Ho volutamente lasciato passare più di un mese dal mio ultimo editoriale. Vediamo cosa è cambiato da allora, e come.
Lo scenario di guerra ai confini russi non ha fatto che aumentare d’ampiezza e pericolosità. Mentre Europa, Stati Uniti e tutto l’Occidente per mano si stanno suicidando collettivamente, l’Oriente e l’Estremo Oriente si stanno preparando a rispondere a tutte le nostre angherie lungo i loro confini. In molti stiamo tentando di capire quando e come succederà, sapendo con certezza che qualcosa accadrà di sicuro. Ricordo sempre che ieri serviva una palla di cristallo, oggi solo un paio di occhiali.
Il presidente bielorusso Lukashenko ha deciso di acquistare il materiale bellico delle esercitazioni, garantendosi apparecchiature come gli S-400, in grado di coprire il paese e oltre. Questo materiale quindi resterà in loco e servirà da deterrente o da bersaglio per le “manovre” NATO. Perché suggerisco che faranno da bersaglio? Perché in caso di guerra anche le dichiarazioni di Lukashenko lasciano intendere che ci sia la comprensione che il territorio bielorusso sarà usato come autostrada da entrambi gli schieramenti. E non è disposto a far passare nessuno. Parole forti ma giuste, dette da un uomo che capisce in che situazione è il suo paese, sa quanto importante sia avere rapporti sani e di mutuo profitto, e che questi rapporti certo l’EU e gli USA non li garantiscono.
Questo non toglie l’enorme spada di Damocle che pende sulla testa della Bielorussia, presto o tardi sarà usata come cuscinetto e la scelta di Lukashenko sarà giudicata solo dagli storici (che spero saranno imparziali) e dagli archeologi che per decenni troveranno resti di uno schieramento, dell’altro o di entrambi. A questo proposito non hanno ancora finito di esumare resti appartenenti a combattenti della guerra precedente, che si vuole tornare a concimare i campi con nuove generazioni. E’ assolutamente ingiusto giocare con la vita di milioni di persone, costrette alla fuga, all’esilio, uomini, donne, bambini e anziani che passano dalla repressione alla tortura. Tutto questo in nome di conquiste territoriali e rivincite su umiliazioni subite in precedenza. Ma questa è la guerra, nasce dalla ceneri della precedente e brucia tutto ciò che incontra. Perché così tanti oggi soffiano sulle ceneri sperando che il prossimo fuoco ci consumi tutti?
Come editore credo di essermi posto la domanda più di una ventina di volte; ho più risposte, alcune sono lapalissiane: come tutti sappiamo la NATO vuole espandersi, si vuole soggiogare la Russia e ridurla ad una bestia senza denti né unghie, sfruttarla senza dare nulla in cambio. E questo soffiare sul fuoco è sicuramente deliberato. Da un lato si crea divisione, dall’altro i presupposti per accettare questo stato di cose. Fino a poco tempo fa non mi sarei sognato di sperare un attacco missilistico russo per essere liberato dalle nostre elites. Una vera situazione da “Broken Arrow”, dove si chiede sulla propria posizione tutto il fuoco aereo disponibile. Ci lasceremo le penne, ma almeno ce ne andremo tutti insieme. Questo sentimento di disgusto era prevedibile, ma il desiderio attuale di rischiare qualcosa per ottenere qualcos’altro è una novità, e mi sorprende. Sono felice di non dovermi occupare di diplomazia più di tanto, perché la mia soglia di tolleranza è decisamente inferiore e non paragonabile a quella esercitata dalla Federazione Russa. Temo che il prospetto e le scelte siano sempre stati difficili, centinaia di migliaia di vittime in guerre non dichiarate, per difendere i confini e riportare stabilità dove viene fatta mancare dall’Occidente, oppure un’enorme guerra che metterà tutti in ginocchio, con milioni di vittime? Ieri alcuni chiedevano una risposta forte, ora non sono più una o due voci, ma molte di più. Lo chiedono sperando che una sconfitta dell’Impero coincida con la loro dipartita, come player internazionale e palla al piede universale.
Nonostante sia potenzialmente d’accordo con questa visione, so anche che il vuoto che lasceranno sarà colmato da anarchia e qualche altro player internazionale, in sostanza c’è il rischio concreto che a noi cambi solo il governatore, ma le politiche no. Cambia chi maneggia il manganello e per chi lo fa. E non è un argomento accettabile, non lo è più.
