Il colloquio della settimana è il prossimo incontro tra i presidenti Trump e Putin [in Inglese] ai margini della conferenza del G20 questo venerdì. Sono stati già scritti articoli molto buoni su questo argomento, raccomando in particolare “5 ostacoli che Donald Trump e Vladimir Putin dovranno affrontare nel loro incontro” [in Inglese], scritto da Adam Garrie per The Duran, e “Cosa dirà Putin a Trump?” [in Inglese], scritto da Israel Shamir per The Unz Review. È innegabile che il fatto che questi due uomini finalmente si incontreranno sia un evento di immenso significato e importanza per il futuro non solo delle relazioni USA-Russia, ma anche per il futuro o per l’umanità.
O no?
Devo essere onesto, e dire che le mie aspettative sono piuttosto vicine allo zero. Oh, certo, sorrideranno, probabilmente molto, e alcuni problemi minori, come il sequestro della residenza diplomatica russa negli Stati Uniti, saranno risolti. Forse. Potrebbe anche esserci qualche tipo di frase positiva come “riaffermare gli Accordi di Minsk” o “combattere l’ISIS in Siria”, ma rispetto alla lunga lista di questioni veramente vitali che devono essere urgentemente discusse e risolte, temo che son si otterrà quasi nessun risultato. Perché lo dico?
In primo luogo, dovremmo tutti smetterla di prenderci in giro, la Russia e gli USA non hanno “disaccordi”. La triste e spaventosa realtà è che siamo ora più vicini alla guerra che durante la Crisi dei Missili cubana. Non solo militari Russi e americani sono schierati nella stessa zona di guerra (gli Americani lo fanno in totale illegalità), ma a differenza di quanto accaduto durante la Crisi dei Missili cubani, abbiamo un presidente americano a cui manca assolutamente la volontà di affrontare i pazzi nella parte americana, sto ovviamente parlando dei Neoconservatori. Infatti, sotto Kennedy non c’erano veri Neoconservatori da affrontare. Ora stanno gestendo la Casa Bianca, mentre Trump gli serve il caffè o guarda la TV in un’altra stanza (sto scherzando, naturalmente, ma solo un po’). In questo contesto, incontrarsi a “margine” di una conferenza del G20 sfocia quasi nel criminalmente irresponsabile. Quello di cui il mondo avrebbe bisogno è che Trump e Putin si riunissero in un formato “Camp David” per almeno 3-5 giorni, con tutti i loro consiglieri e funzionari chiave. Anche se presumiamo un 100% di buona volontà da entrambe le parti, una riunione a “margine” di una conferenza già grande non permetterà mai di fare qualcosa. Nel migliore dei casi Lavrov e Tillerson faranno gran parte del lavoro sporco lontano dagli occhi del pubblico, ma la verità è che i Russi dicono che finora le due parti non si sono nemmeno accordati su un ordine del giorno.
In secondo luogo, è assolutamente chiaro che i media Sionisti e il Congresso degli Stati Uniti descriveranno qualsiasi, qualsiasi, risultato positivo dalla riunione come “Trump cede a Putin”, e per questo fatto cercheranno di ottenere una libbra di carne politica da Trump. Quindi per Trump qualsiasi successo esterno significherà un disastro interno. E sappiamo già che quest’uomo non ha ciò che serve per affrontare attacchi simili. Francamente, la sua sola “tattica”, per così dire, per affrontare i Neoconservatori è stata quella di cercare di appagarli. Perciò, a meno che Trump non chieda asilo politico in Russia e non raggiunga Snowden da qualche parte in Russia, non ce lo vedo ad intraprendere alcuna azione indipendente.
In terzo luogo, se guardiamo le persone intorno a Trump è abbastanza chiaro che l’unica persona intelligente e razionale della Casa Bianca è Rex Tillerson. Tutti gli altri sono pazzi, maniaci e imbecilli: le attuali, chiamiamole “azioni” (non posso definirle “politica”) degli Stati Uniti nei confronti della Siria dimostrano chiaramente che il ramo esecutivo è totalmente fuori controllo. Ora possiamo vedere chiaramente che Mattis e McMaster non sono questi geni militari che ci hanno descritto i media sionisti, ma che, in realtà, sono entrambi assolutamente incompetenti, e che le loro opinioni sui conflitti in Siria e persino in Afghanistan possono essere descritte solo come assolutamente mancanti di qualcosa di lontanamente simile ad un qualsiasi tipo di visione. Ma sembra che questi due “geni” siano al comando. Nonostante tutta la sua intelligenza, Tillerson non riesce nemmeno a mettere un freno a quell’idiota di Nikki Haley alle Nazioni Unite. Dobbiamo smetterla di prenderci in giro e smetterla di pretendere che ci sia qualcuno che parli con i Russi. Nella migliore delle ipotesi, hanno a che fare con un asilo. Nel peggiore dei casi, hanno a che fare con un asilo scellerato. Ma in entrambi i casi, non c’è nessuno che parli per gli Americani, tanto meno qualcuno che inizi a risolvere le molte questioni che hanno bisogno di essere risolte.
