L’affermazione farsesca sarebbe ridicola se la posta in gioco sulla scena mondiale non minacciasse la pace e la stabilità a causa della politica di guerra permanente degli Stati Uniti contro nemici inventati.

All’unisono – sulla base dei punti di discussione degli Stati Uniti – i media tradizionali fanno da costante cassa di risonanza a notizie false sui barbari russi alle porte dell’Ucraina, mobilitati per invadere a comando.

Il New Yorker presenta “commenti politici e culturali, narrativa, poesia e umorismo”, aggiungendo:

In formato cartaceo e online, “si distingue per il suo impegno verso la verità e l’accuratezza, per la qualità della sua prosa e per l’insistenza nell’emozionare e commuovere ogni lettore”.

Su tutte le cose geopolitiche – specialmente su ciò che riguarda i nemici inventati degli Stati Uniti – la pubblicazione sostiene l’agenda egemonica di Washington, con tutto ciò che ne consegue.

Mercoledì ha chiesto “perché la Russia (sta) minacciando di invadere l’Ucraina” – sapendo che questa minaccia non esiste.

Nessuna “guerra in Ucraina” incombe, a meno che non venga lanciata dalla NATO dominata dagli Stati Uniti e/o dalle forze di Kiev per procura, oltre alla guerra in corso contro il Donbass diretta dal Pentagono/CIA.

Nessuna forza russa è “ammassata… al confine (dell’Ucraina per) un’invasione incombente”.

Non esiste nessun obiettivo di Vladimir Putin per usare l’Ucraina come “un’opportunità per la Russia… Per riaffermare la sua rilevanza geopolitica (sic)” e/o allargare il suo territorio.

Quelle che il New Yorker ha definito le proteste di piazza del 2014 a Kiev “che hanno rovesciato il presidente dell’Ucraina (democraticamente eletto) Viktor Yanukovych”, ignorando il colpo di Stato del regime di Obama/Biden per installare il dominio fascista infestato dai nazisti in un paese confinante con la Russia.

Né c’è stata un’“incursione” transfrontaliera russa nel Donbass.

Anni di guerra sono stati orchestrati e diretti dall’egemonia degli Stati Uniti, non da Mosca, senza una fine del conflitto in prospettiva, perché entrambe le ali destre del partito della guerra degli Stati Uniti danno la priorità alla guerra eterna lungo il confine della Russia.

Quanto sopra e altra identica spazzatura russofoba si trovano mondi a parte da quello che il New Yorker chiama “il suo impegno per la verità e l’accuratezza (sic)”.

Lontano dalla verità e dalla piena divulgazione, quanto sopra e ciò che è seguito sembra un pessimo romanzo.

Incolpare falsamente la Russia per la guerra per procura degli Stati Uniti al Donbass, accusare il paese di “intransigenza”, di violazione degli Accordi di Minsk e della mobilitazione di forze per invadere l’Ucraina è molto lontano dal giornalismo come dovrebbe essere.

Il NYT è stato militantemente ostile nei confronti della Russia sin dalla rivoluzione del 1917 che ha posto fine a secoli di tirannico dominio zarista.

Nonostante nessuna prova di intenzioni russe ostili verso nessuna nazione, la russofobia del Times non finisce mai.

Quello che ha falsamente definito “un dubbio referendum (del 2014 in Crimea)” era la democrazia come dovrebbe essere.

Non è stato spiegato che i parlamentari della Crimea e di Sebastopoli hanno adottato legittime dichiarazioni di indipendenza.

Giorni dopo, il loro popolo ha votato in modo schiacciante per correggere un errore storico, rientrando in Russia.

La riunificazione è stata sostenuta da quasi il 97% della Crimea, e  oltre l’83% degli aventi diritto ha avuto voce in capitolo.

A Sebastopoli, una maggioranza di quasi il 96% ha sostenuto la stessa cosa, con un’affluenza di quasi il 90%.

All’epoca, il Consiglio Supremo della Crimea definì un colpo di Stato la cacciata del presidente ucraino Viktor Yanukovych, i golpisti che lo sostituirono illegittimi.

Il referendum sulla riunificazione russa si è tenuto in risposta a ciò che la Crimea ha giustamente respinto, rifiutando di essere governata da nazisti.

Putin l’ha ricambiata firmando un decreto che afferma la sua volontà.

Il Parlamento russo lo ha approvato a stragrande maggioranza.

Così ha fatto la sua Corte Costituzionale.

Un documento firmato al Cremlino afferma che la riunificazione è stata “basata sulla libera e volontaria espressione di volontà dei popoli della Crimea in occasione di un referendum nazionale, tenutosi nella Repubblica Autonoma di Crimea e nella città di Sebastopoli il 16 marzo 2014, durante il quale il popolo della Crimea ha deciso di riunirsi con la Russia”.

Sono stati creati due nuovi territori costitutivi russi: la Repubblica di Crimea e la Città Federale di Sebastopoli, a cui è stato concesso uno “status autonomo speciale”.

Il confine terrestre della Crimea con l’Ucraina è diventato il confine di Stato della Russia.

I cittadini della Crimea sono diventati automaticamente cittadini russi.

Chi desidera mantenere la cittadinanza ucraina è stato libero di farlo.

Il Times e altri media tradizionali hanno soppresso le informazioni di cui sopra nel 2014.

Fino ad oggi, continuano a sostenere falsamente che la Russia abbia annesso la Penisola di Crimea – ben sapendo che nessuna annessione è avvenuta.

Attualmente hanno inventato uno scenario fasullo di forze russe mobilitate lungo il confine con l’Ucraina, con l’intento di invadere in anticipo – ancora una volta sapendo che quest’affermazione è spazzatura per denigrare la Russia.

Ripetendo dubbiosamente la suddetta reinvenzione della realtà nella sua ultima edizione, le fake news del Times hanno affermato quanto segue:

“Un altro fallimento nel dissuadere Putin (sic), concordano i funzionari (del regime) di Biden e i loro critici (sic), darebbe un duro colpo a un sistema internazionale di regole e confini (sic)”.

“(G)ravi colp(i)” alla pace mondiale, alla stabilità e allo Stato di Diritto sono fatti negli Stati Uniti e in altre capitali della NATO, chiaramente non a Mosca o nelle capitali di altre nazioni libere dal controllo egemonico degli Stati Uniti.

Ciò che il Times e altri media tradizionali dovrebbero spiegare, lo sopprimono.

Quello che riportano è una finzione contro nemici inventati degli Stati Uniti, basata sui punti di discussione di Washington.

Il Times ha citato l’affermazione sfacciata della grande menzogna dell’ex comandante in pensione della NATO James Stavridis secondo cui “Putin ha invaso due vicini democratici (sic) in poco più di un decennio (sic)”.

Esiste uno stato di guerra con altri mezzi non dichiarata dalla NATO dominata dagli egemoni Stati Uniti contro la Russia e altri stati sovrani liberi dal controllo degli Stati Uniti.

Uno stato di guerra calda statunitense diretta e/o per procura contro Afghanistan, Iraq, Siria e, a intermittenza, contro altri nemici inventati.

Tutto quanto detto – e la guerra totale del regime di Biden contro gli americani ordinari con in mente lo sterminio di massa e l’abolizione delle restanti libertà – è sostenuto dal Times e da altri media mainstream.

Fingendo di essere membri del 4° Stato, operano come agenti di inganno di massa a sostegno della guerra degli egemoni Stati Uniti contro l’umanità in patria e nel mondo.

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Articolo di Stephen Lendman pubblicato sul suo blog il 17 dicembre 2021
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.

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