Una luce sorprendente arriva dal Canada. Non abbiamo ancora coperto degnamente gli eventi in Canada perché siamo soverchiati da quanto sta succedendo attorno alla Russia, ma non abbiamo perso il contatto con la realtà. La realtà in questione riguarda tirannia e oppressione, riguarda i diritti dei cittadini. Riguarda le costituzioni, quei vetusti fogli di carta che sono stati creati per non giungere a questi punti. Eppure oggi questi diritti sono ignorati, cancellati, modificati a tal punto da assumere forma e fattezze di un Quarto Reich internazionale.
In Canada c’è da oltre una settimana una rivolta pacifica capitanata non da individui ma da una massa cosciente e stufa. Ogni tentativo di marginalizzare la popolazione in rivolta è fallito, i media hanno fatto di tutto per screditarli, è stato tentato di introdurre elementi discutibili o creare disturbi proprio per mostrare quelle immagini sui media e dire: “Ecco, ve l’avevamo detto, queste proteste non sono legittime”. Ed è fallito. Nei giorni scorsi è stato vociferato che sarà usato l’esercito per sedare e ritornare alla “normalità” (la loro normalità la conosciamo benissimo, da 3 anni ormai condividiamo quasi tutti la stessa sorte). Al netto rifiuto di queste regole ormai insensate, da dittatori, si pensa all’uso dell’esercito per riprendere un controllo perso per sempre. Perché sostengo che il controllo è stato perso per sempre? Perché sono convinto che per quanto un intervento possa essere drammatico, non farà altro che esasperare la popolazione e rovesciare quell’entità cancerogena al governo. Sto parlando di Justin Trudeau, un elemento che ha fatto di tutto per farsi eleggere e ha fatto altrettanto per farsi odiare. Un personaggio che ha perso il rispetto della popolazione mondiale, non solo quella locale e indigena canadese. Colto a mentire ripetutamente, oggi guardiamo a Trudeau come a un Guaido qualunque, uno che ce l’ha fatta per qualche anno ma non è riuscito a rimanere in sella, cacciato dalla sede ufficiale di governo, nascosto in qualche buco, semplicemente contrastando la sua retorica. E oggi vorrebbe mandare l’esercito perché non riesce a rispondere a decine di migliaia di video su internet che gli chiedono una semplice cosa, tornare e farsi giudicare dal popolo. Cosa alquanto impossibile perché il rischio di perdere la testa è più che concreto. Ed eccolo annunciare dal suo luogo di quarantena (perché ha convenientemente beccato un’influenza appena le cose si mettevano male) le misure draconiane contro i camionisti e chi li ha aiutati a riprendere il controllo del paese (o farglielo perdere). Bisogna ricordare che visti i successi delle campagne per raccogliere fondi e organizzare tali risposte al governo, sono stati raccolti più di 20 milioni di dollari. A questo proposito bisogna indagare cosa sta succedendo con le donazioni: uno dei due provider di servizi per donazioni, GoFundMe, il più famoso, ha subito pressioni dal governo canadese per chiudere l’account delle donazioni ai camionisti. I 10 milioni che in quel momento erano a disposizione per rifocillarsi, pagare la benzina, dormire e lavarsi se necessario, sono stati immediatamente sequestrati dalle autorità. Cedendo alle autorità l’intero internet ha condannato GoFundMe. Due giorni dopo un altro account di un’altra società ha aperto i battenti, e ha raccolto più dei 10 milioni raccolti da GoFundMe, provocando un crollo della reputazione e possibilità di future donazioni. Hanno rinunciato in nome di un governo dittatoriale e hanno perso il rispetto dei loro clienti. Bella mossa.
In questo momento “sembra” che il denaro virtuale possa aiutare più di quello fisico. E’ un errore madornale a mio avviso, per la semplice ragione che con un click i governi possono rendere il vostro denaro inutile, farlo sparire o impedirvi di usarlo. Ciò che è capitato in Canada deve fungere da esempio. Con il contante questo non è possibile, ed ecco perché ci stanno spingendo il più in fretta possibile verso una moneta virtuale. Dimenticatevi le menzogne che la moneta sarà “libera”, senza il controllo governativo o chissà che altro. Durante una protesta non servirete a niente su un divano con la carta di credito in mano, la partecipazione e la solidarietà con chi è in prima linea determinerà la vittoria o la sconfitta. E questa partecipazione in Canada non manca, a tal punto che sembra un biglietto di sola andata per Trudeau. Su internet è ormai lo zimbello di tutti, è politicamente defunto. Altrove già si sta pensando a come mettere una toppa, ma quello che sembrava un foro è oggi una voragine e non c’è modo di salvare Trudeau dal suo destino. Questo significa che se le elites al potere non riusciranno a rimetterlo in sella (ha il 90% delle probabilità di essere disarcionato), altri dovranno presto condividere il fato di questo primo ministro in disgrazia. Sarà una rivolta contagiosa.