Devo ammettere che avevo grandi speranze per Trump e la sua apparente disponibilità a sedersi e avere una conversazione adulta con i Russi. Sono stato particolarmente ispirato dal ripetuto rifiuto di Trump della narrativa dei media sionisti sulla Russia, e da quello che mi sembrava un approccio “schietto” per portare a casa dei risultati. Ho scritto molti articoli per questo blog dicendo che avere speranze (non aspettative!) su Trump era la cosa giusta da fare. E, francamente, penso che a quell’epoca lo fosse. Lo scorso autunno ho anche scritto un intero capitolo su questo argomento nel libro “Se fossi Re: consigli per il Presidente Trump” [in Inglese]. La grande differenza è che prima della sua elezione potevamo solo giudicare Trump dalle sue parole. Ora, però, possiamo giudicarlo dalle sue parole e dalle sue azioni, e queste mostrano un modello coerente di sottomissione ai Neoconservatori e alle loro richieste, dal tradimento del suo amico e consulente chiave Flynn, alle recenti minacce di bombardare la Siria perché accusata di “essere pronta” a usare armi chimiche contro i civili.
Questa potrebbe essere la sua, chiamiamola “cultura di Las Vegas”, ma Trump è tutto forma più che sostanza e tutta apparenza più che fatti. Basta guardare le sue minacce francamente patetiche (con almeno tre gruppi di attacco incentrati su portaerei!) contro la Corea del Nord, o il suo inadeguato attacco missilistico alla base aerea siriana: è tutto un grande spettacolo, niente di più. Non c’è da meravigliarsi che ami “twittare”, sembra che pensi a “grappoli di pensieri” da 140 caratteri…
Niente di tutto questo sarebbe troppo male se gli Stati Uniti e l’Occidente in generale, avessero dei media decenti e un ramo legislativo degno del suo nome. In teoria, questi potrebbero scatenare l’inferno e chiedere che il Presidente si dimetta o inizi a fare il suo lavoro. Ma, naturalmente, non lo fanno e non lo faranno. Odiano Trump, naturalmente, ma anche loro lo posseggono. Lo lasciano divertirsi coi “tweet” nel suo tempo libero, ma in termini di politica egli fa esattamente quello che vogliono loro. E l’ultima cosa che vogliono è un qualsiasi tipo di “distensione” con la Russia. Al massimo, incrimineranno Trump solo per umiliarlo, ma non faranno altro. Non hanno nemmeno bisogno di giocarsi la carta “Pence”: Trump è ciò che nei ghetti statunitensi viene definito come la loro “puttanella”.
Fin dal momento in cui la maligna “Guerra contro il Terrore” si è più o meno esaurita, la Russia è diventata l’indispensabile uomo nero per terrorizzare il pubblico e giustificare sistemi di corruzione che bruciano miliardi di dollari. Non solo, la “Russia in ripresa” è la giustificazione fondamentale della paranoia anglo-sionista sulla necessità di spendere di più nello stato di guerra, nello stato di polizia e, naturalmente, nell’avidità delle corporazioni. I poteri che contano stanno persino riscaldando vecchie spaventose tecniche dell’era della Guerra Fredda:
La Defense Intelligence Agency ha appena pubblicato il rapporto “La Potenza Militare Russa 2017” [in Inglese]. Dato che è abbastanza ben scritto, vi consiglio vivamente di scaricarlo e leggerlo: è un mix di informazioni abbastanza buone sulle forze armate russe e sulle variopinte sciocchezze riguardanti gli hacker russi e la loro minaccia informatica verso gli Stati Uniti e i loro alleati. Basta mettere da parte le insensatezze chiaramente indotte dal punto di vista politico e otterrete un riassunto piuttosto ben fatto di ciò che le Forze Armate russe sono al giorno d’oggi.
