La mia recente analisi sulle potenziali conseguenze di un attacco statunitense alla Corea del Nord ha suscitato un’ampia serie di reazioni. C’è un tipo di reazione che trovo particolarmente interessante e molto importante, e vorrei soffermarmi su questo oggi: quelli che hanno completamente respinto la mia intera argomentazione. Quanto segue è una selezione di alcune delle reazioni più significative:
Esempio 1:
Le difese aeree della Corea del Nord sono così deboli che abbiamo dovuto rendergli noto che stavamo facendo volare i bombardieri B-1 vicino al loro spazio aereo – non sapevano nemmeno che i nostri aerei sarebbero arrivati. Questo mi ricorda la “spaventosa” Guardia Repubblicana che Saddam aveva nel Golfo Persico. Si scopre che avevamo la superiorità aerea totale e che appena li abbiamo bombardati si sono arresi a frotte. Abbiamo già visto cosa succede quando un esercito che ha un’enorme quantità di armi sovietiche obsolete sfida la forza tecnologicamente più avanzata al mondo. È un massacro. Inoltre, ci devono essere armi nella manica degli Stati Uniti che verrebbero usate in caso di attacco. Non dimentichiamo le nostre abilità di guerra cibernetica che verrebbero sicuramente implementate. Questo autore sembra sempre esagerare le capacità della Russia e denigrare le capacità degli Stati Uniti. Certo, la Russia ha la capacità di ridurre gli Stati Uniti in mille pezzi, e viceversa. Ma in caso di guerra ad armi pari, gli Stati Uniti e la NATO dominerebbero. PUNTO.
Esempio 2:
Intenzione del comandante: decapitare la leadership ed eliminare le capacità di rappresaglia.
Esecuzione:
Fase uno:
Massiccia campagna missilistica/di bombardamento (inclusi bombardamenti a tappeto) delle posizioni dei leader più importanti, delle posizioni dei missili tattici e delle postazioni d’artiglieria nella zona demilitarizzata. Distruzione della flotta di superficie e dell’aeronautica.
Fase due:
Avanzata nella zona delle postazioni d’artiglieria della zona demilitarizzata fino alla portata dei cannoni da 240 mm. Non oltre (prese in considerazione le valutazioni tattiche locali, naturalmente).
Fase tre: “spezzare la volontà del nemico di combattere” e distruggere “le infrastrutture di supporto del regime”
Fase quattro:
Cambio di regime.
Ecco qua…
Esempio 3:
Immagino che un attacco americano alla Corea del Nord consisterebbe in un attacco nucleare strategico preventivo per distruggere l’intero paese prima che possa fare qualsiasi cosa. Dal momento che la stessa Corea del Nord non contribuisce sostanzialmente all’economia mondiale, nessuno perderebbe denaro.
Questi esempi illustrano perfettamente il tipo di mentalità indotta da ciò che il Professor John Marciano [in inglese] ha definito l’“Impero come stile di vita” [1] che è caratterizzato da un insieme di peculiarità fondamentali:
- Prima di tutto, “argomentazioni” semplici, semplicissime, basate su un’unica frase. Sono finiti i giorni in cui le discussioni si basavano su una sequenza logica in cui si stabilivano i fatti, che poi venivano valutati per la loro accuratezza e pertinenza, poi analizzati e quindi si esponevano le conclusioni. Mentre in passato una discussione lunga una pagina o un paragrafo costituiva la norma, ora abbiamo tweet di 140 caratteri, che sono più simili agli slogan gridati che a delle argomentazioni (non c’è da meravigliarsi che Twitter abbia come simbolo un uccello – da qui l’espressione “cervello di gallina”) [in originale :“no wonder that tweeting is something a bird does – hence the expression “bird brain”” – purtroppo, il gioco di parole fatto dal Saker è intraducibile]. Inizialmente vedrete questo tipo di persona scrivere quello che sembra essere un paragrafo, ma ad uno sguardo più da vicino vi renderete conto che il paragrafo è in realtà poco più di una sequenza di affermazioni indipendenti, e non una vera discussione di alcun tipo.