Come montare una canadese in Italia? Succedesse qualcosa di simile dalle nostre parti avviso già che l’aiuto da vicino sarà molto più utile e più difficile da intercettare di qualsiasi campagna virtuale. Senza contare che se siete contrari a come siete stati trattati, il vostro posto è in strada accanto a chi la pensa come voi. Porterete cibo e generi di prima necessità, bandiere italiane e una gran positività. Tutti gli elementi di disturbo devono essere individuati, isolati, derisi pubblicamente e allontanati. Nessuno desidera un altro G8, poliziotti infiltrati e amici corrotti dovranno guardare da distante, non intromettersi nelle manifestazioni, dovranno mangiarsi le unghie per essere dalla parte sbagliata della storia. Molti di loro dovranno picchiare i loro stessi figli, le loro mogli e i loro parenti se ordinato. Ad alcuni andrà anche bene questa follia, ad altri crediamo di no. E se davvero si vorrà prendere quel percorso, parlo ai nostri vertici più che altro, sappiano che sarà una guerra persa in partenza. Un tempo questa gente giocava a carte coperte, oggi sono tutte sul tavolo. Conosciamo i loro stratagemmi per restare al potere, e li hanno esauriti completamente. Come alcuni giustamente dicono, è da Mani Pulite che l’Italia è in golpe permanente, ma l’Italia che conosciamo va indietro nella storia di oltre 2000 anni, sappiamo come gli imperi si creano e come si disfano, li abbiamo inventati noi. Le dinamiche che ruotano attorno al potere, per mantenerne il possesso, le abbiamo sperimentate e messe in atto per secoli e secoli. Non abbiamo 400 anni di storia da vantare, ne abbiamo molti di più. Abbiamo esperienza nell’essere impero ma anche nel diventare vassalli, ci siamo mossi da una alleanza all’altra, abbiamo tradito e siamo stati traditi. Si ha la tendenza di credere che un tiranno sia per sempre, come i diamanti, ma non è così, la storia ci mostra come la maggior parte di loro venga rimossa, rovesciata o addirittura giustiziata. Persone come Trudeau, Macron e simili personaggi copia e incolla italiani dimenticano che la folla ha sempre ragione. Quando dissero alla regina di Francia che la rivolta ormai abbracciava tutta Parigi e che la gente aveva fame, lei rispose che invece del pane il popolo avrebbe dovuto nutrirsi a brioches. Ecco quanto sono distanti i pensieri delle nostre “elites” al potere oggi. Niente di diverso, solo il loro egoistico benestare. Sono eletti per badare ai nostri interessi, invece si comportano come 14enni a cui si danno 100 euro al mese per toglierseli di torno. “Tieni sti soldi ma sparisci, fai quello che vuoi, non voglio saperne nulla”. Così ci siamo lasciati andare a questa follia, delegando (e questi certo non prendono 100 euro al mese). Si parla sempre di tagli di qua e di là, ma è sempre sui nostri vestiti che si improvvisano sarti. Cosa ci resta oggi? Un gran freddo e una gran rabbia. Una sanità dettata da influencers, politici che si improvvisano dottori, dottori che si improvvisano tiranni. Un’economia gestita da marionette di Goldman Sachs e da un’Europa a senso unico. La responsabilità è di tutti, ma noi possiamo riparare dopo la distruzione, loro non possono che continuare a distruggere per coprire gli errori banali, le menzogne e le ingiustizie. Il vento di rivolta che c’è in Canada oggi investirà tutte le nazioni occidentali, e credo che anche ad Est ci saranno sorprese.