Devo ringraziare la DIA per questa relazione: mi ha fatto sentire di nuovo giovane, come ero negli anni ‘80, quando tutti gli studiosi di guerra e Forze Armate Sovietiche leggevano con grande interesse questi rapporti annuali sulla “Potenza Militare Sovietica”. Ma, oltre che far sentire giovani alcuni di noi, il vero scopo di questo documento è chiaro ed è proprio quello della serie sulla “Potenza Militare Sovietica” risalente alla Guerra Fredda: giustificare un aumento delle spese per la “difesa” (ovvero “aggressione”) mostrando quanto siano spaventosi questi Comunisti/Russi cattivi.
Questo sarebbe tutto piuttosto divertente e nostalgico in un certo senso, se non fosse che dimostra la totale mancanza di immaginazione degli impiegati del Pentagono. Lungi dal riuscire a fare qualcosa di nuovo o interessante, stanno rimettendo in servizio cose che per anni hanno raccolto polvere nei ricordi dei veterani della Guerra Fredda ora per lo più in pensione. È piuttosto patetico, davvero.
Negli ultimi trent’anni, la Russia è passata dall’Unione Sovietica ad una situazione tipo “inferno democratico” simil-Somalia negli anni ’90, per poi diventare una realtà completamente nuova, la “Nuova Russia”, decisamente diversa dall’Unione Sovietica degli anni ’80. Gli Stati Uniti invece sono rimasti completamente bloccati nei loro vecchi modelli, tranne che per questa volta in cui sono “gli stessi, forse anche peggiori”. Se gli Stati Uniti non avessero bombe atomiche, andrebbe quasi bene (dopo tutto, il mondo può permettere che lo “Zio Sam” perda lentamente la testa sclerotica, a chi importa?). Ma quando una superpotenza nucleare agisce come uno Stato canaglia fuori controllo, tutto questo è molto, molto spaventoso.
Quindi, torniamo di nuovo al nostro incontro del G20. La prima cosa da dire è che Trump è debole, estremamente debole: arriva con gli Ziomedia e il Congresso che lo odiano, e con una squadra della Casa Bianca fondamentalmente infida, chiaramente controllata da Pence, Kushner e dal resto dei matti neoconservatori. Come se non bastasse, Trump non può offrire assolutamente nulla ai Russi che loro possano volere o di cui abbiano bisogno.
Per favore non bevetevi questa bufala delle sanzioni. Il danno che queste sanzioni potevano fare, lo hanno già fatto. La pura verità è che la Russia è già sopravvissuta alle sanzioni e ne è uscita anche rafforzata: questo è confermato dalle organizzazioni internazionali [in Inglese] e dal settore privato [in Inglese] . Di fatto, l’abolizione in questo momento delle sanzioni danneggerebbe molto di più l’economia russa, soprattutto il settore agricolo, che ha largamente beneficiato della “protezione protezionista” di fatto fornita all’economia russa dalle sanzioni. Allo stesso modo, l’industria della Difesa russa si è adattata con successo alla totale rottura di tutti i contratti di difesa da parte del regime Ucronazi, e ora vengono prodotti in Russia sistemi e componenti militari russi al 100%, ad un prezzo inferiore e con una qualità superiore. Inoltre, dal momento che il Congresso e l’ONU di Nikki hanno chiarito decisamente che le sanzioni resteranno in vigore finché la Russia non accetta di restituire la Crimea all’Ucraina, non cambierà nulla finché l’attuale Ucraina non si dividerà quindi in tre parti su quattro.
In teoria, Trump potrebbe offrire ai Russi di smettere di sabotare il processo di pace in Siria, cosa che Russi accoglierebbero sicuramente con favore. Ma poiché l’illegittima politica statunitense di bombardare con aerei e missili, unita a un dispiegamento di forze terrestri americane in Siria, è comunque fallimentare (vedi qui [in Inglese] e qui [in Inglese]), i Russi stanno per avere ciò che vogliono indipendentemente dal fatto che lo vogliano o meno gli Stati Uniti.
Per quanto riguarda l’Ucraina, la situazione è così brutta che un numero crescente di specialisti sta dicendo che persino gli Stati Uniti hanno perso il controllo del Banderastan, e che ora si tratta di un gioco di potere tutto intra-ucraino: il disastro sociale, politico, militare, culturale ed economico ha raggiunto quella che io definisco la “velocità di fuga”, cioè quando i vari processi in essere sono fondamentalmente caotici, imprevedibili e ingestibili. Personalmente dubito molto che gli Americani abbiano qualcosa da offrire ai Russi.