- Una credenza quasi religiosa nella propria superiorità, che viene accettata come assiomatica. Niente di nuovo qui: i comunisti si consideravano superiori per ragioni di classe, i nazisti a causa della superiorità razziale, gli americani solo “perché sì e basta” – non viene data nessuna spiegazione (non sono sicuro che ciò costituisca una forma di progresso). Nel caso degli Stati Uniti, questa superiorità è culturale, politica, finanziaria e a volte, ma non sempre, razziale. Questa superiorità è anche tecnologica, e da qui deriva il “ci devono essere” o il “senza dubbio” nell’esempio #1 sopra riportato. Questa è pura fede, e non qualcosa che può essere sfidato coi fatti o con la logica.
- Disprezzo per tutti gli altri. Questo si percepisce benissimo dall’esempio #2 sopra riportato. L’esempio #3 sostanzialmente dichiara che tutta la Corea del Nord (compresa la sua popolazione) non vale niente. È da qui che provengono tutte le espressioni come “negri della sabbia”, “hadji” e “gook” [espressioni razziste americane: le prime due indicano persone di etnia araba (un hadji è un musulmano che è riuscito a compiere un pellegrinaggio alla Mecca), la terza indica gli asiatici]: la disumanizzazione degli “altri” come preparazione per il loro massacro di massa. Si noti come nell’esempio #2 i leader della Corea del Nord siano considerati totalmente impotenti, ottusi e, soprattutto, passivi. L’idea che possano fare qualcosa di inaspettato non viene nemmeno presa in considerazione (una classica ricetta per un disastro militare, ma ne parleremo più avanti).
- Disprezzo delle regole, delle norme e delle leggi. Questa nozione è ben espressa dal famoso slogan del 19° secolo “è il mio paese, che abbia ragione o torto” [in inglese], ma va ben oltre, poiché include anche la convinzione che gli Stati Uniti abbiano il diritto concesso da Dio (o da un’entità equivalente) di ignorare il diritto internazionale, l’opinione pubblica del resto del pianeta o anche i valori alla base dei documenti che hanno fondato gli Stati Uniti. Di fatto, nella logica di un simile drone imperiale, la credenza nella superiorità degli Stati Uniti serve in realtà come premessa alla conclusione che gli Stati Uniti hanno la “missione” o la “responsabilità” di governare il mondo. Questo è il “che possa aver ragione” elevato al rango di dogma e, quindi, mai messo in discussione.
- Un altissimo affidamento al pensierodoppio. Wikipedia definisce il pensierodoppio come “l’atto di accettare simultaneamente due credenze reciprocamente contraddittorie come corrette, spesso in contesti sociali distinti”. Una perfetta illustrazione ne è la famosa frase “divenne necessario distruggere la città per salvarla” [in inglese]. La maggior parte degli americani è consapevole del fatto che le politiche statunitensi hanno portato ad odiarli in tutto il mondo, persino tra paesi alleati o “protetti” come la Corea del Sud, Israele, Germania o Giappone. Eppure, allo stesso tempo, continuano a pensare che gli Stati Uniti dovrebbero “difendere” gli “alleati”, anche se questi ultimi non vedono l’ora che i soldati dello zio Sam facciano i bagagli e se ne vadano. Il pensierodoppio è anche ciò che rende possibile per i droni ideologici essere consapevoli del fatto che gli Stati Uniti sono diventati una servile colonia israeliana e, allo stesso tempo, difendere il sostegno e il finanziamento di Israele.
