Sì, i Russi hanno ricevuto una risposta scritta dagli Stati Uniti e dalla NATO.
I relativi documenti, comunque, non sono ancora trapelati (ma, certamente, lo saranno).
Lavrov ha dichiarato che ci sono alcuni aspetti importanti, ma non sono state soddisfatte le imprescindibili richieste russe. Ha ricordato che tutti gli Stati membri dell’OSCE, tra cui gli Stati Uniti, hanno firmato la Dichiarazione di Istanbul nel 1999 e la Dichiarazione di Astana nel 2010. Questi due documenti riguardano la natura indivisibile della sicurezza e la promessa di rispettare questo principio. Quindi, se questi documenti confermano il diritto di ogni paese di scegliere qualsivoglia alleanza a cui vogliano aderire, vietano però agli Stati membri di farlo a scapito della sicurezza di ogni altro firmatario.
Ora la Russia manderà una lettera a ciascuno Stato membro dell’OSCE, chiedendogli il perché si stia sottraendo al suo impegno scritto.
Quindi, che cosa sappiamo?
E’ sicuramente chiaro che dopo un mese e mezzo di “consultazioni” è prevalso il Partito della Guerra. Non è certo una grande sorpresa.
La Russia non è ovviamente soddisfatta delle risposte che ha ricevuto. I funzionari russi lo hanno già ammesso.
Le forze armate russe sono già impegnate in esercitazioni davvero grandi, che coinvolgono l’intera Marina Russa (4 flotte), le forze e le strutture di comando dalle regioni orientali della Russia. La Russia sta anche dislocando in Bielorussia forze aviotrasportate, unità EW [guerra elettronica] e sistemi di difesa aerea S-400. Infine, Putin ha ordinato delle esercitazioni prova delle forze russe di deterrenza strategica. Tutto sommato, le forze che la Russia sta ora allertando stanno diventando piuttosto significative, e avranno un impatto superiore al solo Donbass.
A parte questo, è troppo presto per trarre una qualche conclusione. Come dicono i francesi, “bisogna dare tempo al tempo”: significa che, malgrado ci sia un naturale desiderio di ottenere finalmente i risultati finali e fare grandi dichiarazioni su ciò che è appena successo o accadrà a breve, la verità è che ora NON è il tempo per giungere a tali conclusioni (almeno se si tiene di più al mondo reale piuttosto che alla propria impazienza).
I media occidentali hanno letteralmente preparato la loro audience della Zona A a delle “analisi” quasi istantanee” o “breaking news” e ad altri slogan che subito vomitano in maniera irresponsabile; considerando, però, la capacità di attenzione e la passività della loro audience, se la cavano senza conseguenze.
Suggerisco di non “accendere la CNN” ora, e di prendere il tempo necessario per ottenere “i veri dati di fatto” e di non arrivare a conclusioni premature.
Suggerisco di aspettare un giorno o due prima di giungere ad una conclusione.
Il Saker
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Articolo di The Saker pubblicato su The Saker il 27 gennaio 2022
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per Saker Italia.
La redazione di Saker Italia ribadisce il suo impegno nella lotta anti-mainstream e la sua volontà di animare il dibattito storico e politico. Questa che leggerete è l’opinione dell’autore; se desiderate rivolgere domande o critiche purtroppo questo è il posto sbagliato per formularle. L’autore è raggiungibile sul link dell’originale presente in calce.
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Il suggerimento sensato del Saker di aspettare un giorno o due prima di arrivare a una conclusione (non un mese o un trimestre, non un anno!) potrebbe far intendere che “un” conflitto reale è prossimo, non sappiamo – non avendo noi arti divinatorie – se sarà ukrainofoni contro Novorossia (un’altra Debal’ceve è in arrivo?), oppure ukrainofoni contro Novorossia con limitato intervento russo, magari senza mette piede in ukraina, oppure una guerra in ukraina in cui la Russia è tirata per i capelli con tutto il suo potenziale, oppure una guerra “a sospresa” altrove, come ad esempio nel Baltico, in Bielorussia, o altrove non in Europa …
Quello che pare quasi certo è che un evento bellico ci sarà quasi sicuramente e non fra molti mesi o anni, questo perché l’élite finanz-globalista-giudaica occidentaloide sta spingendo in modo forsennato – defecando se serve su trattati e diritto internazionale – per una guerra, che significa possibilità di mantere a lungo la sua stretta almeno sul cosiddetto occidente e, in particolare, sull’Europa.
Persino Dmitrij Medvedev, ex presidente della Federazione Russa, a suo tempo in odor di tentativi di “inciucio” con gli occidentalodi, di recente ha parlato con piglio patriottico …
Mi fermo qua, da non esperto di geopolitica (ho appena leggiucchiato Halford Jackinder) , di segreti delle “cancellerie” e di cose militari.
Cari saluti
Refuso: MACKINDER e non Jackinder.
Diciamo che non si sono messi proni accettando tutto, d’altronde avrebbero stupito il governo russo se l’avessero fatto.
Però hanno dovuto ingoiare l’orgoglio accettando con rassegnazione che devono accettare un dialogo.
Per la Russia è già un passo avanti enorme.
Nelle cancellerie europee e terzomondo si è consapevoli che la Russia ha dimostrato di poter piegare persino i CaniAmari!
Vittoria che è un altro colpo alla loro sfottente dominazioni da padroni.
non solo cancellerie consapevoli, ma anche ormai indecise su chi è il capo, vedi Croazia e nientedimeno che Germania. Soprattutto quest’ultima che, fatti due conti, stima che solo con la legna farà freschino nelle case fino a maggio
gli USA mettono a disposizione 80 navi per trasportare in UE il metano USA e Quatarino liquefatto qualora – non la Russia ma – il Banderastan chiudesse i metanodotti in caso di “invasione”.
Auguri!
Credono rifare così il ponte aereo del 1948 su Berlino?
Ci manderanno milioni di accendini, così potremo scaldarci tutti e illuminarci in caso di bisogno.
LA risposta USA potrebbero essere LE risposte USA, per confondere, intimidire, mostrare arroganza.
https://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/biden-tiene-pressione-su-mosca-annunciando-dislocamento-soldati/ar-AAThm8L
come anche la Francia dà risposta ‘doppia’
Mentre il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo francese Emmanuel Macron hanno concordato sulla “necessità di una riduzione dell’escalation”…
Tuttavia anche la Francia intende inviare “diverse centinaia” dei suoi soldati in Romania come parte di un possibile dispiegamento della Nato