E al contrario, che cosa potrebbero offrire i Russi a Trump?
Ancora una volta, temo, non molto.
La politica estera russa ruota tutta intorno allo sviluppo di un mondo multipolare, e ora Putin è estremamente occupato a gestire questioni di una certa importanza [in Inglese]. Quindi, che cosa Putin può offrire a Trump? La promessa di non invadere la Lituania? Trump sa che non c’è mai stata una tale minaccia, tanto per cominciare. Non è che Putin può essere d’accordo nel fingere di non vedere l’afflusso costante di forze ed equipaggiamenti della NATO nell’Europa orientale, poiché costituiscono una grave minaccia per la sicurezza nazionale russa. Potrebbero i Russi promettere di non volare sopra il Baltico senza i loro transponder? Difficile, visto che i primi a spegnere i loro transponder sono stati gli Americani. Che ne dite della promessa di non intercettare l’aereo civile del Segretario della Difesa Mattis su acque internazionali? Aspettate, era il contrario: è stata la NATO (in realtà un F-16 polacco) che ha intercettato l’aereo di Shoigu sul Mar Baltico durante un viaggio ufficiale lungamente annunciato dalla Russia a Kaliningrad (aereo che poi si è dileguato non appena un SU-27 russo ha mostrato i missili che stava trasportando sotto le ali, che per convenzione significa “vattene da qui o ti abbatto“). Non quindi i Russi, ma gli Americani, hanno bisogno di controllar il loro barboncino che abbaia.
[Commento: non sono mai stato un grande ammiratore dei politici polacchi, ma ora la Polonia sta raggiungendo davvero dei livelli storici di bassezza in termini di codardia, disonore e stupidità. Dalla loro “guerra alle statue“[in Inglese] alla loro sciocca accusa che il sistema di controllo del traffico aereo russo abbia deliberatamente fatto schiantare un aereo polacco ufficiale [in Inglese] (risultato della loro incapacità categorica di accettare che i propri politici dettero un ordine stupido ai loro piloti), alla guerra del primo ministro Kazinsky a “ciclisti e vegetariani “[in Inglese], alla resurrezione dell’estremamente pericoloso piano dei “Tre mari“[in Inglese]: la Polonia è sempre nulla di buono e drammaticamente stupida [in Inglese]. Ma allora, che cosa ci aspettiamo da un paese che considera un personaggio come Pilsudksi [in Inglese] un eroe nazionale? Purtroppo, la Polonia sta ripetendo il suo peggior errore storico: quello di tentare costantemente di innescare un conflitto tra l’Occidente e la Russia (e a quanto sembra, la storia non le ha insegnato nulla). Ora quindi il piccolo barboncino polacco sta abbaiando all’Orso Russo, convinto che lo Zio Sam e l’Occidente lo proteggeranno se l’orso attaccherà. Davvero, la stupidità umana è senza limiti].
Penso di poter indovinare ciò che gli Americani vogliono: una divisione della Siria, se non di diritto, almeno di fatto. Non credo che funzionerà. Per prima cosa, gli Americani (ancora una volta) stanno sottovalutando il fatto che l’attore principale in Siria non è la Russia ma l’Iran, e che l’Iran non ha alcuna ragione per accettare una qualche divisione. Neanche i Russi, ovviamente. Gli unici che sono veramente interessati alla divisione della Siria sono – chi altri – gli Israeliani e, poiché sono di nuovo in carica alla Casa Bianca, sono quelli che spingono per questa “soluzione”. Ma è una soluzione che la Turchia e l’Iran non possono accettare, poiché non solo creerebbe un “Wahabistan” nella Siria orientale, ma anche un certo tipo di Kurdistan nel nord, che è quindi difficilmente una ricetta per la pace. Non dimentichiamo infine gli stessi Siriani. Capiscono perfettamente che ogni divisione del loro paese li lascerebbe schiacciati tra Israele nel sud-ovest e un folle finto califfato del Daesh nel nord-est. Perché mai dovrebbero quindi accettare un tale accordo scorretto e, per non dire, insostenibile?
Per gli Americani, ovviamente, è il contrario: dal momento che non hanno potuto ottenere la bandiera nera del Daesh per volare su Damasco, vedono la divisione della Siria come unico risultato accettabile. Si opporranno anche a ogni processo di pace, in particolare quello creato dalla Russia, dall’Iran e dalla Turchia, con ogni stratagemma.
Quindi, il prossimo incontro non darà alcun risultato, proprio nessuno?