- Una glorificazione dell’ignoranza, che si trasforma in un segno di virilità e onestà. Questo è chiaramente illustrato nella famosa canzone “Where were you when the world stopped turning” [in inglese], i cui testi includono le seguenti parole “Guardo la CNN, non sono sicuro di poterti dire la differenza tra Iraq e Iran, ma so che Gesù e io parliamo con Dio” [in inglese] (si noti come il titolo della canzone suggerisce che New York è il centro del mondo, quando viene colpita, il mondo smette di girare, inoltre, non viene stabilita alcuna connessione tra il guardare la CNN e il non essere in grado di distinguere due paesi completamente diversi). Se questo fosse limitato ai cantanti, allora non sarebbe un problema, ma questo vale per la stragrande maggioranza dei politici statunitensi, dei responsabili delle decisioni e dei rappresentanti eletti, da qui l’osservazione di Putin “È difficile parlare con persone che confondono l’Austria con l’Australia” [in inglese]. Di conseguenza, non è più rimasta una diplomazia statunitense distinguibile: tutto quello che fa il Dipartimento di Stato è minacciare, dare ultimatum e condannare. I negoziati *significativi* sono stati sostanzialmente rimossi dalla cassetta degli attrezzi della politica estera degli Stati Uniti.
- Un’accettazione totalmente acritica di narrazioni ideologicamente corrette, anche quando esse sono evidentemente insensate perfino secondo un’analisi critica superficiale. Un esempio di questo tipo di storie chiaramente stupide è tutta l’assurdità dei russi che cercano di immischiarsi nelle elezioni americane o dell’ultima isteria su esercitazioni militari relativamente piccole in Russia [in inglese]. L’accettazione della narrativa ufficiale sull’11 Settembre ne è un perfetto esempio. Qualcosa ripetuto dai “rispettabili” media sionisti viene accettato come dogma, non importa quanto auto-evidentemente stupido.
- Una profonda convinzione che tutto sia misurato in dollari. Da questa partono alcune credenze accettate come corollari, come “le armi americane sono più costose, sono quindi superiori” o “ognuno ha il suo prezzo” [ovvero “chi non possiamo uccidere, semplicemente lo compreremo”, un perfetto esempio recente è qui [in inglese]]. Nella mia esperienza gente come questa è assolutamente incapace di immaginare che alcune persone potrebbero non essere motivate dall’avidità o da altri interessi egoistici: i droni ideologici proiettano i propri motivi primitivi su tutti gli altri con totale fiducia. Quella convinzione è anche la norma in tutte le conversazioni sulla moralità, le etnie o persino le nozioni di giusto e sbagliato. Una visione anti-religiosa per eccellenza.
Si noti l’assenza totale di qualsiasi considerazione più complessa che potrebbe richiedere un certo grado di conoscenza o competenza: la mentalità imperiale non è solo compatibile con l’ignoranza, è basata sull’ignoranza. Questo è ciò a cui Orwell si riferiva nel suo famoso libro 1984 con lo slogan “L’Ignoranza è Forza”. Tuttavia, va ben oltre la semplice ignoranza dei fatti, e include la capacità di “pensare per slogan” (l’esempio #2 è un esempio perfetto di ciò).
Ci sono, naturalmente, molte altre caratteristiche psicologiche per il perfetto “drone ideologico”, ma quelle sopra elencate già dipingono un’immagine abbastanza onesta del tipo di persona che sono sicuro che tutti abbiamo visto molte volte. Ciò che è fondamentale per capirli è che, anche se sono lontani dall’essere una maggioranza, compensano questo fatto con una spinta motivazionale tremenda. Potrebbe essere dovuto alla necessità di riaffermare ripetutamente le loro certezze, o un modo per far fronte a una profonda dissonanza cognitiva, ma nella mia esperienza persone come quelle hanno livelli di energia che molte persone sane invidierebbero. Questo è assolutamente cruciale per il modo in cui funzionano l’Impero e qualsiasi altro regime oppressivo: reprimendo coloro che possono comprendere un argomento complesso per mezzo di coloro che non possono farlo. Lasciatemi spiegare:
A meno che non vengano introdotti meccanismi per impedirlo, in un dibattito/disputa tra una persona colta e intelligente e un drone ideologico, quest’ultima prevarrà sempre a causa dell’immenso vantaggio che quest’ultima ha sulla prima. Infatti, mentre la persona colta e intelligente sarà in grado di identificare immediatamente numerose lacune fattuali e logiche negli argomenti del suo avversario, avrà sempre bisogno di molto più “spazio” per sfatare le sciocchezze vomitate dal drone rispetto al drone, che semplicemente respingerà ogni argomento con uno o più slogan. Questo è il motivo per cui non discuto personalmente e non parlo mai nemmeno con queste persone: è assolutamente inutile.