Nel frattempo osservo perplesso questo asse Austro-Italiano di nuova concezione, e attendo di vederlo sparire senza che ne venga fatta menzione nei libri di storia, perché irrilevante. E’ una speranza dettata più che altro da questi equilibrismi di dittatura che sono esercitati On/Off, ad intermittenza, senza la minima opposizione. Quando al governo ci sono politici che di opposizione non ne fanno, forse non è più democrazia, è solo un triste teatrino con altrettanto tristi pupazzi. I nostri media ci narrano di una corruzione regnante in Russia, additandoli a terribile esempio. Eppure sembra siano le nostre virtuose nazioni a dare esempio quotidiano di corruzione, per gli interessi di chiunque, saudita, americano, inglese, tedesco, francese, cinese, tutti tranne che il nostro. In realtà in molti ormai manifestano rabbia contro questo stato di cose, ma altrettanti sono corrotti nella catena di interessi che viene a crearsi. Mi viene alla mente solo l’esempio ucraino come possibile futuro per la nostra nazione. Non eravamo ricchi né poveri, non eravamo speciali, ma eravamo fieri. Oggi non ci restano che quattro ricette di cucina e una ventina di imprenditori arrivisti. Alcuni cavalieri, altri senza destriero o con giusto un asino come cavalcatura.
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Editoriale a cura di Sascha Picciotto per SakerItalia.it
Oramai il destino dei massoni che ci governano è scritto. A lungo andare risulteranno evidenti (come già lo sono per chi segue la cosidetta “controinformazione”) le discrepanze sui dati che arrivano dai vari paesi del mondo (in Africa ed Asia praticamente non c’è mai stata alcuna pandemia). Già tra le fila dei virologi da salotto arrivano le prime defezioni..che sentano già l’odore di Norimberga 2.0? A parer mio il sistema imploderà da sè: più vanno avanti più quello che dicono è grottesco..pure quelli che li hanno messi al potere per clietelarismo sono imbarazzati..anche perchè i burattinai che comandano da remoto hanno usato dei perfetti idioti (il loro compito è eseguire non pensare..giustamente).
Che Dio ce la mandi buona, preghiamo di poter sopravvivere a questo momento storico e poter raccontare ai nostri nipoti la follia ed il degrado che può raggiungere una “moderna democrazia”.
L’articolo mi pare in certi punti un po’ troppo ottimistico, un po’ troppo fiducioso nella “reazione popolare pacifica” …
Per quanto riguarda il canada, membro dell’organizzazione criminale armata nato, credo che morto (in termini politici e di “popolarità” indotta) un trudeau, l’élite ne farà un altro e via così, all’infinito …
L’Italia non ha alcuna speranza, ma proprio nessuna, se ci aspetta una “reazione interna” magari pacifica e democratica e si fida su questo.
L’unica speranza per noi è legata all’esito dello scontro geopolitico in atto … Forse ce la caveremo, forse russi e cinesi vinceranno contro la bestia senza l’uso di armi nucleari, forse i russi non ci bombarderanno (basi nato e usa escluse), è il meglio che possiamo aspettarci.
Cari saluti
Buona sera Eugenio,
condivido con lei due pensieri e la mia risposta, non ho alcun ottimismo riguardo la reazione popolare pacifica, nel senso che non mi aspetto certo che finirà a the e pasticcini. So che ad un certo punto si passerà alle maniere forti, ma l’importante è che a innescare il tutto siano loro.
Una reazione dal “basso” può ricordare il movimento 5 stelle. Non chiedo un nuovo movimento, non voglio che quello di prima faccia qualcosa (ha già fatto abbastanza danni) e non desidero che la vecchia classe politica se la cavi dopo ciò che ha fatto. In sostanza ce n’è per tutti. Tutta questa fiducia non la trovo nel mio scritto, purtroppo. Forse ho speranze per il Canada, forse attendo che questa scintilla inneschi qualcosa anche da noi. Ma speranza e fede sono due cose ben diverse.
Restando in Canada sono totalmente d’accordo con lei, alla fine delle proteste (se riusciranno a fermarle in qualche modo, è solo l’inizio) vedremo se le elites riusciranno a rimanere in sella o meno, piazzando un altro Trudeau qualunque. Ben sappiamo che il cesto dei deplorevoli è sempre pieno e la scelta non mancherà. Un esempio è Pierre Poilievre, pronto a saltare sul carro dei vincitori e sostituire Justin Trudeau: https://youtu.be/sPl75-ZHbNI
Sarà meglio o sarà peggio? Ci sarà da fidarsi? I segni di un rimpasto ci sono tutti. I segni che una casta desidera salvarsi e riproporsi non mancano. Ma da loro una vera opposizione bene o male l’hanno avuta, da noi neanche esiste.
