Alti funzionari, tra cui ex ufficiali della CIA, del Pentagono, dell’Esercito ed ex diplomatici, chiedono spiegazioni delle azioni di Israele.

In una lettera indirizzata al presidente Donald Trump, inviata per conoscenza alla Corte Internazionale Penale e al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, quattro ex alti ufficiali con ruoli di spicco nel governo americano gli hanno dato notifica legale con l’obbligo di avvisare il Congresso degli Stati Unit e, tra gli altri, la Corte Internazionale Penale e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite,  in merito alle azioni effettuate da Israele in coincidenza con il “70° anniversario dell’espulsione dalle loro case di 750.000 Palestinesi”.

Tra i firmatari ci sono l’ex funzionario delle operazioni CIA Phil Giraldi, l’ex funzionario del Pentagono Michael Maoof, l’ex ufficiale dell’esercito americano e coordinatore del Dipartimento di Stato per l’antiterrorismo Scott Bennett, l’ex diplomatico e autore del libro “Visas For al-Qaeda: CIA Handouts That Rocked The World[“Visti per Al-Qaeda: i finanziamenti della CIA che hanno scosso il mondo”], Michael Springmann.

Maloof, Bennett e Giraldi, insieme a Springmann e il sottoscritto, erano tra gli ospiti della 6° edizione della conferenza internazionale New Horizon, che si è svolta nella città santa di Mashhad, nella parte orientale dell’Iran. I temi principali dibattuti durante la conferenza sono stati la Palestina e l’uscita unilaterale dell’amministrazione Trump dall’accordo sul nucleare iraniano, noto come il JCPOA – Joint Comprehensive Plan of Action [Piano d’azione congiunto globale].

Come hanno confermato in separata sede Maloof e Bennett ad Asia Times, la lettera è stata scritta da Girladi e Maloof nella sala d’aspetto dell’aeroporto durante l’attesa del loro volo da Mashhad a Tehran, dov’è stata presentata in conferenza stampa lo scorso martedì. Il sottoscritto era in viaggio per un reportage a Karaj. Tutti noi ci siamo ritrovati martedì all’aeroporto di Mashhad. La conferenza stampa a Teheran è stata praticamente ignorata dai media americani.

I visti per gli Americani in visita sono stati una faccenda estremamente delicata e discussa ai più alti livelli dal governo iraniano, tra il Ministeri degli Esteri e i servizi di intelligence. Alla fine, i visitatori, sotto lo sguardo attento dei media iraniani, hanno finito per trovare un’enorme ed entusiasta audience in tutto l’Iran.

Una nuova guerra psicologica in preparazione

I firmatari della lettera tracciano un collegamento diretto in merito alle azioni di Israele che possono scatenare “e intensificare le azioni militari americane contro Turchia, Siria, Libano, Iran e Russia dal momento che queste nazioni si sono opposte al trasferimento dell’ambasciata americana a Gerusalemme; e le crescenti tensioni sono già esacerbate dal ritiro degli Stati Uniti dal JCPOA”.

Il presidente Trump ha anche ricevuto una notifica legale che la lettera “sarà inserita come prova in tutte le questioni relative al trasferimento dell’ambasciata americana a Gerusalemme/Al Quds e al Piano d’azione congiunto globale. La lettera sarà messa nella lista come prova 1 in ogni indagine su crimini di guerra e procedimento (passato, presente, futuro) relativo a questo ambito, in ogni momento”.

Come ha dichiarato Bennett ad Asia Times, la preoccupazione principale è che, secondo la sua fonte militare, l’attuale instabile situazione potrebbe stabilire i presupposti per una “nuova campagna di guerra psicologica”.

Trump ha ricevuto un avviso legale – ai sensi del titolo 18 sezione 4 del Codice americano e del titolo 28 sezione 1361 del Codice americano – per “violazioni di leggi nazionali e internazionali”. La lettera raddoppia anche come “avviso legale alla popolazione americana”, ed è istituita come protezione legale “contro ogni ritorsione, arresto, indagine, sequestro, interrogatorio, discriminazione, detenzione, tortura, conseguenze finanziarie o ogni altra conseguenza o azione negativa o pregiudizievole”.

Inoltre “ogni azione intrapresa contro gli scriventi sarà interpretata come violazione dei seguenti articoli: 18 USC 242 (cospirazione per negazione/violazione dei diritti civili costituzionali), 24 USC 1983, 1984, 1985 (azione civile per violazione dei diritti), 18 US 2339A (supporto materiale ai terroristi)”.

La lettera può anche essere interpretata come un ramoscello d’ulivo: oltre a richiedere la protezione completa degli informatori, i firmatari si offrono per interrogare il Presidente e il Congresso.

La lettera è stata inviata per conoscenza al presidente russo Vladimir Putin, al presidente turco Recep Tayyip Erdogan e al presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani.

Finora non c’è stata alcuna risposta dalla Casa Bianca.

Considerando il trasferimento dell’ambasciata Americana a Gerusalemme, il ritiro unilaterale dall’accordo sul nucleare iraniano seguito da una dichiarazione di guerra economica contro l’Iran, la nuova narrazione sulla Corea del Nord (del tipo “c’è solo il nostro accordo o sarai distrutto come la Libia”), senza tralasciare il trattamento della talpa Julian Assange, le prospettive per un dialogo fruttuoso rimangono cupe.

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Articolo di Pepe Escobar pubblicato su AsiaTimes il 19 maggio 2018
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per SakerItalia.it

[le note in questo formato sono del traduttore]

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