Di conseguenza, un argomento basato sui fatti e logico ora riceve la stessa considerazione e trattamento di una raccolta di slogan senza senso (la correttezza politica impone imperiosamente questo principio: non si può più chiamare idiota un idiota). L’abbattimento degli standard educativi ha comportato un drastico degrado del dibattito pubblico: essere ben educati, ben istruiti, aver viaggiato molto, parlare diverse lingue e sentirsi a proprio agio in culture diverse venivano considerati un prerequisito per esprimere un’opinione, ora sono tutte trattate come caratteristiche superflue e anche inutili. La competenza vera e formale su un argomento sta diventando estremamente rara. Un esempio molto interessante di questo fatto si può trovare in questo video davvero fantastico pubblicato da Peter Schiff:
Si potrebbe essere tentati di concludere che questo tipo di “dibattito” sia una questione nera, ma non lo è. Le tre citazioni fornite all’inizio di questo articolo sono un buon promemoria di ciò (a meno che, ovviamente, non siano state scritte da un nero, cosa che non abbiamo motivo di credere).
Twitter potrebbe aver fatto alle menti ciò che MTV ha fatto alla musica rock: le ha devastate.
Conseguenze:
Ci sono una serie di importanti conseguenze della presenza di tali droni ideologici in ogni società. La prima è che qualsiasi regime basato sull’ideologia troverà sempre e facilmente numerosi sostenitori spontanei che collaboreranno volentieri con esso. Combinati con dei media completamente asserviti, tali droni formano la forza di prima linea di ogni dibattito ideologico. Ad esempio, un giornalista può sempre essere certo di trovare facilmente una persona compiacente da intervistare, proprio come un politico può contare su di loro perché lo sostengano durante un discorso o un dibattito pubblico. La verità è che, sfortunatamente, viviamo in una società che pone molta più enfasi sul diritto di avere un’opinione che sull’effettiva capacità di farsene una.
A proposito, quelli sfidati sul piano intellettuale trovano sempre un alleato naturale nel vigliacco e nel “seguace” (in contrapposizione ai “leader”) perché è sempre molto più facile e sicuro seguire la mandria e sostenere il regime al potere piuttosto che opporsi ad esso. Vedrete sempre “droni stupidi” sostenuti da “droni vigliacchi”. Per quanto riguarda i politici, si occupano naturalmente di tutti i tipi di droni, poiché forniscono sempre un “rapporto qualità-prezzo” molto più grande di quelli inclini al pensiero critico, la cui lealtà verso qualunque “causa” è sempre dubbia.
Il tipo di mentalità da drone presenta anche alcuni punti deboli importanti, tra cui un altissimo grado di prevedibilità, l’incapacità di imparare dagli errori del passato, l’incapacità di immaginare un qualcuno che operi con un insieme di motivazioni completamente diverso e molti altri. Uno dei più interessanti per coloro che resistono attivamente all’Impero Anglo-Sionista è che il drone ideologico ha pochissima tenacia, perché non appena il mondo reale, in tutta la sua bellezza e complessità, irrompe attraverso la porta dell’immaginazione delirante e angusta del drone, la sua presuntuosa arroganza viene quasi istantaneamente sostituita da un senso di panico e disperazione totale. Ho avuto la possibilità di parlare con ufficiali russi che erano presenti durante l’interrogatorio iniziale dei prigionieri di guerra statunitensi in Iraq, e sono rimasti assolutamente stupiti di come i prigionieri di guerra statunitensi siano immediatamente terrorizzati e a pezzi (anche se non sono stati maltrattati in alcun modo). Era come se non avessero alcun senso del rischio, fino a quando non è stato troppo tardi e sono stati catturati, e a quel punto la loro forza interiore ha ceduto immediatamente il posto ad un senso di terrore. Questo è uno dei motivi per cui l’Impero non può permettersi una guerra prolungata: non a causa della paura delle troppe vittime, come alcuni suggeriscono, ma per mantenere le illusioni imperiali non danneggiate dalla realtà. Finché la sconfitta può essere nascosta o spiegata, l’Impero può combattere, ma non appena diventa impossibile offuscare il disastro, l’Impero deve semplicemente dichiarare la vittoria e andarsene.