Mi aspetto che un contagio reazionario avvenga in tutto in mondo, so che in alcuni casi, forse molti, ci sarà da lottare e non sarà una passeggiata. La luce che vedo potrebbe essere la fine del tunnel o una scintilla accanto alla polveriera.
In ogni caso ci stiamo avvicinando ad una resa dei conti, le elites avranno inizialmente a che fare con un’orda pacifica e avranno la possibilità di fare un passo indietro. Se non coglieranno questa mano tesa sarà scontro. E ho sicuramente poche speranze.
Una rivolta non è pacifica per definizione, ma può iniziare come tale e trasformarsi in peggio. Male interpretare il malessere del popolo costa carissimo.
Sempre in tema di probabilità, le rivolte nella storia hanno avuto successo ben poche volte, ma quelle che sono riuscite han lasciato un segno indelebile. Da analista non sono in grado di dire oggi quello che succederà domani, ma ho la possibilità di esaminare vari scenari e paragonarli. Le speranze sono poche, ma ciò che c’è sul tavolo da gioco merita il rischio.
Grazie per il commento Eugenio e a presto!
Sascha
Quello che vorrei far notare è che le proteste, nel cosiddetto occidente, sono sempre frammentate, all’interno di songoli stati, e pur essendo suscitate da misure repressive simili che i collaborazionisti locali dell’élite finanz-globalista-giudaica impongono alle popolazioni (restrizioni covid, vaccini o altro, come ad esempio i prezzi dei carburanti e dell’energia), non si arriva mai a un minimo comun denominatore, a un collegamento fra le proteste che possa superare i confini nazionali (dei paesi occupati) o gli interessi di settore, rendendole più efficaci, per quanto disarmate, e preoccupanti per l’élite dominante …
Questo è un grave limite, assieme alla potenza dei mezzi di controllo delle popolazioni di cui dispongono le élite.
Similmente, nello scontro geopolitico in zone calde d’Europa o altrove nel mondo, di cui lei discute periodicamente con Stefano Orsi, le armi nucleari cosituiscono un grave limite all’azione delle Potenze Libere, di cui il capofila (fino a prova contraria) è la Federazione Russa … E’ proprio tale limite che protegge le orde di Mordor occidentaloidi, la soldataglia usa e la nato.
Cari saluti
Prima di venire su questo sito e leggere i commenti al pezzo ho letto questo articolo di Charles Hugh Smith “How Empires dies” ( https://charleshughsmith.blogspot.com/ ). Stiamo assistendo agli ultimi convulsi atti finali del sistema guidato da USA/UK/NATO e altri che non sto qui a nominare. La storia umana tende a ripetersi perchè l’uomo è sempre lo stesso e ogni volta le elites si comportano immancabilmente come nel passato. Il problema è che a quei livelli l’hybris è a livelli assoluti, vedi il caso canadese con il caro Justin che è una pallida immagine del padre. Dopo che ipoteticamente liquidasse con la violenza la rivolta dei camionisti crede forse che la popolazione gli ubbidirà per sempre? La finanza oligarchica dopo aver ucciso la politica per i propri fini ora paradossalmente avrebbe bisogno della stessa per disinnescare la situazione che essa stessa ha creato ma chi hanno a disposizione? Maggiordomi di infimo livello senza alcun contatto con la realtà. Intanto la rivolta dei camionisti si sta estendendo in tutta Europa. E cosa succede se anche la popolazione ubbidiente si desta dall’ipnosi di massa? Aggiungiamo alla miscela anche il fatto che i tassi d’interesse stanno aumentando e la polveriera UE si prepara all’atto finale. La Russia deve solo aspettare sulla riva del fiume e osservare il crollo dell’UE/NATO.
Sono d’accordo sul commento …), è il meglio che possiamo aspettarci…
Non si può credere che la prima Norimberga non sia essa stessa una creazione delle consorterie supernazionali. Che quella fosse gradita non elimina la sostanza del problema. Oggi ciò che manca e manca dalle fondamenta e’ proprio una ” consorteria” dalla nostra parte o almeno che ci sia vicina almeno per prassi. Esempio il diritto internazionale, il diritto naturale, il comune sentire fondato sul buon vecchio buonsenso comune. Questo manca dalle fondamenta. La storia ci ammaestra che in questi casi uno sviluppo positivo si appoggia sulla tabula rasa del precedente. Ecco perché ha ragione il precedente commentatore quando dice che dobbiamo sperare di raggiungerlo senza passare dall’olocausto nucleare. Ecco perché l’attendismo di Putin e’ leggibile in questa prospettiva. Restano fermi tutti i punti dolenti ma la speranza e’ quella.
