il Federal Bureau of Investigation”, l’FBI “ha fin dall’inizio operato non come la principale agenzia di lotta alla criminalità del paese (immagine che ha sempre attivamente promosso)… ma come la forza di polizia politica americana impegnata in ogni sorta di attività extra legali o illegali come gli espedienti per contrastare e controllare la diversità politica all’intero degli Stati Uniti”.
Il libro contiene una grande quantità di documenti di Cointelpro trapelati e declassificati, tra cui la planimetria della casa di Fred Hampton, il presidente del Partito dei Black Panther di Chicago, disegnata da un informatore dell’FBI e utilizzata dal Bureau e dalla polizia per aiutarli ad assassinare [in inglese] il giovane leader marxista-leninista nel 1969.
Non ci sono prove che gli agenti spia siano mai stati convolti in omicidi. Ma il prendere di mira con motivazioni politiche i “sovversivi” era molto simile.
Un’altra grande preoccupazione è stata, apparentemente, la totale mancanza di supervisione democratica delle attività degli agenti spia. Gli alti ministri governativi dichiarano di non essere stati informati delle loro attività.
Quando nel 1997 il Ministro dell’Interno Jack Straw annunciò l’inchiesta Macpherson sulla cattiva condotta della polizia nell’omicidio di Stephen Lawrence, l’allora agente spia (ora informatore) Peter Francis dice che in quel momento pensò che Straw dovesse essere informato.
Ma quando Francis ha confessato di aver spiato i Lawrence, Straw ha dichiarato alla stampa di non essere stato informato delle operazioni sotto copertura. “Avrei dovuto essere informato di ogni cosa in atto, dopo l’elezione del governo di Tony Blair all’inizio di maggio 1997”, ha affermato [in inglese].
Tom Fowler è stato spiato da un agente spia che si presentava con il nome di “Marco Jacobs” [in inglese] mentre i due erano nel Cardiff Anarchist Network tra il 2004 e il 2009. Lui e O’Driscoll dicono di non fidarsi di Straw, sostenendo che lui voleva proteggere la sua reputazione.
O’Driscoll dice che c’era un approccio del tipo “don’t ask, don’t tell” [“non chiedere, non dire”] da parte dei ministri e dei funzionari. “Quello che stai vedendo è un vero e proprio reato di pubblico ufficiale”. E’ stata “inadempienza ai doveri” dichiara. I ministri “avrebbero dovuto avere il controllo” degli agenti spia, “essenzialmente una unità estremista. Sì, si sono sottratti a quel loro dovere”.
Un monolite
E’ stato nel 2010 che il muro di segretezza che proteggeva questo monolite dell’intelligence ha cominciato a sgretolarsi lentamente. Gli attivisti hanno denunciato uno di loro, “Mark Stone”, come spia della polizia presso la National Public Order Intelligence Unit [unità di intelligence per l’ordine pubblico nazionale], che ha svolto il lavoro dell’SDS. [in inglese]
Il suo vero nome era Mark Kennedy. Gli attivisti hanno pubblicato il suo nome e delle sue foto [in inglese] sul blog Indymedia UK, dopo averlo confrontato con le prove che avevano trovato.
Una donna che aveva avuto una lunga relazione con l’uomo che pensava fosse Mark Stone” ha guidato un gruppo di amici ad affrontarlo dopo aver trovato il suo vero passaporto col cognome Kennedy.
Questo ha dato il via. Due giornalisti del The Guardian, Rob Evans e Paul Lewis (nonostante la successiva neutralizzazione [in inglese] da parte dello Stato di sicurezza nazionale britannico) hanno seguito con determinazione la storia. Nel 2013 hanno pubblicato “Undercover”, uno dei migliori libri sugli agenti spia.
Evans e Lewis hanno scoperto che molti ufficiali della SDS avevano rubato le identità di bambini morti, uno stratagemma per garantire che un vero certificato di nascita potesse essere trovato in caso gli attivisti avessero cominciato a sospettare e a indagare.
Lentamente, i nomi degli agenti spia (sia quelli sotto copertura che quelli reali) hanno cominciato a essere divulgati dagli attivisti e dai giornalisti. Nel 2014, il Primo Ministro Theresa May ha annunciato una inchiesta pubblica [in inglese]. Ma ci sono voluti sei anni di preparazione, soprattutto a causa dei ritardi della polizia, prima che a novembre si svolgessero le prime udienze in un Londra colpita dal Covid.
La risposta della polizia nel corso degli anni è stata negare, ritardare, confondere e, quando era davanti a prove incontrovertibili, tentare di dare una giustificazione. Nonostante l’inchiesta pubblica, la polizia ha anche cominciato a distruggere [in inglese] sistematicamente i file relativi agli agenti spia subito dopo l’annuncio dell’inchiesta.
Rob Evans è rimasto sul caso e di recente ha scritto un articolo [in inglese] sugli attivisti che stanno chiedendo a Keir Starmer di chiarire se è stato coinvolto in un insabbiamento degli agenti spia mentre era direttore del pubblico ministero dal 2008 al 2013.
Sta succedendo ancora?
Rimane aperta la questione di come le unità della polizia britannica stiano continuando questo lavoro. Un attivista è convinto che stia succedendo ancora.
“Devi solo ascoltare la musica di sottofondo per capire che loro stanno ovviamente facendo [ancora] quel tipo di cosa” afferma Tom Fowler “perché [altrimenti] dovrebbero essere gli unici sulla terra ad approvare una legislazione in merito?”