Quindi qui abbiamo un paradosso: l’esercito americano è assolutamente capace di uccidere persone in grande numero, ma non di vincere guerre. Eppure, dato che quest’ultimo fatto viene facilmente respinto per i motivi #2, #5 e #7 sopra riportati (in realtà da tutti), non riuscire a vincere effettivamente le guerre non influisce davvero sulla determinazione degli Stati Uniti ad avviare nuove guerre, anche potenzialmente molto pericolose. Direi anche che ogni sconfitta rafforza persino il desiderio dell’Impero di mostrare la sua forza sperando di identificare finalmente una vittima abbastanza piccola da essere sconfitta in modo convincente. L’esempio perfetto di ciò è la decisione di Ronald Reagan di invadere Grenada subito dopo che le caserme degli US Marines erano state attaccate a Beirut. Il fatto che l’invasione di Grenada sia stata una delle peggiori operazioni militari nella storia del mondo non ha impedito al governo statunitense di distribuire più medaglie per essa rispetto al numero totale di persone coinvolte – questo è il potere della mentalità dei droni!
Qui abbiamo un altro paradosso: la storia mostra che se gli Stati Uniti rimangono invischiati in un conflitto militare è molto probabile che finiscano per essere sconfitti (se si accetta “non vincere” come un eufemismo per “perdere”). Eppure, gli Stati Uniti sono anche estremamente difficili da scoraggiare. Questo non è solo un caso di “Gli stupidi si spingono dove gli angeli hanno paura di avventurarsi” [in inglese], ma il risultato diretto di una forma di condizionamento che inizia nelle scuole elementari. Dal punto di vista di un impero, le sconfitte ripetute ma nascoste con successo sono di gran lunga preferibili al tipo di paralisi mentale indotta nelle popolazioni di droni, almeno temporaneamente, da sconfitte ben pubblicizzate. Allo stesso modo, quando la perdita di faccia è vista come una calamità molto peggiore dei sacchi per cadaveri, le lezioni del passato vengono apprese da accademici e specialisti, ma non dalla nazione nel suo insieme (ci sono numerosi accademici e ufficiali statunitensi che hanno sempre saputo tutto di quello sopra descritto, in effetti – sono stati quelli che per primi mi hanno insegnato al riguardo!).
Se questo fosse limitato solo ai droni con QI basso, questo non sarebbe altrettanto pericoloso, ma il problema è che le parole hanno il loro potere e che politici e droni ideologici formano insieme un ciclo di feedback positivo che si autoalimenta quando i primi mentono solo a questi ultimi per poi essere vincolati da ciò che hanno detto, che, a sua volta, li porta ad unirsi ai droni ideologici in una propria pseudo-realtà.
Cosa significa tutto questo per la Corea del Nord e il resto di noi
Odio ammetterlo, ma devo concedere che ci sono dei buoni motivi che tutti i siparietti sopra le righe e le minacce da parte dei nordcoreani abbiano senso, almeno in una certa misura. Mentre per una persona colta e intelligente minacciare gli Stati Uniti continentali di attacchi nucleari potrebbe apparire come l’epitome dell’irresponsabilità, questo potrebbe essere l’unico modo per mettere in guardia i droni ideologici delle potenziali conseguenze di un attacco americano alla Corea del Nord. Pensateci: se doveste scoraggiare qualcuno con il set di credenze descritte dalla #1 alla #8, preferireste spiegare che una guerra nella penisola coreana coinvolgerebbe immediatamente l’intera regione o dire semplicemente che “quei pazzi musi gialli potrebbero semplicemente bombardarvi con le atomiche!”? Penso che i nordcoreani potrebbero essere perdonati per aver pensato che un drone ideologico possa essere scoraggiato solo da minacce primitive e ampiamente esagerate.
