Poiché è troppo presto per commentare gli eventi militari del giorno, voglio parlare di alcune cose sull’aspetto politico.

Prima cosa, da un punto di vista puramente militare il risultato finale non è in dubbio. Inizialmente, circa 120-150 mila soldati erano faccia a faccia lungo la linea di contatto in Donbass e i confini russo-ucraini. Secondo gli esperti militari russi, la Russia ha solo prevenuto un attacco dell’Ucraina, di circa 24 ore. Il piano originale era di “respingere”, senza combattere battaglie strada per strada nelle città, per ovvie ragioni umanitarie, politiche ed economiche. La fase originale dell’operazione speciale era stata fissata in dieci giorni, il che vuol dire che nel prossimo fine settimana l’alto comando russo rivaluterà i progressi e i fallimenti di questa operazione, e deciderà come precedere. Per darvi un’idea delle dimensioni di questa guerra, Yurii Podoliaka dice che ci sono circa 200.000 soldati in entrambi gli schieramenti, e l’intera linea di contatto misura sui 3.000 chilometri. Guardate questa mappa:

 

La linea nera continua è l’intera linea di contatto che devono difendere gli ucronazisti, assottigliando così le loro difese.

Le linee nere tratteggiate sono le due possibili mosse delle forze russe attualmente presenti a nord di Nikolaev e Odessa.

E le forze ucraine circondate le potete vedere in blu, a destra di questa mappa, accerchiate dalle forze russe.

Ma basta con gli sviluppi militari per ora. Voglio discutere di altre cose.

Intanto, guardate questi due titoli da CounterPunch e South Front [entrambi in inglese]:

Mentre non ho mai nutrito illusioni su CP o Cockburn, la roba che sta pubblicando South Front sulla guerra mi lascia senza parole. Non so se siano davvero convinti di quella narrativa, o se siano sotto pressione da parte di qualcuno. Forse sono civili sinceramente senza la più pallida idea di come si leggono queste mappe, non so.

Ma il fatto è che CounterPunch e South Front sono molto più in accordo con questo:

Mi vergogno per loro, ma hanno fatto la loro scelta. Lasciamoli viverci assieme.

Nel frattempo, alcuni tedeschi hanno dato una bella lezione ai diabolici Negri della Neve, guardate voi stessi:

Ma non tutto è pessimo. Alcuni paesi, e non fra i più potenti, hanno trovato il coraggio di dire la verità. Qui c’è un diplomatico venezuelano alle Nazioni Unite:

 Allora, l’Impero è l’Impero delle Bugie, ma indipendentemente da come appaia potente quell’Impero agli occhi dei codardi, quelli coraggiosi ed integri non può minacciarli per zittirli. Questa è la lista:

Ho notato un paio di cose interessanti:

  • La Cina, l’India e l’Iran si sono astenuti, ma non hanno votato “no”
  • La Serbia e l’Ungheria hanno votato “sì”

 

Sì, ho capito, mentre l’Impero stesso è morto, ha ancora slancio e potere residuo per forzare un risultato come questo. Ma, come una volta scrisse [in russo] il cantante e poeta russo Vladimir Vysotskii, “mi rattrista che la parola ‘onore’ sia stata dimenticata” (“Досадно мне, коль слово “честь” забыто”).

Spero di scrivere un rapporto più orientato militarmente prima che il giorno finisca.

The Saker

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 Articolo di The Saker pubblicato su The Saker il 3 marzo 2022
Traduzione in italiano di Fabio_san per SakerItalia

[le note in questo formato sono del traduttore]

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