Come scrive Martin Armstrong la BCE e le altre banche centrali adottando contemporaneamente tassi d’interesse negativi e inondando il mercato bancario di denaro a tasso quasi a zero hanno distrutto il mercato dei titoli. Il sistema è diventato totalmente instabile e l’opzione della guerra contro la Russia e la Cina abbinata al folle “Grande Reset” del WEF e compagnia varia è diventata l’unica opzione possibile. Peccato che le nemesi degli USA se ne stanno tranquille e giocano secondo i loro costumi, non quelli anglosassoni. Stanno giocando col fuoco anche qui in Italia e la vedo difficile gestire due situazioni, una interna ed una esterna, che imporrebbero moltissimo tatto e cultura politica. Gli USA hanno trovato il loro Regno di Lidia, guidati da un “imperatore” come quelli del WEF che pensano di imporre delle politiche autoritarie e autocratiche sulle popolazioni, per giunta perseguendo un folle e delirante piano di controllo totale che essi non si rendono conto che per molti l’unica opzione possibile sarà trovare rifugio metaforicamente dai “barbari” russi! Così passa la Gloria del Mondo!
–,commenti preoccupati, com’è ovvio, considerata la situazione ,osservata dalle parti avverse.
Da una parte, l’occidente, superbo quanto idiota pensa di poter dare sempre ordini ad una civilizzazione che trae le sue forze consapevoli ,materiali e spirituali dalla Storia recente -passata ed antica(La RUSSIA); dall’altra parte l’impero americano che la seconda guerra mondiale ha concorso nella sua formazione di qua e di là dell’oceano Atlantico e finanche del Pacifico.
Nella Storia precedente non era mai accaduta una realtà simile.
La Superbia degli uomini americani (politici-militari e finanzieri che tirano le fila)non ha ancora raggiunto il Limite che l’atterri.Ci vorrà purtroppo un conflitto armato che si concluderà nella fornace nucleare perché chi sarà sul punto di perdere vorrà portare anche l’avversario nella tomba.
Non ci potrà essere un conflitto che si deciderà con le armi convenzionali;
gli strumenti di morte ,che gli scienziati della Ricerca scientifica,( con cui si dovranno fare i conti- finanziatori ed esecutori-)hanno approntato, non consentirà ad alcuno di salvarsi.
Solo una sollevazione di uomini e popoli consapevoli( ma non ce ne sono che possano guidare quelli che non hanno ancora la coscienza di sè),potrà impedire l’estinzione e poi procedere a privare e punire quella parte di umanità che possedeva potere di vita e di morte-non solo economica- e che ci ha portato sul confine oltre il quale non c’è salvezza.
Forse ritirarsi in Patagonia o in Tibet potrebbe aiutare,
Macron ha sì proposto vie da percorrere, ancora non note, che Putin giudica interessanti… ma manca la rinuncia al diritto occidentale all’espansionismo e alla metodologia aggressiva. La lettura notturna dei primi commenti a Macron a Mosca: occidente non vuole la guerra, ma vuole continuare a fare quel che fa e come lo sta facendo. Botte piena, moglie ubriaca e ancora l’uva nel vigneto.
Se l’Editore scrive, significa qualcosa.
Occidente è sì potentissimo nella articolazione molteplice del potere, ma è anche fragile e molto, sul piano interno delle singole società.
Il messaggio suggerito dall’Editore mi pare questo.
Tanti cannoni, tanti soldi, ok… ma le strade con folle inferocite fanno diventare rugginose ferraglie quelle cose.
Se l’Editore questo voleva comunicare, concordo.
Un conflitto europeo, che non sarà mai armageddon nucleare ma solo convenzionale, muta allora in riposizionamento europeo “sovranista” proprio consentito “dall’aiuto russo”… tale infatti alla fine risulterebbe – davvero aiuto, nel senso di sostegno, di ausilio strumentale – l’armata liberatrice di S. Giorgio.