Porterà come risultato che i due leader si saranno parlati, faccia a faccia. Questo non è senza importanza. Ho anche una qualche speranza per un certo tipo di accordo “anti-conflitto” tra Russia e USA/NATO (riaccendete i dannati transponder!). Se riprenderanno dei colloqui tra NATO e Russia, sarebbe anche questa una cosa positiva, anche se non si raggiunge niente di concreto. Ho il sospetto che Trump vorrebbe scaricare l’Ucraina, ma non può farlo per motivi politici. Se i Russi riescono a convincere gli Americani a sostenere, anche solo verbalmente, i colloqui di Astana sulla Siria, questo sarebbe positivo poiché renderebbe appena più difficile al Pentagono e/o alla CIA di impegnarsi in attacchi chimici “false flag” o qualsiasi altra assurdità. Mi sto perdendo qualcosa? Sì, probabilmente qualche tipo di “scambio culturale” (cioè quando i diplomatici sono veramente disperati e non hanno nient’altro da offrire) o un piano comune per proteggere gli orsi polari (grazie lo stesso a Dio per le piccole cose!).
I Russi cercheranno probabilmente di convincere Trump ad accettare una nuova risoluzione delle Nazioni Unite sulla Siria; ma siccome sappiamo tutti che gli Stati Uniti ignorano le risoluzioni delle Nazioni Unite, non sarà molto di più di una vittoria, anche se farà sentire bene per un po’.
Spero di sbagliare, davvero, sbagliare totalmente. Venerdì guarderò la conferenza stampa (speriamo congiunta) di Trump e Putin con una piccola, ultima e paradossale scintilla di speranza, che forse, solo forse, a Trump è rimasto qualcosa di buono. Ma non tratterò il fiato. Si dice che la speranza è l’ultima a morire. Forse. Lo scoprirò venerdì.
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Articolo di The Saker pubblicato il 3 luglio 2017.
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi e Raffaele Ucci per SakerItalia.it
Ammesso (e non sarei tanto sicuro di questo) che siriani russi e iraniani riescano a recuperare tutti i territori ancora in mano ai tagliagole del “califfato”, una spartizione di fatto della siria già esiste. I curdi occupano un bel pezzo di siria e gli ammerecani ne hanno un altro pezzo con quegli altri tagliagole “moderati” dell’opposizione.
A meno di continuare la guerra per altri 6 anni difficilmente si riuscirà a far sloggiare curdi e ammerecani.
E poi, come ho già avuto modo di dire in altre occasioni, ho l’impressione che Putin non voglia che Assad stravinca.
ma quali neocon?
ci siamo bevuti la favoletta dei neocon come degli allocchi,senza accorgerci che la storia dei neocon è stata un paravento ideologico dietro il quale israele in pochi decenni ha potuto cementare il potere nei gangli vitali dell’amministrazione americana.
quindi, ciò significa CHE TUTTO QUELLO CHE SUCCEDE IN MEDIO ORIENTE (E NON SOLO) DIPENDE DA ISRAELE.
come è da allocchi ritenere,come ci vogliono far credere,che israele abbia influenza solo nel sud della siria, quando la sua mano è estesa in tutto il territorio siriano fino a dentro i palazzi del potere di damasco.
fino a qualche anno fa,ogni importante carica di governo di un paese occidentale doveva avere l’avallo della casa bianca..oggi invece deve avere l’approvazione di tel aviv.
..e questo ovviamente lo sanno tutti e sia putin che trump….i quali stanno cercando di evitare ogni possibile scontro diretto anche e soprattutto perché in una guerra frontale usa-russia ambedue avrebbero molto da rimetterci e niente da guadagnare.
israele ha raggiunto un potere globale tale al punto che ogni decisione o azione di tel aviv o comunque di qualsiasi ebreo importante è impossibile da discutere o contestare arrivando ad istigare omertà, silenzio tacito e quindi consenso…approvazione…
e fino a qui siamo tutti ebrei….
MA PER UN ATTIMO SOLLEVIAMO IL VELO E PONIAMOCI UNA DOMANDA:
come può uno stato definirsi esempio di democrazia in M:O: quando si allea con i trogloditi wahabiti?
perché questo sta succedendo.
..mentre le frontiere di israele sono sbarrate da muri e filo spinato, le nostre sono dei colabrodi dove entra la peggiore feccia troglodita….
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previsione azzeccata !
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-putin_ha_teso_una_trappola_e_trump__caduto_dentro/82_20788/