Tuttavia, la mia conclusione strettamente personale è che i droni ideologici sono praticamente “a prova di ragionamento” e che non possono essere influenzati né da argomenti primitivi né da argomenti sofisticati. Questo è il motivo per cui personalmente non li coinvolgo mai direttamente. Ma questa è difficilmente un’opzione per un paese che cerca disperatamente di evitare una guerra devastante (i nordcoreani non si fanno illusioni al riguardo, perché, a differenza della maggior parte degli americani, ricordano la precedente guerra in Corea).
Ma qui c’è l’aspetto peggiore di tutto questo: non è solo un problema nordcoreano.
Le politiche statunitensi nei confronti di Russia, Cina e Iran hanno tutte il potenziale per provocare un disastro di grande portata. Il mondo sta affrontando una situazione in cui un regime del tutto delirante sta minacciando tutti con vari gradi di confronto. È come essere nella stessa stanza con una scimmia che gioca con una bomba a mano. Tranne che quella granata è nucleare.
Questa situazione pone un carico di responsabilità speciale su tutte le altre nazioni, specialmente quelle attualmente nel mirino dello Zio Sam, perché agiscano con moderazione e massimo autocontrollo. Non è giusto, ma la vita raramente lo è. È tutto molto bello e facile dichiarare che la forza deve essere affrontata con la forza e che l’Impero interpreta la moderazione come debolezza, finché non si comprende che qualsiasi errore di calcolo può portare alla morte di milioni di persone. Sono quindi molto felice che la Corea del Nord sia l’unico paese che ha scelto di ricorrere ad una politica di minacce iperboliche, mentre Iran, Russia e Cina hanno agito, e stanno ancora agendo, con il massimo riserbo.
In termini pratici, non c’è modo per il resto del pianeta di disarmare la scimmia. L’unica opzione è quindi quella di rendere incapace la scimmia stessa o, in alternativa, creare le condizioni in cui la scimmia sarà troppo occupata con qualcos’altro per prestare attenzione alla sua granata. Una crisi politica interna innescata da una sconfitta militare esterna rimane, credo, lo scenario più probabile e desiderabile (vedi qui se questo argomento ti interessa). Tuttavia, il futuro è impossibile da prevedere e, come dice il Corano, “essi pianificano e Allah progetta. E Allah è il migliore dei pianificatori”. Tutto ciò che possiamo fare è cercare di attenuare il più possibile l’impatto dei droni ideologici sulla nostra società, principalmente *non* coinvolgendoli e limitando la nostra interazione a coloro che sono ancora capaci di pensiero critico. È escludendo i droni ideologici dal dibattito sul futuro del nostro mondo che possiamo creare un ambiente migliore per coloro che cercano veramente soluzioni alla nostra attuale situazione.
Il Saker
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1. Se non avete ascoltato due delle sue lezioni su questo argomento, cosa che vi raccomando fortemente di fare, potete trovarle qui [in inglese]:
Empire as a Way of Life, Part 1 | mp3 | doc
Empire as a Way of Life, Part 2 | mp3 | doc
Empire as a Way of Life, Part 3 | mp3 | doc
Empire as a Way of Life, Part 4 | mp3 | doc
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Articolo pubblicato su The Saker.is il 22 dicembre 2017.
Traduzione in Italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
[le note in questo formato sono del traduttore]
purtroppo hanno ragione i fanatici difensori dell’impero. Se il gioppino nord coreano esagera…gli tapperanno la ganassa per sempre, prima che si accorga cosa succede.
Un attacco con bombette E per eliminare tutti i circuiti elettronici e un bombardamento a tappeto con armi
atomiche tattiche . Eliminando ogni segno di vita. I Nordcoreani non hanno il tempo per reagire.
Le colline e vallette nordcoreane daranno rifugio a qualche mohicano, che verra’ poi esposto nei musei degli yankee.
Quando incontro un drone, dal momento che sono molto curioso ed ho interessi variegati, snocciolo dati e faccio domande. Naturalmente, poi, lascio perdere, perchè molti sono irredimibili, ma le soddisfazioni arrivano..