Afferma che gli agenti spia hanno preso di mira “letteralmente chiunque abbia fatto mobilitazione nelle strade”, aggiungendo che gli obiettivi più probabili di oggi sono Black Lives Matter ed Extinction Rebellion.
O’Driscoll dice che le prove interne che lui ha visto dimostrano che le unità regionali antiterrorismo continuano ad avere le stesse unità di “estremismo interno” come la Special Branch.
“Io penso che esistano ancora” riferendosi agli agenti spia ma “la forma che hanno attualmente si è evoluta e adattata”. Oggi, lui pensa, “sarà inferiore lo spionaggio del tipo classico stile Special Branch” rispetto a una maggiore enfasi su Internet.
Nel 1968, afferma O’Driscoll, gli agenti spia “andavano alle riunioni, proprio per prendere appunti su chi ci fosse…[ma] oggigiorno devono solo andare su Facebook”.
Poco prima dell’apertura dell’inchiesta pubblica, il governo di Boris Johnson ha presentato [in inglese] al Parlamento il disegno di legge “Covert Human Intelligence Sources” [“Fonti di intelligence sotto copertura”].
Il disegno di legge legalizza di fatto tutte le attività criminali in cui sono coinvolti gli agenti spia, anche se i suoi difensori sostengono che il provvedimento non sia retroattivo. Ai parlamentari laburisti Keir Starmer ha dato indicazioni di astenersi, ma i membri dell’ala di sinistra, incluso Jeremy Corbyn, si sono ribellati e hanno votato contro. Ora il provvedimento è diventato legge. [tutti i link in inglese]
Raccogliere informazioni
Dopo aver lasciato ufficialmente la Special Branch, l’ex ufficiale superiore della SDS Bob Lambert è diventato un accademico che si occupa di antiterrorismo. Nel 2002 ha fondato la Muslim Contact Unit [Unità di contatto musulmana] per combattere l’influenza di al-Qaeda a Londra “stabilendo delle partnership con i leader della comunità musulmana”, così ha dichiarato Lambert. [tutti i link in inglese]
Ma rimangono delle domande, e cioè fino a che punto la Muslim Contact Unit ha promosso una cooperazione autentica con la comunità musulmana e se Lambert stava ancora “raccogliendo informazioni”, questa volta sui Fratelli Musulmani invece che sulla sinistra. Almeno un altro noto ex agente della SDS, Jim Boyling, si è unito all’unità insieme a Lambert.
Nella sua dichiarazione a Declassified, Scotland Yard ha affermato che la National Public Order Intelligence Unit è esistita fino al 2011. Secondo O’Driscoll, anche se l’unità è stata chiusa, le sue funzioni sono state però trasferite alle forze di polizia “antiterrorismo”.
Nel gennaio 2020 un documento della polizia “antiterrorismo” elencava [in inglese] un grande numero di gruppi attivisti pacifici tra gli “estremisti” da tenere sotto osservazione.
Nell’elenco c’erano Extinction Rebellion, Palestine Solidarity Campaign, Anti-Fascist Network, Stop the War Coalition, Campaign Against the Arms Trade e Campaign for Nuclear Disarmament.
Il documento è stato prodotto dal Counter Terrorism and Policing National Operations Centre [Centro Antiterrorismo e Operazioni di Controllo nazionale]. In una vita precedente [in inglese], è la stessa unità responsabile dell’unità degli agenti spia.
L’edificio della segretezza è in fase di ricostruzione [in inglese]. La polizia politica britannica continua ad esistere.
Scotland Yard ha dichiarato a Declassified: “Le attività sotto copertura rimangono una tattica essenziale nella lotta contro i reati gravi e il terrorismo, e gioca un ruolo fondamentale nel raccogliere le prove e le informazioni per proteggere le persone dai pericoli. Qualche volta è assolutamente l’unica via per mantenere al sicuro le persone.
Scotland Yard sta collaborando alla Undercover Policing Inquiry [UCPI, Inchiesta sulla sorveglianza sotto copertura], che sta esaminando la gestione delle attività di sorveglianza sotto copertura degli ultimi 50 anni. Come parte del suo lavoro, esaminerà da vicino il lavoro della Special Demonstration Squad [SDS], una ex unità sotto copertura della Metropolitan Police Service che è esistita dal 1968 al 2008”.
Ha poi aggiunto: “Il lavoro della National Public Order Intelligence Unit [NPOIU] è al centro della Undercover Policing Inquiry. L’NPOIU è esistita dal 1999 al 2011, era gestita dalla Metropolitan Police Service come parte del suo mandato e aveva competenze simili alla SDS a livello nazionale.
La Metropolitan Police Service sosterrà la Undercover Policing Inquiry per valutare se le operazioni e le assegnazioni siano state giustificate, propriamente autorizzate e gestite”.
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Articolo di Asa Winstanley pubblicato su Consortium News il 17 marzo 2021
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per Saker Italia.
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il nazismo, in quanto sistema di controllo totale della popolazione, non c’entra niente con i tedeschi; è alle sue origini, un prodotto anglo sionista che poi, anche a causa della gravissima crisi economica, è stato IMPOSTO alla germania che così è servita da cavia.
eugenetica, depopolazione, razzismo, controllo dei cittadini, violenze poliziesche e quant’altro sono allignati ed hanno prosperato nei paesi liberi (così hanno voluto far credere) anglozionisti.