Sono onorato di leggere le vostre opinioni e i vostri commenti, ringrazio tutti voi per l’equilibrio e l’intelligenza nelle risposte, per avermi dato nuovi spunti e altri punti di vista. Vi ringrazio inoltre per aver mantenuto in questi mesi e anni una condotta ineccepibile su questo sito. L’educazione e la vostra partecipazione quotidiana vi fa onore e ci riempie di gioia ad ogni pubblicazione.
@Giovanni
Rispondo brevemente sul tema di Martin Armstrong, è una persona che ammiro ma ho una grande difficoltà ad accettare le sue tempistiche e i cicli economici di cui parla. E’ un rapporto di amore e odio, quando mi trovo contrario alle sue teorie ne pago spesso le conseguenze perché ciò che ha previsto si è realizzato al minuto spaccato. E’ un uomo da non sottovalutare, ha amicizie influenti, è stato incarcerato per anni ingiustamente, è ricco ed è molto capace. La ringrazio per aver introdotto il personaggio su questo sito anche solo parlandone (è la seconda volta che lo nomina credo), talvolta mi chiedo se delle traduzioni avrebbero senso.
@BeiTempiAndati
Ho seguito di striscio la conversazione tra Macron e Putin ed è trasparito poco o niente se non le posizioni ufficiali della stampa. Da parte di entrambi nessun passo indietro iniziale. Anzi, ciascuna parte sembra usare i media per suggerire ai lettori che è il loro nemico a fare il primo passo indietro, cosa che chiaramente non sta avvenendo. Ovviamente le condizioni dell’Occidente non sono negoziabili, come quelle russe. Eppure più di una mano è stata tesa ma non è stato fatto nulla per accettare le innumerevoli offerte. Ora sembra che la diplomazia sia completamente azzerata. C’è una strana quiete prima della tempesta e lo si nota dai vari governi che si affrettano a trovare soluzioni al collasso imminente e dalle varie alleanze che stanno nascendo.
Non ho idea se ci sarà quell’ondata di sovranismo e se sarà sana o assolutamente malvagia alla Quarto Reich. La Russia non potrà sostenerci in alcun modo né credo intenda farlo. Come avete detto anche voi lettori molte volte, alla Russia non basterà che attendere e guardarci svanire da soli, non sarà necessario alcun attacco, sarà sufficiente aspettare con i popcorn in mano. Qualora li facessimo incavolare veramente, (e ce la stiamo mettendo tutta) allora ci sarà da preoccuparsi. Dopotutto se siamo arrivati a tanto è perché i nostri politici non eletti hanno intrapreso questa strada. E noi l’abbiamo permesso. Abbiamo stracciato tutti i contratti, abbiamo sputato sull’amicizia, su tutte le possibilità di collaborazione rovinando ogni progetto comune. Noi di SakerItalia difendiamo la Russia da ogni attacco e provocazione da fine 2014, nessuno dalle alte sfere ci ha mai avvicinato per proporci sostegno o farci i complimenti per la posizione. Anzi, c’è una sana mancanza di fiducia che in fondo apprezziamo perché la condividiamo. C’è però un gran rispetto, raramente ci è stata negata un’intervista e non abbiamo avuto un solo problema durante le nostre trasferte internazionali.
Per esperienza personale non mi attenderei grandi aiuti, ciascuno pensa per sé ormai. Diciamo che saremo felici e fortunati se nelle testate ipersoniche che ci lanceranno ci saranno ordigni convenzionali.
Buona giornata a tutti
La necessità di sintesi per post non tediosi sconfina spesso nella oscurità del pensiero.
La ringrazio della attenzione.
Quelle frasi sulla sovranità intendevano questo:
Se ci sarà guerra, le società occidentali cadranno internamente… anche in USA, le guerre civili, i disordini, le rivolte, la caduta del concetto di statualità, etc. …e propio per e durante la guerra che non vedrà intanto la Russia fermarsi, ergo, proprio la Russia, sembra un paradosso, entrando in europa la salverà dal disordine aiutando il ricupero della statualità nazionale credibile per riportare ordine in territori ove si scontreranno tutti, dai terrapiattisti agli islamisti ai neo rivoluzionari estremisti di sx e dx.
e dove?
Ai confini della Russia… il disordine e l’anarchia sono affascinanti e sono come olio che si allarga sulla carta. La Russia dovrà salvare se stessa, riportando ordine negli irrequieti confinanti.
Benvenuta!
Questo era il senso.
Il giudizio che ho espresso su Macron a Mosca, lo vedo confermato.
Coraggio! Il Signore è più grande e Buono!